Le Antologie Poetiche Virtuali sono curate da Giuseppe Vetromile. Ogni Volume comprende 10 Autori, liberamente selezionati ed invitati dal curatore. Sono previsti volumi dedicati a particolari ambiti poetici (poesia emergente, poesia dialettale, ecc.). Le copertine sono elaborate e realizzate da Ksenja Laginja.

giovedì 21 maggio 2020

VOLUME II




Introduzione


È questa un'antologia poetica virtuale che si adatta bene ai tempi tristi del ridimensionamento dei contatti sociali per evitare il contagio di questa serissima epidemia influenzale, che oltretutto sta condizionando e modificando le nostre abitudini di vita. Bisogna rimanere a casa, proteggersi da eventuali possibilità di prendere questo e altri tipi di malanni. Quindi, rassegnarsi al fatto che, purtroppo, tutte le attività sono rallentate ed alcune anche sospese. Pensare di pubblicare nel modo tradizionale un libro, nel nostro caso un'antologia, comporterebbe delle difficoltà che non è proprio il caso di affrontare, come ad esempio il lavoro editoriale e tipografico che richiederebbe continui contatti anche fisici con l'esterno, uscite, incontri, eccetera.
Dunque, lavoriamo da casa, in modo sobrio, e soprattutto senza alcun impegno economico. Ma nello stesso tempo, cerchiamo di realizzare un'opera degna e utile, in qualche modo, alla diffusione della cultura, utilizzando appieno i mezzi tecnologici che ci vengono offerti dai social; e non è detto che nel futuro si possa continuare così, almeno parallelamente, accostando i lavori editoriali veri e propri a quelli artigianalmente elaborati e prodotti in modo "virtuale".
Siamo così giunti a questo secondo volume. Ho preferito realizzare l'antologia inserendo dieci Autori per volume, soprattutto per un motivo di "snellezza" e fluidità di lettura. La selezione, da parte mia, è del tutto libera e comunque gli inviti a partecipare sono rivolti ad Autori che hanno già maturato una considerevole esperienza poetica in ambito nazionale, non però precludendo l'eventuale inserimento di giovani autori che si stiano facendo apprezzare in questo periodo e che possano costituire il futuro della nostra poesia italiana; o anche, il mio invito sarà rivolto ad autorevoli voci estere che, in un modo o nell'altro, abbiano contatti con la nostra realtà poetica.
Ringrazio intanto gli Autori che mi hanno permesso di realizzare questo secondo volume. Sono anche loro poeti di grande spessore e che si dedicano all'attività letteraria con grande impegno, prodigandosi anche nella diffusione della cultura e della poesia in particolare, non solo operando sul loro territorio ma anche in ambito nazionale
Giuseppe Vetromile




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LUCIANNA ARGENTINO




Lucianna Argentino, romana, è poetessa molto prolifica, ma la quantità delle sue produzioni letterarie non ha mai pregiudicato la qualità, sempre elevatissima, dei suoi progetti. Ogni libro pubblicato, sempre con Case Editrici di grande spessore, rappresenta un percorso completo e profondo, nell'ambito della ricerca interiore come in quello del sociale. Attenta osservatrice, riesce a tradurre in alta poesia le minime storie di ognuno, le sofferenze e le speranze tanto proprie quanto altrui.



(Da Verso Penuel, Edizioni dell’Oleandro, 2003)


Baciata dall'attimo e da quel bacio all'attimo
consegnata sminuzzo la realtà per meglio amarla,
nell'ora in cui le rondini tornano
ad abitare le fessure di pietra e gli angoli
della stanza placano la loro aguzza forma.
Vorrei tornare a questa vita col privilegio
di chi non si è mai guardato in uno specchio
per darmi un'esitante certezza ora che esito soltanto.


***

Andare dove la luce dura l'infanzia
e il passo svelto di quanto in me riposa
in altra quiete e invecchia alla distanza
del fiato corto delle cose.
È tempo anche per me d'invecchiare
ma piano ancora come chi fa le cose a peso
confuso dallo sciabordio dell’eternità
contro la chiglia di ogni attimo.
E quella luce cui vado in trasparenza
in dismisura di te che al canto sfrondi il mio penare
è cronaca d'ombra, veste del mio nuziale esistere.


***

(Da Diario inverso, Manni Editore, 2006)


Trasalgo a Dio bestemmiato su una panchina
con la vernice bianca e sento il raccapriccio del legno
vedo l’immobilità attonita delle altalene
metronomi dell’infanzia
che è lode al cielo e alla terra
è carezza al tempo perché se ne stia buono
a godersi una zuffa di passeri e piccioni
e lasci ai pony, giro dopo giro, la misura del sacro.


***

È fatica attendere, sperare,
vivere strappati da se stessi
stare come vino nuovo in otri vecchie
col timore che il legno ceda
e ci si versi in terra e la terra ci ingoi
e il tempo faccia a meno di noi.


***

(Da L’ospite indocile, Passigli, 2012)

Dice che non c'è addio nelle asole
e asola allora sia:
poca materia intorno e vuoto.
Sia passaggio e allaccio
sia lo spazio dell'abbraccio
sia pertugio e rifugio
sia il chiuso esposto alla parola.


***

Sommale le storie, fanne cifre aguzze
come gli anni di quelli vissuti
sulla capocchia di uno spillo;
prendimi il fiato, la rincorsa;
trattienimi dentro silenzi
in ascolto delle radici,
del crescermi dell'anima
mentre scrivo per sapere cosa è natura
e cosa è sostanza e come fa a essere buono
un frutto o un uomo.


***

(Da Le stanze inquiete, La Vita Felice, 2016)

Ha un senso vivere e lavorare
se una bambina mi guarda a lungo
e poi mi dice sei bella
e alla sua voce io di lei mi accorgo
e del suo sguardo fermo su me assente
e sanata risalgo al mio presente.
E le sorrido pure se so che non è bello
il mio viso stanco, annoiato
e a disagio per il mio scoperto esilio
per quell’asilo in me la benedico,
per i suoi occhi patria al mio foglio là in apnea
e all’inchiostro calmo che spero sia tempesta.


***

Pina un metro e cinquanta di acciacchi
mi dà monete dal calore buono
e un po’ rassegnato come il suo sguardo
velato di pianto nel raccontarmi che il marito,
malato da tempo, l’ha svegliata in piena notte
e le ha detto Pina, Alberto se ne va…
E se ne è andato, come ce ne andiamo tutti,
già distanti gli uni dagli altri per certi invalicabili silenzi.

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MARCO BELLINI




Marco Bellini, poeta brianzolo, noto in ambito nazionale, ha pubblicato diversi libri di poesia con Case Editrici importanti, ed inoltre è molto attivo nell'organizzare incontri ed eventi letterari di spessore con la sua Associazione Artee20. La sua è una poesia che indaga molto nella persona e nel sociale, con versi che puntualizzano subito anche il minimo elemento: come in questa poesia, dove il sentimento e l'umanità emergono in un attimo da uno stato di smarrimento abitudinario della quotidianità.


La firma

D’improvviso, mentre cammino
mi accorgo di non avere la tua firma.
È un passaggio della mente
senza preavviso
perché tu capiti e abiti.

Inconsapevole il passo rallenta
cercando nella memoria un foglietto
un appunto conservato che porti
quel tratto elegante delle linee
l’alternanza di curve e spigoli
a definire un profilo che non trovo.

D’improvviso, mentre cammino
mi accorgo di non avere
il tuo nome
scritto da te. Scrivere
è il verbo che ti perde.

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LUIGI CANNILLO



Poeta e critico milanese, Luigi Cannillo è socio dell'Associazione Culturale Milanocosa, insieme ad Adam Vaccaro, con il quale organizza e coordina molteplici eventi letterari di grande rilievo. La sua poesia è ben nota ed apprezzata in ambito nazionale e anche internazionale, essendo anche un ottimo traduttore. Riportiamo qui di seguito alcuni testi tratti da due suoi libri, dove si evince una linea poetica cólta, discorsiva e fortemente simbolica.



(Da Cielo privato, Joker Ed., Novi Ligure, 2005)

La stuoia di granturco stesa
senza ostacoli fino all’orizzonte
Corre l’estate d’ombre
uniformi sull’unica pianura
Vietati miraggi le illusioni
eppure non cancellano speranza
di avvistare finalmente dalle rogge
scintillante improvviso un parabrezza
Implorano un motore
scagliato nella quiete
prevalere su oche e cicale
Da un margine invisibile
per la luce assoluta di giugno
si sgretola l’attesa in abbandono
Resterà vigile di guardia nella gola
il grido di saluto alla catena
pronto allo scatto ad altri arrivi
Anche contando foglia a foglia
ogni filare sull’aia ad essiccare
ciò che si attende invano
non matura interessi e non si estingue


***

La natura ha un disegno evidente
fingendosi fragile affondare la spina
offrirsi armata all’aggressore
Mentre contempli o modifichi
prepara burrasca fuoco improvviso
detta la legge e il suo rovescio
Chiamando per nome raggiunge
il rifugio sommerso nell’isola
e nella moltitudine ogni singolo
Mio carnefice, insiste, figlio amato
Correvo inseguito dal richiamo
alfiere avvolto nella sua bandiera
Accendo i suoi  misteri e quando cado
mi risolleva ancora incandescente


***

(Da Galleria del vento, Ed. La Vita Felice, Milano, 2014)

Quale rivelazione
pulsa dentro, quale tessuto
ansima al mondo. Non un dolore
da tagliare con la spada
né lo stordimento di un piacere
Ma una creatura roteante teste
in ogni direzione, magma di vulcano.
Estasi e tortura, in unico respiro
che tutto trafigge, come freccia ferma
Qui scolmano gli sguardi, le ossa
sfiorate, da qui si espandono fibre
Se il dominio umano si dichiara,
il potere del corpo esplode muto,
il mondo si offre e si distacca
per essere restituito


***

Dalla scintilla negli occhi
alle arcate del passo e della voce    
tutto nel corpo risplende                              
compone un doppio tesoro
Presenza in sé compiuta
per il mondo che racchiude
E  fenomeno nel cosmo
tramite di luci e di vuoto 
Da qui appari come superficie
beato di luce e silenzio sospesi
Tutto orizzontale,  l'azzurro
e l'oro estivi, la schiena e il muro
Scivola una barca non vista
si nasconde un'ombra, tu vedi altro
Nel tuo mondo senza numeri
ti restituisci agli elementi puri
Il desiderio ormeggia al confine
sulla soglia irremovibile del corpo
mentre ogni ramo e onda
sono vene e pelle bagnata di luce
Contemplo ad occhi spalancati
quello che tu vedi ad occhi chiusi


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DOMENICO CIPRIANO



Domenico Cipriano è un riferimento importante della poesia irpina e nazionale, essendo un autore di grande impegno ed esperienza letteraria, nonché critico e organizzatore di eventi di rilievo. La sua è una poesia molto vicina all'uomo, alla società e alla storia: molto apprezzata è, ad esempio, la sua produzione poetica (Novembre, Transeuropa, con una versione anche bilingue: November, per Gradiva) in ricordo del terremoto che colpì profondamente l'Irpinia nel fatidico 1980. Note anche le sue incursioni in campo musicale con la creazione di brani di poesia e musica.


Testi poetici tratti dalla sezione “Reminiscenze del sole” in L’origine (L’arcolaio 2017)


Soffro la distanza dalla scrittura
l’indecifrabile cantabilità immaginata di un paese
le tue labbra friabili e distese
la logica imperfetta che ci unisce
e lenta svilisce, riappacifica ogni sogno.
                                                                 Il disegno pieno
della valle coercitiva. Le linee frammentarie
oltre la collina, le persone
che si salutano virando, il canto affannoso,
il fiato, la speranza di una stanza vuota. Il mutare
dei suoni in lontananza
preclude
la voglia di scrivere che immutabilmente assale.

Irriverente il sole ci guarisce e le tracce
appaiono in superficie. Ci sono amici sfioriti ovunque
tra le dune sottostanti, distanti pochi giorni
o disseminati da un brivido che attende il freddo
nel piacere nascosto tra le mura, sottoscritto in questo spazio.


***

(per Maria Teresa)

Ti invito a pensare al microcosmo degli eventi
come induzione della vita
e se l’estensione svilisce
reclamane la forma nelle tue azioni giornaliere
e il taglio netto dello sguardo sulle cose.

Hai mura spesse
che ti vincono e proteggono,
tutti i sogni ciclostilati in questi oggetti
(dalle giunture perfette) sbiadiscono
se arrendi i tuoi pensieri e le parole.

Sei noi
scaraventati dal temporale,
la grandine che ha reso i suoi fregi alle piante
e spezzato i fiori.
Cerca – nell’acqua fragile – l’amicizia del sole.


***

Il calore ci riporta all’esistenza
e i corpi immobili chiedono calore
parole e gesti
anche se non daranno ritorno.

La timidezza di sentire il mondo
nel suo farsi giorno
mancherà in questa isola sospesa.

Il sole si restituisce alle galassie siderali
che si svelano
per la nostra comprensione già dissolta.

Le carezze sui muscoli indolenti sono le stesse di sempre

è lieve curarsi degli occhi chiusi
in questa distanza dalle cose.


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STEFANIA DI LINO




Stefania Di Lino, romana, è poetessa e artista a tutto tondo di eccezionale talento: in lei si invera l'arte pregevole e genuina nelle sue varie ed originali forme, unita ad un'intensa attività letteraria di alto livello, sia in ambito di critica letteraria e in qualità di organizzatrice e conduttrice di eventi di spessore, sia come poetessa. Il suo stile, colto elegante e del tutto originale, si contraddistingue per i versi ritmati tramite cesure (barre). Ne riportiamo qui di seguito alcuni esempi.



le distanze i perimetri / le angolazioni / il goniometro
giusto per la misurazione / e poi il metro lineare /
quadro o cubico / il rapporto in scala / (di Policleto la
proporzione) / la sezione aurea e non ultima / l’ispirazione.
// La distanza utopica che avanza all’orizzonte /
con quel punto di fuga a latere o a fronte //

tutto mi disorienta / tutto è mancanza,



***
se fosse contenere il tuo parlare / esperienza le parole
spese / se solo tu scrivessi col tuo sangue / che sgorga
da un dolore che non passa / sarebbe altro parlare /
certo / altro scrivere sarebbe //
se le parole fossero surrogato / medicamento elaborato /
di ferite leccate lenite / – come fa un cane con le sue
ferite – / se scrivere fosse sempre prelevare / cellule
dal nerbo osseo centrale / lembi sanguinolenti / dalla
propria spina dorsale / i versi sarebbero salvezza,
unguento / diventerebbero certezza, medicamento,


***

ecco il tempo in cui / il ricordo passa / di mano
in mano / passa / come un testimone / (di mano
in mano) / il ricordo perde / cedendo ogni volta /
all’oblio qualcosa / prosciugatezza di parole / quasi
fosse partita pari e patta / che non abbia come posta la
vita / se non fosse che sulla fronte / coli il sudore / di
una guerra mai finita / e di disfatta / e allora saranno
i poeti pessimisti / quelli seri severi / i maledetti / neri
come gatti neri / ad incendiare le notti / a dar fuoco
ai pensieri,


 (testi tratti da La parola detta, La Vita Felice ed. 2017, Milano)

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FEDERICA GIORDANO



Poetessa napoletana, nonostante la sua giovane età si è subito fatta apprezzare per la qualità del suo dettato poetico, che si sviluppa su temi di ricerca dell'essenzialità delle cose e della possibile redenzione di una società troppo incline all'esagerazione in ogni ambito. Federica ha un lessico diretto ma simbolico, specchio di una realtà spesso mistificata e ambigua. Ottima traduttrice e studiosa della poesia tedesca, è anche valente critico letterario. Proponiamo qui di seguito alcuni brani tratti dalle sue ultime pubblicazioni.



(Da Utopia fuggiasca, Marco Saya Edizioni, 2016)


Luoghi bianchi

Pochi i luoghi dove non nidifica il ribrezzo:
gli occhi del cavallo – ossi di nespola
il pianoforte e la scordatura avorio,
il sorriso alla sconosciuta.
Il volo del nibbio sulle case,
la giornata lenta di Morano.


Ifigenia siamo noi

Mani feroci arrangiano ancora
la nostra epopea.
Hanno imparato, antica,
la retorica del gesto.
Le stesse mani posano sui cocuzzoli
i monasteri e le tuniche segrete.
Invece noi conserviamo nell'asfalto
la nostra luce greca,
nell'addio lanciato sul binario,
nella folla sconfitta dal numero.
E non fa più effetto glaciale
che una donna muoia per sacrificio,
o la sua speranza.
Che resti almeno nascosta quella luce
dentro la voce di un narratore.
Che almeno possiamo riconoscerla
e sgranare gli occhi di paura come statue.
Il dettaglio moderno è la sutura greca.


***


(Da La luna è un osso secco, Marco Saya Edizioni, 2019)

1

Gli oceani intonano distanze sopra il fuoco
e le lontananza asiatiche cambiano la mente.
Gli uomini camminano, si parlano, si annientano:
un animale deforme con milioni di teste
che fa confusione e che sporca e che si fustiga da solo.
Invece nel verso dell'orso polare resta una pietà
dopo che ha macchiato di un sacrificio rosso
la santità del ghiaccio.



17

Mi chiedo dove finisca il silenzio
che mi regna in casa quando taccio.
Dove sia il suo perimetro e dove
le sue porte.
Provando ad abitare casa nostra,
noi, i grandi assenti,
viviamo di lacerti e dei richiami
indecifrabili delle nostre cose.
La tenda esibisce un'immobilità di marmo.


32

La parola perfetta è il canto del gallo
a dire che il giorno
è il torso della mela che non mangiammo.
La voce lancinante che proviene dagli ovili
solo i morti la intendono.


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ANTONIETTA GNERRE




Poetessa, scrittrice, critico letterario, giornalista, Antonietta Gnerre, irpina, riunisce in sé molte attitudini e competenze letterarie di grande spessore. Presidente del prestigioso Premio Prata, la Cultura nella Basilica, ha il merito di aver saputo concentrare nel territorio irpino un evento culturale di rilievo, riconosciuto e apprezzato in ambito nazionale. Studiosa della poesia religiosa dell'ultimo novecento, si distingue per una lirica illuminata e pregna di valori spirituali.



C’è una cosa davanti a me,
si stende come una promessa.

Cammina lenta come una radice
ama i miei passi, la valigia bianca,
la metamorfosi delle spalle.

Di colpo la cerca il sole, ciò che non è trascorso:
il ritratto di una montagna
liberata dalla neve.

Questa cosa ha fede nella memoria.
È un dono, mi abbraccia,
perdona le assenze, le parole superbe.

Riceve comandi dalle nuvole,
quando la pioggia racconta
ogni cosa del cielo.

Dicono che sia un'ombra.
Io rispondo che è l’abito che trasforma il mio corpo
quando vado in giro.  


***

Non ricordo quali alberi davano i frutti,
so solo che erano al centro di un  luogo.
Che gli anni incisi in metri
segnavano correnti, venti, 
gusci di tartarughe.
Non ricordo se tutti gli alberi
hanno avuto fretta come me
di riordinare i minuti.
So che sono stati veri
quando pulivo le pentole, i piatti.
Quando stringevo il telecomando,
il carrello della spesa.
Quando perdevo il diritto di riconoscermi.
Di riconoscere la talpa che mi fissava.
Gli alberi apparivano dietro le pareti della mia casa,
in vita nei momenti delle cose.
Questo è stato l’enorme traguardo
che ho dovuto superare:
sapere di non sapere più.


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CINZIA MARULLI


            
Poetessa romana conosciutissima in ambito internazionale per le sue molteplici attività e contatti con il mondo poetico estero, in special modo con quello latino americano, avendo partecipato a diversi Festival della poesia che in quei luoghi sono celebrati in modo molto impegnativo e serio, coinvolgendo voci poetiche da tutto il mondo. Cinzia Marulli ha una poesia soave, delicata, con temi che trattano sovente la donna e il sociale. Molto attiva anche nel campo della critica e dell'editoria, con proposte di eccellenza con la collana Le Gemme per le Edizioni Progetto Cultura.



(Da Percorsi, La Vita Felice Edizioni, 2016)


Eppure c’è un sentiero
che porta in alto
in quel luogo di sole
dove l’ombra è amica

un luogo piccino
che affaccenda il respiro
e il riposo saluta
come farebbe un amico

e questa chiave
che giace a terra sconsolata
sa che non ci sono serrature
in quella porta

il varco è aperto
e attende
attende il passo
lentamente sorridere
perché giocano i bambini
e loro non hanno segreti

e nulla è chiuso.


***

Tu mi guardi come fossi nebbia
eppure sento una voce
una voce chiara
e la tua risposta
che fulmina il pensiero.

Dimmi.
Copri questa domanda disperata.
«Dov’è il senso del sentiero?»
Lo chiedo a te che stai lì
con le mani nella terra
e i piedi in aria come radici celesti.

«Il senso del sentiero» mi dici
«non è nel percorso
e neanche nell’arrivo.»
Poi la certezza:
«È nel ritorno.»


***

Forse è nel silenzio che si ascolta
la musica più sublime
in quel vuoto che avvolge
tra la sospensione ansante del respiro
e l’attimo incerto sul bordo del destino.

Nell’apparente conclusione di un percorso
si sfiorano i sentieri del domani.


***

Mi sono sempre chiesta dove vanno le nuvole
a chi porteranno l’acqua della loro pioggia.

Non ci sono orme
nessuno che calpesti questa terra umida
eppure sento un sorriso avvicinarsi
l’abbraccio invisibile della luce a trafiggere il buio.


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MARIALORETA MUCCI




Di origini abruzzesi, Marialoreta Mucci svolge la sua attività lavorativa a Roma. Poetessa originale, si è distinta per il suo originale dettato poetico, basato su un lessico ricco di figure retoriche, quali la paronomasia e le allitterazioni. Il suo è un dire immediato, sovente ironico, scevro da ogni falso sentimentalismo. La sua recente pubblicazione, Ecolalia, per RPlibri, ne è testimonianza diretta.





Liquida è la parola sotto il filo che soggiace                                         
la lingua saliva
Saliva
Il misero scirocco chino sul rivo
Del tuo  orecchio reclino
Al di là della parola s’intrecceranno le fugaci linee

(inedito)

***

Il tempo tecnico dell’abbandono

Il tempo tecnico dell’abbandono per i respiri connessi ai battiti
cardiaci rimbombano nel silenzio assordante del tuo dolore.
Lontano dalle carezze d’amore. Solo abbandonato dalla Speranza
che in forma cieca saluta il mondo. Non accetterò di vederti
sparire in forma d’ossa. Saprò come onorarti al di là di chi recide
la vita. Ti toccherò e sospirerò ancora anima mia ovunque tu sia.

(inedito)


***


Le parole sono sommerse sotto scaffali di libri
Sotto comizi d’autore
balzano sulle carreggiate come pubblicità
manifestano le loro intenzioni nella vanità
celano l’intensità della connessione
si immaginano gli idiomi che verranno

(da "Ecolalia", RPlibri, 2019)


***

Rubare il cielo che non era di Dio
Per convertirmi
Per salvare una nuvola dall’oblio
Per salvarmi io
Potenti le voci ma solo nei microfoni
Nelle radio, nelle tv
Afone ma potenti
Potenza saranno solo i battiti cardiaci
Si odono i voli degli uccelli diramati
Forti solo nell’aria

(da "Ecolalia", RPlibri, 2019)
***

La sera bruna
Mi spilla un valzer azero
Lontano il ricordo di un tè nero.

(da "Ecolalia", RPlibri, 2019)


***

La poesia è terroristica
Inoffensiva nel secolo algebrico
Delirio collettivo
Variazione mistica
Frattura avveniristica
Frantumazione di sogno
Zingara
Orfismo tattile
Crash
Bug
Vacuo è il software senz’hard
Secolo
Shakespeariano per mancanza

(inedito)


***

Sfinge oltre il cielo dipinge
La fissità dell'eterno ritorno
Ai piedi dell'enigma immobile e futura
La città eternamente densa di mura
Schiude la terra immobile e più non ha paura
Cura l'incudine della roccia i pori
E incandescente scioglie intorno

(inedito)


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ADAM VACCARO


Nato in Molise ma residente a Milano da tantissimi anni, Adam Vaccaro ha dedicato e dedica gran parte della sua vita all'arte e alla letteratura, riuscendo a tessere trame culturali che integrano altre arti e in particolare la musica. Attivo anche sul piano delle iniziative di grande spessore, come la fondazione dell'associazione Milanocosa, con la quale porta avanti incontri e rassegne letterarie. Attento osservatore, la sua poesia tocca argomenti fortemente sociali, con un lessico fluido e colto.


Chiara e l’Ignoto

Chiara che stai arrivando
e mi stai già parlando
con voce e parole che
non conosco non capisco –
sei tu l’Ignoto che parla
ridendo a questo tempo?
Tempo che pensa d’essersi
fermato come stampato
in me e guarda bambino
l’ignoto continuo che
solo tu sai – coperta
stretta nelle tue manine
da scoprire piano
piano aprendo ridendo
un ditino alla volta
nel cuore della notte

Inedita - 10 luglio 2018


***

L’acqua alata

C’era una fonte chiamata acqualata
limpida e lieve da veder volare quasi
l’anima infilzata dal don che bofonchiava
dalla grata del confessionale o col dito puntato
fulminava dal pulpito tutte le colpe e i peccati.

C’era una fonte che dicono avesse fatto miracoli
per un paese di sassi – ché irrorato dal suo canto di
latte aveva sentori di vita e d’infinito – un’acqua
che poteva dare anche l’illusione di tergere
tutti i peccati e gli orrori del mondo.

Milano, luglio 2016

(Da Identità Bonefrana, Di Felice Edizioni, gennaio 2020)


***

Nell’affollato metro

Nell’affollato metro è seduta lei
che mi sorride e il mio lui
ringalluzzisce memore
sedicenne – seducente
raggelato dall’offerta
del posto all’io canuto:
della gran festa dell’amore
sono rimaste le maniglie –
rotonde biglie sempre in attesa

Inedita, maggio 2019

***

Discantiche

Ruota ruota come un pavone
o un mestolo nel minestrone
se la iena non è ancora piena
ché la vittima va cotta al gelo 
infarcita di paura – suo gustoso
piatto freddo di passione d’es
plosione – d’escrescente ridente
natura che ama la carne
condita dalla salita in cielo
di ogni respiro di coscienza
di ogni sospiro di speranza

Ruota ruota Drago tra i Monti
prima di azzannare i nostri conti
debiti e tutto quello che ci manca
da esperto del Vuoto che ama
la follia d’hybris di dorarlo
dal palo più alto che splende
in cima al palazzo di menzogne
e lazzi – espansi in schermi e
onde – dolcemente cullanti a
farcire menti e mondi uccisi dal
suo dominio su questa gabbia
addobbata da drappi e stracci di
libertà – gioiosi cocci e lacci di
dura corona sul cuore d’Europa.

Ruota ruota mio cuore es
pulso quasi ucciso e re
cluso da questa banda ri
dente di catene e denti
d’oro – eredi perfetti di Cia
lis e ridicoli cazzuti di una
banda alla Meckie Messer
                                                                                                  
Inedita, 31 maggio 2019


***

Virus tra noi

Ciliegi e peschi stanno fiorendo
e se ne fottono di corone di
virus che pare irridano noi
incarcerati dall’invisibile
che dilaga in un fiume
di hybris e stupidità prona
arrogante e impotente mentre
si dimena e resiste ciò che resta
dell’umano invisibile

11 marzo 2020


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NOTE SUGLI AUTORI


Lucianna Argentino

Lucianna Argentino è nata a Roma nel 1962.  Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Gli argini del tempo (ed. Totem, 1991) con la prefazione di Gianfranco Cotronei; Biografia a margine (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza; Mutamento (Fermenti Editrice, 1999) con la prefazione di Mariella Bettarini e postfazione di Plinio Perilli; Verso Penuel (edizioni dell’Oleandro, 2003) con la prefazione di Dante Maffia; Diario inverso (Manni editori, 2006) con la prefazione di Marco Guzzi; L'ospite indocile (Passigli, 2012) con una nota di Anna Maria Farabbi; il poemetto Abele (Ed. Progetto Cultura, Le gemme, 2015) con la prefazione di Alessandro Zaccuri; Le stanze inquiete (Edizioni La Vita Felice, 2016); Il volo dell’allodola (Edizioni Segno, 2019) con la prefazione di Gianni Maritati; In canto a te (Samuele Editore, 2019). Il 29 settembre del 2019 le è stato assegnato il Premio "Caro Poeta 2018" durante la quinta edizione di “La parola che non muore” Festival a cura di Massimo Arcangeli e Raffaello Palumbo Mosca presso il Borgo La Commenda (Montefiascone, Viterbo).


Marco Bellini

Marco Bellini, nato nel 1964, vive in Brianza. Sue pubblicazioni sono: Semi di terra (LietoColle, 2007); per le Edizioni Pulcinoelefante la poesia Le parole (2008); la plaquette E in mezzo un buio veloce (Edizioni Seregn de la memoria, 2010); Attraverso la tela (La Vita Felice, 2010); Sotto l’ultima pietra (La Vita Felice, 2013), La distanza delle orme @ – Poesie con CD Inserti (La Vita Felice, 2015); il libro d’artista Tra le spine (Edizioni Il ragazzo innocuo, 2018). Nel 2013 è risultato vincitore con inedito nelle selezioni italiane per l’European Poetry Tournament. Sue poesie hanno ottenuto riconoscimenti in diversi concorsi e sono presenti in numerose antologie, su blog e riviste di settore. È stato tradotto in diverse lingue europee. Fa parte delle giurie del Premio Letterario Nazionale Galbiate e del Premio Nazionale di Poesia Umbertide 25 Aprile. Collabora con il semestrale di letteratura Incroci e con la rivista Qui Libri. Ha curato l’antologia poetica Muri a secco (RPlibri, 2019). Cura la rassegna di eventi sulla poesia in collaborazione con l'Associazione artistico culturale Artee20 di Merate (Lc).


Luigi Cannillo

Luigi Cannillo, poeta, saggista e traduttore, consulente editoriale, è nato e vive a Milano. Ha pubblicato, tra le sue raccolte di poesia più recenti, Cielo Privato, Ed. Joker, Novi L. (Al), 2005, e Galleria del Vento, Ed. La Vita Felice, Milano, 2014. È   presente, come poeta, curatore o con interventi critici, in antologie e raccolte di saggi. Ha curato recentemente con S. Aglieco e N. Iacovella Passione Poesia - Letture di poesia contemporanea (1990-2015), Ed. CFR, Milano, 2016. È stato redattore della collana Sguardi dell'Editore “La Vita Felice” e codirettore della rivista La mosca di Milano. Collabora alla rivista internazionale Gradiva, Olschki Ed., New York/Firenze.


Domenico Cipriano

Domenico Cipriano, nato nel 1970 a Guardia Lombardi (AV), vive e lavora in Irpinia. Vincitore del premio Lerici-Pea 1999 per l’inedito, ha pubblicato: Il continente perso (Fermenti, Roma, 2000, premio Camaiore opera prima); Novembre (Transeuropa, Massa, 2010, rosa finalista premio Viareggio); Il centro del mondo (Transeuropa, ivi, 2014, premio G. Pisano); November (edizione bilingue a cura di Barbara Carle, Gradiva Publications, New York, 2015); L’Origine (L’arcolaio, Forlimpopoli, 2017) che inaugura la “Collana ɸ”; La grazia dei frammenti (poesie scelte 2000-2020, Ladolfi editore, 2020), una antologia ragionata di poesie a 20 anni dal primo libro.
Ha collaborato con vari artisti, realizzando libricini da collezione e progetti specifici di incontro tra le arti, in particolare, con la musica. Ha realizzato il CD di jazz e poesia JPband Le note richiamano versi (Abeatrecords, 2004) e guida la formazione di musica e poesia “e.Versi jazz-poetry”. Ha scritto i testi di #Hirpiniafelix “Pecore, zappa, scalpello e computer” a cura del Festival internazionale di media art FlussiTalk Rurality 2.0, video-performance presentata a EXPO 2015. Nel dicembre 2019 una sua poesia ha accompagnato un’opera di Nina Maroccolo per lo speciale annullo filatelico della Notte dell’Arte di Napoli, a cura di Poste Italiane.
Sue poesie sono presenti in riviste e antologie ed è redattore della rivista Sinestesie.
Altre notizie su: www.domenicocipriano.it


Stefania Di Lino

Stefania Di Lino è formatrice e docente abilitata per l’insegnamento di materie artistiche nei Licei. Artista e poeta, organizza e cura eventi artistici ed è membro di giuria in diversi concorsi letterari. Ha partecipato al World Poetry Movement con la Palabra en el Mundo in varie edizioni. Ha pubblicato le sillogi: Percorsi di vetro, per DeComporre Ediz. nel 2012, e La parola detta per La Vita Felice Ediz. nel 2017. I suoi testi si trovano in diverse antologie e riviste specializzate. Cura recensioni, è redattrice presso il Blog e rivista cartacea Bibbia d’Asfalto, e presso il Blog ParolaPoesia. Ha partecipato al Concorso Letterario indetto dall’ Unesco di Torino, e alcuni suoi testi sono stati selezionati, pubblicati e tradotti in 14 lingue, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e Forum sulla condizione della Donna nel Mediterraneo nel 2014. Con alcuni testi critici e poetici ha partecipato al X Festival Mondiale di Poesia di Caracas, al Festival delle Controculture a San Lorenzo (Roma), al Festival Artisti di Strada, Tolfa; ha inoltre partecipato a Leggere Poesie Galleria BiffiArte di Piacenza con una sua performance poetica denominata ‘Dialoghi’ in occasione di una mostra retrospettiva dedicata all’artista  Jean Dubuffet. 
Nel 2019 è risultata finalista al Concorso dedicato a Gianmario Lucini,  prima edizione, sia nella sezione libro edito con La parola detta, che nella sezione inedito con una raccolta dedicata al padre.  Nel 2020, sempre con La parola detta, è finalsta al Premio Bologna in Lettere 2020.
Le sue opere d’arte visiva sono state esposte in occasione di numerose manifestazioni.


Federica Giordano

Federica Giordano è nata a Napoli nel 1989 ed è laureata in Letteratura tedesca. Ha curato la sottotilazione dei lungometraggi di Cynthia Baett "Cycling the frame" e "The invisible frame", presentati nell'ambito delle rassegne cinematografiche del Goethe Institut di Napoli.
Una selezione di sue poesie inedite è stata pubblicata nel numero di novembre 2016 della Rivista Poesia. Si occupa di critica letteraria e collabora a varie riviste italiane, tra le quali "Nuovi Argomenti" e "Poesia" di Crocetti.
Dal 2019 è tra i collaboratori del blog di poesia della Rai, sul sito di Rainews curato da Luigia Sorrentino.
La sua raccolta di poesie Utopia Fuggiasca (Marco Saya Editore, 2016) ha vinto il premio italo-russo Bella Achmadulina (2017) sezione Tonino Guerra, e il premio L'Iguana (2017). Riceve inoltre menzione di merito al Premio Lorenzo Montano e menzione speciale al Premio Frascati.
Ha pubblicato nel 2019 la raccolta di poesie La luna è un osso secco (Marco Saya Edizioni).
La silloge inedita "Una Suite dell'Innocenza" viene pubblicata sulla rivista Gradiva nr. 53 con commento critico di Mario Fresa.


Antonietta Gnerre

Antonietta Gnerre, è docente, poetessa, critico letterario, scrittrice, saggista, giornalista e promotrice culturale. Laureata in Scienze Religiose si occupa come studiosa della poesia religiosa del ‘900. Collabora con la Cattedra di Diritto e Letteratura del Prof. Felice Casucci, Università del Sannio (BN), e con l’Università Irpina del Tempo Libero. Ha pubblicato le sillogi poetiche: Il Silenzio della Luna (Menna,1994), Anime di Foglie (Delta 3, 1996), Fiori di Vetro- Restauri di Solitudine (Fara, 2007), Preghiere di una Poetessa (Lo Spirito della Poesia, Fara, 2008), Pigmenti (Edizioni L’Arca Felice, 2010), I ricordi dovuti (Le Gemme, Edizione Progetto Cultura, 2015). I Saggi: Meditazione poetica e Teologica in Mario Luzi ( Delta 3, 2008), Cristina Campo – Il viaggio silenzioso e spirituale, Forme di pensieri, saggi di Diritto e Letteratura, a cura di Felice Casucci (ESI, Napoli, 2013 - 2015). Ha curato insieme a Rita Pacilio l’Antologia poetica Una luce sorveglia l’infinito sul tema del Giubileo della Misericordia (La Vita Felice, 2016) e insieme alla famiglia Bellofatto, l’antologia Abracci (D&P 2016). Consulenza e postfazione del libro di Andrea Fazioli La beata analfabeta. Teresa Manganiello, la sapienza delle erbe (San Paolo, 2016, Collana Vite Esagerate). La favola La storia di Pilli (Scuderi Editrice, 2019). È Presidente del Premio Internazionale Prata, la cultura nella Basilica, giunto alla XIV ed. e Direttore artistico della Festa dei Libri e dei Fumetti di Avella. Collabora come opinionista con quotidiani e riviste religiose e come critico letterario e intervistatrice con riviste cartacee e online di cultura poetica. Le sue opere sono state tradotte in Messico, Slovenia, Bosnia.


Cinzia Marulli

Cinzia Marulli ha studiato sino-indologia all’Università La Sapienza di Roma dove ha insegnato per due anni nella cattedra di religioni e filosofie dell’estremo oriente.
Ha fondato e cura la collezione di quaderni di poesia Le gemme per le edizioni Progetto Cultura e il blog letterario ParolaPoesia.  Ha portato avanti per alcuni anni un laboratorio di poesia in una casa di riposo per anziani e ha organizzato e diretto molti eventi e rassegne letterarie.
Ha partecipato a molti festival internazionali di poesia in Italia, in America Latina e in Europa.
Ha scritto su numerose riviste di settore e ha pubblicato i libri di poesie: Agave (LietoColle, 2011) con prefazione di Maria Grazia Calandrone; Las mantas de Dios (Progetto Cultura, 2013) in edizione bilingue italiano–spagnolo con traduzione di Emilio Coco e prefazione di Mario Meléndez; Percorsi (La Vita Felice, 2016) con prefazione di Jean Portante; La casa delle fate (La Vita Felice, 2017) con post fazione di Marco Antonio Campos.


Marialoreta Mucci

Marialoreta Mucci nasce nel 1990 in Abruzzo. Ha studiato Lettere Moderne a Roma laureandosi con una tesi su Carmelo Bene scrittore. Si occupa di comunicazione in una società di consulenza ambientale dove lavora con la realtà virtuale per scopi educativi.


Adam Vaccaro

Adam Vaccaro, poeta e critico nato in Molise nel 1940, vive a Milano. Ha pubblicato varie raccolte di poesie, tra le ultime: La casa sospesa (Novi Ligure, 2003); La piuma e l’artiglio, (Editoria&Spettacolo, Roma, 2006); Seeds (New York, 2014), raccolta scelta da Alfredo De Palchi per Chelsea Editions, con traduzione e introduzione di Sean Mark; Tra Lampi e Corti (Saya Ed, Milano, 2019) e Identità Bonefrana (Di Felice Edizioni, Martinsicuro, 2020). Tra le pubblicazioni d’arte: Spazi e tempi del fare, con acrilici di Romolo Calciati (Studio Karon, Novara, 2002); Sontuosi accessi - superbo sole, con disegni di Ibrahim Kodra (Signum edizioni d’arte, Milano, 2003); Labirinti e capricci della passione, con tecniche miste di Romolo Calciati (Milanocosa, Milano, 2005). Con Giuliano Zosi e altri musicisti, che hanno scritto brani ispirati da sue poesie, ha realizzato concerti di musica e poesia. È stato tradotto in spagnolo e in inglese.
È presente in molti blog e raccolte antologiche e collabora a riviste e giornali con testi poetici e saggi critici.
Ha fondato e presiede Milanocosa (www.milanocosa.it,), Associazione Culturale con cui ha realizzato numerose iniziative. Cura la Rivista telematica Adiacenze, materiali di ricerca e informazione culturale del Sito di Milanocosa.

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