Le Antologie Poetiche Virtuali sono curate da Giuseppe Vetromile. Ogni Volume comprende 10 Autori, liberamente selezionati ed invitati dal curatore. Sono previsti volumi dedicati a particolari ambiti poetici (poesia emergente, poesia dialettale, ecc.). Le copertine sono elaborate e realizzate da Ksenja Laginja.

sabato 5 novembre 2022

VOLUME XXXVI - Volume Speciale dedicato alla Poesia di Autori Esteri

 



ANTOLOGIA POETICA VIRTUALE “TRANSITI POETICI”

Curata da Giuseppe Vetromile

 

VOLUME XXXVI – Volume Speciale dedicato alla Poesia di Autori Esteri

con la collaborazione di Lucilla Trapazzo ed Antje Stehn.

 

Piano del Volume

 

Introduzione di Giuseppe Vetromile, Antje Stehn, Lucilla Trapazzo

 

Autori:

 

- Pilar Bravo (Spagna): proposta e tradotta da Antonietta Tiberia.

- Susana H. Case (USA): proposta da G. Vetromile, traduzione in italiano dell’Autrice.

- Mariela Cordero (Venezuela): proposta e tradotta da Antje Stehn.

- Ayeshah Émon (Pakistan): proposta da Antje Stehn, tradotta da Viviana Fiorentino.

- Elham Hamedi (Iran): proposta da G. Vetromile, traduzione in italiano dell’Autrice.

- Dalila Hiaoui (Marocco): proposta da G. Vetromile, traduzione in italiano dell’Autrice.

- Xanthi Hondrou Hill (Grecia): proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo.

- Don Krieger (USA): proposto e tradotto da Antje Stehn.

- Clara Lecuona Varela (Cuba): proposta da G. Vetromile, traduzione in italiano dell’Autrice.

- Luz Stella Meja (Colombia): proposta e tradotta da Antje Stehn.

- Elena Prendžova (Macedonia): proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo.

- Blerina Rogova Gaxha (Kosovo): proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo.

- Beatriz Saavedra Gastelum (Sp.): proposta da G. Vetromile, traduzione in italiano dell’Autrice.

- Pankhuri Sinha (India): proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo.

- Drago Štambuk (Croazia): proposto e tradotto da Suzana Glavaš.

- James Tian Tianyu (Cina): proposto e tradotto dall’inglese da Lucilla Trapazzo.

- George Wallace (USA): proposto e tradotto da Antje Stehn.

 

- Brevi note critiche, per ciascun Autore, di Giuseppe Vetromile



Introduzione

 

Preso dall’entusiasmo di allargare i confini poetici oltre il territorio nazionale, essendo fermamente convinto che l’arte, e nel nostro caso particolare la poesia, parli a tutti, e che sia patrimonio culturale di tutti, indipendentemente dal luogo d’origine, dal luogo in cui nasce e si sviluppa, ho impostato questo nuovo volume dell’Antologia pensando di dedicarlo alla Poesia di Autori esteri, attualmente operanti sia in Italia, o anche nei paesi in cui risiedono abitualmente.

L’universalità della Poesia prende corpo, anche se parzialmente, in questo mio modesto lavoro. Si tratta di mettere insieme le Voci più disparate, attingendo qua e là dai luoghi più o meno vicini e più o meno lontani di questo disperato pianeta, che tenta in ogni modo di disunirsi e di combattersi, persino di autodistruggersi, ma che per fortuna queste Voci, ed altre ancora, di altre patrie e pure di altri credi e culture, si sforzano di tenere insieme, aggregando tutti sotto l’unica vera bandiera della Conoscenza, della Pace, del rispetto reciproco, della stima, della fratellanza, della cultura intesa come consapevolezza della propria umanità, e dell’amore. I Poeti fanno questo. Gli Artisti e i creativi fanno questo! Non con le armi, ma con le Parole.

Sono personalmente convinto che la conoscenza dell’altro, la comprensione della storia e della cultura di altri popoli e di altre nazioni, la frequentazione del loro ambiente e della loro quotidianità, anche attraverso l’uso dei mezzi tecnologici come gli incontri in diretta video, divenuti peraltro così usuali anche “grazie” alla pandemia che ci ha costretti a rimanere chiusi in casa, contribuisca a creare un’atmosfera di larga accettazione e di condivisione, sotto tutti i punti di vista. Una umanità smembrata, suddivisa e mortificata nella sua potenzialità creativa, una umanità che non studia, o non può studiare, l’altrui civiltà, si chiude in sé stessa e genera invidie, ingiustizie, prevaricazioni, corse al potere e alla sopraffazione, ed inoltre subisce il fascino di falsi indottrinamenti: una umanità così, ignorante della propria e dell’altrui cultura, genera persino guerre!

Ci sforziamo di contrastare questa situazione globale, cercando di approfondire la conoscenza di altre realtà artistiche e letterarie, in particolare di conoscere, e diffondere, la poesia uscendo anche fuori dai confini nazionali: l’intento di questo volume è proprio questo; sarà una goccia, sarà un lavoro vano, perché enormi sono gli altri problemi che ci assillano e ci comprimono, ma è un lavoro che va fatto comunque.

Devo allora qui ringraziare le due validissime compagne di viaggio, Antje Stehn e Lucilla Trapazzo, poetesse di grande talento e traduttrici esperte e precise. Si sa che la traduzione di una poesia dalla lingua originale comporta un indebolimento della resa complessiva, in quanto non è possibile tradurre alla lettera tutte le sfumature, le allusioni, i rimandi, gli echi, e quant’altro connota la poesia originale. Ma le nostre traduttrici conoscono molto bene l’anima e la mentalità degli autori stranieri da loro tradotti, e quindi la perdita, se vogliamo, è abbastanza limitata. È comunque importante ascoltare anche le Voci di questi poeti, che vivono realtà diverse, da cui sono influenzati e per cui combattono, anche nel sociale (vedi la iraniana Elham Hamedi, tanto per fare un esempio), al fine di migliorare le condizioni e lo status quo di ciascun cittadino del mondo.

Si tratta altresì di una selezione personale, certamente incompleta, e per questo mi prefiggo di realizzare un altro volume, con altre voci dall’estero, prossimamente.

Intanto, oltre alle mie due collaboratrici già citate, desidero ringraziare per la disponibilità tutti i poeti che hanno aderito alla realizzazione di questo volume, e poi anche le poetesse Suzana Glavaš, e Antonietta Tiberia per avermi proposto una loro selezione.

Giuseppe Vetromile


Ringrazio Giuseppe Vetromile per avermi coinvolto in questo progetto culturale importante. Presentare dei poeti provenienti da diversi parti del mondo al lettore italiano è un piacere e una necessità per creare ponti, amicizie e legami con il resto del mondo.

Partiamo dalla poesia, l’anima di ogni lingua, corpo di suono, presenza che sprigiona ciò che è nascosto. La poesia è, come diceva Roland Barthes, pensare del corpo in stato di lingua. Per cui vi presentiamo le poesie nelle lingue in cui sono state scritte e dopo la traduzione in italiano. Interessante è che nella maggior parte delle società vengono parlate diverse lingue contemporanee e il saltare da una lingua e l’altra è una realtà quotidiana. Pensare in modo internazionale significa pensare alla coesistenza e alla mescolanza in tutti i sensi.

Perché questa attenzione alla madrelingua? Purtroppo, la metà delle 7000 lingue esistenti è minacciata d’estinzione. I nostri musei sono pieni di oggetti del passato e di altre culture, ma il sapere su questi oggetti sta nelle lingue, ogni lingua che sparisce è perciò una grande perdita. Il filosofo e ricercatore linguistico Wilhelm von Humboldt, già due secoli fa ci insegnava che sono le lingue che formano il pensiero e che ogni comunità linguistica ha una sua visione peculiare del mondo, una sua Weltanschauung, che viene espressa attraverso la sua lingua. Perciò ogni lingua è unica e ”allarga la nostra coscienza e la nostra essenza umana", un bellissimo atteggiamento umanista, alquanto  attuale: il riconoscimento della pluralità e delle varietà di forme culturali è essenziale in questi tempi di chiusura.

Importante in questo avvicinamento è il lavoro della traduzione, spesso sottovalutato. Se il mondo oggi è così interconnesso e globalizzato lo si deve anche alla traduzione, una disciplina capace di avvicinare popoli e culture. Tradurre significa farsi garante della trasmissione del significato del testo da una lingua all'altra, ed è un lavoro di ricomposizione e d’adattamento alla lingua di destinazione, avendo massima cura nella scelta lessicale. Non basta conoscere la lingua, si deve conoscere la cultura e il traduttore deve entrare nella psicologia e nei pensieri dell’autore per cogliere le sfumature. Per questa ragione vi presento autori che conosco a fondo, di cui ho fatto diverse traduzioni nel corso degli anni d’amicizia.

 

Antje Stehn


La traduzione, l’incontro con l’autore e l’empatia

Oggi ho voglia che Rilke parli attraverso di me.

Marina Cvetaeva

Ogni opera letteraria scaturisce dalla complessità del mondo intimo, unico e specifico di ogni autore, a livello personale, psichico e storico, ma anche di tutto quello che resta sotteso, non comunicabile. È quindi necessario entrare in connessione profonda con lo scritto e con lo scrittore che vogliamo tradurre. È qui che entra in gioco il concetto di empatia: nel momento in cui ci apriamo all’altro, grazie ai neuroni specchio, partecipiamo emotivamente al suo intimo sentire, entriamo “dentro”, diventiamo soggetto al suo posto.

Così, nella traduzione letteraria, il compito importantissimo del traduttore è aprirsi all’incontro profondo con l’altro da sé: l’autore e il suo mondo, interpretarne il senso del detto e del non detto, i silenzi, gli spazi bianchi sulla pagina, decodificarne la lingua, i costrutti socio-culturali, e poi ricomporre il tutto in un’altra lingua, prendersi il rischio di riscrivere, creare un mondo parallelo verosimile, passando anche attraverso il filtro della propria soggettività, 

Bisogna diventare ponte, guida (trans-ducere) e guardiani del testo, custodirlo e allo stesso tempo abbracciare la propria individualità, ricercare nella nostra esperienza un sentire quanto più possibile equivalente a quello che vive l’autore dell’originale. Tradurre, quindi, non come imitazione, bensì come interpretazione, “non tradurre segni con segni, bensì vita con vita.” (Yves Bonnefoy, Dans la fabrique de la traduction).

 

Lucilla Trapazzo

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                                                        PILAR BRAVO


Proposta e tradotta da Antonietta Tiberia

Pilar Bravo si è laureata in Scienze umanistiche all'Università di Castilla La Mancha.

Ha pubblicato Francisco Umbral y El Columnismo en España (Biblioteca Nueva, 2006) e, in collaborazione con Mario Paoletti, Borges Verbal (Planeta, 1999). In poesia, Caja de Botones (2004); Viceversa (2010); El Prado, 50 (2017); Aún todo es temprano. Ha inoltre pubblicato due romanzi: El año del Cangrejo (Ediciones Vitrubio, 2019) e Mosquita Muerta.

Ha lavorato per 25 anni nella Fondazione Ortega-Marañón, a Toledo.

Le poesie di Pilar Bravo sono tradotte da Antonietta Tiberia. Alcune di esse sono state pubblicate sulle riviste Poeti e poesia diretta da Elio Pecora e Formafluens diretta da Tiziana Colusso.

 

È una poesia immediata, quella della spagnola Pilar Bravo, attenta alle cose minime della quotidianità, ma anche a sfatare con la sua sottile ironia immagini stereotipe e falsi pregiudizi.

 

 Ellos dos

 

Al semidiós joven nunca lo vi.

Sé que era esbelto y fuerte

como Burt Lancaster en La Piscina,

combatiente, inconformista y un poco pedante.

Pero nunca lo vi.

Yo conocí al semidiós de 114 kilos

entrecano, marcado por el tiempo,

que no creía en nada, ni en el manganeso,

pero le interesaba la literatura, la música

y yo.

Los amigos de aquel semidiós murieron.

Los de éste, andan como muertos.

 

 

Quei due

 

Il semidio giovane non l’ho mai visto.

So che era snello e forte

come Burt Lancaster in La Piscina,

combattente, anticonformista, un po' pedante

Ma non l’ho mai visto.

Ho conosciuto il semidio di 114 chili

brizzolato, segnato dal tempo,

che non credeva a niente, neanche al manganese

ma si interessava di letteratura, di musica

e a me.

Gli amici di quel semidio sono morti.

Quelli di questo, sono morti che camminano.

 

 

 

***

 

 

Descubrí que los

barcos tenían quilla

no como los de papel

que los patos tenían patas

no como los de madera

y que los aviones no siempre planean.

Per eso no quiero cruzar el río

y decepcionarme.

 

 

Ho scoperto che le

barche avevano chiglia

non come quelle di carta

che le papere avevano zampe

non come quelle di legno

e che gli aerei non sempre planano.

Perciò non voglio attraversare il fiume

e restare delusa.

 

 

***

 

Cambios

 

Y pensar que yo deseaba

la llegada del verano

para comer gazpacho

y que ahora como bifes de chorizo

y vitelo tonatto.

La culpa es de él

que me hizo olvidar los gazpachos

(pero su voz tiene el mismo sabor

que llenaba mi boca al llegar el verano).

Lo admito: he conocido a alguien

que me gusta más que el gazpacho.

 

 

 

 

Cambiamenti

 

E pensare che desideravo

l'arrivo dell'estate

per mangiare il gazpacho

e che ora mangio salsicce alla griglia

e vitello tonnato.

La colpa è sua

che mi ha fatto dimenticare i gazpacho

(ma la sua voce ha lo stesso sapore

che mi riempiva la bocca d'estate.

Lo ammetto: ho conosciuto qualcuno

che mi piace più del gazpacho.

 

(Traduzioni in italiano di Antonietta Tiberia)


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                                                                 SUSANA H. CASE


Su invito diretto di Giuseppe Vetromile

Susana H. Case is the author of eight books of poetry, most recently The Damage Done, Broadstone Books, 2012, and five chapbooks. She was won various prizes, including a Pinnacle Award for Best Poetry Book for The Damage Done. Case is the co-editor with Margo Taft Stever of I Wanna Be Loved by You: Poems on Marilyn Monroe, Milk & Cake Press, 2022. For decades, Dr. Case was also a professor of sociology and program coordinator at the New York Institute of Technology.

 

Susana H. Case è autrice di otto libri di poesia, di cui il più recenti è The Damage Done, 2022 per la Broadstone Books, e di cinque raccolte in versione tascabile. Ha vinto diversi premi, incluso un premio Pinnacle, Best Poetry Book, per The Damage Done. Case è la co-editrice con Margo Taft Stever di I Wanna Be Loved by You: Poems on Marilyn Monroe, edito dalla Milk & Cake Press nel 2022. Per decenni, la dottoressa Case è stata anche docente di sociologia e coordinatrice presso il New York Institute of Technology di New York.

 

Susana H. Case è una poetessa che sa indagare fin nelle più profonde pieghe dell’animo umano, osservando con attenzione l’intimità e il lungo percorso della vita con i suoi problemi fisici e psichici che si manifestano in tarda età. Sono versi che cantano l’armonia delle relazioni umane, in una realtà non sempre favorevole e benigna.

 

 Sentinel

 

The bus from Oia back to Fira is full again,

so we must wait

for the next one, where we are lucky

 

to get two seats together. I take the aisle,

because of your tendency to fall asleep

on hot buses after a mile or two,

 

like that time in Chile, where I took

the window, and dreaming something

that caused you to smile, you leaned over

 

too far, thudded onto the floor – passengers

laughing, your face reddening.

We age in sad increments,

 

barely detectable, unless one is always

looking, and I am always looking. Long

relationships are like that, once decay –

 

death becomes a reasonable possibility –

checking for a hip out of whack, some small

misstep in your brain, in your breathing.

 

 

Sentinella

 

L'autobus che da Oia torna a Fira è pieno di nuovo,

allora bisognerà aspettare

il prossimo, e se siamo fortunati

 

potremo avere due posti uno accanto all’altro.

Io prendo quello sul corridoio,

a causa dalla tua tendenza ad addormentarti

sugli autobus caldissimi dopo un miglio o due,

 

come quella volta in Cile, dove ho preso

un posto accanto al finestrino, e sognando qualcosa

che ti ha fatto sorridere, ti sei chinato

 

troppo, sbattendo sul pavimento – i passeggeri

ridevano, la tua faccia arrossiva.

Invecchiamo con tristi deperimenti,

 

a malapena percettibili, a meno che uno

non ci faccia attenzione, e io sempre guardo attentamente.

Le relazioni lunghe sono così, quando deperiscono –

 

la morte diventa una possibilità ragionevole –

mi accorgo di un'anca fuori controllo, qualche piccolo

mancamento nel tuo cervello, nel tuo respiro.

 

***

 

Spite House

 

People say it was how the man got even,

forced by a divorce contract

to build a replica of their house

for his soon-to-be ex-wife.

 

He built it in the middle of an isolated

marsh, salt water in the plumbing.

The real spite was his abandoning

her, time, money spent

 

on the other woman in the city.

Feckless husband.

I was spiteful too, and took revenge

on my soon-to-be ex,

 

though I won’t say how I did.

People say spite poisons the doer

more than the done-upon.

Don’t believe it.

 

Such a burst of joy, I felt, as I nailed on

the clapboard, plank by pink plank,

to create something so beautiful

snowy owls still use it to roost.

 

Casa della ripicca 

 

La gente dice che è stato il modo in cui l'uomo si è vendicato,

costretto da un contratto di divorzio

a costruire una replica della loro casa

per la sua futura ex-moglie.

 

L'ha costruita nel mezzo di una palude

isolata, con l'acqua salata nell’impianto idraulico

Il vero dispetto è stata abbandonarla,

il tempo, il denaro speso

 

per l’altra donna in città.

Marito inetto.

Anch'io ero dispettosa, e mi sono vendicata

del mio futuro ex,

 

sebbene io non dica come l'abbia fatto.

La gente dice che il dispetto avvelena chi lo fa

più di chi lo riceve.

Non credeteci.

 

Ho provato una tale esplosione di gioia, mentre inchiodavo

il tavolato, asse dopo asse

per creare qualcosa di così bello che

i gufi delle nevi lo usano ancora per appollaiarvisi.

 

***

 


Spark Joy

 

         The best way to choose what to keep and what

         to throw away is to take each item in one's hand

         and ask: does this spark joy?

         Marie Kondo

 

She was told she'd never walk again,

a flipped ride astride a Harley,

back of a showoff who wasn't worth two bucks,

she told her friends. But then some PT

and she took some steps, angry red lines

on her legs a lifelong reminder.

                            They didn't thwart

the three sports she complained raped her.

Grabby boys who would morph into grabby men.

 

She always carried a few extra pounds back then,

which looked good on her when she finally

made her way to Florida, packed short skirts,

defiant about the scars. Shedding a few husbands

like no-longer-needed winter coats,

missing a few buttons, frayed at the collar.

 

Scintilla di Gioia

 

         Il modo migliore per scegliere cosa tenere e cosa

         buttare via è prendere in mano ogni oggetto

         e chiedere: produce una scintilla di gioia?

         Marie Kondo

 

Le avevano detto che non avrebbe mai più camminato,

per quel capitombolo a cavalcioni di una Harley,

colpa di un'esibizionista che non valeva due dollari;

così disse alle sue amiche. Poi qualche fisioterapia

e riuscì a fare qualche passo, ma le cicatrici rosse nervose

sulle sue gambe rimasero un ricordo per tutta la vita.

                   Non se ne importarono

i tre tipi di cui si lamentava: l'hanno stuprata.

Ragazzi con le mani che arraffavano sul suo corpo

si sarebbero trasformati

in uomini con le mani arraffavano tutto.

 

Portava sempre qualche chilo in più, allora,

che le stava bene quando finalmente

rientrava in Florida; ha fatto una valigia di gonne corte,

che mostravano insolente le cicatrici. Si è liberata di alcuni mariti

come cappotti invernali non più necessari,

mancanti di alcuni bottoni, sfilacciati sul colletto.

 

(traduzioni in italiano a cura dell’Autrice

riviste da Giuseppe Vetromile)

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                                                   MARIELA CORDERO


Proposta e tradotta da Antje Stehn

Mariela Cordero (Valencia, Venezuela, 1985) è un avvocato, poetessa, scrittrice, traduttrice e artista visivo. Le sue poesie sono state pubblicate in diverse antologie internazionali. Tra queste, ha ricevuto alcuni riconoscimenti: Terzo Premio di Poesia Alejandra Pizarnik Argentina (2014). Primo Premio al II Concorso di Poesia Iberoamericana Euler Granda, Ecuador (2015). Secondo Premio di Poesia Concorso Letterario Internazionale Bilingue Tracceperlameta Edizioni, Italia (2015). Premio Micropoesie in spagnolo del III concorso TRANSPalabr@RTE 2015. Primo Posto al Concorso Internazionale di Poesia AniversarioPoetasHispanos, Spagna (2016). Ha pubblicato le raccolte di poesie: El cuerpo de la duda (Editorial Publicarte, Caracas, Venezuela, 2013) e Transfigurar es un país que amas (Editorial Dos Islas, Miami, Stati Uniti, 2020). Le sue poesie sono state tradotte in sedici lingue. Attualmente coordina le sezioni PoesíaVenezolana e PoetasdelMundo nella Revista Abierta de Poesía Poémame (Spagna).

Amante del silenzio, della pace interiore, la venezuelana Mariela Cordero riflette con questi versi sul senso dell’esistenza, sull’opportunità che ci offre la vita, nonostante poi si debba tornare nel grembo della terra: rimarrà il nostro amore, dopo tutto, in un mondo incattivito e senza luce.


Volverás a la tierra

 

Has de volver al vientre de tu madre

te transformaras en lo impalpable

te arropará la noche

con lentas manos de sombra

te cerrará los ojos

se beberá tus gritos

y las palabras nunca dichas

en un sediento ceremonial.

 

Has de volver al vientre de tu amada

te transformarás en temblor

que se moverá  hasta el éxtasis

 de la quietud.

 

Volverás a la tierra

 tu cuerpo se convertirá en paisaje

 solo quedará tu amor

                                  ingrávido

como un festín incorruptible

tras la masacre.

 

  

Tornerai alla terra

 

Tornerai nel grembo di tua madre

sarai trasformato nell'impalpabile

la notte ti avvolgerà

con lente mani d'ombra

chiuderà i tuoi occhi

berrà le tue urla

e le parole mai dette

in un cerimoniale assetato.

 

Tornerai nel grembo della tua amata

sarai trasformato in un tremore

che passerà all'estasi

della quiete.

 

Tornerai alla terra

il tuo corpo diventerà paesaggio

resterà solo il tuo amore

                                  senza peso

come una festa incorruttibile

dopo il massacro.

 

 

***

 

 

La interrupción de la luz

 

Cuando las luces se apagaron,

nuestros corazones fueron habitados por fábulas aciagas

la noche antes amada se bautizó

                                 como la siembra del pánico.

Estábamos próximos los unos a los otros

y en la penumbra la sangre comenzó a viajar

como un perfume vuelto anzuelo.

 

Muchos se guiaron por el olor

 y desearon nadar en un convulso río rojo.

Cuando horas después la luz regresó

no reconocimos nuestros rostros,

salpicados por el rictus de la bestialidad.

 

Nuestra tierra estaba colmada de cuerpos

                                                mutilados,

escuchamos los gemidos dolientes

vimos nuestras manos manchadas de culpa

y fue tarde cuando descubrimos

que también estábamos heridos de muerte.

 

 

L’interruzione della luce

 

Quando si spensero le luci

i nostri cuori furono abitati da favole fatali

la notte, una volta amata, fu aspersa

                              con la semina del panico

Eravamo vicini l'uno all'altro

e il sangue si è diffuso nella penombra

come un profumo allettante

 

Molti hanno navigato nel profumo

e desideravano fare il bagno in un fiume rosso convulso

Quando le luci tornarono, ore dopo

non riconoscevamo i nostri volti

contratti da sorrisi bestiali.

 

La nostra terra era disseminata di corpi,

                                         mutilati,

sentivamo i gemiti del dolore,

ho visto le nostre mani macchiate di colpa

ed era troppo tardi quando scoprimmo

che anche noi eravamo feriti a morte.

 

(Traduzione in italiano di Antje Stehn)

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                                                          AYESHAH ÉMON


Proposta da Antje Stehn


Ayeshah Émon è nata in Pakistan. Ama le parole: parole grandi, parole piccole, parole che catturano un oceano in una goccia di pioggia, parole che storcono la lingua. Ma soprattutto parole che raccontano storie, creano connessioni, suscitano ricordi e toccano i cuori. Per scoprire il mondo delle parole, Ayeshah si è avventurata nel mondo accademico e nelle arti performative. È un'antropologa medica, scrittrice, attrice, regista e poetessa. Attualmente è docente di salute pubblica globale presso l'University College di Londra e sta lavorando al suo primo libro di poesie che sarà pubblicato nel corso dell'anno. Ayeshah è membro del consiglio del Theatre for Change-Galway e del Fermat's Last Theatre; è inoltre co-fondatrice del Charcoal Theatre. È anche membro di Irish PEN e Words Ireland.

Una poesia accorata, di grande impatto sociale, quella della pakistana Ayeshah Émon, che fluisce con un verseggiare monologante e denso di emotività. Parole forti, quasi una preghiera, che liberano il cuore dal senso di abbandono e di esilio da una realtà culturale e geografica ancora indissolubilmente radicata nell’autrice.

A lament to Kaali, the Goddess of Creation and Destruction

 

Kaali, if you’re reading this…

 

I

 

My belongings lie scattered

Four countries, three continents

Childhood dreams in

withered suitcases

rusting in the damp family store room

Plastic boxes of graduate school memories

blocking the entrance to Colleen's basement

Some arrived at my destination with me,

Some snuggled in the luggage

of generous friends

And a few were returned to sender

but could not trace where the sender

went

I wonder how far my ashes will be flung

once poisoned waters clear and

fish can swim free

again.

 

 

II

 

Kaali, I am tired

of sticking my tongue out

All I catch is flies.

I am not a frog.

Kaali, if you’re reading this, I can no longer remember

the promise

in Before Time

And amniotic malaise rots my bones

And I cannot stop wanting.

 

 

III

 

They tell me

I have the right to be taxed,

I ask, but what about the right to vote?

They say I have the right to work

I ask, but what about the right to rest?

And now, they even worry for my safety

As if they care!

My blood runs wild like solar flare

Pulsating, undulating, chanting

Khoobam! Khoobam!

I am well, I am well!

But oh, this wanting!

 

 

IV

 

The chasm feels too wide to leap over

Fear walks in wearing too many fancy dresses

And they all look real.

In the Dreaming I knew it by its true name.

Now I can’t tell apart its guises

And I cannot stop wanting.

Life was meant to be more.

So much more.

But if I wrote the script then

I cannot remember

 

 

Lamento a Kaali, la dea della creazione e della distruzione

 

Kaali, se stai leggendo queste parole…

 

I

 

I miei effetti personali giacciono sparpagliati

quattro paesi, tre continenti

i sogni dell’infanzia

dentro valigie raggrinzite

a prendere polvere nel ripostiglio umido di famiglia

delle scatole di plastica con i ricordi della scuola di specializzazione

bloccano l’ingresso nel seminterrato di Colleen.

Alcune sono arrivate a destinazione con me

Altre sono rannicchiate nel bagaglio

di amici generosi

e altre ancora sono ritornate al mittente

ma non è stato possibile risalire a dove si trovi

il mittente

mi chiedo quanto lontane

le mie ceneri saranno

lanciate

acque un tempo avvelenate

saranno limpide

e i pesci di nuovo

liberi

di nuotare.

 

II

 

Kaali, sono stanca

di tirare fuori la lingua

Non catturo altro che mosche.

Non sono una rana.

Kaali, se stai leggendo queste parole, non riesco più a ricordare

la promessa

nel Prima del Tempo

e un malessere amniotico fa marcire le mie ossa

e non posso smettere di volere.

 

III

 

Mi dicono

ho il diritto di essere tassato,

chiedo, cosa allora del diritto di voto?

Dicono ho il diritto di lavorare

chiedo, cosa allora del diritto di riposare?

E ora, si preoccupano della mia sicureza

Come se gliene importasse!

Il mio sangue scorre selvaggio come un bagliore solare

pulsante, ondeggiante, cantilenante

Khoobam! Khoobam!

Sto bene sto bene!

Ma ah, questo volere!

 

IV

 

La voragine sembra troppo ampia da scavalcare

La paura entra dentro con addosso vestiti eccessivi

E sembrano tutti reali.

Nel Sognare lo conoscevo con il suo vero nome.

Ora non riesco a distinguere le sue forme.

E non posso smettere di volere.

La vita doveva essere di più

Molto di più.

Ma se la sceneggiatura l’ho scritta,

allora no, non posso ricordarlo.

 

(Traduzione in italiano di Viviana Fiorentino)

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                                                        ELHAM HAMEDI


 Su invito diretto di Giuseppe Vetromile

Elham Hamedi, Shiraz, Iran, March 1967, is an international multimedia artist, poet and curator, a permanent member of the Iranian Visual Arts Scientific Association, with a master's degree in art research from Yazd University, and a bachelor's degree in radiology from Shiraz University, Winner of the  International Literary Award 2022 named "Women For Culture and For Peace" award (Mestre, Venezia), “International Prize for Peace and the Defense of Human Rights“ (Toscolano Maderno, Brescia), one of the poetesses selected for participation in First International Iside Prize (IX Edition) Literary Arts 2021 (Procida, Italy).

She is present with her poetic and artistic works in numerous international anthologies and prestigious International magazines and websites, and also Personal and Internatinal Group Art Exhibitions.

 

Elham Hamedi, nata a Shiraz, Iran, marzo 1967, è un’artista multimediale, poeta e curatrice internazionale, membro permanente dell'Iranian Visual Arts Scientific Association, con un master in ricerca artistica presso la Yazd University, e una laurea in radiologia presso l'Università di Shiraz. È vincitrice del Premio Letterario Internazionale “Women For Culture and For Peace” (Mestre, Venezia, 2022), del “Premio Internazionale per la Pace e la Difesa dei Diritti Umani“ (Toscolano Maderno, Brescia), ed è una delle poetesse selezionate per la partecipazione alla IX edizione del Premio Internazionale Iside Arti Letterarie (Procida, Italia, 2021).

È presente con le sue opere poetiche e artistiche in numerose antologie internazionali e prestigiose riviste e siti web internazionali, ed anche in Mostre d'Arte Personali e Internazionali di Gruppo.

Personalizza oggetti immedesimandosi in essi, rendendoli vivi, frammenti spezzettati di una umanità che si sta sfaldando, come la società in cui vive ed opera, l’artista e poetessa iraniana Elham Hamedi. L’arte, e in particolare la poesia, rappresenta un riferimento forte e costante per tentare di ricostruire un mondo pù onesto e autentico.

 

My story sleeps in the wall

Not somewhere like the head

“Sleeping Ugly”

I am the corner of a wound

The beginning of the end

I am a thorn bush planted on a mine

Under the confused gaze of the sun

Sun – The same black plastic ball –

Crumpled ball behind creation

At the wrong address of the wound

And the countdown of your mirrors:

Mirages: There is one, there is not one,

There is one, there is not one

 

And recreating of me with pieces of metal

: I am a thorn bush planted on a mine

 

please countdown!

 

 

 

 

La mia storia dorme nel muro

Non da qualche parte come la testa

“Dormire brutta”

Sono l'angolo di una ferita

L'inizio della fine

Sono un cespuglio di spine piantato su una mina

Sotto lo sguardo confuso del sole

Sole – La stessa palla di plastica nera –

Palla accartocciata prima della creazione

All'indirizzo sbagliato della ferita

E il conto alla rovescia dei tuoi specchi:

Miraggi: ce n'è uno, non ce n'è uno, ce n'è uno, non ce n'è uno

 

E ricrearmi con pezzi di metallo

: Sono un cespuglio di spine piantato su una mina

 

per favore, conto alla rovescia!

 

 

 

***

 

 

There is a mirror in your eye that is repeatsing “me”

And breaks my whole body

When you blink with the sunset

And something heavy swells up in your throat

Which justifies all the shortcomings

It suffocates the whole of life

 

In your eyes, a "world" is imprisoned

Tears cannot release the galaxy of emotion

 

In Your Eyes

A drop of moldy tears

And the sound of these tears

Heavy rain

It shakes a world

 

Close your eyelids!

This is another world

 

 

 

C'è uno specchio nei tuoi occhi che sta ripetendo "me"

E mi spezza tutto il corpo

Quando sbatti le palpebre nel tramonto

E qualcosa di pesante ti si gonfia in gola

Il che giustifica tutte le carenze

Soffoca tutta la vita

 

Ai tuoi occhi, un "mondo" è imprigionato

Le lacrime non possono rilasciare la galassia delle emozioni

 

Nei tuoi occhi

Una goccia di lacrime rinsecchite

E il suono di queste lacrime

Pioggia intensa

Scuote un mondo

 

Chiudi le palpebre!

Questo è un altro mondo

 

 

***

 

What burns is not my wooden body

What burns, the wings of an idea

that is the irreversible depth of flight

What burns is not my plastic body or the body of a doll

What burns is the musical notes that are buried in a child's mouth

What burns are not the indifferent cuts of scarecrow clothing

What burns are the cuts of a woman's multi-layered feeling

Which often does not fit into the understanding of a gypsum mold of the brain

 

 

 

Quello che brucia non è il mio corpo di legno

Ciò che brucia, sono le ali di un'idea

questa è l'irreversibile profondità di volo

Ciò che brucia non è il mio corpo di plastica o il corpo di una bambola

Ciò che brucia sono le note musicali sepolte nella bocca di un bambino

Ciò che brucia non sono i tagli indifferenti degli abiti da spaventapasseri

Ciò che brucia sono i tagli del sentimento multistrato di una donna

Che spesso non si adatta alla comprensione di uno stampo di gesso del cervello

 

(traduzioni in italiano a cura dell’Autrice

riviste da Giuseppe Vetromile)

 

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                                                                   DALILA HIAOUI

Su invito diretto di Giuseppe Vetromile

Dalila Hiaoui è poetessa e scrittrice. Lavora presso le agenzie delle Nazioni Unite a Roma. Organizza e conduce da gennaio 2013 il salotto letterario bilingue "J'nan Argana" (paradiso di Argan) in Italia e in altri Paesi. Nata a Marrakech, risiede a Roma dal 2005. Ha pubblicato 43 libri come "author & co-author" (poesie, romanzi, storie per bambini, "2 pièces théâtrales", e un manuale di arabo in tre volumi con l’Università Internazionale UniNettuno. Le sue poesie in madre lingua araba sono tradotte in italiano, inglese, cinese, albanese, serbo, bangali, berbero, turco, spagnolo e francese. È Direttrice della rivista culturale online Il Salotto Culturale e collabora con altre riveste e giornali arabi come opinionista e scrittrice. Ha realizzato con l’Università Internazionale UniNettuno i corsi televisivi: IMPARO LA LINGUA ARABA - Tesoro delle lettere (già in onda sui canali nazionali del Marocco, sui canali dell'Università, su Rai 2 e sul digitale terrestre dal 2010).

La poesia di Dalila Hiaoui è un canto d’amore che si snoda attraverso un dettato lirico intenso e armonioso. Centrale è il tema del Mediterraneo e del suo splendore storico e civile, ma i suoi versi sono anche preghiera, memoria e dedizione alla propria terra d’origine; sono altresì dedica appassionata alla donna e alla sua centralità emergente.


 Weekend

 

Oh mother

Do not be astonished

Do not worry for me.

Like in a dream,

when they asked me my age, I answered them: a weekend.

So serious your smile

It had foreseen impending disaster

and a forbidden conquest.

Congratulations on your perception

I announce my death to you

between the weekend news.

Oh mother

that was my life and this is my death

and at least my heart, satisfied.

Fate is God’s will

my pages

are offered in line with destiny

in surrender and submission

Oh mother

within me I was a fool

of love

my eyes poured passion

my eyes poured tears, so touched.

Oh mother

my eyes did not ask for

the same passion

oh forbear of this love

maybe from it we will see the

flowering of some sprig.

Oh mother

my eyes just need one look

he appeared to me as a moon on

the eve of a celebration,

as the orphans pray for her coming.

A few moments of livableness

would have been enough

as a ceremony

in which the heart danced

and the ribs sang

Oh mother

Every happiness

always concludes with a thunderclap

the lightning flashed, revealing the truth around me

a barren desert.

Oh mother

so unbearable the globlets of my loneliness It is a dagger that stains my hip with blood.

The fear to appear in my company

as if I were a dishonour

to hide in the shadow of the curtains by candlelight.

Oh mother

The honesty of reality is so cruel

and you, oh mother, you know your daughter and her mercy

so do not deny me

if I shatter the mirror of disgrace

by kneeling down with the incensory in my hands. Oh my dear, come to say goodbye to me

and throw me with my glow

worm crown and my pen

into a dark ocean with no return.

Be a witness to my ignorance and madness

In front of my people and of the people of my era. Oh yes, it only lasts a few weeks, my life.

 

 


Fine settimana

 

Oh madre mia non meravigliarti

E non preoccuparti per me.

Con un tono di sogno

Quando hanno chiesto la mia età, ho risposto

"Un fine settimana"

e il tuo sorriso così serio

preannunciava una distruzione imminente

e una conquista illecita

Complimenti alla tua intuizione o madre mia!

A te l’annuncio della mia morte,

tra le notizie di fine settimana

quella era la mia vita e questa, Oh madre mia,

è la mia morte

e il cuore tra loro tutto, soddisfatto!

la volontà di Dio è destino...

e le mie pagine, si offrono alle linee

di quel destino...

in resa e sottomissione

Oh madre mia, dentro di me era pieno d’amore,

i miei occhi inondati di passione,

I miei occhi inondati di lacrime commossi

I miei occhi, oh madre mia, che non hanno chiesto,

lo stesso ardore...

O radici a questo amore

forse dai suoi rami spunteranno ramoscelli!

 

Oh madre mia, ai miei occhi bastava uno sguardo...

appariva come la luna, prima di un giorno di festa...

così come pregano gli orfani per il suo apparire

bastavano momenti di amabilità,

come fossero una cerimonia...

in cui ballava il cuore, e cantavano le costole...

Oh madre mia

e come ogni felicità,

fnisce sempre con un tuono,

ha lampeggiato svelando la verita:

Intorno a me... Il deserto desolato

sono micidiali, oh madre mia, le coppe della mia solitudine...

è un pugnale che insaguina il mio fianco...

quella paura di farsi vedere in mia compagnia,

come fossi un’ onta...

da nascondere all’ombra delle tende,

e al lume delle candele

la realtà nella sua sincerità, oh madre mia, è crudele...

e tu, oh madre, conosci di tua figlia, la compassione...

dunque non rinnegare..

se rompo lo specchio dell’infamia,

con gli incensieri dell' inginocchiamento

vieni oh cara mia al mio addio...

rinforza con le preghiere la mia vela..

e gettami con la mia corona di lucciole e la mia penna

in un’oceano di buio che non regala il ritorno

e fai da testimone davanti alla mia gente,

e alla gente della gente della mia epoca,

sulla mia ignoranza, sulla mia pazzia

e sì… la mia vita è durata solo un fine settimana.

 

(traduzione in italiano a cura dell'Autrice)

 

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                                                 XANTHI HONDROU HILL


 Proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo

Xanthi Hondrou-Hill is a Greek poetess who gained her education in Germany, studying German Literature and Linguistics, Journalism and Public Relations Management, in Stuttgart. She has worked as a professor for German, English and Greek, journalist, public relations manager and translator for poetry. She has also worked as Public Relations Manager organising many poetry events, in cooperation with  local municipality, archaeological secretary of the Prefecture of Imathias. In the past she worked for the Greek General Consulate in Stuttgart designing, organising and executing multi level events for campaign to improve the Greek fame in Germany.

She is writing poetry since high school and her poems have been published in many international prestigious media and anthologies around the world. She has won many awards recently in China and in Equador and is cultural Ambassador for NAMASTE magazine in India and editor for poetry at www.faretra.info in Greece.  Selections of her poetry have been translated into Arabic, Chinese,  French, German, Greek, Italian, Portugiese, Russian, Spanish, Slavic as well as in two Languages of India: Hindi and Bengali.

 

Xanthi Hondrou-Hill è una poetessa greca che ha studiato in Germania, a Stoccarda, letteratura e linguistica tedesca, giornalismo e gestione delle relazioni pubbliche. Ha in seguito lavorato come professoressa di tedesco, inglese e greco, giornalista, manager di pubbliche relazioni e traduttrice di poesia. Ha anche svolto funzioni di responsabile delle pubbliche relazioni, organizzando numerosi eventi di poesia, in collaborazione con l’amministrazione comunale, la segreteria archeologica della Prefettura di Imathias. In passato ha lavorato presso il Consolato Generale greco a Stoccarda, progettando, organizzando ed implementando diversi eventi per la campagna di divulgazione della cultura greca in Germania.

Scrive poesie fin dal liceo e le sue composizioni sono state pubblicate su diversi media importanti e in antologie internazionali in tutto il mondo. Ha vinto numerosi premi, recentemente in Cina e in Equador. È ambasciatrice culturale per la rivista NAMASTE in India e redattrice per la poesia di www.faretra.info in Grecia. Selezioni di sue poesie sono state tradotte in arabo, cinese, francese, tedesco, greco, italiano, portoghese, russo, spagnolo, slavo e in due lingue dell'India: Hindi e Bengali.


Riecheggia la saggezza del mondo classico, e una mansuetudine solenne, quasi sacra, eppure così intensamente attiva e propositiva, inneggiante a nuovi equilibri, al recupero di antichi solidi valori, in questi versi dolcissimi di Xanthi Hondrou-Hill. È un mondo lontano, ma non dimenticato, perché i poeti del blu (mare, cielo e vento) sono metaforicamente l’essenza e le radici di una umanità da tenere ben custodita nel cuore.


 Mediterranean waves…

 

Three blue poets

fill our life

one singing the blue from the sky

the other the waves of the sea

and the third whispers the wisdom of the wind

 

No matter to which shores the poem takes us

with which clouds we want to travel

with the wave of a blue scarf

or the white sail of a boat

the wing of a plane

there is always the wisdom of the wind to carry us

 

To reach the shores of dreams

with flowers, pebbles and sea shells as treasures.

The nights were we talked at blue tables with friends

or on the phone miles away, listening to the tide at full moon

The fun we shared travelling in a rental car without lights

on an island looking to avoid a monastery

and ending up spending the day there in the arms of a Saint

bringing with us healing oils and sacred water

 

The paintings we discovered in the small museum, in our faces

and on the street corners looking down to the sea

feeding a foreign hungry artist at the little coffee shop by the seaside

We didn't exchange letters and alphabets like our ancestors

didn't care if the numbers were Arabic or Greek

didn't even try to find common ground

because three blue poets, a painter and a musician

filled our life

with the waves of the Mediterranean…

 

 

Le Onde del Mediterraneo...

 

Tre poeti blu

riempiono le nostre vite

uno cantando l'azzurro del cielo

l'altro le onde del mare

e il terzo sussurra la saggezza del vento

 

Non importa verso quali lidi ci conduce la poesia

con quali nuvole vogliamo viaggiare

con l'onda di uno scialle azzurro

con la vela bianca di una barca

o l'ala di un aeroplano

è sempre la saggezza del vento a condurci

 

Per giungere alle rive dei sogni

con un tesoro di fiori, ciottoli e conchiglie.

Le notti in cui parlavamo con gli amici ai tavoli blu

o al telefono a miglia di distanza, ascoltando le maree

con la luna piena

Le risate condivise viaggiando in una macchina a noleggio a luci spente

su un'isola cercando di evitare un monastero

e finire per trascorrere la giornata tra le braccia di un santo

portando con noi oli curativi e acqua santa

 

I dipinti scoperti in un piccolo museo, sui nostri visi

e agli angoli delle strade che guardano il mare

dar da mangiare a un artista straniero affamato nel piccolo caffè sulla riva

Non ci siamo scambiati lettere e alfabeti come i nostri antenati

non contava che i numeri fossero arabi o greci

non abbiamo neanche tentato di trovare un terreno comune

perché tre poeti blu, un pittore e un musicista

hanno riempito la nostra vita

con le onde del Mediterraneo...

 

(Traduzione italiana di Lucilla Trapazzo)

 

 

 

***

 

 

To the Capitals of Lock Down

 

Our days didn‘t brighten up.

Even if the roads are all open

there is nowhere to go.

Here in this lane

we will survive the winter

until our values will shine

like functions

with mathematical perception.

 

 


Alle Capitali del Lock Down

 

Non si sono illuminati i nostri giorni.

Anche con le strade tutte aperte

non c'è posto dove andare.

Qui, in questa corsia

sopravviveremo all'inverno

finché i nostri valori brilleranno

simili a funzioni

con percezione matematica.

 

(Traduzione italiana di Lucilla Trapazzo)

 

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                                                                   DON KRIEGER


Proposto e tradotto da Antje Stehn

Don Krieger, USA, è un ricercatore biomedico il cui focus è l'attività elettrica all'interno del cervello. È autore della raccolta ibrida del 2020 Discovery (Cyberwit), del chapbook ibrido del 2022 When Danger Is Past, Who Remembers? (Milk and Cake Press). È candidato a Pushcart 2020 e membro Science-as-Story Fellow della Creative Nonfiction Foundation 2020. Il suo lavoro è apparso su Seneca Review, The Asahi Shimbun, Beltway Quarterly, The Pittsburgh Post-Gazette, American Journal of Nursing, Neurology e altri, ed è stato tradotto in sette lingue diverse.

Un lungo interrogarsi sul senso del divino, mentre si porta avanti il lavoro di chirurgo cercando di salvare una vita umana, almeno parzialmente, nei limiti delle possibilità. L’intercalare tra i versi le argute riflessioni sull’operato, a volte vano a volte addirittura cinico, di Dio, s’intreccia con i rapidi gesti del chirurgo, precisi e calcolati, quasi a contrastare l’ineluttabilità divina: le cose si fanno, si compiono, comunque sia, senza una vera ragione!

 For No Reason

 

The right carotid,

a vascular case

with stroke risk

so I am here.

 

For no reason

 

her heart stops,

her brain too.

 

I know You from Your

world and Scripture.

 

You drowned everything

when You repented

 

the brutal world You had

made. You murdered

 

Lot’s wife

for remembering

 

her city

as You burned it down.

 

What's her hematocrit?

When it comes back low,

Where's the hemorrhage?

 

He cracks her sternum,

closed heart massage

minute after minute

no rhythm or hope.

 

You glorified Moses

who lay in wait

to murder.

 

You hardened Pharaoh’s heart

to alibi your slaughter

Egypt’s first-born to the last

calf, kid, lamb, and child.

 

When I take over

the bone edges

grind under my hands

 

her pliant heart beneath

soft and silent

 

but then living

 

pulsing

pushing back.

 

Time after time

You boasted I do this

so you know how mighty I am.

 

Half her brain returned.

They gave blood

placed a pacer

and an assist pump

 

got her off the table alive

but no further.

 

How can I find You

righteous and trustworthy,

love You or even

fear and obey You –

 

it’s a hundred generations

since You’ve spoken.

 

Since then that surgeon turned

to cosmetics, varicose veins,

I work with numbers

 

they don’t push back

or need reasons.

 

 

 

Senza motivo

 

La carotide destra,

un caso vascolare

con rischio di ictus

perciò sono qui.

 

Senza motivo

 

il suo cuore si ferma,

anche il suo cervello.

 

               Ti conosco dal Tuo

               mondo e dalle Scritture.

 

               Hai represso tutto

               quando Ti sei pentito

 

               del mondo brutale che Tu hai

               creato. Tu hai ucciso

 

               la moglie di Lot

               per ricordare

 

               la sua città

               mentre Tu l'hai bruciata.

 

Qual è il suo ematocrito?

Quando comincerà a scendere,

Dov'è l'emorragia?

 

Lui gli spacca lo sterno,

un intenso massaggio cardiaco

minuto dopo minuto

nessun ritmo o speranza.

 

                Tu hai glorificato Mosè

                che stava in agguato

                per uccidere.

 

Tu hai indurito il cuore del Faraone

per avere un alibi per il tuo massacro

dal primogenito fino all'ultimo nato d'Egitto

vitello, capretto, agnello e bambino.

 

Quando è il mio turno

i bordi ossei

si sbriciolano sotto le mie mani

 

il suo cuore flessibile sotto

morbido e silenzioso

 

poi vive

 

pulsante

spinge verso di me.

 

Di volta in volta

Ti sei vantato faccio cosi

per farti vedere quanto sono potente.

 

Metà del suo cervello è tornato.

Gli hanno donato del sangue

gli hanno messo un pacemaker

e una pompa ventricolare

 

l'ho fatto togliere dal lettino, vivo

ma non oltre.

 

Come posso pensare che sei

giusto e degno di fiducia,

per amarti o addirittura

temerti e obbedirti…

 

cento generazioni sono passate

da quando hai parlato.

 

Da allora quel chirurgo si è dato

ai cosmetici, alle vene varicose…

Lavoro con i numeri

 

Non rifluiscono all'indietro

non hanno bisogno di un motivo.

 

(traduzione in italiano di Antje Stehn)

 

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                                                          CLARA LECUONA VARELA


Su invito diretto di Giuseppe Vetromile

 

Clara Lecuona Varela (Santa Clara, 1971). Poeta y narradora. Reside en la Habana. Estudió licenciatura en Física Astronomía.

De forma complementaria ha cursado varios cursos y talleres, entre ellos: Taller de dramaturgia para guión televisivo y de cine. Semiótica del audiovisual. Redacción Periodística. Marqueting y relaciones públicas. Técnicas de locución lingüística.

Trabajó como periodista en el Instituto cubano del libro. Actualmente es colaboradora en la editorial cubaliteraria.

Tiene 14 libros publicados de poesía y narrativa. Sus textos se encuentran incluidos en más de una treintena de antologías.

Es presidente en Cuba del Comité Internacional de Poetap con sedes en España y Francia.

Es la vicepresidenta de la Fundación internacional de poesía en Holanda.

Coordinadora del grupo cultural Atelier Poético, Argentina.

Ha sido jurado en más de veinte concursos internacionales.

En Cuba también ha sido jurado de diversos eventos y concursos provinciales y nacionales.

Su obra ha sido traducida al idioma búlgaro, al ruso, inglés, francés e italiano.

Recientemente obtuvo el primer premio auspiciado por la Revista St. Petesburg. Estados Unidos y el festival de poesía de la Habana. Primer premio compartido Farraluque de poesía erótica. Parte de su obra fue presentada este año en la Feria del libro en Islas Canarias. En libreria de mujeres y la universidad de La laguna. Y en la feria internacional de libro en Italia.

Sus textos han servido como tema de estudio en talleres y escuelas.

Ha colaborado con la radio dentro y fuera de Cuba.

Miembro de honor de la Asociación de escritores de Argentina

Miembro de la unión de escritores y artistas de Cuba Uneac.

 

 

Clara Lecuona Varela (Santa Clara, 1971). Poeta e narratrice. Vive a L'Avana. È laureata in Fisica Astronomia.

Inoltre, ha seguito diversi corsi e workshop, tra cui: Laboratorio di drammaturgia per la televisione e sceneggiatura cinematografica. Semiotica dell'audiovisivo. Scrittura giornalistica. Branding e pubbliche relazioni. Tecniche linguistiche di voice-over.

Ha lavorato come giornalista presso il Cuban Book Institute. Attualmente è collaboratrice della Casa Editrice Cubaliteraria. Ha pubblicato 14 libri di poesia e di narrativa. I suoi testi sono inclusi in più di trenta antologie. È presidente a Cuba del Comitato Internazionale di Poetap con sedi in Spagna e Francia. È vicepresidente della International Poetry Foundation nei Paesi Bassi. Coordinatore del gruppo culturale Atelier Poético, Argentina.

È stato giurata in più di venti concorsi internazionali.

A Cuba ha fatto parte anche di giurie di vari eventi e concorsi provinciali e nazionali.

Il suo lavoro è stato tradotto in bulgaro, russo, inglese, francese e italiano.

Recentemente ha vinto il primo premio sponsorizzato dalla rivista St. Petesburg, Stati Uniti, e il Festival di Poesia dell'Avana.

Con Farraluque ha condiviso il primo premio per la poesia erotica.

Parte del suo lavoro è stato presentato quest'anno alla Fiera del Libro nelle Isole Canarie, nella biblioteca delle donne e all'Università di La laguna. E alla fiera internazionale del libro in Italia.

I suoi testi sono stati oggetto di studio in laboratori e scuole.

Ha collaborato con la radio dentro e fuori Cuba.

È membro onorario dell'Associazione degli Scrittori dell'Argentina. È membro dell'Unione degli scrittori e artisti di Cuba Uneac.

 

È una poesia spoglia di ogni inutile e sovrabbondante architettura lessicale, quella di Clara Lecuona Varela, cubana, nel cui dettato poetico, immediato e naturale, ritroviamo aneliti di libertà e di denuncia di ogni sorta di pregiudizio. L’amara e attenta visione della quotidianità si fonde in riflessioni esistenziali che si rafforzano nella certezza di una vita da vivere nonostante tutte le avversità.

 

 En el umbral

 

Vivo en una casa rota

dentro de un país roto

mi nombre es Clara

 

y te invito a pasar.

Puedes quedar en el umbral

si lo deseas.

Puedes tocar mis aldabas

o las del país que ya no escucha.

Tampoco es importante.

 

El hecho en cuestión

es que te atrevas.

 

 

 

Sulla soglia

 

Vivo in una casa distrutta

all'interno di un paese distrutto

mi chiamo Clara

 

e ti invito a entrare.

Puoi rimanere sulla soglia

se lo desideri.

Puoi toccare le mie tette

o quelle del paese che non ascolta più.

Non è nemmeno importante.

 

La questione

è che se ne hai il coraggio.

 

 

 

***

 

 

La sombra del hombre,

 

del hombre que regresa.

Cuánto se podrá hablar con la sombra del hombre.

Dónde entierra la sombra

los recuerdos del hombre,

que lucha contra el polvo.

 

El polvo una vez en el tiempo

fue un lugar bondadoso,

también víctima de los pensamientos

del hombre, de su regreso,

y la sombra único testigo

para los que aún

mantenemos atenta la mirada.

 

 

L'ombra dell'uomo,

 

dell'uomo che ritorna.

Quanto si sarà in grado di parlare con l'ombra dell'uomo.

Dove l'ombra seppellisce

i ricordi dell'uomo,

che combatte contro la polvere.

 

La polvere ogni tanto

era un bel posto,

anche vittima di pensieri

dell'uomo, del suo ritorno,

e l'ombra unica testimone

di coloro per i quali ancora

manteniamo gli occhi aperti.

 

***

 

 

Ciudad habitada

 

Si un día no me ves

Si un día cualquiera

ya no estoy.

Recuerda estuve:

caminé las calles de una Habana

que medra. Miré los ojos tristes, hambrientos, sin esperanzas,

violentos y violentados.

 

Guardo tantos ojos en mis ojos

que puedo narrar la ciudad.

Pero, esto es un poema,

un poema caótico

como caótico puede resultar

la huida, el emigrar, escapar

del día

de las calles,

de los ojos del país

en el que nunca nací porque no quiero.

 

Del país que se ahoga en ríos,

en el océano

cual melodía azul e infinita.

 

Por si un día no me ves.

Si un día cualquiera ya no estoy.

No temas.

Yo sigo viva.

 

Eso es todo.

 

 

 

Città abitata

 

Se un giorno non mi vedi

Se un giorno qualsiasi

non sarò più.

Ricordati che ero:

ho camminato per le strade di un’Avana

che prospera. Ho guardato gli occhi tristi, affamati, senza speranza,

violenti e violentati.

 

Ho così tanti occhi negli occhi

che posso raccontare tutta la città.

Ma questa è una poesia,

una poesia caotica

come può essere caotica

la fuga, l’emigrazione, l’evasione

dal giorno,

dalle strade,

dagli occhi del paese

in cui non sono mai nata perché non lo amo.

 

Del paese che annega nei fiumi,

nell'oceano,

che melodia blu e infinita!

 

Nel caso non mi vedessi un giorno.

Se un giorno me ne andrò.

Non aver paura.

Sono ancora viva.

 

Questo è tutto.

 

(traduzioni in italiano a cura dell’Autrice

riviste da Giuseppe Vetromile)

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                                                      LUZ STELLA MEJIA

 


Proposta e tradotta da Antje Stehn

Luz Stella Mejía (Colombia), ha pubblicato due libri di poesie in spagnolo: Etimológicas (Etimologico) nel 2020 e Palabras sumergidas (Parole sommerse) nel 2018, che hanno vinto la menzione d'onore al Savannah International Festival Special Award 2019. I suoi scritti sono stati inclusi nelle Anthologie Crossfire: Epic Anthology (Bilingual Anthology, 2020), Voces en la madrugada (2020), Quemarlo todo: Antología contra la dictadura (Editorial Sátiro, 2021) e Spring's Blue Ribbon: International Poetry (Verlag Expeditionen, 2021), il cortometraggio antologia di storie Tic Tac tic tac (2014), e in diverse edizioni dell'Agenda delle donne (Colombia). Le sue poesie e racconti sono stati inclusi in riviste letterarie come Ablutionistas, Beltway Poetry, Peripherica (University of Oregon), Abyssinia Review e Literary Amphibians. La sua poesia Quella pace che voglio ha vinto la menzione in “Mille poesie per la pace del mondo, 2019 (Colombia)”. Vive negli Stati Uniti dove dirige la sua casa editrice Tessellata e colleziona libri in spagnolo per condividerli con la Comunità ispanica dell'area metropolitana di Washington DC.

Dalla Colombia giunge la voce poetica accorata di Luz Stella Mejia; sono versi intrisi di sentimento nostalgico al pensiero di un’infanzia lontana nel tempo, ricca di ricordi amari e di privazioni. La parola poetica è il grande conforto, che l’autrice cerca ancora tra le macerie del mondo: metafora di un degrado culturale globale, che solo la poesia e l’arte possono contrastare.


La guerra en las pantallas

 

Busco en los escombros

y descubro las palabras:

Muerte, Justicia, Inocentes,

pero ya no encuentro la poesía

¿Se nos han gastado los poemas,

como las oraciones y los buenos deseos?

Thoughts and prayers

«Te recuerdo en mis rezos»

«Bendiciones»

comentamos en el triste video,

antes de la risa y la envidia

de los memes y los chismes.

 

Ya no ofrezco más lemas vacíos

sin acciones.

Si voy a mandarte mis buenos deseos,

te mando también mi compromiso,

mi parte de culpa,

mi pequeña decisión de cada día

de abolir al tirano.

 

 

 

La guerra sugli schermi

 

Cerco tra le macerie

e scopro le parole:

Morte, giustizia, innocenti,

ma non riesco più a trovare la poesia

le poesie si sono consumate

come le preghiere e gli auguri?

Thoughts and prayers

"Ti ricordo nelle mie preghiere"

"Benedizioni"

Così abbiamo recitato nel triste video,

prima delle risate e dell’invidia

di meme e pettegolezzi.

 

Non offro più slogan vuoti

senza nessuna azione.

Quando ti mando i miei auguri,

ti mando anche il mio impegno,

la mia parte di colpa,

la mia piccola decisione giornaliera

di abolire il tiranno.

 

 

***

 

 

Patria 

 

Lugar encantado

que me ha robado el lirismo

y las palabras bellas.

Cuando quiero escribir Amor

solo veo tu rostro descarnado.

Vuelvo a tus montañas

a recordar el verde

y lo encuentro a pedazos.

Me dejo flotar entre tus cristales

que afilados decapitan las memorias,

y pasan sus restos flotando hacia el olvido.

Quiero que me des la miel de mis nostalgias

Pero sólo desierto y sal he recibido.

 

 

 

Patria

 

luogo incantato

che mi hai rubato la poesia

e le belle parole.

Quando voglio scrivere Amore

vedo solo il tuo viso emaciato.

Ritorno sulle tue montagne

per ricordare il verde

e lo trovo a pezzi.

Mi sono lasciata fluttuare tra i tuoi cristalli

taglienti che decapitavano i ricordi,

e i loro resti fluttuano nell'oblio.

Voglio che tu mi dia il miele della mia nostalgia

ma ho ricevuto solo deserto e sale.

 

 

***

 

 

Emigrar

 

Cuando me fui no sabía

que debía desnudarme del pasado,

lavarme de recuerdos y nostalgias

       en el río de la ausencia.

Toda mi vida anterior se quedó en la otra orilla

y llegué sin testigos de mi infancia,

nadie que dé cuenta de mis días de columpio,

de mi tiempo de árbol, de nido, de nube.

 

No puedo convocarles, preguntarles,

debo fiarme de mis propias historias

con sus grietas, ruidos y silencios,

y cuando un olor me trae la fruta y

enredado en su rastro, la memoria,

mi impulso es preguntar riendo: «¿se acuerdan?»

y un golpe de tristeza me anuncia que

aquí, lejos, sólo puedo recordar a solas.

El momento me dicta un poema y se va…

Me he quedado sin nadie que se acuerde de mí.

 

 

Emigrare

 

Quando me ne sono andata non sapevo

che avrei dovuto spogliarmi del passato,

lavare via i ricordi e le nostalgie

       nel fiume dell'assenza.

Tutta la mia vita precedente è rimasta sull'altra sponda

e sono arrivata senza testimoni della mia infanzia,

nessuno a raccontarmi dei miei giorni da altalena,

del mio tempo come albero, come nido, come nuvola.

 

Non posso evocarli, chiedere a loro,

devo fidarmi dei miei stessi racconti

con i loro crepitii, rumori e silenzi,

e quando un profumo mi porta il frutto e

impigliata nelle sue tracce la memoria,

il mio impulso è di chiedere ridendo: "Ti ricordi?"

e un colpo di tristezza mi annuncia

che qui, lontana,  posso solo ricordare da sola.

Il momento mi detta una poesia e se ne va...

Rimango senza nessuno che si ricordi di me.

 

(Traduzione in italiano di Antje Stehn)

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                                                          ELENA PRENDŽOVA

 

 Proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo

Elena Prendžova is a poet, a slam poet and a poetry translator from Macedonia. She holds an M.A. in Philology Science and a B.A. in English Language and Literature. She works as an EFL teacher. Prendžova mentors creative writing and poetry slam workshops. She is the author of 9 full-length poetry collections. She is the PR of the national poetry slam organizing team. She was the grantee of several EU-funded writer’s residencies. 

Elena Prendžova è poeta, poeta slam e traduttrice macedone. Ha conseguito un Master in Filologia e una Laurea in Lingua e Letteratura Inglese. Lavora come insegnante EFL. Prendžova insegna scrittura creativa e organizza laboratori di poetry slam ed è PR del team macedone di poesia slam. È autrice di 9 raccolte di poesia. È stata beneficiaria di diverse residenze per scrittori finanziate dall'UE. 

A Week of Melted Chocolate Sensation è parte della raccolta 28 Days of Melted Chocolate Sensation. Le poesie sono sperimentali nella forma, esplorano una scrittura poetica breve, composta da una sequenza di strofe, ognuna di quattro versi, quasi prive di verbo, che prestano particolare attenzione ad allitterazione, assonanza, ritmo e timbro.

Le poesie sono state tradotte dall’originale inglese da Lucilla Trapazzo.

(Nota di Lucilla Trapazzo)

L’intelligenza creativa è tale, in questi versi della macedone Elena Prendžova da comporre un quadro divertente e allusivo basato sul cioccolato fondente, articolandone e affiancandone l’uso e l’immagine ai giorni della settimana. Una costruzione architettata sapientemente, evitando l’uso delle azioni verbali, ma che pur limitandosi alla pura sensazione, con molteplici indovinati sconfinamenti erotici, resta immediata e gradevolmente provocatoria.



 A Week of Melted Chocolate Sensation

 

1.      

melted chocolate, wild swing and nudes.

belted thighs, innocent fling and succulent food.

velvet skin, hot spring and bodies glued.

 

lewd, crude interlude.

 


2.      

melted chocolate ooze between the palms.

the navel as the eye of the cyclone.

a female pelvis and a corset loose in his arms.

 

bare table, deep sigh and clenching jawbone.

 


3.      

melted chocolate dips in C-cups.

deluxe kisses, smooches and pecks.

French tongues go, silent tongues go.

 

tiptoe gentle with fingers from neck to elbow.

 

 

4.      

melted chocolate sweet linger on skin.

thin finger tips pressure goosebumps-like skin.

chin to chin, skin on skin, outside and in.

 

 you and me becoming we.

 


5.      

melted chocolate in a bathtub.

a rub, a stretch, a nail in the back, a scrub.

volume up, jazz on, pupils on floor.

 

don't stop, want you, want more.

 

 

6.      

melted chocolate from lip to skin

and clogs every pore. more pressure

by the air of the sighs on the chin.

 

thin light and night always together.

 

 

7.      

melted chocolate and cookie crumbs.

no babies, yet sucking thumbs.

reedy, vehement noise, yet no drums, no guns.

 

silent heavy words on twisted light tongues.

 

 


Una Settimana di Cioccolato Fuso

 

1.      

cioccolato fuso, ritmo selvaggio e nudo.

cosce cinghiate, fughe innocenti e pasti prelibati

pelle di velluto, calda primavera, congiunti i corpi.

 

crudo lascivo interludio.

 

 

2.      

cioccolato fuso trasuda tra i palmi delle mani.

occhio del ciclone un ombelico.

di donna pelvi, slacciato un corsetto tra le braccia.

 

tavolo nudo, sospiro profondo serrando le mandibole.

 

 

3.      

cioccolato fuso immerso in coppe C.

baci sfarzosi, baci festosi e piccoli baci.

baci di lingua incedono, esplorano le lingue silenziose.

 

in punta di dita tocco leggero dalla nuca al gomito.

 

 

4.      

cioccolato fuso dolce indugiare sulla pelle.

di dita pressione pungente sulla cute brividi.

mento su mento, pelle su pelle, fuori e dentro.

 

 tu e io un noi.

 

 

5.      

cioccolato fuso in una vasca da bagno.

strusciarsi, strofinarsi, distendersi, un'unghia nella schiena.

ad alto volume, jazz, sul pavimento iridi.

 

non fermarti, voglio te, voglio di più.

 

 

6.      

cioccolato fuso da labbra a pelle

ostruendo i pori. spinge la forza

di aliti e sospiri sul mento.

 

luce sottile e notte sempre insieme.

 

7.      

cioccolato fuso e di biscotti briciole.

nessun bambino ma pollici succhiati.

gemiti acuti e intensi, senza rulli di tamburi, senza pistole.

 

pesanti parole silenti su lingue leggere intrecciate.

 

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

 

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                                        BLERINA ROGOVA GAXHA


Proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo

Blerina Rogova Gaxha è nata a Gjakova, in Kosovo. È poeta, saggista e ricercatrice letteraria. Si è laureata all'Università di Prishtina e ha conseguito un dottorato di ricerca in scienze letterarie. Ha pubblicato quattro libri di poesia. Il suo ultimo libro Thasë ha ottenuto il Premio letterario nazionale per il miglior libro di poesia del 2020, assegnato dal Ministero della Cultura del Kosovo. Ospite di Residenze internazionali di scrittura a Vienna, Spalato e a Novo Mesto, in Slovenia, l'autrice è spesso invitata a festival letterari in Europa; le sue poesie e i suoi saggi sono stati pubblicati in antologie e riviste internazionali e sono stati tradotti in tedesco, inglese, francese, sloveno, croato, greco, rumeno, turco e macedone. È membro del PEN Club del Kosovo.

Si distende nel tempo e nello spazio la voce poetica di Blerina Rogova Gaxha, di origini kosovare, in un canto pacato e appassionato rivolto a sé stessa ma anche abbracciando un’umanità desiderosa di rifiorire, come quel tulipano bianco simbolo di felicità e di pace. È il suo contributo poetico forte, per una terra che ha visto devastare e soffrire in tanti anni di conflitti.

 

Die weiße Tulpe

 

mein Körper ist ein Universum

die Erinnerungen sind älter als ich

ich habe viel Geschichte geboren

 

ich höre meine Stimme, die wiederholt wird

in tausend Jahren

in tausend Leben

im ganzen Schlaf der Welt

hier ist der Frieden groß

ich höre meine Stimme

in all den Jahren

in all den Herzen

in den schlafenden Leben

 

ich sehe

meine Träume in Träumen von anderen

in tausend Nächten

ein Leuchtturm geht an und aus

meine Augen

können schlafen

können tausend Jahre schlafen

aber mein Leben wohnt hier

im großen Frieden

und ich lerne, eine Blume zu sein

 

 

 

The white tulip

 

my body is a universe

memories are older than me

I have born a lot of history

 

I hear my voice repeated

in a thousand years

in a thousand lives

in all the sleep of the world

here peace is great

I hear my voice

in all the years

in all the hearts

in the sleeping lives

 

I see

my dreams in the dreams of others

in a thousand nights

a lighthouse goes on and off

my eyes

can sleep

a thousand years can they sleep

my life dwells here

in great peace

and I gather how to be a flower

 

 

 

Il tulipano bianco

 

è un universo il mio corpo

i miei ricordi sono più antichi di me

ho dato vita a tanta storia

 

odo la mia voce, che continua a ripetersi

per mille anni

per mille vite

in tutti i sonni del mondo

grande è la pace qui

ascolto la mia voce

in tutti gli anni

in tutti i cuori

nelle vite addormentate

 

scorgo

i miei sogni nei sogni degli altri

per mille notti

un faro si accende e si spegne

ai miei occhi

è dato di dormire

per mille anni possono dormire

qui dimora la mia vita

in una pace grande

e imparo ogni giorno a essere

un fiore

 

(traduzioni in inglese e in italiano di Lucilla Trapazzo)

 

 

***

 

Cancer of the Balkan spirit

 

It was in school in 1990 when we learnt about the cancerous Balkan spirit

We repeated this, year on year, for days and hours

But, we didn’t know which spirit filled the Balkan’s lungs

Until the nineties passed

And to the lungs of motionless bodies, the fault clung

It was 1990 when the teacher showed us a table of fatal diseases

And she did this, year on year

Among the thousands of questions     

There was always one absent answer– whose is this spirit

It was the nineties. We drew it backwards for fun

We didn’t know our answers would be taken away by motionless bodies

It was the nineties when we declined the name ‘cancer’ in Albanian language class

We didn’t know what surname would fit it best

And then, we giggled and made fun by turning the number nine into six

Imagining the year of the devil

 

 

 

Il cancro dell’anima balcanica

 

A scuola nel 1990 abbiamo appreso di un cancro dell’anima balcanica

Lo ripetevamo, anno dopo anno, per giorni e per ore

Quale fosse lo spirito che riempiva i polmoni dei Balcani non ci era dato sapere

Fino a quando gli anni Novanta sono andati via

E ai polmoni di corpi immobili, la colpa è rimasta aggrappata

Era il 1990 quando la maestra ci mostrò una tabella con le malattie mortali

E così fu, anno dopo anno

Tra le mille domande     

Mancava sempre una risposta: di chi è questo spirito?

Erano gli anni Novanta. Lo disegnavamo al contrario per svago

Senza sapere che le nostre risposte sarebbero state portate via da corpi immobili.

Erano gli anni Novanta quando declinammo la parola “cancro” a lezione di albanese.

Non sapevamo quale fosse il cognome più adatto

Ridevamo e che piacere tramutare quel numero nove in un sei

Immaginando l'anno del diavolo

 

(traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

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                                               BEATRIZ SAAVEDRA GASTELUM

Su invito diretto di Giuseppe Vetromile

Beatriz Saavedra Gastélum es Maestra en letras por la Universitat de Barcelona, España. Es escritora, investigadora, poeta, ensayista y académica. Doctorada por el IMEL (2018). Directora del centro de estudios sobre la mujer en la Academia Nacional de Historia y Geografía (ANHG) y directora del festival La mujer en las letras de la ANHG UNAM. Codirectora de la Editorial Floricanto, A.C. y directora de La Casa Estudio de Crítica Literaria CDMX. Autora de 17 libros de poesía y un libro de ensayo, Anatomía del Erotismo en Griselda Álvarez. Dirige el Taller de Creación Literaria “Alicia Reyes” en la Capilla Alfonsina (INBAL), y es directora del ciclo de conferencias “La poética de la inteligencia” en el Museo de la Mujer (UNAM). Creadora y coordinadora del ciclo Poesía en voz de sus auroras en el Museo de la Mujer UNAM. Coordina el programa poéticas de la inteligencia en “Mujeres a la tribuna” IMER. Corresponsal de la revista Literarte Bilbao, España. Autora de artículos sobre literatura en revistas y periódicos nacionales y extranjeros, estudiosa de las nuevas formas literarias. Sus poemas se han traducido al náhuatl, inglés, alemán, italiano, chino y griego.

 

Beatriz Saavedra Gastelum Master in lettere presso l'Università di Barcellona, ​​​​Spagna. È scrittrice, ricercatrice, poetessa, saggista e accademica. Dottorato di ricerca presso IMEL (2018). Direttrice del Center for Women's Studies dell'Accademia Nazionale di Storia e Geografia (ANHG) e direttrice del festival Women in Letters dell'ANHG UNAM. Condirettore Editoriale Floricanto, A.C. e direttore di La Casa Estudio de Crítica CDMX. Autore di 17 libri di poesie e un libro di saggi, Anatomía del Erotismo en Griselda Álvarez. Dirige il Laboratorio di Creazione Letteraria “Alicia Reyes” alla Capilla Alfonsina (INBAL), ed è direttrice del ciclo di conferenze “La poetica dell'intelligenza” al Museo delle Donne (UNAM). Ideatrice e coordinatrice del Ciclo della Poesia nella voce delle sue albe all'UNAM Women's Museum. Coordina il programma poetico dell'intelligenza in “Mujeres a la tribuna” IMER. Corrispondente della rivista Literarte Bilbao, Spagna. Autrice di articoli di letteratura su riviste e quotidiani nazionali ed esteri, studiosa di nuove forme letterarie. Le sue poesie sono state tradotte in nahuatl, inglese, tedesco, italiano, cinese e greco.

La poetessa e scrittrice spagnola Beatriz Saavedra propone qui due brani poetici diversi, il primo dedicato alla grande artista Frida Kahlo e il secondo più intimistico e riflessivo. Ambedue possono però offrire uno spaccato abbastanza completo del suo dettato lirico, veramente colto e profondo, specie nelle tematiche dell’esistenzialismo, dove l’autrice intravede la vita oltre l’altro lato come i ciechi.



 La Casa Azul de Frida Kahlo

                            

Volvamos a pintar los muros a mano franca

a cuerda sabia

del empuje a la  impotencia

de la lucha a la pujanza.

Frida se viste de luz erguida,

se viste para la hazaña y calza la guerra

en expresión natural, ella es voz y no eco,

razón en el metal enmohecido a la cintura

le ciñe el desdén tras orgullo,

el valor de ser como el hidalgo, amortajado y seco de Machado,

pero se hace tarde  para devolverla al mundo

y los lánguidos quebrantos del olvido son nerviosamente azules.

Frida calla y se levanta las enaguas

se descubre frente al espejo con porte silencioso

en calma calla, recorre corredores despoblados

con el corazón rojo, rojísimo del retrato a la mano,

de la mano al extendido.

Hay un sitio en la ventana, desde ese punto observa Frida,

su vista es siempre eje del círculo,

centro su ser, médula su arte,

ella porta de su patria el infinito,

el color como libre afirmación de credo.

                      

Sobre la cama de Frida el paraíso,

sobre ella el universo.

 

  

La casa blu di Frida Kahlo

 

Torniamo a dipingere le pareti con mano schietta

corda saggia

dalla spinta all'impotenza

di lotta in lotta.

Frida si veste di retta luce,

si veste per l'impresa e indossa la guerra

nell'espressione naturale, è voce e non eco,

ragione nel metallo arrugginito in vita

disprezzo dopo che l'orgoglio lo cinge,

il coraggio di essere come l'hidalgo di Machado, avvolto e asciutto,

ma si sta facendo tardi per restituirlo al mondo

e le languide lacrime dell'oblio sono nervosamente azzurre.

Frida tace e alza la sottoveste.

si scopre davanti allo specchio con contegno silenzioso

con calma, silenzio, percorre corridoi deserti

col cuore rosso, rossissimo del ritratto in mano,

dalla mano all'esteso.

C'è un posto alla finestra, da quel punto Frida osserva,

la sua vista è sempre l'asse del cerchio,

centro del suo essere, midollo della sua arte,

porta dalla sua patria l'infinito,

colore come libera affermazione del credo.

 

Nel paradiso del letto di Frida,

sopra di lei l'universo.

 

 

***

 

Cicuta de tiempo

                                               

Dialogo con los muertos 

para ver al otro lado como un ciego,

recorro la senda indescifrable

prisionera de mi cuerpo,

de esta sombra que me busca en la memoria.

 

De algún modo dispongo mi esqueleto

en el intrincado paso de imágenes y nombres,

pero sueño también

y me revelo

en la desmesura del instante,

en la cicuta del tiempo.

 

Bajo el sigilo de la acera

escucho el resonar de un diálogo involuntario,

la ociosa espera

para moverme en la vasta noche silente

y olvidar el sueño último,

el polvo de universo intolerable

que acumula el pasado

esa luz que se apaga

trazando voces desde otra puerta.

 

Son las mismas caras,

rostros fugitivos comiendo el pan de otros

y en su sopor infinito

penetran mi infatigable desnudez

en transparencia.

 

 

Cicuta del tempo

 

Dialogo con i morti

vedo l'altro lato come un cieco,

percorro il sentiero indecifrabile

prigioniero del mio corpo,

di quest'ombra che mi cerca nella memoria.

 

In qualche modo ho esposto il mio scheletro

nell'intricato passaggio di immagini e nomi,

ma sogno anch'io

e mi rivelo

nell'istante incommensurabile,

sull'orlo del tempo.

 

Sotto l'invisibilità del marciapiede

Sento il risuonare di un dialogo involontario,

l'attesa inattiva

per muoversi nella vasta notte silenziosa

e dimenticare l'ultimo sogno,

la polvere intollerabile dell'universo

che accumula il passato

quella luce che si spegne

sussurrando voci da un'altra porta.

 

Sono le stesse facce

facce fuggiasche che mangiano il pane degli altri

e nel loro infinito torpore

penetrano la mia instancabile nudità

in trasparenza.

 

(traduzioni in italiano a cura dell’Autrice

riviste da Giuseppe Vetromile)

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                                                              PANKHURI SINHA


Proposta e tradotta da Lucilla Trapazzo

Pankhuri Sinha is a bilingual writer, although she writes more in her mother tongue Hindi than in English. Her first award is for her Hindi poetry Ek naya maun, ek naya udghosh for which she received the Prestigious Girija Kumar Mathur award in 1995, while studying in BA  Honours part II, in Indraprastha College, Delhi University. Her first two books are collections of stories published in 2006 and 2008, with Gyanpith, a very prestigious name in Hindi publishing. Both these collections have received the love of readers and critical acclaim. She then, went on to publish two collections of Poems in English, Prison Talkies in 2013 and Dear Suzannah in 2014, both with Xlibris, Indiana. Since then, she has published four collections of poems in Hindi, Raktim Sandhiyan, Bahas Paar ki Lambi Dhoop, Pratyancha, and most recently, Geetil Raatein. She has also received numerous prestigious awards in between Chitra Kumar Shailesh Matiyani Samman in 2007 for her first story collection koi-bhi-din, Rajeev Gandhi Excellence Award in 2013 for outstanding achievements in writing by Seemapuri Times, First Prize for poetry by Rajasthan Patrika in 2017, Pratilipi Kavita Award and many other prestigious awards. She is a student and teacher of Modern British History, currently teaching in a government college in Bihar, India. She did her Master’s in History from SUNY Buffalo in 2007. She has an incomplete Phd from University of Calgary, Alberta, Canada, which she plans to finish in the near future. She received the Dean’s entrance fellowship at the time of her admission in the Phd programme in 2008 in the University of Calgary. Her poems have been translated in several Indian languages like Bengali, Marathi and languages abroad like Spanish, Serbian, Nepali, Turkish and Romanian. These Poems have also been published in magazines of these languages. She herself has translated Hungarian, Romanian, Serbian, Italian and Turkish poets. She also translated stories by Ramnika Gupta from Hindi to English, and the interview of reputed Indian theatre personality Ratan Thiyam by Udayan Vajpai from Hindi to English. She is also a freelance journalist and has interviewed several top politicians and writers like Shashi Tharoor, Mahesh Sharma, Mark Tully, the German dancer Anne Dietrich, Professor Critic Dr Margaret Koves, Prof Istvan Voros.

 

Pankhuri Sinha è una scrittrice bilingue, anche se scrive più nella sua lingua madre hindi che in inglese. Il suo primo premio è stato per la poesia hindi Ek naya maun, ek naya udghosh per la quale ha ricevuto il prestigioso premio Girija Kumar Mathur nel 1995, mentre studiava in BA Honors parte II, all'Indraprastha College, Università di Delhi. I suoi primi due libri sono raccolte di racconti pubblicati nel 2006 e nel 2008, con Gyanpith, un nome molto prestigioso nell'editoria hindi.

Entrambe queste pubblicazioni hanno ricevuto l'apprezzamento dei lettori e il plauso della critica. Ha poi pubblicato due raccolte di poesie in inglese, Prison Talkies nel 2013 e Dear Suzannah nel 2014, entrambe con Xlibris, Indiana. Da allora, ha pubblicato quattro raccolte di poesie in hindi, Raktim Sandhiyan, Bahas Paar ki Lambi Dhoop, Pratyancha e, più recentemente, Geetil Raatein. Ha anche ricevuto numerosi premi prestigiosi.

È una studentessa e insegnante di Modern British History, attualmente insegna in un college governativo a Bihar, in India. Ha conseguito il Master in Storia presso la SUNY Buffalo nel 2007. Ha un dottorato di ricerca incompleto presso l'Università di Calgary, Alberta, Canada, che prevede di terminare nel prossimo futuro. Ha ricevuto la borsa di studio del preside al momento della sua ammissione al programma di dottorato nel 2008 presso l'Università di Calgary.

Le sue poesie sono state tradotte in diverse lingue indiane come bengalese, marathi e all'estero come spagnolo, serbo, nepalese, turco e rumeno. Queste poesie sono state pubblicate anche su riviste di queste lingue. Lei stessa ha tradotto poeti ungheresi, rumeni, serbi, italiani e turchi.

Ha anche tradotto le storie di Ramnika Gupta dall'hindi all'inglese e l'intervista del famoso personaggio teatrale indiano Ratan Thiyam di Udayan Vajpai dall'hindi all'inglese. È anche una giornalista freelance e ha intervistato diversi importanti politici e scrittori come Shashi Tharoor, Mahesh Sharma, Mark Tully, la ballerina tedesca Anne Dietrich, la professoressa critica Margaret Koves, il professor Istvan Voros.

La poesia di Pankhuri Sinha, di origini indiane, è pervasa da una forte atmosfera nostalgica che illumina la sua storia, le immagini, i ricordi, riportando nella realtà attuale un mondo desiderato e sognato, nel giusto equilibrio di una natura sovrana e libera da ogni forma di costrizioni e di omologazioni. Attraverso una poesia forte, a volte stentorea a volte dolce e delicata, la poetessa afferma con decisione il grande valore dell’arte e della poesia per l'affrancamento da ogni vincolo imposto.

 

Spring again

 

Waiting to burst into a million colours

Spring is jutting out of my

Shoulder blades and  finger tips!

Oozing out of this mother earth, the ground we walk on, its ready to take the town!

The wind told me and turned into breeze

Red winged black bird

Asked me to keep a secret!

The buzzing was of bees

And the silence of migrant butterflies!

 

Its daffodils for you

And tulips will sing

Grass will bloom yellow but before that

Muddy patch wears green

lets look up at the sky clearing ,

Trees blushing

Redness sweeping the fleshy branches!

 

I imagine the poplars

The maple show, the chandeliers of the willow

Tell me o dears! Of the first day, the sun melted the snow!

 

There is spring here too

Surrounded am I !

 

Imported might be some flowers, but who cares

How organic is Spring ?

Its here and real, native, authentic

The pollen laden, tangy scented, mango blossoms

Filling the air and your senses!

 

But this cuckoo call from the other hemisphere?

You ask me, what is it dear?

How can I forget, I was just going to plant apple trees?

There are many things you can forget

But not the way, cherry blooms

Pears dangle and the path leads straight

To that house from the lake

That was once yours!

 

 

Di nuovo primavera

 

In attesa di esplodere in milioni di colori

primavera mi straripa dalle

scapole alla punta delle dita!

Sgorgando dalla Madre Terra, il terreno

su cui muoviamo i passi, si prepara a conquistare la città!

Me lo ha detto il vento ed è mutato in brezza

Un uccello nero dalle ali rosse

mi ha chiesto di mantenere il segreto!

Era di api il ronzio

e di farfalle migratorie il silenzio!

 

Per te i suoi narcisi

i tulipani canteranno

l'erba sboccerà di giallo e prima che

le pozze di fango si vestano di verde

guardiamo il cielo diventare chiaro,

rosseggiano gli alberi 

vermiglio il colore si estende sui rami carnosi!

 

Immagino i pioppi

Lo spettacolo dell'acero, i candelabri del salice

Ditemi, o cari! Del giorno in cui il sole disciolse la neve!

 

Anche qui la primavera è.

Mi circonda!

 

Importa che alcuni dei fiori siano importati

Quanto è poi biologica la primavera?

È qui, è vera, spontanea, autentica

carichi di polline i fiori di mango dal profumo pungente

inondano l'aria ed i sensi!

 

Ma questo richiamo del cuculo dall'altro emisfero?

Mi chiedi: cosa c’è, mia cara?

Come posso dimenticare che volevo piantare dei meli?

Molte le cose che possiamo dimenticare

ma non il modo in cui fioriscono i ciliegi

le pere dondolano e come il sentiero porta dritto

a quella casa sul lago

che una volta era tua!

 

 (Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)


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                                                DRAGO ŠTAMBUK


 Proposto e tradotto da Suzana Glavaš

Medico, dipolomatico e poeta croato, Drago Štambuk nasce il 20 settembre 1950 a Selce sull'isola di Brač/Brazza. È tra i più proficui e i più amati poeti croati contemporanei, con 26 raccolte di poesia finora pubblicate in patria e all'estero e 5 selezioni antologiche d'autore tra cui I šišmiši su ptice u bezpjevnoj zemlji (Anche i pipistrelli sono uccelli in terra senza canto), Zagreb 2005, da cui sono tratte e tradotte queste tre poesie.

Lapidario, nei suoi versi asciutti e davvero incisivi, il croato Drago Štambuk attua una poesia simbolica molto forte, pregna di allusioni e rimandi. La forma quasi epigrammatica fonda nell’essenzialità il dire poetico, che lascia al lettore ampi spazi di interpretazione emotiva e storica.


Ljudi se boje trnja,

a mene pozlijediše cvjetovi.

 

La gente teme le spine,

a me ferirono i petali.

 

 

***


Prostranstvo                                                              

 

Oduvijek znah

za oblake nad Hrvatskom.

 

Jer nema ničega

većeg od ljubavi

i prijateljstva,

 

također -

nikada ne zaboravi

ocean i kitove,

 

Isusa

kojega gađaju ostima

dok stoji na leđima

ulješure

koja plovi polarnim morem.

 

Harpuni su hitnuti,

ljubi Boga.

 

 

Immensità

 

Da sempre sapevo

delle nuvole

sopra la Croazia.

 

Poiché non vi è nulla

di più grande dell'amore

e dell'amicizia,

 

altresì -

non dimenticarti mai

degli oceani e delle balene,

 

di Gesù

colpito dagli arpioni

mentre sta sul dorso

del capodoglio

che nuota nel mare polare.

 

Gli arpioni sono stati gettati,

ama Dio.

 

 

***

 

Ljubav je poput biblijskoga

kruha; može se samo umnažati.

 

Ona je kvasac koji diže tijesto

i zrno koje izrasta u stablo

što daje plod.

 

Ljubav uključuje, širi se i cvjeta.

 

I ne pokušajte za sebe je zadržati.

 

 

 

L'amore è come il pane

azzimo biblico; può solo moltiplicarsi.

 

Esso è lievito che fa gonfiare l'impasto

e il seme che si sviluppa nell'albero

che dà frutto.

 

L'amore include, diffonde e fiorisce.

 

E non cercate di tenerlo per sé.

 

(Traduzione in italiano di Suzana Glavaš)

 

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                                             JAMES TIAN TIANYU

Proposto e tradotto da Lucilla Trapazzo

James Tian Tianyu è nato nel 1994 nella Provincia di Shandong Tai'an City. È un poeta e traduttore cinese, capo redattore dell'edizione internazionale di Legend Magazine e di Chinese Literature Magazine. È membro dell’Associazione Cinese di Poesia, della Televisione Centrale Cinese (CCTV), direttore del gruppo "Saggezza Cinese", membro di American China, ricercatore internazionale archeologico e storico dell’istituto linguistico, direttore della rivista Serbia Alia Mundi.

La poesia del cinese James Tian è densa di immagini della natura e intrisa di forte emotività. I suoi versi sono leggeri ma nello stesso tempo profondi, laddove denotano una sincerità e una profondità di pensiero che attinge dalla millenaria cultura orientale. L’estetica e l’eleganza dei suoi versi illuminano la realtà attuale, anche nell’affanno della quotidianità cittadina.


 Starry Night Covered By The Fireflies

 

Just like fireflies staying the signs on my heart now,

Being warm enough like I can’t to breathe.

In this crowded and old city,

It’s suitable for finding the peaceful solution with wings in free.

 

The moon is too old to carry,

Those dreams made by our children.

When you feel like tired at a hole,

And looking forward to better things,

Make sure yourself front of the mirror are not in strange.

 

Just like fireflies covered the starry night,

Each sign is a new representative.

In this crowded and old city,

It’s suitable for finding the precious harmony.

 

 

 

Notte stellata colma di lucciole

 

Sono lucciole i segni sul mio cuore

incendio che non lascia respiro

in questa città vecchia e affollata

idonea a pacifiche soluzioni con le ali

in libertà.

 

La luna è troppo vecchia per portare

i sogni dai nostri figli disegnati.

Quando stanco in una crepa resti

in attesa di cose migliori

ripeti di fronte allo specchio io non sono strano.

 

Come notte stellata coperta di lucciole

ogni segno è nuovo canale.

In questa città vecchia e affollata

ogni segno riscopre preziosa armonia.

 

 

***

 

 

Spring Flows Into Summer

 

How good If I could be by your side in spring,

Our love will be seduced by the fragrance of this season.

Perhaps we’ll just recall the past softly somewhere,

But believe we can cherish more at that moment.

 

How romantic if I could be by your side in summer,

Our hot love is the reflection of the weather.

Perhaps we’ll just stare at each other sometimes,

In the best way that we're all the best dreamers.

 

I know that love is an eternal freedom,

Distance and proximity will become the same word.

Though I can only just fantasize about our future life,

Its breath has made me know,

It’s worth to search.

 

Let spring flow to summer now,

Turning warmth into the taste of missing.

I’m humming silently at the window,

The silent time has moved me by its hope.

 

 

 

La primavera fluisce nell'estate

 

Oh, se potessi essere al tuo fianco in primavera!

Sedotto sarebbe l’amore dall’aroma di questa stagione.

Forse da qualche parte dolcemente ricorderemo il passato,

Ma credimi, si può gioire di più in quel momento.

 

Romantico sarebbe stare al tuo fianco in estate,

Il nostro amore è il riflesso del tempo.

Forse ci guarderemo a vicenda a volte,

Nel migliore dei modi, siamo tutti ottimi sognatori.

 

Sì, amare è eterna libertà,

distanza e vicinanza saranno una sola parola.

Anche se posso solo fantasticare sulla nostra vita futura,

Il suo respiro mi ha fatto capire

Che vale la pena cercare.

 

Lascia che la primavera fluisca verso l'estate ora,

Trasformando il calore nel gusto della mancanza.

Canticchio in silenzio alla finestra,

Il tempo silenzioso mi ha commosso con la sua speranza.

 

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

 

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                                                              GEORGE WALLACE


Proposto e tradotto da Antje Stehn

George Wallace, USA, è un premiato poeta e giornalista di New York che ha eseguito il suo lavoro in tutta l'America e in Europa. Autore di Poppin' Johnny (Three Rooms Press, 2009) e di venticinque libri di poesie, è stato editore di Poetrybay, Long Island Quarterly, Walt's Corner, Great Weather for Media e altri siti di poesia e pubblicazioni letterarie cartacee. Ex volontario dei Peace Corps, ufficiale medico dell'USAF e organizzatore della salute della comunità, è vincitore del CW Post Poetry Prize e del premio Poetry Kit Best Book. Con Carol Hamilton, poeta laureato in Oklahoma, ha co-fondato i Woody Guthrie Poets ed è stato nominato "Next Generation Beat" dal comitato del festival Lowell Celebrates Kerouac. Nel 2003, George Wallace è stato nominato primo poeta laureato per la contea di Suffolk, New York. Nel 2011 è stato nominato Writer in Residence presso il luogo di nascita di Walt Whitman.

La poetica dello statunitense George Wallace, giornalista, autore prolifico e molto apprezzato anche in Europa, è a larghissimo raggio, basandosi su una personale forte esperienza di vita e su una cultura letteraria molto ampia. Il suo dire è discorsivo, immediato, e riflette sulle cose minime della quotidianità ma anche sulle peculiarità dell’essere poeta, del subbuglio anticonformista che caratterizza, in ultima analisi, ogni individuo dalla forte impronta creativa. La sua ampia conoscenza storica e sociale di questo nostro mondo globalizzato, gli permette una scrittura adeguata e aderente a molti temi attuali.



 Hard apples

 

when you wake

in the middle

of the night

i may be

lying by

your side

or i may be

lying in a field

of white daisies

or a grove of old

apple trees with

sunlight falling

bees buzzing

and all the

hard apples

falling onto

my chest

my face

my dew-

shut eyes:

       i am gone to fight the fascists, bella!

therefore

when you

kiss me

tonight,

cover me

with kisses

like the morning

sun kisses

a flower

 

 


Mele dure

 

quando ti svegli

nel mezzo

della notte

potrei essere

al tuo fianco

o potrei essere

sdraiato in un campo

di margherite bianche

o in un boschetto con

vecchi meli

e la luce del sole

che cade

api che ronzano

e tutte le

mele dure

che cadono sul

mio petto

sulla mia faccia

sui miei occhi

chiusi dalla rugiada:

       sono andato a combattere i fascisti, bella!

Dunque

quando mi

baci stasera,

coprimi

con baci

come il sole del mattino

bacia

un fiore

 

 

***

 

 

The Poet

 

the poet is an

abandoned room

in a terrible city,

he lives with

strangers,

he lives with

the dead, he's

haunted by

memory,

overhead

a naked

light bulb

     swings,

inside his head

jaguars prowl,

jaguars and jackals,

the poet spends

all day filling

his head up like a

faucet leaking into

a clogged sink, he's

a man on a mission, he's

a man with a small

gambling problem,

he is filling out a

lottery ticket with

all the wrong numbers,

what a laugh! the poet

is a detective without a badge,

he is present at the scene of the crime,

everyone ignores him, who is this

guy anyhow, after the cops leave

he tries on all the clothes

in the closet, nothing fits him;

he lines his pocket with hard candies

and skin creme; he is a rag picker,

he is all of the above, human history

is knotted up in his fist like a noose,

he is fair game for lovers and

merchants of dreams, he speaks

all languages, all the uttered phrases

of lost nations are at play

in his head, his brain

is fire, his brain is smeared

concrete, his brain is

hieroglyphics, he lives in

the tomb of the forgotten kings,

his tongue is cave paintings,

his will was written

by a frightened child,

and the city loathes him,

he has no spending money

and nothing to offer

except words, words, when

the landlord comes to the door

he pretends he is dead.

 

 


 Il Poeta

 

Il poeta è una

stanza abbandonata

in una città terribile,

vive con degli

estranei,

vive con i morti, è

perseguitato dalla

memoria,

sopra la sua testa

una lampadina

nuda

     dondola,

dentro la sua testa

i giaguari si aggirano,

giaguari e sciacalli,

il poeta passa

tutto il giorno

a riempirsi la testa come un

rubinetto che gocciola

dentro un lavandino intasato, lui

è un uomo in missione, lui è

un uomo con un piccolo

problema di gioco d'azzardo,

sta compilando un

biglietto della lotteria con

tutti i numeri sbagliati,

che risata! Il poeta

è un detective senza distintivo,

è presente sulla scena del delitto,

tutti lo ignorano (chi è questo

tipo, comunque), dopo che la polizia se ne è andata

si prova tutti i vestiti

dell'armadio, niente gli va bene;

si riempie le tasche di caramelle dure

e crema per la pelle; è un raccoglitore di stracci,

lui sta sopra ogni cosa, la storia umana

è annodata al suo pugno come un cappio,

lui è un gioco leale per gli amanti e

i mercanti di sogni, parla

tutte le lingue, tutte le frasi pronunciate

nelle nazioni perdute sono in gioco

nella sua testa, nel suo cervello

c’è fuoco, il suo cervello è cemento

imbrattato,

 il suo cervello è pieno di

geroglifici, lui vive

nella tomba dei re dimenticati,

la sua lingua sono le  pitture rupestri,

il suo testamento è stato scritto

da un bambino spaventato,

e la città lo detesta,

non ha soldi da spendere

e niente da offrire

tranne parole, parole, quando

il padrone di casa viene alla porta

fa finta di essere morto.

 

***

 


The plains of Po

 

not just the gone flesh

   of a sinner

      hanging beside

   the glowing corpse

      of his savage, cursing god

not just the flesh of the sun

   in its erotic rage

      raining volcanic ash

   down upon civilizations

nor the son of a Roman

   soldier or senator

      amusing himself

         with bayonet blades

   and bottlerockets

i carry these poems

   like sacraments

      gripped in the

   mystic act of love

like Paolo Pasolini

   before the war,

      a childlike figure

         born from tilled land,

      torched with felibrisme

   in the sunstruck days,

      surveying the rough,

   heartless landscape

of northern Italy,

      the ‘Plains of Po'

   beyond which lies

Bologna

 

 

 

La pianura del Po

 

non solo la carne morta

   di un peccatore

      appeso accanto

   al cadavere ardente

      del suo dio selvaggio maledicente

non solo la carne del sole

   nella sua rabbia erotica

   che fa piovere cenere vulcanica

   sulle civiltà

né il figlio di un romano

   soldato o senatore

      che si diverte

         con le lame della baionetta

   e razzi di bottiglia

porto queste poesie

   come i sacramenti

      afferrato nel

   mistico atto d'amore

come Pier Paolo Pasolini

   prima della guerra,

      una figura infantile

         nata dalle terre coltivate,

     infiammata dal felibrismo

   nei giorni soleggiati,

      perlustra il ruvido

   paesaggio senza cuore

del nord Italia,

      la "Pianura padana"

   oltre la quale si trova

Bologna

 

(traduzione in italiano di Antje Stehn)

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                                                      ANTJE STEHN



Antje Stehn è nata in Germania. Poeta, artista visiva, curatrice di mostre, membro del PEN Tedesco Zentrum für deutschsprachiger Autoren im Ausland. Ideatrice del progetto artistico, poetico internazionale “Rucksack a Global Poetry Patchwork”. Fa parte del collettivo poetico internazionale PoetryismyPassion e del direttivo del Piccolo Museo della Poesia, San Cristoforo di Piacenza. È co-editrice del librorivista TamTamBumBum, del blog di poesia sudamericano los Ablucionistas e di Teerandaz del Bangladesh. Ha pubblicato la raccolta bilingue, tedesco-Italiano Grotesk! (2022), Expeditionen Verlag. Le sue poesie sono state tradotte in dieci lingue diverse, pubblicate in numerose antologie italiane e internazionali. Ha partecipato a numerosi Festival, tra cui il Festival Internacional de Poesía Ignacio Rodríguez Galván / Messico (2021), il Silk Road International Poetry Festival /Cina2022, il Karamanov Festival/Rep.Macedonia del Nord (2021,2022) e il Festical internacional de poesia de La Habana, Cuba, (2021,2022).

 

Mount Gurugu

 

Thousands

come down at night

people in front of other people

barefoot on the thin tufts

from Mount Gurugu

They have a dream

nothing will stop them

shears, bars, stones

they will try again

waiting for years

they have nothing to lose

they will try again

until they find their way into

the fortress

shouting

"Freedom! Freedom!"

Freedom!

a nice word, right?

a sweater word

pulled over the head

hundreds of times without thinking

suddenly it's the wrong way around

unstitched threads dangle

round the utopia

of an open society

 

 

Monte Gurugu

 

Migliaia a piedi nudi

scendono di notte

persone davanti ad altre persone

sui magri ciuffi dal monte Gurugu

Inseguono un sogno

niente li ferma

tentano, ritentano

cesoie, spranghe, pietre

tentano ritentano

sono qui da anni ad aspettare

non hanno più niente

da perdere

tentano ritentano

fino al salto dentro la fortezza

con il grido

«Libertà! Libertà!»

Libertà

una parola bella, vero?

Una parola maglione

usata con gesti sicuri

migliaia di volte

all'improvviso è al contrario

intrecci di fili spezzati

intorno all'utopia

di una società aperta


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                                                 LUCILLA TRAPAZZO


Lucilla Trapazzo è una poeta, traduttrice, artista e performer italo-svizzera. Dopo anni trascorsi all’estero, per studio e lavoro (DDR, Belgio, USA), ora vive a Zurigo.

Convinta sostenitrice dei diritti umani e del pianeta, il suo punto di vista sociale e femminile si riflette in molti dei suoi scritti. Da una sua poesia, Salmodia, che narra di una sposa-bambina, è stato tratto un video (produzione Palazzo del Poeta, OST Marco Di Stefano), trasmesso da RAI 1 nel 2021.

Quattro i suoi libri di poesia. Le sue poesie sono state tradotte in sedici lingue e pubblicate ampiamente su riviste letterarie internazionali. Numerosi anche i premi e i riconoscimenti internazionali.

 

There is light all around and it opens

 

behind closed eyes

 

Light is not just a matter of the day it

       simply is

 

a meadow

of poppies - sacred island in the white

beyond these words of mine

beyond the devious glances on the road

 

we all scrape of the day the surface

 

in the corners scavengers are waiting

that you yield - they measure

the weight of your bones 

and your rags

 

at night I surrender to my body

       

         vibrato of dotted strings

 

earthly symphony imploring the red

 

 

È luce tutt’intorno e s’apre anche

 

dietro gli occhi chiusi

 

non è cosa del giorno la luce

       semplicemente è

 

un prato

di papaveri isola sacra nel bianco

oltre queste mie parole

oltre gli occhi sghembi per la via

 

sfioriamo tutti del giorno superficie

 

agli angoli di strada saprofagi aspettano

la resa - misurano il peso delle ossa 

degli stracci

 

di notte mi abbandono al corpo

       

  vibrato di stringhe puntiformi

 

sinfonia terrena impetrante il rosso

 

 

***

 

Quando la stirpe degli insetti

 

si riappropria

della notte orme e geometrie

invisibili mormorano brusii

di polline esulta il verde minimo

salvato dal cemento all’angolo

dell'uomo

 

resiste la poesia ai margini di strada

esige la deriva delle corse il tempo

dilatato la via minuscola di ogni istante

pieno

 

è quasi un alleluia d’eternità

è quasi la disfatta

 

antropica

 

e il quasi qui è somma di nostra

povertà

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                                                         SUZANA GLAVAS

                     


Suzana Glavaš si è laureata a Zagabria in filologia romanza ed è docente di lingua croata presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, studiosa dei rapporti letterari italo-croati da Dante fino ad oggi, ebraista e studiosa della Shoah, traduttrice, poetessa. Ha pubblicato fino ad ora tre sillogi di poesie italiane di cui la prima è uscita nel 2013 con Aracne editrice: Sono donna che NON C’È (prefazione di Maria Roccasalva) mentre la seconda Ti suono le mie dita. Per mano sola è stata pubblicata nel 2015 da La Mongolfiera Editrice, con le Prefazioni della pianista compositrice e scrittrice Maria Gabriella Mariani e del violoncellista scrittore e poeta Luca Signorini. La sua terza silloge Come stormi colmi di giorni di ritorni è uscita da pochi giorni con la Carthago Editrice di Catania.

Ha vinto il Premio di Poesia I moti dell’Anima Città di Positano 2015 e il Premio Speciale della Giuria Città di Sant’Anastasia nel 2016. Le sue poesie sono anche nell’antologia della poesia italiana contemporanea Mare nostro quotidiano, a cura di Giuseppe Vetromile e Melania Panico. Recentemente è stata insignita del Diploma di Eccellenza per una poesia presentata alla Seconda Edizione del Primo Concorso Nazionale sulla Poesia della Shoah.


                                  Bor

                              mi okitiše

                           domaći vrapci 

                      za koncertni rođendan.


                             L'abete

                        mi addobbarono

                        i passerotti locali

              per il concerto di compleanno.


***


Bešumno ti stopalo 

ozvučuje dovratke

za radosne korake

 

Il tuo piede silente

fa risuonare gli stipiti

per il passaggio ridente 


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GIUSEPPE VETROMILE


 il senso del mercato

 

il senso del mercato è questa compravendita di anime

questo scambio di illusioni

e io per te nulla mi porto dentro se non le perle

del tuo amore

le gocce di pianto o la luce dei tuoi sorrisi

 

siamo in una piazza a barattare i nostri sogni

a riceverne di nuovi

e quelli scaduti da tempo ora che non è più tempo

 

a ricostruire metafore per domani

mentre s'inabissa il breve confine

sul limite del giorno

 

questo siamo mia cara

una continua merce di noi stessi

priva di valore

 

restano gli occhi addormetati sul cuscino

qualche moneta infissa nel cuore

per l'eterno gioco della vita

 

come una vecchia macchina trasandata

da riavviare nella bruma

del nuovo mattino

 

 

the sense of the market

 

the sense of the market is this buying and selling of souls

this trading  of illusions

and for you nothing I carry but the pearls

of your love

the drops of a cry or the light of your smiles

 

we stand in a square bartering our dreams

while receiving some new ones

together with those long expired

now that it is no longer time

 

to rebuild metaphors for tomorrow

as the faint margin sinks

at the edge of the day

 

we are this my dear

a endless product of ourselves

worthless

 

our eyes stay asleep on the pillow

a few coins are stuck in the heart

to play the eternal game of life

 

like a scruffy old car

to be restarted in the mist

of a new morning

 

(traduzione in inglese di Lucilla Trapazzo)

 

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5 novembre 2022

 

 

 

 

 

 

 


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