Le Antologie Poetiche Virtuali sono curate da Giuseppe Vetromile. Ogni Volume comprende 10 Autori, liberamente selezionati ed invitati dal curatore. Sono previsti volumi dedicati a particolari ambiti poetici (poesia emergente, poesia dialettale, ecc.). Le copertine sono elaborate e realizzate da Ksenja Laginja.

venerdì 21 maggio 2021

VOLUME XXV

 



Introduzione

 

Ma come si fa a parlare di poesia quando la piaga della guerra continua a sanguinare proprio a due passi da noi? Come si fa a parlare di poesia in un mondo sempre in subbuglio, diviso e suddiviso, ormai perpetuamente ammalato e vaccinato (chissà perché mi vengono in mente gli hacker informatici, per analogia!...), ormai destinato a consumare più di quello che produce, a disinteressarsi completamente dell’ecosistema, degli equilibri naturali, della fame dilagante nei paesi più poveri e tante altre assurde e ingiuste situazioni?... Diremo: ma è naturale tutto ciò; da quando l’uomo è sulla terra, ci sono sempre state le guerre, le ingiustizie, i conflitti, gli accaparramenti, gli sprechi: in fondo è nella natura dell’uomo, e poi bisogna pure considerare che non tutto il male viene per nuocere, le civiltà nascono e muoiono, si alternano ad altri assetti geo-politici, i popoli vanno e vengono, trasmigrano, portano culture nuove. E poi ancora, tutto sommato, l’uomo non è poi questo perfido mostro che si nutre dei suoi simili: sa anche raggiungere vette altissime di grazia, di genialità, di splendore, di beneficenza, di amore… Alti e bassi dell’umanità, che è questa specie di vita che va sempre avanti, comunque, attraversando barriere invalicabili, aprendosi varchi inimmaginabili per raggiungere confini imperscrutabili e misteriosi.

Eppure, nonostante ogni sforzo, ogni tentativo di giustificazione più o meno opinabile e logicamente accettabile, sta di fatto che la situazione attuale non è delle migliori. Da ogni angolatura o aspetto che la si voglia osservare, questa umanità pare che stia veramente per raggiungere il fatidico punto di non ritorno, il confine oltrepassato il quale non si può più tornare indietro. La reversibilità è ormai quasi negata per l’effetto serra e per i ghiacciai che si stanno sciogliendo, per le foreste che si stanno distruggendo, per l’inquinamento globale che sta infettando l’atmosfera. Per non parlare della brutalità, della violenza, dello scempio e dello sfruttamento delle risorse a discapito dei meno abbienti.

In questo scenario, dunque, che senso ha la poesia, l’estetica, la bellezza, la creatività artistica?

Credo che, nonostante tutto, ancora una volta sia giusto affermare che la poesia (quella autentica e nobile) non è morta, parafrasando la fatidica riflessione montaliana. Credo effettivamente che la creatività artistica nell’uomo, la sua propensione innata a utilizzare la materia a sua disposizione per creare forme nuove, al fine di stuzzicare, di stimolare e di emozionare l’anima e lo spirito, sia un talento che non potrà mai essere annullato: mortificato, represso, mercificato, questo forse sì, ma mai l’uomo potrà privarsi della volontà e della capacità di esprimere arte.

Per questo sono convinto che praticare l’arte, e in particolare la poesia, in un mondo che sembra sprofondare nelle negatività di ogni tipo, abbia comunque senso. Anzi, sarà proprio con la poesia e con la creatività artistica che l’uomo continuerà a mantenersi umano, differenziandosi dagli altri esseri viventi, e a rimanere in collegamento spirituale con i propri simili, a condividere con gli altri la gaiezza, la libertà e la consapevolezza di poter mettere a frutto le proprie idee, le proprie creazioni, i propri progetti, al fine di migliorarsi e di migliorare gli altri.

Una linea sottile e delicata ci unisce, continua a tenerci insieme, nella storia e nei popoli di questa terra. Una linea fatta di sintonie, di accordi, di condivisioni emotive: una linea armoniosa, quasi evanescente ma nello stesso tempo robusta e indissolubile: la poesia, l’arte in generale.

Ringrazio dunque i dieci autori di questo venticinquesimo volume dell’antologia, per aver aderito al mio progetto, confermando ancora una volta che anche in tempi di guerra e di oscurità, il lume della poesia e dell’arte possono rischiarare e rinsaldare questa nostra povera umanità in perenne cammino.

 

 

Giuseppe Vetromile

 

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                                                    GABRIELLA CINTI


Ecco un bellissimo poema che trae spunto dal pensiero poetante di Giacomo Leopardi: e non si tratta né di emulazione, né di mero riadattamento sintetico della poesia e della vita del grande recanatese, bensì di un canto che vive di luce propria, che ripercorre in chiave attuale gli stessi dubbi, patemi e riflessioni sull’esistenza e sul senso dell’essere. Gabriella Cinti, anche lei marchigiana, autrice di grande talento e notorietà in ambito letterario nazionale, aderisce con questi suoi versi intrisi di alta liricità, all’atmosfera leopardiana e alla sua profonda modalità di indagine filosofica e poetica.


Canto diurno a Recanati

a Giacomo Leopardi

 

La avresti amata,

questa mattutina neofania:

l’ultima pralina tecnologica,

il gigante di Memoria,

prodigiosa per salti di fotoni.

 

Anche la mia biosfera pullula

di rimbalzi corruschi e condensazioni,

tra nuvole di verità parallele,

 

le fratture ricongiunte negli scarti

del possibile, specchi tridimensionali

del tempo, ricomposti

negli occhi che ricordano.

 

Discepola del tuo Sogno,

fuori dall’oggi, mi dilaga

il silenzio del futuro,

 

lo schermo bianco dell’espressione

non detta ancora, il sorriso,

maschera immaginata di luce.

 

Dopo, e all’indietro, fuori da noi,

stereoscopico, il divenire si gemma

dalla prima parola mammifera,

lallazione di primate,

per curare lo strappo,

ossicini di pensiero,

poi canto e ossessioni adulte

in parvenza di ragione,

 

la Tua indicibile Poesia.

 

- II -

 

Cresciuti, si colleziona come te,

Giacomo mio,

insaziabilità di cielo,

avidi di infinito in moto

dal tuo sguardo obliquo,

i tuoi interrogativi assidui dell’oltre,

direzione diagonale del sublime,

 

malati ancora di separatezza,

orfani di eterno: la trascendenza,

assillo di relitti viventi

in continua deriva d’altrove.

 

Precipita la traiettoria

dell’illuso conoscere, scivola

in queste improvvise pendenze di strade,

come il compromesso incerto con l’assoluto:

 

il tuo infinitare il minuscolo

flusso di cangiante Differenza

 

e nulla guarisce la caduta, lo sai,

 

solo fiocchi insperati di sogno, colore

e materia bionda di luce marchigiana

a restituirci il volto domestico di un Dio.

 

Strana eternità di un pomeriggio di settembre,

insediata fuori dal tempo chiuso:

il sistema del dolore si smaglia,

 

i desideri - stormi di R.E.M. in volo -

dai vicoli del Borgo.

 

Se il riso canoro dei tuoi uccelli, qui,

lo stesso garrire, riecheggia da allora,

si fa pioggia multiforme di luce,

aperta nella voce;

 

a Recanati, le cellule del tuo canto

nei grani d’aria, piume

domestiche d’infinito,

satelliti tuoi di poesia,

 

ogni mio respiro del tuo raggio.

 

(da La lingua del sorriso. Poema da viaggio, con il saggio critico introduttivo di Francesco Solitario, Prometheus edizioni, Milano, 2020)

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                                                              MARIELLA DE SANTIS

Notevole l’attività poetica di Mariella De Santis, originaria di Bari ma dividendo ora la sua residenza tra Roma e Milano. Al suo attivo diverse pubblicazioni, anche di teatro. Propone qui di seguito un lungo testo tratto dalla pièce in versi Disobbedienza d’amore, dove traspare tutto il suo intuito poetico pensato all’amore, quello classico tra lui e lei: vi è, nei versi melodici, un delicato sentire fisico e spirituale che avvolge nel dialogo amoroso i due protagonisti, poeti l’una all’altro immersi nella dolcezza di consapevole realtà esistenziale.

Per un’insistita luce

 

Non è finzione né invenzione

che tra affondo e risalita

necessita restar sospesi

nel buio di un fondale.

 

Ma qui noi siamo emersi,

nel cerchio del tuo letto

lo stagno ha un sogno esteso

e tu radice hai nel buio

mio caldo e nel mio seno.

 

Due lacrime – umido nell'umido –

avrei voluto darti, ma la gioia

è pianto breve e vedi amor mio,

ora che un po' di me il limite

amo, mi fletto al tuo confine

di bianco e melograno.

 

Sei natura e splendore

nei tuoi angoli acuti

e di te conosco stanze

larghe d'improvviso.

 

Ami di me quello che

a nessuno ho permesso.

 

Tu di me conosci la segreta luna

ed io di te disvelo il sole ombrato

(pure notte e nebbie di te io amo)

 

Ora di me angelo e custode,

espugni dal silenzio

il liquido mio gelo.

 

Non rimproverarmi gli anni negati

io non ti imporrò le assenze

di memoria che ormai non so colmare.

Ritroverai in una piazza senza platani

il ricordo di un momento che al tempo

torna breve.

 

Mi germini nel petto e

mi germogli sangue.

Nei nostri nomi

ripetuti per conferma

s'appiana ogni rivolta.

 

Vengo a te mancante

e forse mi perdoni.

Ti dico che sei angelo

di corpo e sangue e

l'ala che mi stendi

su occhi e bocca

non è farmaco né medicamento

ma pura verità che si fa vera.

 

Aspetterò il tuo ritorno nuda

sul bianco del ricamo,

dalle finestre a guardare

il tuo passo

che nel ventre mi sale.

 

Rallenterai il venire per

farmi soffrire d'attesa,

aprirai la porta, aprirai la bocca,

riceverai il mio pianto, la mia gioia

e il dileguato silenzio.

 

Mai più dirò che sono qui per te,

mai più saprai quel che volevo dirti.

 

Eppure non c'è parola che non

potrei donarti, né ansa di me

in cui tu non possa trattenerti.

Se tu sei su di me o su di te io,

nessuna ombra più ci tormenta.

 

Saremo, tu lo sai,

la somiglianza di

una unità che non

s'interrompe mai.

 

Per quanto insiste                                                    

 

(dalla pièce in versi Disobbedienza d’amore, L’infinito edizioni, 1999) 

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                                                        ROSANNA FRATTARUOLO


Di origini pugliesi è Rosanna Frattaruolo, ora residente in Piemonte, dove oltre ad occuparsi della sua attività professionale, frequenta volentieri e con meritati riconoscimenti il mondo letterario e poetico, collaborando con varie realtà associative importanti, come Periferia Letteraria. La sua è una poesia gradevolmente e dolcemente intrigante, che sollecita emotivamente il lettore; sono versi fluidi, non privi di una certa ironia, che cantano d’amore e di schiettezza, in un mondo che sovente opprime e comprime.

 

 (Inediti)

 

ho accomodato le spine sul fianco

e raccolto ogni foglia dal prato

ché non vi sia attrito al tuo arrivo

 

è il mio ventre che chiede aderenza al tuo

 

il cervello antico s'è armato

avanza mietendo vittime

 

ferito grave il buonsenso

 

scaccia ogni idea di contraddittorio

mi pare pure inutile

la lite furibonda che avremo poi

 

fermenta la lingua

e ho i seni sulle punte

mi sento dio che tutto vuole

e che tutto può

 

mi sento nel giusto

nel presagio del gusto

 

***

 

sospendersi

senza avverbi di tempo

le braccia fluttuanti

i nodi vertebrali cedono

ad un complimento di compagnia

 

sono giovane con te

 

ammorbidirsi a burro sciolto

e nessun rumore

cadere informe al suolo

in gocce di sapone alla fragola

poi macchia rosa

 

a pensarci è bello

 

***

 

le parole non dette

restano in bilico sulle intenzioni

per ansie ed ansie

muoiono sole nelle anse

del monologo tra testa e cuore

 

un peccato non dire

non aprire le dighe

per sversare parole

colme d'amore?

che peccato sarà poi dire

"ho aperto l'invaso

nel momento sbagliato"

 

***

 

(da Le case con gli occhi verdi, ediz. Babbomorto, 2021

sezione addomesticare la bestia)

 

iv

 

mi seduce l'idea

edulcorarne il ruggito

sentirla miagolare

imbellettandone i peli dritti

con un fiocco rosso

 

ix

 

Domanda senza premesse

e finte promesse

se lo voglio dentro

Soffro di vertigini

quando mi arrampico

sugli specchi della sua casa

 

Potrei ballare sulle doppie punte

spaccare il capello in quattro

 

Mi lascio scivolare

 

x

 

entrambi guardiamo

le case con gli occhi verdi

con quelli mi dilata le labbra

le apre fino al molo

laggiù

poi l'eco s'inabissa

e sanguino di gioia

mi bacia il dito

bagnato di rosso

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                                                   RITA MINNITI


Nata a Castrovillari, Rita Minniti vive e lavora attualmente a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Poetessa pluripremiata e molto apprezzata in ambito nazionale, ha pubblicato diverse raccolte poetiche, anche con altri autori. Il suo è un procedere riflessivo e melodioso, con versi che parlano di ripensamenti e di nostalgie. La poesia di Rita Minniti tende così ad una sublime ricerca di un senso nella vita che possa rispondere alle voci e alle attese dell’anima.


Dovrei


Dovrei dire addio a questa voce,

a questo affanno

verso un oceano di storia e di memoria.

La notte,

con la sua porta chiusa,

ritorna sempre a quella luna

spogliata dai rimpianti,

e a un viaggio,

come conchiglia sfinita sulla riva,

a domandarsi

se la lontananza dal mare,

fa male.

Qui in questo pensare assente

nel buio che m’ossessiona,

chiedermi se un treno

ha lasciato un’ombra alla stazione,

o è stato soltanto un fruscio

che m’è passato accanto.

Dovrei dire addio

all’inesattezza delle domande,

ai campi irrigiditi dall’inverno,

alle rondini andate via.

Dovrei sentirmi parte della pioggia che piove

su questo silenzio di rumore

e all’alba separarmi dal tormento

 

 

***

 

Il presente e l’attesa

 

Fummo l’espressione del tempo.

Pedine disordinate

di virtuali figure aggrappate

agli occhi sorpresi della luna.

Non ci voltammo mai indietro

Pur lasciando alle spalle

promesse da recuperare,

da ritrovare nei passi,

gocciolanti di sudore.

   - E la stanchezza dell’andare

era insopportabile -

Fuggimmo

all’incontrollabile pregiudizio dei pensieri,

furtivi a volte,

a volte inconsueti,

e allo sminuirsi delle ombre

all’urlo del silenzio

non ammettemmo mai di aver perso.

I giorni seguivano ai giorni.

Le notti tornavano a nascondersi

e a delimitare uno spazio preso in prestito.

Così trovammo il punto,

troppo tardi forse,

quando ormai l’estate era finita

e l’inverno ghiacciò il presente e l’attesa

 

 

***

 

Il silenzio dei versi

 

È quest’assenza di luce

ad apostrofare l’inesistenza dell’aria.

È questo indiscusso

peregrinare nel vuoto a decidere il poi.

Non ci sono sentenze a cancellare le intese,

gli incontri, occhi negli occhi.

Tutto rasenta la quasi perfezione della forma,

in questo cerchio dove il respiro,

respira ancora.

Forse ho trascurato l’inizio della fine

senza accorgermene.

- O forse ho voltato le spalle alle regole -

Ho sostituito il sogno

al grido d’un fare a pezzi

insinuatosi nella mente.

L’ho visto sbriciolarsi

senza darne importanza.

- La conseguenza non era prevista -

La luce non s’è più accesa,

la melodia non mi raggiunge.

Non si riflettono sulle pareti

immaginifiche emozioni,

e la mano rigida nei gesti,

ha smesso di scrivere.

- Il silenzio ha allontanato i versi -

ha reso rumorosa la vita.

Ma nel distacco,

la parola,

non s’è mai specchiata nell’assenza.

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                                                             RAFFAELE RAGONE

Raffaele Ragone, nato a Castellammare di Stabia, ha svolto la sua attività professionale e di ricerca in campo scientifico e accademico, essendo laureato in chimica e specializzato in strutturistica molecolare. Accanto a questa attività, per la quale ha anche prodotto numerosissimi articoli scientifici, Raffaele Ragone si dedica alla letteratura e alla poesia, collaborando anche con associazioni per la promozione culturale del territorio. Raffaele Ragone è poeta riservato, serio, che predilige lo studio e la ricerca su tematiche naturali, ambientali e filosofiche della vita, mediante un dettato poetico asciutto ma colto, diretto e incisivo.



Scilla (2012)

 

Tre anni, eppure ci sarà un perché,

Se ne parlano tuttora gli angoli retti

Degli incroci, le curve sbigottite

Strette ai marciapiedi, l'indolenza

Delle acque, che dentro ai fossi

Si trascina, dove si tuffa una pioggia

Livorosa, se poi ci sono esposte

Dove non fummo insieme le tue foto,

E a cosa vale conoscerne il perché.

Sicché, della predace Scilla son io

Tuttora un navigante, è questo ciò

Che conta in fondo, e le sue braccia

Affonda la mia barca in questi flutti,

Dove diventa il sole dell'esistenza

Incerta sfera, e un viale ondeggia

Verso il suo tramonto, in ver l'oblio.

Ora ricordo: non progettammo mai

La flemma di lunghi viaggi in treno.

 

 

***

 

 

Crusoè (2013)

 

Forse speravo il mare che non c’è,

quasi una culla senza increspamenti,

la distesa rilassante senza anfratti,

senza spiriti che tramano l’agguato.

Sicché io stetti un giorno tra i flutti

d’una cala, quasi un disperso Crusoè.

M’immaginavo il mare che non c’è,

che mostri non occulta nei recessi

dell’orrido terraqueo, la vertigine

che abbraccia la risacca degli amanti

in gioventù, l’oceano senza abissi,

senza tetre risonanze di caverne,

però sonoro al fondo del palpito

di te, che fosti tu per me la spuma

di quel mare, il mare che non c’è.

 

***

 

Aprile (2014)

Fu notte, e mi sorprese la resa

dell’inverno alla nuova primavera.

L’albedo della luna sulla tua pelle

bianca. I tuoi capelli neri chiome

di zafferano. Un fluttuar di steli

nella brezza vibrante della sera.

Eri avvolta nello scialle delle stelle.

Così mi rivelasti allora che molle

ferve aprile nella coltre delle zolle,

aspersa del profumo delle viole.

 

 

***

 

 

Ottobre (2015)

 

Ottobre impasta il cuore in un’argilla

gialla d’albatri, nel rosso che distilla

dai ricci dei castagni. L’autunno è fresco

d’equinozio, e già s’adagia in un affresco

impressionista. L’estate in clorofilla

scialba sbianca, stremata da un piovasco.

Tempo d’attese, già mese di promesse,

non più di feste, ma di memorie impresse!

 

***

 

Καλό ταξίδι (2016)

 

Καλό ταξίδι, amore mio lontano!

S’appresta ad imbarcarsi clamorosa

la ressa rinnovata dei bagnanti,

or che luglio ci tende la sua mano

e del saluto il gesto già ci freme

nelle braccia, ci pulsa nelle vene.

Quante spiagge per te, quanta calura,

quale amoroso indugio sulla tua pelle

il sole, d’amplessi quante impazienti

spume, quante battigie di cobalto,

quant’acque smisurate azzurro-Ionio,

di moine avventurose quale attesa,

quanta speranza nella mia premura!

Καλό ταξίδι, amore, ed io lontano!

 

***

 

Ode al Sarno (2019)

 

O divo Sarno dalle verdi rive,

dall'acque scorse dall'età del bronzo

di Vesevo bagnando le pendici,

ricovero dei nomadi Sarrasti,

d'antichi paesaggisti ispiratore,

per te cullammo un tempo aspettative,

rincorremmo fanciulli le tue sponde.

O divo Sarno di sorgenti chiare,

oppresso dagli abusi quotidiani,

umiliato dall'uomo inquinatore,

stolto, incurante delle tue radici,

artefice di crimini nefasti,

scarichi d'industrie, liquami urbani,

possa levarsi ancora il gracidare

che le tue prode elesse a sua dimora,

delle ile che ne videro le fronde!

 

***

 

I ciclamini (2021)

 

E se ne stanno intanto i ciclamini

 addossati al margine dei vasi,

di fenditure memori e interstizi,

come nella penombra dei castagni

sperando negli abbracci maggiolini.

D'uguale sorte in vita siam compagni,

cercare schermo in passeggeri ospizi,

alla rabbia del vento incerta stasi.

 

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                                                            DANIELA SANNIPOLI

Daniela Sannipoli, docente di lingua e cultura spagnola, è poetessa di talento, molto attiva nella promozione culturale anche attraverso rubriche radiofoniche, dedicandosi in particolare alla realtà letteraria spagnola. Con due importanti pubblicazioni ha ottenuto lusinghieri riscontri. La sua poesia è un canto che nobilita la persona innalzandola dal grigiore della quotidianità e dalle pochezze della sopravvivenza. Nei suoi versi traspare la bontà e la indispensabilità della parola poetica come suffragio e preghiera di speranza per un possibile riscatto dell’uomo.


Pasquale

 

Pasquale

spacca i mattoni

sotto casa.

Lo vedo dal terrazzo

e mi sembra

– ogni tanto –

che un sogno

si sollevi

dalla polvere.

Chissà,

forse ha mani

troppo grandi

che lo chiamano

alla terra;

o ha studiato

da cane

e non ha rime.

Per far volare un sogno

occorrono carezze

dalle unghie limate

e braccia

che ti portino

alle soglie del cielo.

Pasquale

spacca i mattoni

sotto casa.

Lo vedo

dal terrazzo.

È zoppo.

È Ferragosto.

 

(da Rosso fuoco, Casa Editrice Menna, Avellino, 2009)

 

***

 

Petrichor

 

Odore di terra bagnata

e fretta di panni

rientrati a braccia colme.

Paesaggi nascono alle narici;

mille autunni con te

e senza te.

Non so pensare la foglia

senza il lampo segreto

del tuo cercarmi improvviso

che è già tuono

capillare rotto

sangue che ama la deriva.

 

(da Il mio amore è intraducibile, DeComporre Edizioni, Gaeta, 2015)

 

 

***

 

Inventarti dove non ci sei

 

Luglio alle cinque del mattino.

Già il traffico impazza

e tra gli appuntamenti

un po’ ti perdo.

Sei il gesto lento

che dalla fronte si alza

verso il finestrino,

l'alba lunga

dai miei pensieri al mare.

Vederti,

inventarti dove non ci sei.   

 

(da Il mio amore è intraducibile, DeComporre Edizioni, Gaeta, 2015)

 


***

 

Continuo

 

E invece ho dovuto

lasciare la notte

lasciare l’alba

leggere su un autobus traballante

e iniziare un altro giorno

pensando a quello che non ho fatto,

sapendo che dovrò dire altri no

piangendo

altri sì,

soffrendo,

pagare un’infinita bolletta del gas.

Non so perché amo così tanto la vita.

 

(da Il mio amore è intraducibile, DeComporre Edizioni, Gaeta, 2015)

 

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                                                             ANNA SANTOLIQUIDO

Personalità di spicco nel panorama letterario italiano, Anna Santoliquido è riferimento prezioso in ambito poetico e culturale. È poetessa e letterata molto nota sia in Italia che all’estero, con all’attivo moltissime pubblicazioni, anche in altre lingue. La sua è una poesia impegnata, di carattere filosofico e sociologico, con un dettato breve, a volte epigrammatico, ma denso di significati. La poesia è la sublime arte letteraria che, forse unica, potrà dare un senso a tutte le cose, come recita, con grande consapevolezza e intuito poetico, in alcuni suoi versi: può la poesia sorreggere il mondo? / e se fosse il silenzio / più efficace del ritmo? /… / resto in ascolto ai crocicchi / se passa il vento / lo afferro e combatto.

 

  

Sono poeta   

                                           

                                            a Ernest Hemingway

I

sono poeta

anche quando la lacrima si cristallizza

la nuvola si rovescia

il pescecane mi azzanna

 

II

nel mare dei sogni

gli squali fendono l’onda

il pescatore si accanisce

con le mani sanguinanti

 

III

getto l’amo sul foglio

mi acquatto nella barca

respiro a stento

il sangue tinge l’acqua

 

IV

sono poeta

a Belgrado e a Zagabria

sotto il sole di Puglia

e nel covo dei briganti

  

V

un ragazzo vigila il mio sonno

con l’impetuosità dei vent’anni

la condanna del consumismo

e il profumo della pelle

 

VI

sono poeta

anche quando le alghe mi ammorbano

l’aria è stagnante

e il treno mi sveglia

 

VII

come Santiago

porto a riva la carcassa

forse pentita

di essermi spinta troppo al largo

  

VIII

la pesca nell’oceano

ha svelato le voragini

acuito la sete

e scolpito la solitudine                                    

                                                              

5 luglio 2002         

                                                                                                                     

(da Ed è per questo che erro, Smederevo, Serbia, 2007)                                                                                     

 

 

***

 

Ritorni

 

I

chissà come sarò

tra cent’anni

se le gote saranno

muschio o terra

 

II

non sentirò il trapasso

mi rapirà la luce

le labbra non emetteranno rantoli

ma versi

 

III

vorrei accanto i ragazzi

il mulo nella stalla

i pulcini sotto il letto

le viole nel bicchiere

 

IV

ritornerò nei sogni

nei desideri delle madri

nella passione degli amanti

nelle nubi del mattino

 

2 gennaio 1997

                                                                                                                     

(da Ed è per questo che erro, Smederevo, Serbia, 2007)

 

 

***

 

Stupor mundi

                                             a Tommaso Pedio

 

ho l’energia del Mezzogiorno

la testardaggine di chi ha partorito nei campi

e lottato con il padrone

gli stenti non mi hanno sconfitta

 

ho mischiato miele e fiele

attinti dalla terra

sono brigante e allodola

canto e maledico gli stolti

 

in me un oceano di fierezza

per la murgia le cattedrali le laure

le colline i castelli le foreste

 

rabbia e dolcezza mi contendono

sono ulivo e quercia

ginestra radicata alla costa

 

27 agosto 2010

                                                                                                                 

(da Casa de piatrǎ/La casa di pietra, Editura Tracus Arte, Bucarest 2014)

 

 

 

***

 

 

La profetessa Anna

 

la profetessa Anna

si guadagnò il cielo nel tempio

quanto distante la mia sorte!

 

scarabeo nell’ambra

mi dimeno

rido e piango

 

il mio regno è la pagina

in preda al delirio

mi avvinghio alle colonne

 

può la poesia sorreggere il mondo?

e se fosse il silenzio

più efficace del ritmo?

 

resto in ascolto ai crocicchi

se passa il vento

lo afferro e combatto

 

3 febbraio 2014

 

(da Profetesha, Milosao, Sarandë, Albania, 2017)  

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                                                             NATALIA STEPANOVA

Natalia Stepanova, di origini russe e residente da anni a Roma, è impegnata cultrice e frequentatrice del mondo letterario e poetico, sia russo che italiano, con all’attivo diversi apprezzamenti e premi in concorsi di poesia, nonché alcune pubblicazioni di raccolte poetiche. La sua poesia si fonda essenzialmente su una ricerca di libertà e di autenticità nelle cose, eliminando ogni superflua sovrastruttura, conferendole un ruolo centrale e privo di ogni sorta di costrizioni: le mie poesie non hanno una casa, recita, ribadendo la sua massima apertura poetica al mondo.


Io sto con le rose,

loro tutto sanno di me,

e di nulla mi giustifico,

io sto con le rose

come sto con il sole

quando si alza

da dietro i monti:

in quel preciso instante

io sto con le rose

e nulla mi serve,

e nulla mi tange,

e nulla può farmi del male.

Le rose porteranno con loro

il mio ricordo e i miei occhi,

(per sempre)

nei giardini dell’Eden.

 

***

 

Le mie poesie non hanno una casa

né bella né brutta, non hanno un tetto

le mie parole, vento e nebbia sono

fratelli alle mie poesie.

Le mie poesie non cercano strade,

non cercano vie nuove, non usano

le parole scomposte per essere

altro e per piacere. Le mie poesie

sono povere, e raccontano

la terra al confine di vita e morte –

di acqua – sono le mie parole

e di pane – perché ho bisogno

di credere nel verbo di Dio

per restare al confine.

Senza un tetto è la dimora delle

mie poesie, né bella né brutta –  

stelle, farfalle, ghiandaie, rose,

gatti, serpi, pettirossi, oche –

senza le pareti, e senza nessuno

che decide se sono belle o brutte

le mie poesie – di giorno e di notte,

e non vi sono stanze in questo luogo,

non ci sono le porte per entrarvi,

mancano le scale per salire nell’alto

e le finestre per guardare fuori.

Non hanno scarpe le mie poesie –

cammino scalza e canto sola

nel mio giardino d’alba al confine.

 

***

 

Io sono una creatura di Dio,

il mio corpo è materia sacra,

la mia mente è complessa

come l’universo intero

e il cuore fa parte

del mio intelletto,

sono stata pensata

perfetta in grazia

del mio Signore, e Dio

di tutte le creature della terra.

Non sia mai la mia anima

in uso al demonio.

Nessuno osi toccare

la materia sacra dell’essere.

A te, mio Dio, volgo il mio

cuore – preservaci dal male,

e accogli la preghiera

di una tua creatura,

peccatrice e povera.

Io credo in Te, Signore,

e mi custodiscono gli angeli –

la mia vita e la mia anima

in terra e in cielo, e

in una rosa eterna.

E tutte le cose avrò

riposte nel cuore.


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                                                                     ELENA VERZI'

Una poesia molto perspicace, diretta come lancia nell’intelletto e nell’intimo emotivo del lettore, quella di Elena Verzì, poetessa autentica e determinata. di origini calabresi. All’attivo una pubblicazione e un premio importante, il che conferma il suo già mirabile percorso in campo poetico. Il suo è un dettato basato sulla fulmineità del contenuto, andando nel nucleo fondamentale delle cose e degli aspetti della vita, con un linguaggio ricco di metafore e di allusioni.


 

Il volto della madre è il sogno di Dio sulla terra,

ha generato spine dal suo stelo

con dolce premura scrive passi 

come una danzatrice sul ghiaccio.

Il suo abbraccio è l’incastro perfetto delle nostre pene.

L’infinito sgorga dai suoi palmi,

Amore ha posto l’amore sopra ogni cosa

per insegnare bene a farlo meglio

a donare il cerchio della vita di luce generosa

 

(da L’amore misurato, CartaCanta ed. 2021)

 

***

Non hai cognome.

Alle radici rispondi con una lingua di spine

tagli il silenzio con la colonna,

una scala di vertebre conduce ai tuoi occhi.

Li vedo scrutare l’interno del mio vaso

allora mangio la terra per conquistarmi il paradiso

ma tu bevi dal mio pezzo di cielo.

Non mi resta che raccogliere gli ultimi fiori

e aspettare che nuove radici mi crescano dall’ombelico.

 

(da L’amore misurato, CartaCanta ed. 2021)

 

***

Dall’altopiano dei tuoi giorni ti offri

come trasparenza su occhi di opaca presenza.

Perché ingoiarmi nello scatto di un sorriso

che è solo affranto giudizio?

Incrinato lo specchio col tuo grido

l’ho lasciato di fronte allo zerbino.

Vibra l’aria nella fenditura

come la distanza silenziosa che ci frantuma.

 

(Inedito)

 

***

Sale svelta la saetta:

preludio del boato, la luce

mostra l’uscita ai più fortunati

che il segno lasceranno,

mentre a turno

gli altri, ormai spenti,

attraverseranno il loro riflesso.

 

(Inedito)

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                                                                CAMILLA ZIGLIA

Una voce poetica molto interessante, quella di Camilla Ziglia, da Brescia; lo testimoniano i premi e i riconoscimenti ottenuti in vari concorsi letterari nazionali importanti, come il Premio Montano. Impegnata nell’attività culturale con la partecipazione a diversi incontri ed eventi di carattere letterario e poetico, già dimostra di aver raggiunto un pregevole livello qualitativo con la sua opera d’esordio, Rivelazioni d’acqua, dove esprime un dettato poetico ricco di simboli e liricamente elevato, con al centro immagini d’albe e delicate evanescenze emotive.



Un taglio di luna piena

il breve alone ceruleo che separa

il chiarore dalle ombre

 

quello è il filo del cammino,

dove si ferma lo sguardo

 

e non trova.

 

***

 

Le dita dell’Aurora brancolano nel buio

tastano sogni, li sbriciolano.

 

Solo gli ultimi le sfuggono

aggrappati ai disegni degli occhi

e si consegnano alla premonizione.

 

Si intravede una culla

     – parola nuova –

non il colore del fiocco.

 

***

 

C’è un momento dell’alba

che torna al tramonto:

riaffiora la costante del tempo

 

trattiene il respiro

come labbra schiuse appena

per dire

e non dice.

 

Poi cadono le spalle

l’aria si sgonfia

 

in un attimo è giorno.

 


***

 

Vibrazioni sommesse di ciglia

e ti sfioro ora, prima io del risveglio

 

prima che il dolore si ricordi

               – o la gioia –

di afferrarti la gola.

 

(da Rivelazioni d’acqua, Puntoacapo Edizioni, 2021)

 

 

***

 

The floating piers

sul Lago d’Iseo

 

A Christo Javašev (Gabrovo 13/6/1935 - New York 31/5/2020)

nel primo anniversario di morte.

 

Le luci delle sponde

si allungano in ordito

sul lago quieto, scie

di vele al rientro

tessono fili di trama

nel passo delle correnti.

 

Chi ricama occhi

alle caviglie si annoda

saldo alla costa

ma chi srotola tappeti

volanti come ponti

ti porta con sé

a camminare sull'acqua.

 

(Inedito)

 

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Umanamente siamo così disumani

 

Nella storia incidiamo solchi millimetrati con parole scritte col sangue

e tu mia cara non ascoltare il duro lascito di Abele che ancora sancisce

vendetta infinita                    :ci saranno veleni nuovi e la terra

 

avrà le sue altre scritture burocratiche          suddivise in capitoli alterni

di pace e di guerra

 

Mi consulto dunque un inventario apocrifo per disporre il cuore

nella ridondanza amorfa e proterva dell’indomani           :sono io ormai

l’esperimento terreno per nuove vie e nuovi organismi cellulari

 

La città non ha più nulla da dire              ha scritto già da tempo

l’iter nelle bacheche degli androni e dei condomìni

e nei reparti del supermercato il vortice dello spaziotempo

involve in infinito nulla

 

Mi trasporto nel silenzio delle stelle con un cono d’ombra

e sulle labbra un sorriso vespertino

che duri fino all’alba                 :mi scriverò addosso

 

parole di sfinge che racchiudano il mio enigma

e che nessuno saprà mai più tradurre

 

in uomo ossequioso ai riti ed al destino d’ecatombe

 

(da Inventari apocrifi, Bastogi Ediz., 2009)  

 

Giuseppe Vetromile

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NOTE SUGLI AUTORI

 

Gabriella Cinti

Gabriella Cinti, nata a Jesi (AN), è italianista, grecista, poeta, scrittrice, saggista, critica letteraria, performer in greco antico.

Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Suite per la parola (Péquod, 2008), Euridice è Orfeo, (Achille e la Tartaruga, 2016), Madre del respiro, (Moretti e Vitali, 2017), La lingua del sorriso. Poema da viaggio, (Prometheus, 2020). Ha inoltre pubblicato i saggi: Il canto di Saffo-Musicalità e pensiero mitico nei lirici greci (Moretti e Vitali, 2010); Emilio Villa e l’arte dell’uomo primordiale: estetica dell’origine (I Quaderni del Bardo editore, 2019, Ebook Amazon); All’origine del divenire. Il labirinto dei Labirinti di Emilio Villa, (Mimesis, 2020).

Su di lei: Franco Manzoni, Femminea estasi. Sulla poetica di Gabriella Cinti (Algra editore, Catania, 2018).

Vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali, sue poesie sono presenti in numerose importanti Antologie poetiche. Partecipa a diversi Festival Letterari e Rassegne poetiche internazionali. È tradotta in inglese e greco moderno.

 

Mariella De Santis

Mariella De Santis è nata a Bari nel 1962. Vive tra Roma e Milano. Il suo primo libro di poesia esce nel 1993, a seguito della segnalazione al Premio Internazionale Eugenio Montale. Ha pubblicato testi di poesia, prosa, saggistica, teatro correntemente rappresentati. Collabora con radio nazionali ed estere, case editrici, compositori e artisti. È tradotta in arabo, inglese, croato, tedesco. La cordialità uscito nel 2014 (Nomos Ed.), in edizione bilingue con traduzione in inglese di Anthony John Robbins, raccoglie il lavoro di ricerca poetica degli scorsi otto anni e nel 2015 è stato ripubblicato per la terza volta Vinerotiche e altre delizie (Leggeredizioni) libro di poesie che legano eros e vino, agape e cibo. In prosa ha pubblicato il volume di microtesti narrativi Dodici piccole lune (Ulivo Ed.) e suoi racconti sono presenti nelle antologie Milano per le strade, Canti di Venere, Mia madre era, Il segreto manifesto, e in riviste.  Scrive per tentare di metter ordine tra le cose senza smarrire il sorriso.

 

Rosanna Frattaruolo

Rosanna Frattaruolo, laureata in Economia, dalla Puglia si trasferisce in Piemonte dove attualmente vive a Rivarolo Canavese, occupandosi di consulenze fiscali.

Del 2017 è la sua prima pubblicazione Fragile, edizioni LunaNera. Alcuni testi poetici e racconti per l’infanzia sono pubblicati in antologie ed in vari blog letterari. Le sue poesie sono presenti altresì in riviste e quotidiani, tra cui “La bottega della poesia” de La Repubblica, e la rivista online di cultura mediterranea “Arenaria” diretta da Lucio Zinna. Diverse le partecipazioni a letture pubbliche e ad eventi culturali.

Dopo aver intervistato alcuni protagonisti significativi del panorama artistico, letterario e delle arti figurative in genere, dal 2019 è redattrice nel lit-blog di letteratura larosainpiu.

Dal 2020 nell’ambito dell’associazione culturale Periferia Letteraria collabora nell’organizzazione e realizzazione di eventi culturali.

Nel 2021 ha pubblicato la plaquette Le case con gli occhi verdi, Babbomorto edizioni.

 

Rita Minniti

Rita Minniti, è nata a Castrovillari (CS) nel 1958 e abita a Cava Dei Tirreni (SA). È funzionario nella P.A. di Salerno. Pubblica la sua prima raccolta Nei vicoli di un’anima nel 2001. Seguono: Così vuole il cuore, Respiro pensieri nel vento, Piume d’anima, Appoggiata su una nuvola, Al passaggio delle rondini, Pensieri capovolti, Dove il pensiero non annega. Ha altresì pubblicato insieme a tre autori la raccolta Piume d’Anima e insieme a un autore rumeno una silloge in rumeno-italiano dal titolo Iubire fara sfarsit (Amore senza fine). Ha inoltre pubblicato la silloge Come se fosse polline e a breve uscirà la raccolta dal titolo Solitudini mai arrese.

Ha conseguito tantissimi riconoscimenti e primi premi in importanti concorsi letterari nazionali. Numerose le menzioni d’onore e i premi speciali. Suoi testi poetici sono apparsi su svariate riviste e prestigiose antologie. Molte sue poesie sono state tradotte in lingua spagnola e rumena. Scrive prefazioni per sillogi di poesia e romanzi. Si dedica alla stesura di racconti brevi.


Raffaele Ragone

Raffaele Ragone è nato nel 1950 a Castellammare di Stabia e vive ad Ercolano. Laureato in Chimica e specializzato in Strutturistica molecolare, è stato attivo in ambito accademico, essendo anche autore di numerosi articoli scientifici (Raffaele Ragone - Google Scholar). Nel 1990, dopo una pausa di circa quindici anni, si riaccende il suo interesse per la poesia, che culmina nella pubblicazione de La ruggine degli aghi (Manni, 2012) e de L'amaro delle noci (Guida, 2018). Nel contempo, cura il blog RaffRag’s Una Tantum, che dal 2008 è la sede deputata alla pubblicazione dei suoi scritti. La partecipazione ai concorsi letterari è sporadica e, pertanto, i riconoscimenti sono scarsi; tra questi, si menziona il primo premio ex aequo per la sezione in lingua italiana nella prima edizione del concorso Poesia a Napoli, curato da Guida editori. È anche attivo su Facebook, dove di recente ha proposto analisi grafiche originali sul decorso della pandemia da SARS-CoV-2. Si diletta di fotografia e rielaborazioni grafiche. Aderisce al movimento artistico-letterario Immagine & Poesia. È socio dell’associazione stabiese Certamen Plinianum, che afferisce all'Associazione Italiana di Cultura Classica. Collabora con l’Associazione Achille Basile – Le Ali della Lettura.

(https://raffrag.wordpress.com)

 

Daniela Sannipoli

Daniela Sannipoli è insegnante di Lingua e cultura spagnola in un liceo linguistico. Perfezionata formatrice autobiografica presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è referente di progetti di scrittura creativa. È ideatrice e speaker del programma radiofonico “Scioglilingua” dedicato alla lingua e cultura spagnola per l’emittente Radio Civita InBlu. Ha pubblicato le raccolte Rosso fuoco e Il mio amore è intraducibile ed è presente in varie antologie poetiche.


Anna Santoliquido

Anna Santoliquido, nata a Forenza (Pz) nel 1948, vive a Bari dove ha insegnato Inglese. Poeta, scrittrice e saggista, dal 1981 ha pubblicato ventuno raccolte di poesia, tra cui Città fucilata (Kragujevac, 2010), Med vrsticami (Lubiana, 2011), Casa de piatrǎ (Bucarest, 2014), Versi a Teocrito (Bari, 2015), I have gone too far (Stepanakert, 2016), Profetesha (Saranda, 2017), Parole e grappoli (Teheran, 2018), un volume di racconti. Ha curato diverse antologie. È autrice dell’opera teatrale Il Battista, rappresentata nel 1999. Traduttrice e operatrice culturale ha fondato e presiede il Movimento Internazionale “Donne e Poesia”. È componente del Coordinamento della Sezione Nazionale Scrittori SLC-CGIL e responsabile per “Puglia‑Basilicata”. È anche responsabile per la Puglia del PEN Club Italia. Le sue poesie sono state tradotte in ventitré lingue. È presente in numerose riviste, saggi critici e antologie nazionali e straniere. È redattrice e collaboratrice di varie riviste e giornali. Nel 2010 le è stata assegnata la cittadinanza onoraria a Mrcajevci (Serbia). È membro onorario dell’Associazione Scrittori della Serbia e dell’Unione degli Scrittori Indipendenti della Bulgaria. Nel 2017 le è stata conferita la Laurea Apollinaris Poetica dall’Università Pontificia Salesiana di Roma. Dello stesso anno è Anima mundi. La scrittura di Anna Santoliquido, saggio di Francesca Amendola. Nel 2018 sono apparsi i volumi Parole in festa per Anna Santoliquido, a cura del Laboratorio Don Bosco oggi e Una vita in versi, a cura di F. Amendola.  

Nel 2019 all’Università di Bari è stata discussa una tesi di laurea sulla sua scrittura.

 

Natalia Stepanova

Natalia A. Stepanova è nata a Saratov, in Russia. Dal 1972 vive a Roma.

Interprete, traduttrice e pubblicista, ha pubblicato articoli e poesie su diverse testate italiane e russe. Ha condotto la rubrica Russia in versi per la Russia Beyond.it. Ha ricevuto diversi premi di Poesia. Ha pubblicato in lingua italiana 3 raccolte di poesie. Fa parte della giuria del Premio Internazionale Pushkin.


Elena Verzì

Elena Verzì è nata a Catanzaro nel 1990. Logopedista, vive e lavora in Calabria.

Ha partecipato a vari concorsi di poesia. Alcuni suoi componimenti sono presenti in antologie delle Edizioni Ursini.

Nel 2016 ha pubblicato la raccolta di poesie Fiori e Fango con Eretica Edizioni.

Nel 2020 alcune poesie appaiono sulla rivista ClanDestino di Davide Rondoni.

è vincitrice dell’ottava edizione del Premio letterario Le stanze del tempo edizione 2020 promossa dalla Fondazione Claudi. Nel 2021 pubblica la raccolta di poesie L’amore misurato con CartaCanta - Capire Edizioni.

Alcuni suoi componimenti vengono tradotti e pubblicati in spagnolo per riviste internazionali come il “Centro Cultural Tina Modotti” e la “Revista Literaria Taller Igitur”.

 

Camilla Ziglia

Camilla Ziglia è nata e vive a Brescia, dove si è laureata all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Insegna Discipline letterarie, Latino e Greco in un liceo. Suoi inediti hanno ottenuto il primo posto in alcuni concorsi letterari (I colori dell’anima, Il Sublime di Lerici) e riconoscimenti a vario titolo (Premio speciale Ossi di seppia ediz. XXV, Menzione d’onore al Premio L. Montano 2019; Finalista Bologna in Lettere).

Compare nelle antologie cartacee di diversi premi, su Atelier online e altri siti o blog, nell’ebook iPoet, lunario in versi. Tredici poeti italiani (LietoColle 2019), nell’agenda poetica Il segreto delle fragole (ivi 2019).

Ha partecipato a numerose letture, condotto eventi e presentazioni di poeti contemporanei. Rivelazioni d’acqua è il suo libro di esordio.

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20 maggio 2021

Presentazione in diretta video del 36° Volume

VOLUME XXXII - Vol. Spec. Nuove Voci del Ventunesimo, 2a parte

VOLUME SPECIALE "I SEE BELLAGIO FROM MY TERRACE"

VOLUME XXVI - PERCORSI DIALETTALI SICILIANI DI INIZIO MILLENNIO

Volume antologico J'Nan Argana nr. 2

Transiti Poetici incontra il GAP

Volume Speciale dedicato alla Primavera

Transiti Poetici incontra Voci dal Mondo

Il video della presentazione del Volume Transiti Poetici incontra Voci dal Mondo