Introduzione
Siamo al
secondo volume dedicato alla poesia estera, dell’Antologia Poetica Virtuale
“Transiti Poetici”, da me curata. Una digressione, se vogliamo, dalla normale
mia ricerca di poeti italiani che da alcuni anni porto avanti, realizzando di
volta in volta volumi costituiti da dieci Autori ciascuno. Queste “digressioni”
mi portano a considerare altre tipologie di poetica e altri autori, come ad
esempio i dialettali, i giovani esordienti, i poeti che ho conosciuto lungo il
mio percorso formativo e che, purtroppo, ci hanno lasciato, la poesia estera,
ecc.
Ecco:
questo volume, il 48°, riprende in considerazione i poeti esteri, ed è quindi
il prosieguo di quel discorso iniziato con i Volumi 36° e 44°, e che potrebbe
avere ancora un seguito. Ritengo che la Poesia abbia la dignità assoluta di
essere prodotta, letta e diffusa, indipendentemente dal colore della pelle,
dalla lingua, dalla patria di origine dell’autore, e questo naturalmente deve
valere per ogni espressione artistica. Non è un censimento l’operazione
letteraria che vado a svolgere, bensì solo un limitato esempio del fermento e
della creatività poetica all’estero, che si riverbera certamente anche qui da
noi. Le scelte sono limitate alle conoscenze che attualmente abbiamo in campo,
e anche per quelle, per non appesantire troppo il volume, ci siamo fermati ad
alcuni autori, con la promessa che nel breve futuro prenderemo in
considerazione certamente chi nel frattempo ne è rimasto fuori, o anche altri
poeti che finora non erano giunti ai nostri sguardi.
Rimane
sempre il problema grandissimo della traduzione in italiano, e per questo
aspetto credo che Lucilla Trapazzo, mia preziosa collaboratrice in questi
viaggi di conoscenza della poesia estera, abbia fornito dettagliate e
interessanti spiegazioni e riflessioni in merito.
Sono
convinto che la poesia e la grande possibilità di mettere a frutto la propria
creatività, per esprimerla poi in tutte le sue forme artistiche, sia una
prerogativa essenziale dell’uomo e che lo possa rendere libero e slegato da
ogni costruzione o sistema egocentrico e accerchiante, in una comunità limpida
e trasparente in cui sia possibile la condivisione dei valori alti e positivi
che dovrebbero essere alla base del buon vivere, in concordia e in armonia con
la natura.
Non avrei potuto realizzare questi volumi dedicati alla poesia estera senza il prezioso aiuto e collaborazione fattiva di Lucilla Trapazzo, un’esperta in questo campo: poetessa di grande valore, ha conoscenze poetiche in campo internazionale e contatti con realtà e associazioni estere che vivono e attuano la poesia con grande impegno e amore. A lei vanno quindi i miei ringraziamenti. I miei ringraziamenti sono peraltro rivolti anche alla poetessa romena Nicoleta Crăete, per la collaborazione offerta nella selezione dei poeti romeni, con i quali abbiamo condiviso le nostre atmosfere poetiche – e non solo quelle! – in occasione del Festival Tabăra literară Boema 9, svoltosi ad Arefu in Romania dal 6 al 9 giugno scorso, e al quale è appunto dedicato questo volume speciale.
Giuseppe
Vetromile
***
Ad Arefu, tra
le montagne della Romania, la funzione della poesia ha trovato per me forma
concreta. Il festival Tabăra literară Boema 9, diretto da
Adrian Suciu, non è stato soltanto un incontro di autori, ma la creazione di
uno spazio vivo che coincide con la presenza reciproca, dove la parola poetica
si respira con l’aria e si trasforma in pane da spezzare insieme, casa aperta e
condivisa.
In questo
senso, l’antologia che raccoglie le voci di questa esperienza, non va intesa
solo come documentazione di un evento, ma come costruzione di un luogo
simbolico in cui la poesia mostra la sua natura originaria di comunità e
relazione. E ciò che resta, per riprendere Hölderlin, non sono solo i versi
sulla pagina, ma la possibilità stessa di riconoscere l’altro e, in questo,
riconoscere sé stessi. Se lasciamo che l’altro entri, se poesia coincide con
l’ascolto, apriamo uno spazio in cui ciò che sembra effimero, come la parola,
diventa testimonianza e permanenza. Così, se la poesia non ha il potere di
salvare, ha almeno quello di fondare, di custodire, di resistere.
Lucilla
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VLORA ADEMI (Kossovo)
Vlora Ademi (Master in Comunicazioni di Massa) si occupa di diplomazia culturale, creando e gestendo progetti ed eventi culturali sia in Kossovo che in altri paesi, grazie all’organizzazione “Social Creativity”, da lei diretta. È anche coordinatrice, collaboratrice e membro di “Etno-Fest”, Festival importante nel suo paese e all’estero. Infine è la fondatrice del Festival di poesia “La republica”, a Pristina (giunto alla 7a edizione) e del Festival Internazionale di Poesia “Respoetica” (1a edizione) a Prizren. Vlora partecipa regolarmente a festival nazionali e internazionali di poesia.
Le poesie di Vlora
Ademi sono state tradotte in diverse lingue, tra le altre anche in tedesco,
inglese e arabo, e sono state pubblicate nelle antologie Al di là dell’oblio in Germania, Transiti Poetici in Italia e Magma in Kossovo; sono inoltre apparse
nelle riviste letterarie Illz
a Tirana, e Brussels Review.
Di recente, la
prestigiosa casa editrice Onufri ha pubblicato il suo primo libro, una raccolta
di poesie pluripremiata, intitolata Quaranta e poco...,
arrivato alla seconda edizione e presentato in diverse città in Albania e Kossovo,
a Bruxelles, Zurigo, Ginevra, Atene e New York City.
Attualmente lavora
presso il Ministero degli Affari Esteri del Kossovo, nell'Ufficio per la
Diplomazia Estera, continuando a contribuire alla diplomazia e alla
sensibilizzazione su tematiche sociali.
I will not forgive his fidelity
(pubblicata
su “Loyalty Walking into the
Unknown", Poet's Choice, Chicago)
I will not forgive him for never cheating on me
I won’t forgive him!
As I wanted to appear merciful,
I wanted to be proud of my courage,
I wanted to see myself challenged
facing the beauty of another,
facing her schemes and charms,
facing high heels which I never liked.
I wanted to see the fear in his eyes,
submission,
attitude when confronted with the act of betrayal.
I wanted to hear him stuttering,
I wanted to see him guilty
kneeling before me, just as before Saint Mary,
as I wanted to feel as mighty as her,
as I wanted to measure my sensibility,
measure my strength
would I be able to send to hell
butterflies in my stomach,
the wedding ring with his name engraved on it
and twenty grey hairs for twenty years of marriage.
I wanted,
oh, how much I wanted,
to see him coming home late
and myself just as those victims on Hollywood movies
on a burgundy robe
waiting nearby a night lamp in darkness.
I wanted to find a lipstick mark on the shirt I bought
him
and measure the balance of my rage.
I wanted to look him in the eye and say:
now you’ve proven your manhood,
because where I come from
men’s manhood is measured
only to the number of women they “have had”!
---
Non posso perdonare la sua fedeltà
Non perdonerò che non mi abbia mai tradito
Non
lo perdonerò!
Ah,
quanto avrei voluto apparire clemente
andare
fiera del mio coraggio
con
piacere avrei raccolto la sfida
della
bellezza di un’altra
ne
avrei affrontato tattiche e fascino
combattuto
i tacchi alti - che non ho mai amato.
Spavento
volevo leggere nei suoi occhi
sottomissione
noncuranza
di fronte al tradimento.
Avrei
voluto sentirlo balbettare
vederlo
contrito
in
ginocchio davanti a me, come davanti alla Santa Maria
per
sentirmi potente come lei
per
valutare la misura della mia sensibilità
della
mia forza
sarei
riuscita poi a mandare all'inferno
tutte
le farfalle nello stomaco
la
fede nuziale con il nome inciso sopra
e
i miei venti capelli grigi per i vent'anni di matrimonio?
Avrei
voluto,
oh
quanto avrei voluto,
vederlo
tornare a casa tardi
e
sentirmi come una di quelle eroine dei film Hollywoodiani
con
una veste da camera bordeaux
in
attesa nell'oscurità accanto a una lampada da notte.
Bramavo
trovare un segno di rossetto sulla camicia che gli ho regalato
e
poi ponderare l'equilibrio della mia rabbia.
L’avrei
guardarlo negli occhi per dirgli:
Ah,
ora hai comprovato di essere uomo!
Perché
da dove vengo
l’onore
di un uomo si misura
dal
numero di donne che “ha avuto”!
***
Love
stories are not alike
They
sprout
erupt
fade
vanish
revive
despise
disguise
Love stories are not alike
they’re unique
unrepeatable
unending
unthinkable
unbearable
damned
unreachable
Love stories never dry out
They
breath
live
flow
Love stories
bewilder
glorify
resent
grieve
forgive
demand
give
take
Love stories
frighten
cheer
disgrace
adorn
leave
return
They’re elliptical
They’re freedom
They’re slavery
Love stories dare
they’re endless
limitless
they undress
get you undressed
they change
get confused
they lose
they
win
they
are won
---
Le storie d'amore non
sono tutte uguali
Le
storie d’amore
germogliano
esplodono
sbiadiscono
svaniscono
rinascono
disprezzano
si
mascherano
Le
storie d'amore non sono tutte uguali
sono
uniche
irripetibili
senza
fine
impensabili
insopportabili
dannate
irraggiungibili
Le
storie d'amore non si esauriscono mai
invece
respirano
vivono
fluiscono
Le
storie d'amore
sconcertano
glorificano
si
risentono
si
addolorano
perdonano
pretendono
danno
prendono
Le
storie d'amore
spaventano
rallegrano
infamano
adornano
vanno
vengono
Sono
ellittiche
Sono
libertà
Sono
prigionia
Le
storie d'amore osano
sono
infinite
illimitate
si
spogliano
ti
spogliano
cambiano
si
confondono
perdono
vincono
sono
vinte
(Traduzione in italiano di
Lucilla Trapazzo)
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ALEX ANASTASIU (Romania)
Sebbene a volte mi risulti difficile definirmi artista, ho avuto finora il privilegio di essere descritto come poeta, drammaturgo, attore e musicista; plasmato, oserei dire, dal Surrealismo, dal Neo-Romanticismo e dall’intimità sfidante di una vita vissuta con onestà. Ho pubblicato il mio primo libro a 11 anni (una leggera ribellione, di cui mi sono meravigliato!) e da allora non ho mai smesso di scrivere, concedendomi solo qualche pausa di riflessione.
Le mie poesie
vivono di vulnerabilità, di tenerezza oscura e di una propria teatralità
poetica. Pulsano di autenticità e introspezione, ma si muovono con altrettanta
sicurezza nel regno del gesto performativo, quasi rituale. Come membro
dell’associazione culturale Direcția 9, le mie
opere sono apparse in riviste, ambiti culturali, trasmissioni radiofoniche e
perfino su vari schermi. I versi si collocano all’ombra di un’ispirazione che
deriva dalla facilità di Bukowski e dalla tenerezza di Stănescu, filtrate e
reinterpretate attraverso le storie e le cure offerte dal compianto Ciprian
Chirvasiu.
Scrivo in
rumeno, talvolta in inglese, ma sempre nella lingua del desiderio, della
memoria e della dolce rivolta. Per me scrivere è il rifiuto della dimenticanza,
uno scavo giocoso tra dolore, assurdità e desiderio. Le mie poesie sono
costruite in archi narrativi, legati da fantasmi condivisi, lettere mai spedite
e dallo spettacolo quotidiano del divenire. Intreccio monologhi interiori in
angoli mitici di strada, scrivendo con cenere di sigaretta, inchiostro di sogno
e una tenerezza livida e implacabile.
Una
costellazione di temi ritorna ossessivamente: la poetica del fallimento, città
perdute, la volgarità sacra e la fame spirituale di senso nell’assurdo. I miei
testi sono confessioni camuffate da battute e incantesimi pronunciati con
ironia. Credo che la poesia debba far male, guarire e infestare, spesso tutto
insieme. Per me, la poesia non è uno specchio, ma un puzzle rotto volutamente.
E il poeta? Il poeta è colui che osa dare un nome al silenzio.
Oltre alla
poesia, ho scritto e diretto diverse pièce teatrali, inclusa L’antologia del
tempo britannico, che ha vinto un premio nazionale. Molte di queste
esperienze risalgono all’infanzia, ma ancora di più ai miei studi alla “East
15 Acting School” di Londra, dove ho recitato in spettacoli costruiti su
identità, rischio e rottura della norma. Ho inoltre scritto testi e musiche per
miei brani o per gruppi musicali, arrivando anche a pubblicare una singola
opera di poesia. Nonostante tutto, la poesia rimane per me la luce in fondo al
tunnel. Il mio prossimo libro, Il
suo trono, sarà un’anatomia lirica della disillusione, dove il riso e
il lamento bevono dallo stesso calice, e la parola resta l’ultima forma sincera
di possesso.
Scrisori II
Îți scriu din nou să-mi cer iertare.
N-am putut să-ți văd sufletul de răni
Dar
să-ți
cauți
alinarea în sărutul străzilor
E să joci cu ofrandele neajunse cerului.
Nu te vindecă asfaltul când te uiți la stele!
Ne-am
mințit...
Ne-am
mințit
cu atâta patos
Încât
a roșit până și adevărul.
Chiar
el mi-a mărturisit:
Cel
mai frumos hal
În
care am fost folosit vreodată,
Adus ofrandă pentru Karma porumbeilor
I-am
zâmbit...
I-am
zâmbit cu scrum la gură.
Am
dat s-aprind o țigară,
Dar bricheta se pierdea
În candoarea din priviri.
E doar un joc până la urmă.
Așa că
joacă-te
cu mine!
Lipește-mi inima cu aracet
Și
spune-mi că e bine.
Spune-i
ei că e nouă
Și că
mai are ani pe garanție!
Poate că e totuși o prostie.
Cine naiba se mai joacă?
Unii-mping bolovani la deal
Împingând bolovanii altora la vale,
Iar alții dansează fără oprire
Pe ritmul unui singur scâncet.
Draga mea,
Văd că toată lumea crește.
Numai eu mă fac din ce în ce mai mic .
---
Letters
II
I
am writing again to ask for forgiveness.
I
couldn’t tell your soul from the wounds.
But
to look for comfort in the streets’ kiss
Is
to play with offerings scarce to the sky.
The
pavement won’t heal you while gazing at the stars!
We
have lied to each other…
We’ve
lied so passionately
That
even the truth has blushed.
He
himself confessed to me:
”The most beautiful mess
In which I’ve ever used,
Brought as an offering for pigeons’ Karma”
I smiled to her...
I smiled with cigarette ash at the mouth.
I meant to lit a cigarette,
But the lighter was getting lost
In the eyes’ candour.
It’s just a game, after all.
So play with me!
Stick my heart with glue
And tell me it’s all right.
Tell her it’s new
And that it still has years on the guarantee!
Perhaps it’s silly though.
Who the hell would play anymore?
Some are pushing boulders uphill,
By pushing others’ boulders downhill,
Wheres some others dance incessantly
On the rhythm of one whimper alone.
My darling,
I can see everybody is growing.
Only I am turning smaller and smaller.
---
Lettere II
Ti scrivo di nuovo per chiederti perdono.
Non riuscivo a riconoscere la tua anima tra le ferite.
Ma cercare conforto nel bacio delle strade
è come giocare con offerte che non arrivano al cielo.
L’asfalto non ti guarisce mentre guardi le stelle!
Ci siamo mentiti...
Ci siamo mentiti con tanto ardore
che persino la verità è arrossita.
Lei stessa mi ha confessato:
“Il più bel pasticcio
in cui mi sono mai trovata,
mi ha offerto in dono al karma dei piccioni.”
Le ho sorriso...
le ho sorriso con cenere di sigaretta sulla bocca.
Volevo accendere una sigaretta,
ma il fiammifero si perdeva
nella candida profondità degli occhi.
È solo un gioco, dopotutto.
Allora gioca insieme a me!
Attacca il mio cuore con la colla
e dimmi che va tutto bene.
Digli che è nuovo
e che ha ancora anni di garanzia!
Magari è una sciocchezza.
Chi mai giocherebbe ancora?
Alcuni spingono massi in salita,
spingendo i massi degli altri a valle,
mentre altri danzano senza sosta
al ritmo di un unico gemito.
Cara mia,
vedo che tutti crescono.
Solo io divento sempre più piccolo.
***
Bukowski
Live in a strange and foreign place
Share your food with a stranger at crossroads
Dance in the rain in your favourite suit
Drink from the gutter and sip champagne from a tinfoil
cup
Make beautiful things and throw them to the stars
Build a home for your dreams and watch it burn at first
light
Play an instrument, learn a foreign tongue
Cook for guests you don’t think you’ll have
Set a table for six and see who turns up in your mind
Make a paper duck and set it free
Don’t be special! A trained monkey is special.
Be human. Shoot the mirror and make a puzzle out of it
Watch yourself become a portrait of the pieces.
Be that person that keeps you up at night.
---
Bukowski
Vivi in un luogo strano e sconosciuto
Spartisci il cibo con uno sconosciuto all’incrocio
Balla sotto la pioggia con il tuo abito preferito
Bevi dalla grondaia e sorseggia champagne da un bicchiere di stagnola
Crea cose belle e gettale alle stelle
Costruisci una casa per i tuoi sogni e guardala bruciare all’alba
Suona uno strumento, impara una lingua straniera
Cucina per ospiti che non arriveranno
Imbandisci una tavola per sei e osserva chi ti viene in mente
Fa’ una papera di carta e lasciala andare
Non essere speciale! Una scimmia addestrata lo è.
Sii umano. Spara allo specchio e trasformalo in puzzle
Guarda te stesso diventare un ritratto a pezzetti.
Sii la persona che ti tiene sveglio la notte.
(Traduzione in italiano di
Lucilla Trapazzo)
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VIOLETA ANCIU (Romania)
Books: Amprente
Urbane – Evoluția
(Urban Prints –
The Evolution), Ed. BookBreak Publishing, 2015; Alte mașini si-un fotograf
amator (some cars and an amateur photographer), Grinta
Publishing House 2017; Migrația inocenței (the migration of
innocence), Tribuna Publishing House, 2020.
Anthologies: Parodii
(Grinta Publishing House, 2015); Scrisul de azi (Singur Publishing
House, 2015); Dor Românesc (2016); Almanahul Sintagme Literare (Eurostampa
Publishing House, 2016).
tăceri dărâmate și suferințe
oboseală greață
și vertij
dar stăm așezați
cuminți
în linia orizontului
o liniște ne învelește
ca și
cum
nimic n-a fost, nici nu va fi
apune tu dacă poți
ruinele din noi arată
a umbre străine
îmbrățișând pereții
și
focuri ce mistuie
fără să ardă
soarta nu cunoaște nume
apune tu dacă poți
---
silenzi crollati e dolore
stanchezza, nausea e vertigine
ma restiamo seduti composti
sulla linea dell’orizzonte
un silenzio ci avvolge
come se
nulla fosse stato, né sarà
tramonta tu, se puoi
le rovine in noi sembrano
ombre straniere
che abbracciano i muri
e fuochi che consumano
senza bruciare
il destino non conosce nomi
tramonta tu, se puoi
***
sunt omul pe care nu îndrăznești
să-l privești în
oglindă
sunt cea care noaptea
ascultă ce nu lași să
se audă
și
vede ce nu vrei să se vadă
sunt sora unui frate necunoscut
care ghidează fiecare pas
sunt sora și mama orbilor, muților și surzilor
căci doar cei ce sunt siliți la descompunere
vor ajunge să fie dătători de viață
în lumina lor se vor naște și descompune
generații după generații
de frați și
surori de nerecunoscut
care vor îngrășa solul
tuturor sufletelor noastre.
---
sono la persona che non osi
guardare nello specchio
sono colei che di notte
ascolta ciò che non lasci udire
e vede ciò che non vuoi mostrare
sono la sorella di un fratello sconosciuto
che guida ogni tuo passo
sono sorella e madre dei ciechi, dei muti e dei
sordi
perché solo i destinati alla decomposizione
giungeranno a essere portatori di vita
nella loro luce nasceranno e si decomporranno
generazioni dopo generazioni
di fratelli e sorelle irriconoscibili
che nutriranno il suolo
di tutte le nostre anime.
(testi tradotti in italiano dalla stessa autrice)
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MUHSINE ARDA (Turchia)
Muhsine Arda è una poetessa, romanziera e saggista turca. Dopo un lungo incarico di insegnamento alla New York University, è tornata nella sua città natale, Bursa, in Turchia, nel 1997.
Il suo primo libro di poesie, A Woman-Not Like A Man, è stato pubblicato nel 1992.
Le opere
di Muhsine, tra cui cinque volumi di poesia, racconti, saggi e due romanzi,
sono state ampiamente pubblicate in Turchia. Molte delle sue poesie sono state
tradotte in altre lingue e sono apparse in altre lingue e in pubblicazioni
letterarie internazionali. Il suo romanzo Le
lacrime del suicida è stato tradotto in svedese e spagnolo. Sostenitrice
convinta dei diritti delle donne, il suo punto di vista femminista si riflette
in molti dei suoi scritti con argomenti "tabù" come la sessualità
femminile, la disabilità fisica e il suicidio.
Da molti
anni organizza eventi di poesia a Bursa. È stata redattrice di una rivista di
poesia, Dikili Ekin, per ventuno
anni.
A howl
Let’s not miss the chance
To mark the resemblance
Between a husband and a corona virus
Both are insidious
And like to invade you
Keep your distance
Because both can attack
And
choke you.
---
Ululando
Non perdiamo l’occasione
di notare somiglianza
tra un marito e un coronavirus
Entrambi sono subdoli
amano invaderti
Meglio mantenere le
distanze
tutti e due sanno attaccare
e toglierti il respiro.
***
Somebody
I am somebody who cannot
remember
Who
I used to be
Maybe ten, maybe ten
thousand years ago
When glaciers covered the
earth
When the sole problem was
survival
I
was somebody or everybody
Beyond the concept,
beyond the realization
I cannot remember, beyond
my imagination
At the time of
transformation
From being to having, my
cell or
Everybody’s cell came
down with a disease
When children became
The
child of a certain mother-father
When children were
The children of the tribe
no longer
One bad seed, maybe too
many bad seeds
Started the malady
The living soul of mother
earth
Missed the bliss of being
Evil started to win
Life forgot the meaning
of happiness
I am the restless soul
with the burning desire
To reveal that
Being
Not having
Is
the real source of joy
---
Qualcuno
Sono
qualcuno che non ricorda più
chi un
tempo fosse
Forse
dieci o forse diecimila anni fa
quando
i ghiacciai ricoprivano la terra
quando
l’incognita era sopravvivere
io
ero qualcuno o ero forse ognuno
al
di là di ogni concetto, al di là della coscienza
non
riesco a rammentare oltre il mio
pensiero
Al
tempo della metamorfosi
dall'essere
all'avere, la mia cellula o forse
la
cellula di ognuno si è infettata
Quando
i bambini diventarono
figli
di madri-padri decretati
quando
i bambini più non furono
figli
di tutta la tribù
forse
un seme marcio o forse troppi semi marci
iniziarono
a diffondere il morbo
L'anima
viva della madre Terra
smarrì
la gioia dell’essere
Il
male ha visto il suo trionfo
la
vita ha perso il senso della gioia
Io
sono anima inquieta, di desiderio ardo
e
qui rivelo che
è
l’essere
e
non l’avere
la
vera fonte della felicità
(Traduzione in italiano di
Lucilla Trapazzo)
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CAMELIA MORDA BACIU (Romania)
Camelia Morda Baciu è nata a Cugir, nella contea di Alba, il 21 gennaio 1968.
Ha debuttato nell’aprile 2019 con una raccolta di poesie intitolata Il
dramma dello sradicamento, sotto la guida del professor Dorin Uritescu,
pubblicata dalla casa editrice RAWS di Bucarest. Nel settembre dello
stesso anno, la casa editrice Minela di Bucarest ha pubblicato il suo
volume di narrativa breve intitolato Povești de pe la noi (Storie di casa nostra), il romanzo
autobiografico De ce eu? (Perché io?) e la seconda
edizione della raccolta di poesie, in forma modificata e ampliata.
Nel gennaio 2020, il romanzo è stato tradotto in italiano con il
titolo Perché a me? e si è classificato al quarto posto,
secondo la critica, in un concorso internazionale in Italia, Tra le
parole e l’infinito.
Ha pubblicato vari testi su riviste e antologie, raccolte
collettive, collaborazioni letterarie, sia in lingua romena che in lingua
italiana, oltre a diverse recensioni di libri firmate da importanti personalità
della cultura romena e italiana. È membro della FUIS (Federazione
Unitaria Italiana Scrittori).
Ha fondato e dirige due riviste culturali: Revista Timpul
Italia e Revista Timpul Alba.
Ha vinto numerosi premi in vari concorsi letterari in Canada, Italia e Romania.
Collabora con la rivista Curentul Internațional di Detroit, USA, ed è redattrice della rivista Zenit22 di
Alba Iulia.
Dal 2024 è membro dell’UZPR – Sezione Occidentale.
Iertări
Vreau să te iert
acum, încă o dată,
Oricât mă vei zidi
între tăceri.
Trecut prin porți închise să străbată,
Unească-ne în ce
am fost mai ieri.
Încerc și azi să te-nțeleg mai bine
Cu gândul obsedant
de-un început.
Ignor mereu
capricii masculine,
Ce niciodată nu
le-am priceput.
Îți împrumut iertarea de păcate,
S-o folosești
când simți
că poți
ierta
Și-n spovedanii de-amintiri uitate
La capăt de pământ
ne vom ruga.
Ne vom ruga
iertarea să ne plouă
Cu stropi mari de
apă târnosită,
Spălând blestemul
împărțit în două,
Între noi doi și-o viață
irosită.
---
Perdoni
Voglio perdonarti
adesso, ancora una volta,
Per quanto tu mi
crei tra i silenzi.
Il passato
attraversò porte chiuse,
Che ci unisca in
ciò che eravamo ieri.
Cerco anche oggi
di capirti meglio
Con il pensiero
ossessivo di un inizio.
Ignoro sempre i capricci maschili,
Che mai ho saputo
comprendere.
Ti presto il
perdono dei peccati,
Da usare quando
sentirai di perdere,
E nelle
confessioni dei ricordi dimenticati
Alla fine del mondo pagheremo.
Pregheremo che il
perdono ci piova addosso
Con grandi gocce
d’acqua benedetta,
Lavando la
maledizione divisa in due,
Tra noi e una vita
sprecata.
***
Carpe diem
Amintirea care-mi
fuge din trecuturi netrăite,
aș lăsa-o să alerge-n veșniciile uitării.
Labirinturi șerpuite țes pe calea depărtării.
Pașii nepurtați pe-acolo scriu cuvinte negreăite.
Aș mai căuta prin iască vreo scânteie-n adormire,
doar s-o îndura
s-aprindă focuri mistuite-n noaptea
nedormită, pe la
vatra insomniilor necoapte,
inspirând iz de
jăratec într-o tainică-aromire.
Fuga timpului se
pierde în clepsidrele opace,
nelăsând dâre de
treceri prin nisipuri neștiute.
Se aude doar ecoul
din cuvinte pripășite
pe la obosite minți, căutând un strop de
pace.
Piedică aș pune vremii, să se-mpiedice de mine,
să se-oprească la taifasuri
cu prezentul ce mă țin
de o mână și mă-ndeamnă să-l trăiesc, că poate mâine
ocupat prin asta
lume, nu se știe dacă vine.
---
Carpe diem
Il ricordo che mi
fugge da trascorsi mai vissuti,
lo lascerei
correre nell’eternità dell’oblio.
Serpeggianti
labirinti tessono la via dell’addio.
Passi mai compiuti
scrivono parole mai taciute.
Cercherei ancora
nella stoppa una scintilla sopita,
che forse,
impietosita, accenda fuochi inconsunti
nella notte senza
sonno, presso il focolare d’insonnie non raccolte,
respirando brace
viva in un’aroma segreto e infinito.
La fuga del tempo
si perde nelle clessidre opache,
non lasciando
alcuna traccia su sabbie mai calpestate.
Si ode solo l’eco
di parole abbandonate,
tra menti stanche,
in cerca d’una goccia di pace.
Metterei uno
sgambetto al tempo, che inciampi su di me,
che si fermi a far
conversazione col presente che mi tiene
per mano e mi
incoraggia a viverlo, che forse il domani
occupato in questo
mondo, chissà se mai verrà.
(testi tradotti in italiano dalla stessa autrice)
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Nicoleta Crăete (Romania)
Poeta e traduttrice rumena, è redattrice presso la Athanor. Numerosi sono i premi e i
riconoscimenti da lei ricevuti, tra i quali: Primo Premio per la sezione poesia
e Trofeo Festival al Festival di Letteratura Moştenirea Văcăreştilor a Târgovişte, Primo Premio al concorso di
poesia Tudor Arghezi a Targu-Jiu,
nella sezione Bilete de Papagal.
La sua prima raccolta di poesie La donna con un corpo di cera, in seguito al premio ricevuto come
miglior manoscritto al Festival Internazionale di Poesia di Sighetu Marmației, è stato pubblicato nel febbraio 2019 dalla
Grinta Publishing House, nella collezione Poezia
9. La silloge ha successivamente ricevuto il premio Libro dell'Anno al Festival della letteratura di Ion Cănăvoiu
nell'ottobre 2019.
Le sue poesie sono state tradotte in inglese, ceco,
spagnolo, francese, arabo, ebraico, greco.
despre dreptate
fiece demon e frate cu Dumnezeu
poftește-l înăuntru la masă
și așterne-i cu mâna stângă bucatele
vei
fi iscodit descojit curățit împărțit încălzit și topit înnegrit înmulțit și unit înnoit cântărit
și vândut
la ospețe
ce hrană bogată este prețul tău
se va face negoț cu orice
mai puțin 21 de grame
neclintit să te ții
în scrâșnetul dinților și-n măcinarea de oase
să taci
ascultând pacea dintre două bătăi ale inimii
și să
nu știe
stânga
ce face dreapta ta
---
sulla giustizia
ogni
demone è fratello di Dio
invitalo a casa tua
e apparecchiagli il tavolo con la mano sinistra
sarai
sondato, sbucciato, pulito, diviso, riscaldato e sciolto, annerito,
moltiplicato e unito rinnovato, pesato
e venduto alle feste
che cibo sostanzioso è il tuo prezzo?
commercerà con qualsiasi cosa
meno di 21 grammi
tieni duro con fermezza
nello stridore dei denti e nel macinare delle ossa
rimani in silenzio
ascoltando la pace tra due battiti del cuore
e non sappia la tua mano sinistra cosa fa quella destra
***
săvârșire
nimic nu e mai sincer decât o boală finală
v-ați făcut chip din iubirea cioplită
mesele voatre pline sunt goale
și
miros a pământ
v-ați trădat nașterea sângele viața
mințiți în
loc de-a respira
iar carnea din care mâncați
este sufletul vostru
măsura voastră vă va judeca
ospățul se digeră pe sine
când goi veți umbla pe la mese
cu părul vâlvoi și vânduți
o fărâmă de pâine din stropul de vin
se va-ndura
---
compimento
Non c'è niente di più sincero di una malattia terminale
Vi siete fatta un'immagine dell'amore scolpito.
I vostri tavoli pieni sono vuoti.
e odorano di terra
avete tradito la vostra nascita, il vostro sangue, la
vostra vita
mentite invece di respirare
e la carne che mangiate
è la vostra anima
La vostra misura vi giudicherà.
la festa digerisce se stessa
quando tutti voi nudi camminerete tra i tavoli
con i capelli spettinati e venduti
una briciola di pane dalla goccia di vino
avrà pietà di voi
(traduzione in italiano di Valeriu Barbu)
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DORIN CROITOR (Romania)
Born on October 6, 1963, in Suceava. A graduate of the Faculty of
Hydrotechnical Constructions from Iași. As a student, he contributed to the magazines Opinia studențeasca and Viața Politehnicii. Published volumes: Întâmplări din mahalaua
cuvintelor (Ocurrences from words’ghetto, 2013, Blurb Publishing
House, Canada). Cină ratată cu îngerul Aznavour (A ruined dinner with
the angel Aznavour, 2016, Art Creativ Publishing House) Priveghi fără obiect
(A wake with no purpose, 2018, Grinta Publishing House). A poet of
contrasts, too concrete to be a dreamer and too sensitive to remain anchored
only in the concrete, he carefully chooses his words, he strings them with
special respect for the language. Without trying to persuade and without
justifying himself, the poet finds the alternative of a present in which, for
reasons known to him only, he does not fully find himself, but from which he
does not even try to escape in dreams or imagination. Hard to grasp, hard to detach, impossible to
reproduce, a free recovery of a shackled fantasy. A challenge.
Nato il 6 ottobre 1963 a Suceava. Laureato alla
Facoltà di Costruzioni Idrotecniche di Iași. Da studente ha collaborato con le riviste Opinia studențească e Viața Politehnicii.
Ha pubblicato i volumi: Întâmplări din
mahalaua cuvintelor (Vicende dalla periferia delle parole,
2013, Blurb Publishing House, Canada); Cină ratată cu îngerul Aznavour (Cena
mancata con l’angelo Aznavour, 2016, Art Creativ Publishing House); Priveghi
fără obiect (Veglia senza oggetto, 2018, Grinta Publishing
House). Poeta dei contrasti, troppo concreto per essere un sognatore e troppo
sensibile per rimanere ancorato soltanto al reale, sceglie con cura le parole,
con un rispetto particolare per la lingua. Senza cercare di convincere, trova
l’alternativa di un presente in cui, per ragioni note solo a lui, non si ritrova
completamente, ma dal quale non tenta nemmeno di fuggire nei sogni o
nell’immaginazione. Difficile da afferrare, difficile da riprodurre: un
recupero libero di una fantasia incatenata. Una sfida.
Diacritica
Femeia iubește într-un
punct,
bărbatul iubește într-o
virgulă,
altfel nu ar ieși întreaga
frază.
Paradoxul însă
este că bărbatul iubește
până într-un punct,
pe când femeia iubește
și după virgulă....
---
Diacritics
The
woman loves in a point,
the
man loves in a comma,
the
whole sentence wouldn’t come out otherwise.
The paradox yet
is that the man loves
till one point,
whereas the woman loves
after comma as well…
---
Diacritica
La donna ama in un punto,
l’uomo ama in una virgola,
altrimenti la frase intera
non verrebbe mai fuori.
Eppure, il paradosso
è che l’uomo ama
fino a un punto,
mentre la donna ama
anche dopo la virgola…
***
Citind
Kafka pe malul mării
Ce e
trist
la o
plajă plină de oameni?
prezența
lor...
dar
la una pustie?
absența lor, desigur...
Omul este singura ființă
care poate umple
goluri care nu există,
cu deplin inexistent...
---
Reading Kafka by the sea
What’s sad
about a people-full
beach?
their presence…
what about a secluded
one?
their absence,
definitely…
The man is the only being
who can fill
voids that don’t exist
with inexistent fullness…
---
Leggendo Kafka sulla riva del mare
Cosa c’è di triste
in una spiaggia piena di gente?
La loro presenza…
E in una deserta?
La loro assenza, naturalmente…
L’uomo è l’unico essere
che può riempire
vuoti che non esistono
con una pienezza inesistente…
(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)
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SABRINA DE CANIO (Italia)
Sabrina De Canio (Piacenza,
Italia) è poetessa, traduttrice, condirettrice generale del Piccolo Museo della
Poesia Oratorio di Zamberto, unico Museo della Poesia al mondo, e membro
fondatore della Biennale Italiana di Poesia fra le Arti (BIPA). Le sue poesie,
tradotte in svariate lingue, sono state premiate e pubblicate su antologie e
riviste letterarie internazionali. È del 2020 la raccolta Libera nos a malo,
del 2023 Nel cuore del silenzio e del 2024 Respect, Marco Nereo
Rotelli e 150 poetesse contro la violenza sulle donne.
L'attesa
medie e mediane,
mode e deviazioni,
numeri che danzano,
cifre che cantano,
numeri che assillano
cifre che annaspano
duellano
imbracciano arruffate
verità
e menzogne vestite a
festa
in questo viver
nostro,
gioco a doppio
taglio,
richiede precisione e
cura,
l'attesa.
***
Occhio di Dio
specchio
cristallino
ove risali con corde
colorate
in seno alla montagna
aspra
che a tratti ti abbraccia
recando in dono
banchi di pesci
guizzanti
a tratti ti graffia
come
un gatto selvatico
che accarezzi contro
voglia
nell'azzurro che ti
inghiotte
fra rosse stelle cadute
sei tonnetto alletterato
sei albatro che vola
occhio di Dio
con pupilla di vulcano
***
I bambini di Gaza
Una rete arrugginita
frantuma l’azzurro
in piccoli pezzi
romboidali.
Una bambola
dondola le gambe
da ore sulle macerie.
Bambini
come papaveri di campo
in un bicchiere.
***
Connessione
filo impalpabile,
invisibile,
forte fra le mani
del soldato al
fronte
nell'abbraccio della
madre
che consola
nell'umida rugiada
di un'alba incerta,
nell'ultimo sguardo
che si leva
si snoda, si intreccia,
nella trama della mente,
colmo di intenzione
diventa pulsazione
lega lontananze,
al di qua e al di
là
del respiro
vibrante
di luminoso
movimento
silenzio cristallino
scorre sotto le palpebre,
dove fioriscono
e finiscono le storie,
come briciole di pane nel
bosco.
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COSMIN DUMITRIU (Romania)
Cosmin Dumitriu è un percussionista rumeno la cui attività artistica si distingue per versatilità, profondità e un impegno costante verso un’espressione autentica. Formatosi in istituzioni prestigiose come l’Università Nazionale di Musica di Bucarest e l’Università della Transilvania di Brașov, collabora con importanti orchestre quali la Filarmonica George Enescu, l’Orchestra Nazionale Radiofonica e l’Orchestra Filarmonica Rumena. È stato solista in prime esecuzioni come AlgoRythm di Alexandru Anastasiu ed è membro attivo dell’ensemble Power Vibes. Parallelamente alla carriera musicale, coltiva la poesia come forma artistica complementare, partecipando a eventi culturali e al “Tabăra Internațională de Poezie” di Arefu. La sua attenzione alla fusione tra suono e parola si concretizza in progetti interdisciplinari come Wormhole, che integra musica, letteratura e arte contemporanea in un linguaggio artistico coerente e unitario.
Bate fierul cât e cald
Îmbătat
de suspine
îngenunchez
strigând
La
mine, la ei, la toți
Nimeni
nu cunoaște
al
meu întuneric
nici
măcar eu.
Sunt
propria speranță
și dezamăgire.
Inculpatul și călăul
sunt și ciocan
și nicovală, și
tot între ele mă aflu.
---
Strike the iron while it’s hot
Drunk with sobs
I kneel shouting
at myself, at them, at
everyone,
Nobody knows
my own darkness
not even myself.
I’m my own hope
and disappointment.
The culprit and the
executioner,
Hammer and anvil.
I am still in between
them.
---
Batti il ferro finché è caldo
Ebbro di sospiri
in ginocchio grido
a me stesso, a loro, a tutti.
Nessuno conosce
la mia oscurità,
nemmeno io.
Sono la mia speranza
e la mia delusione.
L’imputato e il carnefice
sono martello e incudine, e
sono ancora nel mezzo
di entrambi.
***
Nopți Albe
Noaptea
nu se termină niciodată.
Mulți nu
au aflat asta încă.
Când
ceasul bate ora
timpul
nu pleacă nicăieri.
Stau
ca prostul și mă uit,
la
pagini nescrise.
În
curtea minții mele
curge
un râu pe care
se
face trafic de vorbe.
Să
nu uităm că apa curgătoare
cară cu ea și pământ.
---
White nights
The night never ends.
Many don’t know that yet.
When the clock strikes
the hour.
the time stays still.
I stand like a fool and
stare
at unwritten pages.
In my mind’s yard
there’s a flowing river
that
sustains word
trafficking.
Let’s not forget that
flowing water
carries with it dirt.
---
Notti
bianche
La notte non finisce mai.
Molti ancora non lo sanno.
Quando l’orologio batte l’ora,
il tempo resta fermo.
E io sto lì come un folle a fissare
pagine non scritte.
Nel cortile della mia mente
scorre un fiume che sostiene
il traffico delle parole.
Non dimentichiamo che l’acqua che scorre
porta con sé anche il fango.
(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)
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VASILE JUVERDEANU (Romania)
Vasile
Juverdeanu è nato nel 1965 a Iasi, in Romania; vive in Italia, a Roma.
Collabora
a diverse antologie e il suo nome compare in varie riviste letterarie
Ce este
viața
Viața nu
este un dar
Viața
este un împrumut
Cu
voia sau fără de voia ta
Cu știrea
sau fără de stirea ta
Ți se dă și-apoi ți se ia
Mai
dă-mi Doamne niște zile împrumut
Că ți
le-oi înapoia
Dar
nu ziua și nu toate -ntr-o zi
Ți le-oi înapoia în nopțile fără de stele
În nopțile fără de lună
Ca
să nu vadă nimeni că trăiesc pe datorie
---
What’s life
Life is not a gift
Life is a loan
With or without your
consent
With or without your
knowledge
It is first being given
to you afterwards taken
Will
you please God give me some extra days on loan
For
I might give them back to you
Yet
not by day not all at once
I
may give them back at starless night
At
moonless night
Lest
anyone should see I live on borrowed time
---
Cos’è la vita
La vita non è un dono
la vita è un prestito.
Con o senza il tuo consenso
con o senza che tu lo sappia
ti viene data e poi ti viene tolta.
Concedimi, Signore, ancora qualche giorno in
prestito,
poi te lo renderò.
Ma non di giorno e non tutto in una volta:
te lo renderò nelle notti senza stelle
nelle notti senza luna
perché nessuno veda
che vivo a tempo preso in prestito.
***
Un
simplu apus
Nu știu
când mierea e amarul venin
Nici
când mă doare nu știu să m-alin
Nu știu
când paharul cu dor este plin
Nu știu
când mă duc de ce mai revin
Nu știu
când apa este lapte de sân
Nu știu
de mi-e foame sau sătul de destin
Nu știu
de ce carul este tras doar de boi
Nu
mai știu cum e viața trăită în doi
Nu știu
de pământu-i rotund cum se spune
Dacă
soarele-i soare atunci când apune
Sunt
sleit de puteri mă duc nicăieri
Nu știu
un’ s-apuc cobor ca să urc
Mă
uit în deșert în pustiul deșert
De
ce nu e viață în corpul inert
Aș
vrea ca să știu de ce spun că nu știu
De
ce mai sunt viu atunci când sunt viu....
La
toate acestea am găsit un răspuns
Acum
că ești tu iubito
Restul
e doar un simplu apus
---
A mere
sunset
I don’t know when the honey is poignant venom
Neither when hurting to
comfort myself
I don’t know when the
longing-filled glass is full
I don’t know when I’m
going why I keep coming in
I don’t know when the
water has turned into breast milk
I don’t know if I’m
hungry or I’m fed with the fate
I don’t know why the cart
is by oxen pulled only
I don’t know any more how
is life lived in two
I
don’t know whether Earth is as round as they say
If
the sun is the sun while it’s setting
I am
weary to nowhere I’m going
I
don’t know where to settle I get off to get on
I
gaze at the desert at the empty desert
Why
is there no life in the unmoving corpse
I’d
like to know why I say I don’t know
Why
I’m being alive while I’m being alive..
To
all these an answer I’ve reached
Now
that you are here my love
Anything
else is nothing but sunset
---
Un semplice tramonto
Non so quando il miele si trasforma in veleno amaro,
né quando farmi male per poi consolarmi.
Non so quando il bicchiere colmo di nostalgia sia davvero pieno.
Non so perché, mentre vado, continuo a tornare.
Non so quando l’acqua si fa latte materno.
Non so se ho fame o se il destino mi ha saziato.
Non so perché il carro venga tirato soltanto dai buoi.
Non so più com’è vivere in due.
Non so se la Terra è davvero rotonda come dicono,
se il sole è davvero sole mentre tramonta.
Sono stanco di andare verso il nulla,
non so dove fermarmi: scendo per salire.
Guardo il deserto, il deserto vuoto.
Perché non c’è più vita in un corpo immobile, senza vita?
Vorrei sapere perché continuo a dire che “non so”,
perché sono vivo mentre sono vivo.
A tutto questo ho trovato una risposta:
ora che tu sei qui, amore mio,
tutto il resto non è altro che un semplice tramonto.
(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)
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CORNEL RODEANU (Romania)
Nato nel 1970. La
sua raccolta di poesie d'esordio, The way into cover four, è stata pubblicata
presso la casa editrice Tribuna di Cluj, nel 2021.
Vreau să-ți pun în ghete
O mână de pământ
În care să ascund o
sămânță
Dar îmi este greu
să alegDe nufăr sau de ceva ce nu ai atins
Sau poate din ce
mi-am dorit să-ți fiu
Nu ajunge o mână de
țărână să îngroape
Toate greșelile noastre
---
Vorrei mettere
nelle tue scarpe
Una manciata di
terra
In cui nascondere
un seme
– mi è difficile
scegliere –
Di ninfea, o di
qualcosa che tu non hai mai
toccato
O forse di ciò che
avrei voluto essere per te
Non basta una
manciata di terra
Per seppellire
tutti i nostri errori.
***
Mama când duce
pădurea la râu
Ne schimbă frunzele
căzute și
Pune pietrele la
locul lor.
Apoi o întinde pe
sfoară ca o ferestră,
În zori, când mama
ia pădurea de pe sârmă,
La pieptul ei
somnul nostru miroase a ger.
Mama apucă pădurea
de la colțuri
Să împacheteze
visele noastre cu cai roșii
Ce aleargă cu sănii
în spinare și
Spuma lor se așterne zăpadă.
Pădurea legănată de
vânt privește-n casă
Ne vede crescând...și tace.
Târziu, peste ani
ne vom întoarce
Să îmbrățișem și noi pădurea,
Vom încerca să
schimbăm visele copiilor,
Pădurea știe deja dacă vom putea
Să punem pietrele
la locul lor și
Să dăm drumul
cailor roșii cu săniile în spinare,
În zori somnul lor
să miroasă a ger.
---
Quando la mamma
porta la foresta al fiume
Raccoglie le foglie
cadute
E rimette le pietre
al loro posto.
Poi stende un filo
come fosse una finestra,
All’alba, quando la
mamma prende la foresta dal filo,
Il nostro sonno,
sul suo petto, odora di gelo.
La mamma prende la
foresta dagli angoli
Per impacchettare i
nostri sogni con cavalli rossi
Che corrono con
slitte sul dorso
E la loro schiuma
si fa neve.
La foresta cullata
dal vento guarda dentro la casa
Ci vede crescere… e
tace.
Tardi, tra molti
anni torneremo
Ad abbracciare
anche noi la foresta,
Tenteremo di
cambiare i sogni dei bambini,
La foresta già sa
se saremo capaci
Di rimettere le
pietre al loro posto
E di liberare i
cavalli rossi con le slitte sul dorso,
All’alba il loro
sonno odora di gelo.
(traduzione in
italiano di Violeta Anciu)
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ADRIAN SUCIU (Romania)
Adrian Suciu, nato il 21 dicembre 1970, è considerato uno
degli scrittori più importanti emersi dopo la caduta del comunismo in Romania.
Dissidente anticomunista a 17 anni (minatore fino alla Rivoluzione),
giornalista scomodo dopo la caduta del comunismo (molte cause per diffamazione
vinte contro alcuni politici rumeni), funzionario parlamentare e governativo,
Adrian Suciu è stato escluso, insieme ad altri scrittori, dalla Unione degli
Scrittori per la colpa di essere stata criticata pubblicamente in termini aspri
la direzione di questa organizzazione professionale di scrittori che ha
escluso, negli ultimi anni, un numero di scrittori 10 volte superiore a quello
che ne fu escluso durante l'intera durata del regime comunista di Nicolae Ceaușescu e per colpa di esigendo il rispetto dei principi di
democrazia, legalità e trasparenza che devono governare l'attività di qualsiasi organizzazione.
Scomodo e intransigente con la stupidità, l'impostura e
la dissoluzione morale, Adrian Suciu è un personaggio detestato
dall'establishment culturale rumeno, censurato e bandito ma ugualmente amato
dal suo pubblico. Autore di romanzi, poesie e drammaturgia, i suoi libri hanno
una diffusione notevole e hanno più edizioni. Ha vinto numerosi premi letterari
nazionali e internazionali. I suoi scritti sono stati tradotti in arabo,
ebraico, inglese, francese, tedesco, italiano, ungherese, spagnolo, ecc. È presente
in numerose antologie di letteratura rumena contemporanea pubblicate in Romania
o all'estero.
La biografia dello scrittore Adrian Suciu è in stessa un
romanzo, l'autore ha esercitato, nel corso della sua vita, i lavori molto
diversi: minatore, elettricista, giornalista, consulente d'immagine,
speculatore, insegnante, editore, consigliere parlamentare e governativo.
Noto giornalista, collaboratore di numerose testate,
editorialista e produttore di programmi televisivi, Adrian Suciu è attualmente
presidente della Sezione Stampa Culturale dell'Unione dei Giornalisti
Professionisti della Romania e presidente dell'Associazione Culturale Direzione
9, una delle organizzazioni culturali private più influenti in Romania.
È un importante
promotore culturale, organizzando eventi letterari e artistici, campi di
creazione, i festival nazionali e internazionali.
Motto personale: La vita si vive senza pietà e senza
illusioni!
M-A părăsit sângele meu
Sângele meu m-a părăsit. Sângele meu blând
s-a dus să împingă vedenii la vale. S-a tras la umbră.
Și-o fi
făcut prieteni pe undeva. O fi deschis
un atelier de ascuțit
spini. Mi-e atât de dor de el
că-mi tai venele în fiecare noapte și tot sper
să-l aud susurând.
---
Mi ha abbandonato il mio sangue
Il mio sangue mi ha abbandonato. Il mio buon sangue
è andato a spingere visioni nella valle. Si è seduto
all'ombra.
Si sarà fatto degli amici da qualche parte. Avrà aperto
un'officina per acuminare le spine. Mi manca così tanto
che
ogni notte mi taglio le vene e spero sempre
di sentirlo sussurrare.
***
Sunt trist că mă îmbăt vesel
Orice produs distilat e un semn al prezenței divine. Dacă
nu era Dumnezeu să facă omul, omul nu putea să facă
alcoolul.
Iată cum cel pasionat de adevăr nu poate ocoli paharul.
Dar eu
sunt supărat că mi-am pierdut tristețea. Nu mai pot să mă-mbăt trist,
cum făceam pe vremuri, de lăsam un covor de lacrimi în
urmă.
Sunt trist că mă îmbăt vesel. Crâșma din colț
e un autobuz. Mai urcă unul, merge o stație, două, citește
ziarul.
O veselie divină hurducă fumul și-l împarte în două icoane,
șerpi
se gudură la picioare. Singur, singur, singur în autobuzul
care merge până la ultima stație, un bețivan al limbii române
vorbind nimănui. Zugrav de subțire în biserici de fum.
Dă, Doamne, înțelepciune
proștilor și băutură cui știe s-o ducă!
---
Sono così triste di ubriacarmi felice
Qualsiasi prodotto distillato è un segno della presenza
divina.
Se Dio non avesse creato l’uomo
l'uomo non avrebbe prodotto l’alcol.
È così che l’appassionato di verità non può evitare il
bicchiere. Ma io
sono arrabbiato per aver perso la mia tristezza. Non
posso più ubriacarmi triste
come facevo una volta, lasciando dietro un tappeto di
lacrime.
Sono così triste che mi sto ubriacando allegramente. Il
pub all'angolo
è un autobus. Un altro sale, per una stazione, due, legge
il giornale.
Una gioia divina fa sobbalzare il fumo e lo divide in due
icone,
i serpenti supplicano ai suoi piedi. Da solo sull'autobus
che va all'ultima fermata, sono un ubriaco di lingua
romena
parlando a nessuno. Pittore magro nelle chiese del fumo.
Dona, Dio, la grammatica agli ubriaconi e da bere a chi
sa portarla!
(Traduzioni dal romeno di Roxana Lazar e Valeriu Barbu)
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FILIP SUCIU (Romania)
Nato il 6 agosto 2002. Celibe, residente a
Bucarest.
Insegnante di musica, pianista e compositore,
diplomato al Liceo Musicale "George Enescu" di Bucarest. Studente presso l'Università Nazionale di Musica di Bucarest.
Vincitore di numerosi
concorsi e festival nazionali e internazionali come pianista. Le sue
composizioni musicali sono state eseguite in numerosi eventi in Romania e
all'estero. Ha anche tenuto recital poetici di sua creazione in occasione di
eventi in Romania e all'estero. Appassionato di arte, spiritualità, esoterismo e
natura.
Când cercul se caută pe sine, poate zări numai un punct.
Când lumea vrea să apară, cuvânt.
În sine sunt doar visul unei broaște
Ce poartă amintiri din stomacul unei vulpi
De la o nevăzută, nescrisă, necuvântătoare
Poartă
nu rămâne altceva de făcut decât să-i chemi si pe alții
sa vadă, sau sa tacă.
---
Quando il cerchio cerca se stesso, può intravedere un
solo punto.
Quando la gente vuole apparire, una sola parola.
In me sono soltanto il sogno di una rana.
Ciò che trasporta i ricordi dallo stomaco di una volpe
da un invisibile, non scritto, muto cancello
non
resta altro da fare che
chiamare
anche gli altri per vedere o per tacere.
***
Insignifiant
Mă tem că simpla mea absență ar putea trece neobservată de către mușuroaiele de furinici.
Eu am creat lumea pe care o văd, cerul și pământul, eu mi-am făcut fericirea și tristețea, eu mi-am pregătit moartea, eu mi-am rostit adevărul.
Unii
ar putea crede că nu contez.
Sunt doar un termen.
Eu mi-am frământat viața din lut și flegme.
Gesturile
mele mă cioplesc din frică de așchii.
---
Insignifiante
Temo che la mia semplice assenza possa passare
inosservata ai formicai.
Ho creato il mondo che vedo, cielo e terra, ho creato la
mia felicità e la mia tristezza, ho preparato la mia morte, ho detto la mia
verità.
Alcuni potrebbero pensare che io non importi a nessuno.
Sono solo un'espressione.
Ho impastato la mia vita con argilla e catarro.
I
miei gesti mi scolpiscono per paura delle schegge.
***
Pământ
Să
nu îngropi pe nimeni în inimă!
Fă loc de-ngropăciune cât mai departe de tine.
În
inimă tic
tac...tac...
Fie
ca morții să fie
asemenea
pruncilor, îmbrățișați de pământuri
În inimă se-ngroapă un singur lucru, ce se adună de sus.
Din el se culeg mai multe și din ele se face ofrandă.
Împarte și pune răsaduri înalte.
Dormi
Unde nici coasa nu taie
Unde nimeni nu a secerat vreo dată.
---
Terra
Non seppellire nessuno nel tuo cuore!
Fai spazio per la sepultura il più lontano possibile da
te.
Il cuore sta ticchettando, ticchettando...
Sia che i morti diventino
come bambini, abbracciati dalle terre
Nel cuore viene sepolta una sola cosa, che si raccoglie
dall'alto.
Da esso si raccolgono più cose e da esse si fa un'offerta.
Dividi e pianta erbe alte.
Dormi
dove
nemmeno la falce taglia
dove nessuno ha mai mietuto.
(traduzione
in italiano di Valeriu Barbu)
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Mara Venuto è una
poetessa, drammaturga e ghostwriter italiana, nata a Taranto e residente a
Ostuni.
Ha esordito nel 2008
con il monologo teatrale Leggimi nei pensieri, seguito da The Monster (2015),
finalista al Mario Fratti Award di New York.
Tra le sue raccolte
poetiche si annoverano Gli impermeabili (2016), Questa polvere la sparge il
vento (2019), La lingua della città (2021) e Vora (2023).
Le sue opere sono
state tradotte in sette lingue e presentate in numerosi festival
internazionali. È presente in volumi critici sulla poesia italiana femminile
contemporanea e ha collaborato come editor con case editrici come Mondadori e
Piemme.
La
senti questa vora che tradisce,
sulla
bocca dove cade il conto delle ore
è
orma impressa e distrutta,
l’amore
dei nostri deboli intenti.
Lasciarci scomparire.
All’occhio
velato e a quello rapace
emergere
come larva,
bozzolo
che nutre la volontà.
Con
i denti aggrapparci al fiore
e
strappare i petali come bocconi.
***
Dalla
tua finestra il mare non esiste,
affoga
nell’inverno meridiano
rivelato
dalla trasparenza.
Sopra
i giardini della serra comune,
atterra
in un verde aspro la strada provinciale.
Tutto è provinciale,
l’ambizione
e il rancore,
nella
pace del pomeriggio,
nel
silenzio colante.
A
fatica si naturalizza una memoria familiare,
si
fanno talee dalle radici sepolte,
mai
rassegnate all’esilio.
Viviamo
altrove, era scritto.
***
Scorrere
con acqua e reliquati,
trovare
purezza nel filtro,
la
misura del tempo
è
nei muri rabboccati.
Invecchia
il coraggio
fioriscono
lampioni in città
non
si vede la bestia nel buio,
una
ragione per odiare.
Patria
di case e tumuli
che
sostano in piedi
e
non muoiono con noi,
la
nostra terra
terra
del sangue e del tradimento
aspetta
le
dominazioni, la tregua
nulla.
Il
mio paesaggio sprofonda
e
non si disfa intero.
(da Vora,
peQuod
Edizioni, 2023)
LUCILLA TRAPAZZO
Poeta, traduttrice, artista e performer. Dopo
anni trascorsi all'estero per studio e lavoro (DDR, Belgio, USA), ora vive tra Svizzera, Italia e NYC.
Al suo attivo ha sei libri di poesia, una serie
di traduzioni di poeti internazionali, numerose collaborazioni letterarie con
associazioni, riviste e antologie di poesia e un CD con composizioni di Marco
di Stefano, ispirato alle sue poesie. Le sue poesie, tradotte in 18 lingue,
hanno vinto importanti premi internazionali (tra cui: poeta laureata Kurora e Poezisë, Festival
Internazionale di Korca, Albania 2023 e Creativity Award Naji Naaman,
Libano 2021;
primo premio miglior libro di poesia "I Murazzi"
Torino 2019; primo premio Civil and
Philosophical Poems, “XI Checkhov's Autumn International Festival”, Crimea
2021; Medaglia d'oro per Outstanding Poet
Award al Premio “Yan'an 2021”, Repubblica Popolare Cinese; Piuma d’oro 2021 Золотое Перо Руси, Russia “per l’eccellente sintesi di linguaggi e stili
artistici diversi” Silke
Liria Award for poetic expression at Ditët e Naimit International Poetry Festival,
Tetovo, N.Macedonia 2022)
e partecipa regolarmente a festival di poesia e arte negli Stati Uniti, Europa,
Africa e Asia (alcuni: Struga Poetry
Evenings, N.Macedonia 2021; Princeton
Festival, USA 2021,2024; Babylon
International Festival of the Arts, Iraq 2022, 2024; Kistrech International Festival, Kenya 2023). Convinta
sostenitrice dei diritti umani e del pianeta, il suo punto di vista sociale, e
femminile si riflette in molti dei suoi scritti. Da una sua poesia, Salmodia, che narra di una sposa-bambina, è stato tratto un video (produzione
Palazzo del Poeta, OST Marco Di Stefano), trasmesso da RAI 1 nel 2021.
C’era una parola
l’avevo conservata sullo schermo
in un angolo tra Broca e l’Ippocampo
ma non era cucita a doppio filo
e allora è andata via e si è perduta
in qualche dove nello spazio
tra le app – così come muoiono
gli amori e le rose nella grazia piena
dell’estate
della parola non ricordo neanche più l’odore
o il suono o il senso
che squaderna matrici antecedenti e relazioni
di causalità (me ne figuro invero una certa
eziologia, come una grisaglia, causeffetto
senza soluzione di continuità)
ti lascio la parola sulla spalla
senza far rumore
una piccola scimmia addormentata
uno scialle di mare
che ti copra quando fuori piove
(da La formula della distanza, Il Convivio
Editore)
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GIUSEPPE VETROMILE
Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949.
Svolge la sua attività letteraria a Sant'Anastasia (Na). Ha ricevuto
riconoscimenti sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi
letterari nazionali. Numerosissimi sono stati i primi premi.
Ha pubblicato più di venti di libri di poesie,
gli ultimi dei quali sono Congiunzioni e
rimarginature (Scuderi, 2015), Il
lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà dell'attesa (RPlibri, 2020), Esercizio all’esistenza (Puntoacapo, 2022), Condominio Quadrifoglio (Scuderi, 2024), Di non chiudere le porte stasera (Ediz. La Valle del Tempo, primo
premio “L’Assedio della poesia”), ed i libri di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e
altri perdenti (Kairos, 2010); Storie
di ordinaria solitudine (Delta3 Ediz, 2023, primo premio “L’Inedito, sulle
tracce del De Sanctis).
Ha ideato e gestisce il sito “Transiti Poetici”,
sul quale pubblica recensioni e note di lettura di libri di poesia e di
narrativa.
Ha curato diverse antologie, tra le quali,
recentemente, Ifigenia siamo noi
(2015) e Mare nostro quotidiano
(2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. Attualmente sta curando l’Antologia Poetica Virtuale Transiti
Poetici in più volumi (ogni volume comprende dieci Autori; al momento è
giunto al 44° Volume). È il fondatore e il coordinatore del Premio
Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia" (giunto alla 22^ Edizione).
Cura e conduce, anche con la collaborazione di
altri operatori culturali, rassegne e incontri letterari di rilievo presso
librerie, biblioteche e altre sedi opportune. È presente in rete con diversi
blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti Poetici, Taccuino
Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari).
Cerco altre cose
Tu
dimmi se questo sciamare di molecole sfatte,
l’agitarsi
di tutti i colori pazzi nell’incavo degli occhi,
o
se l’andirivieni delle parole grezze nel passo della sera
(quando
altro non è che un fantasma vorticoso
in
giro nel vuoto del corpo); dimmi se l’estro
del
sonnambulo a breve lampo di gioia (appena
un
attimo felice dietro lo sguardo e l’estasi
d’un
gioco d’ombre e luci)… tu dimmi se non è
materia
nostra in cammino tutto questo (verso
l’alba,
il tramonto?...) e che basta raccapricciarsi
o
vivere trasalendo i sogni vituperosamente.
Ma
tu vuoi comunque un segno, un testimone
più
ampio delle stelle o del regno delle favole,
un
simbolo che ti precipiti per sempre dentro
il
cielo. Quantunque disperato e in abbandono,
non
avrai che domande illimitate, e il resto
d’un
racconto senza trama attaccato alle tue
labbra
inconcludenti.
Io
cerco altre cose. Indietro nel cuore: per darmi
una
vita, mi basterà il suono del silenzio
nel
ruggito del giorno, o un brivido di vento
nel
fragore di tamburi che battono
sugli
inutili perché dell’infinito.
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Gli Artisti
Hanno contribuito ad arricchire il Festival Boema9 di Arefu altre
espressioni artistiche e musicali, realizzando in tal modo un mosaico culturale
vario e denso di contenuti. In particolare, si è fatta apprezzare per le sue
doti di danzatrice Cristin
Art,
interpretando insieme al poeta, cantante e musicista Tic Petrosel, alcuni brani musicali curati dallo stesso
Petrosel. Cristin Art è stata anche una perfetta declamatrice di testi poetici
tradotti in romeno.
La pittura ha fatto da cornice, grazie all’esposizione in contemporanea
di alcuni dipinti del valente Marza
Traian, pittore e
giornalista.
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Cristin Art |
![]() |
Tic Petrosel |
![]() |
Marza Traian |
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