VOCI DAL MONDO II
VOLUME XLIV
Volume Speciale dedicato alla Poesia di Autori Esteri
Autori:
Vlora
Ademi (Kossovo)
Muhsine Arda (Turchia)
Gema Bocardo (Spagna)
Amelia
Cayul Tranamil (Cile)
Nicoleta
Crăete (Romania)
Abdallah
Gasmi (Tunisia)
Dimitris P. Kraniotis (Grecia)
Marija Krivokapić (Montenegro)
Ces Le Mythe (Argentina)
Aleisa Ribalta Guzmán (Cuba)
Siti Ruqaiyah Hashim (Malesia)
Jana Orlová (Rep. Ceca)
Cao Shui
(Cina)
Adrian
Suciu (Romania)
Annette
(Wengert) Tarpley (USA)
Dominic Windram (Inghilterra)
Introduzione
Siamo al secondo volume dedicato alla poesia estera, dell’Antologia Poetica Virtuale “Transiti Poetici”, da me curata. Una digressione, se vogliamo, dalla normale mia ricerca di poeti italiani che da alcuni anni porto avanti, realizzando di volta in volta volumi costituiti da dieci Autori ciascuno. Queste “digressioni” mi portano a considerare altre tipologie di poetica e altri autori, come ad esempio i dialettali, i giovani esordienti, i poeti che ho conosciuto lungo il mio percorso formativo e che, purtroppo, ci hanno lasciato, la poesia estera, ecc.
Ecco:
questo volume, il 44°, riprende per la considerazione nei confronti dei poeti
esteri, non residenti in territorio italiano, ed è quindi il prosieguo di quel
discorso iniziato con il Volume 36° e che potrebbe avere ancora un seguito.
Ritengo che la Poesia abbia la dignità assoluta di essere prodotta, letta e
diffusa, indipendentemente dal colore della pelle, dalla lingua, dalla patria
di origine dell’autore, e questo naturalmente deve valere per ogni espressione
artistica. Non è un censimento l’operazione letteraria che vado a svolgere,
bensì solo un limitato esempio del fermento e della creatività poetica
all’estero, che si riverbera certamente anche qui da noi. Le scelte sono
limitate alle conoscenze che attualmente abbiamo in campo, e anche per quelle,
per non appesantire troppo il volume, ci siamo fermati ad alcuni autori, con la
promessa che nel breve futuro prenderemo in considerazione certamente chi nel
frattempo ne è rimasto fuori, o anche altri poeti che finora non erano giunti
ai nostri sguardi.
Rimane
sempre il problema grandissimo della traduzione in italiano, e per questo
aspetto credo che Lucilla Trapazzo, mia preziosa collaboratrice in questi
viaggi di conoscenza della poesia estera, abbia fornito dettagliate e
interessanti spiegazioni e riflessioni in merito.
Sono
convinto che la poesia e la grande possibilità di mettere a frutto la propria
creatività, per esprimerla poi in tutte le sue forme artistiche, sia una
prerogativa essenziale dell’uomo e che lo possa rendere libero e slegato da
ogni costruzione o sistema egocentrico e accerchiante, in una comunità limpida
e trasparente in cui sia possibile la condivisione dei valori alti e positivi
che dovrebbero essere alla base del buon vivere, in concordia e in armonia con
la natura.
Non avrei
potuto realizzare questi volumi dedicati alla poesia estera senza il prezioso
aiuto e collaborazione fattiva di Lucilla Trapazzo, un’esperta in questo campo:
poetessa di grande valore, ha conoscenze poetiche in campo internazionale e
contatti con realtà e associazioni estere che vivono e attuano la poesia con
grande impegno e amore. A lei vanno quindi i miei ringraziamenti, per i
consigli, per la scelta degli Autori, per il certosino lavoro di traduzione
operato.
Giuseppe
Vetromile
I limiti del mio linguaggio rappresentano i
limiti del mio mondo.
Ludwig Wittgenstein
Dagli
albori della storia, il
mito della distruzione della Torre di Babele comporta simbolicamente la perdita
dell’utopia di una lingua unica. Per superare l’ostacolo
dell’incomprensione di fronte alla pluralità e alla diversità
delle lingue
serve il lavoro concreto del traduttore – dal latino trans-ducere, portare oltre, cioè comunicare e trasmettere
concetti a persone provenienti da realtà culturali differenti.
Come il noto detto di Umberto Eco afferma, però,
tradurre significa anche tradire: nessun traduttore, per quanto bravo e
attento, è in grado di trasportare esattamente da
una lingua a un’altra costrutti linguistici ed emozioni. Sono troppe le
variabili da considerare. Da quella puramente linguistica (ogni lingua è un
universo a sé stante di ritmo, di suono, colori), a quella semantica
(espressioni, costrutti e modi di dire intraducibili o inesistenti nella lingua
di arrivo), ma anche il contesto storico e socio-culturale squisitamente unico
di una determinata lingua. Quindi, se tradurre è tradire, come si concilia il
nostro lavoro con questa consapevolezza, cosa vuol dire in essenza tradurre? Mi
piace immaginare un testo originale e la sua traduzione come rette tangenti
all’infinito, che si avvicinano senza mai arrivare a toccare la perfetta
corrispondenza. Il lavoro del traduttore
consiste nell’aspirazione a quell’avvicinamento infinito. Cioè, più che di
perfetta corrispondenza, si deve parlare di equivalenza: insomma dire
quasi la stessa cosa, come sosteneva Eco.
Il compito (a volte titanico) della traduzione
letteraria è dunque fare l’esperienza dell’altro, attraverso lo specchio della
propria soggettività storica, mentale, linguistica, affettiva, riuscire a
penetrare lingue e culture non proprie, decodificare i segni e lo spazio
bianco, e poi riscrivere anche quello che le parole non dicono, divenire
veicoli di senso e di sentire. Tradurre diventa quindi interpretare, scoprire
un mondo nuovo, abbandonarsi a un viaggio nella lingua, nella cultura e
nell’intimo di un altro da sé, soprattutto in poesia. Perché entrare
nell’universo poetico di un autore è un momento d’incontro, un atto di empatia,
si sente con lui.
Ed è proprio dall’idea di un diario di viaggi e
di incontri che ho selezionato i poeti presenti in questo secondo volume di
Voci dal Mondo, curato da Giuseppe Vetromile, proponendo una corale di voci
diverse, da diverse parti del mondo, tese verso la stesse istanza: la
rappresentazione della realtà attraverso l’intimo sentire, nella ricerca di un
linguaggio poetico personale. La scoperta del mondo
attraverso le parole degli altri è anche metafora di vita, è acquisizione di
conoscenza e consapevolezza di sé. Attraverso lo sguardo di un altro, possiamo
entrare in contatto anche con la sua essenza intima, ci apriamo al diverso e la
nostra propria identità si trasforma. La mente si apre al confronto e alla
pluralità, fino a trovare l’essenza universale comune all’umanità.
Lucilla Trapazzo
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VLORA ADEMI (KOSSOVO)
(MA in Comunicazioni
di Massa) si occupa di diplomazia culturale, guidando e creando progetti ed
eventi culturali, in Kossovo e in altri paesi, grazie all’organizzazione “Social Creativity”, da lei diretta. È anche coordinatrice,
collaboratrice e membro di “Etno-Fest”, festival
importante nel suo paese e all’estero. Infine, è la fondatrice del festival di
poesia “LA REPUBLICA”, a Pristina.
Le poesie di Vlora Ademi sono
state tradotte in diverse lingue. Di recente la prestigiosa casa editrice
ONUFRI ha pubblicato il suo primo libro, una raccolta di poesie, intitolata Quaranta e poco...
Nel marzo del 2023 la poesia I
will not forgive his fidelity è
stata pubblicata nell’antologia “Loyalty
Walking into the Unknown",
dal Poet's Choice, Chicago.
Una poesia
ironica sulla relazione di coppia, ma che affronta con coraggio e
determinazione il problema della dignità femminile in tutti gli ambiti e paesi.
I
will not forgive his fidelity
I will not forgive him for never
cheating on me
I won’t forgive him!
As I wanted to appear merciful,
I wanted to be proud of my
courage,
I wanted to see myself challenged
facing the beauty of another,
facing her schemes and charms,
facing high heels which I never
liked.
I wanted to see the fear in his
eyes,
submission,
attitude when confronted with the
act of betrayal.
I wanted to hear him stuttering,
I wanted to see him guilty
kneeling before me, just as
before Saint Mary,
as I wanted to feel as mighty as
her,
as I wanted to measure my
sensibility,
measure my strength
would I be able to send to hell
butterflies in my stomach,
the wedding ring with his name
engraved on it
and twenty grey hairs for twenty
years of marriage.
I wanted,
oh how much I wanted,
to see him coming home late
and myself just as those victims
on Hollywood movies
on a burgundy robe
waiting nearby a night lamp in
darkness.
I wanted to find a lipstick mark
on the shirt I bought him
and measure the balance of my
rage.
I wanted to look him in the eye
and say:
now you’ve proven your manhood,
because where I come from
men’s manhood is measured
only to the number of women they
“have had”!
Non posso perdonare la sua fedeltà
Non
perdonerò che non mi abbia mai tradito
Non lo
perdonerò!
Ah,
quanto avrei voluto apparire clemente
andare
fiera del mio coraggio
con
piacere avrei raccolto la sfida
della
bellezza di un’altra
ne
avrei affrontato tattiche e fascino
combattuto
i tacchi alti - che non ho mai amato.
Spavento
volevo leggere nei suoi occhi
sottomissione
noncuranza
di fronte al tradimento.
Avrei
voluto sentirlo balbettare
vederlo
contrito
in
ginocchio davanti a me, come davanti alla Santa Maria
per
sentirmi potente come lei
per
valutare la misura della mia sensibilità
della
mia forza
sarei
riuscita poi a mandare all'inferno
tutte
le farfalle nello stomaco
la
fede nuziale con il nome inciso sopra
e i
miei venti capelli grigi per i vent'anni di matrimonio?
Avrei
voluto,
oh
quanto avrei voluto,
vederlo
tornare a casa tardi
e
sentirmi come una di quelle eroine dei film Hollywoodiani
con
una veste da camera bordeaux
in
attesa nell'oscurità accanto a una lampada da notte.
Bramavo
trovare un segno di rossetto sulla camicia che gli ho regalato
e poi
ponderare l'equilibrio della mia rabbia.
L’avrei
guardato negli occhi per dirgli:
Ah,
ora hai dimostrato di essere uomo!
Perché
da dove vengo
l’onore
di un uomo si misura
dal
numero di donne che “ha avuto”!
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MUHSINE ARDA (TURCHIA)
Muhsine
Arda è una poetessa, romanziera e saggista turca. Dopo un lungo incarico di
insegnamento alla New York University, è tornata nella sua città natale, Bursa,
in Turchia, nel 1997.
Il suo primo libro di poesie, A Woman-Not Like A Man, è stato pubblicato nel 1992.
Le opere
di Muhsine, tra cui cinque volumi di poesia, racconti, saggi e due romanzi,
sono state ampiamente pubblicate in Turchia. Molte delle sue poesie sono state
tradotte in altre lingue e sono apparse in altre lingue e in pubblicazioni
letterarie internazionali. Il suo romanzo Le
lacrime del suicida è stato tradotto in svedese e spagnolo. Sostenitrice
convinta dei diritti delle donne, il suo punto di vista femminista si riflette
in molti dei suoi scritti con argomenti "tabù" come la sessualità
femminile, la disabilità fisica e il suicidio.
Da molti
anni organizza eventi di poesia a Bursa. È stata redattrice di una rivista di
poesia, Dikili Ekin, per ventuno
anni.
Una poetessa autentica, vicina ai temi della natura e
soprattutto alle problematiche legate alla sottomissione delle donne in certi
ambiti etnici, come nella poesia “Una ragazza africana”, qui proposta.
Yerküre
Tan
ağardı
Yerküre
canlandı
Ezeli
ve ebedi aşk
Herkesi
kucakladı
Mutluluk
ve umut güne bağışlanmakta
Dünyayı
korumak, güneşi kutsamak
Herkesin
günlük duası olmalı
29 Mart 2021
The
Earth
Morning has broken
The Earth has awakened
Eternal and infinite love
Embraces all
Bliss and hope enrich the day
Saving the earth and blessing the sun
Should be the daily prayer of
everyone
March 29th, 2021
La Terra
Si
è schiuso Il mattino
La
Terra si è svegliata
Amore
eterno e infinito
Ci
stringe in abbraccio
Letizia
e speranza potenziano il giorno
Salvare
la terra, ringraziare il sole
Che
sia quotidiana preghiera per tutti
29
marzo 2021
---
The african girl
I
was an African girl
the
wonderful nature of my continent
made me happy
I
loved both
my tribe
and others
Africa
is huge
quite enormous
like
the endless sky
it is infinite
its land and fertility
heat and aridity
exclusive
are
its taboos and animals
intertwined
are
its mines and pains
eternal
is
its darkness and prudence
its
ignorance and wisdom are limitless
with
unending treasons, music and dances
artists
can paint the picture gray
by mixing white with black
or the opposite
by mixing black with white
a
big lie!
white is white
black is black in Africa
nature
has granted womanhood
but the witch doctor cuts off the
clitoris
claiming it unnecessary
I
was afraid
very scared of the witch doctor’s razor
blade
my
mother cried
as she was pushing me in
my
mother cried
while I was screaming
my
mother cried
while my womb was bleeding
my
mother was crying
as I was saying farewell to Africa
listen,
my black-skinned African mother:
woman
is created
even if customs sacrifice her
even if taboos silence her
she
will be emancipated
if she learns to love
herself
and all women
La ragazza africana
Ero
una ragazza africana
la
meravigliosa natura del mio continente
mi
rendeva felice
Amavo
sia
la
mia tribù
sia
gli altri
L'Africa
è enorme
abbastanza enorme
come
il cielo infinito
è
infinito
la
sua terra e la sua fertilità
calore
e aridità
esclusivo
sono
i suoi tabù e i suoi animali
intrecciati
sono
le sue miniere e i suoi dolori
eterno
è
la sua oscurità e la sua prudenza
la
sua ignoranza e la sua saggezza sono illimitate
con
infiniti tradimenti, musica e danze
gli
artisti
possono dipingere il quadro in grigio
mescolando il bianco con il nero
o il contrario
mescolando
il nero con il bianco
una
grande bugia!
il bianco è bianco
il nero è nero in Africa
la
natura ha concesso la femminilità
ma lo stregone taglia il clitoride
sostenendo che non è necessario
Avevo
paura
molto spaventata dalla lama del rasoio
dello stregone
mia
madre piangeva
mentre mi spingeva dentro
mia
madre piangeva
mentre gridavo
mia
madre piangeva
mentre il mio grembo sanguinava
mia
madre piangeva
mentre dicevo addio all'Africa
ascolta,
mia madre africana dalla pelle nera
la
donna è creata
anche se i costumi la sacrificano
anche se i tabù la mettono a tacere
sarà
emancipata
se impara ad amare
se stessa
Avvocata,
poeta, scrittrice freelance e
narratore. È stata membro della Red de
Arte Joven de la Comunidad de Madrid. Alcune sue poesie, racconti e
articoli sono stati tradotti in macedone e albanese.
Ha
pubblicato poesie e racconti in antologie collettive, recita regolarmente in
locali e festival; cantastorie e monologhista dal 1996, per bambini e adulti,
da sola e come componente del gruppo di narrazione CuentaminaTe, si occupa anche di teatro di marionette. Attualmente
organizza eventi per ErotiZarte.
Numerosi i premi e i riconoscimenti.
Autrice di
grande respiro, con la sua poesia allarga gli orizzonti della natura,
decantandone le bellezze, immedesimandosi in essi e attingendone vigore e
desiderio di rinascita.
Renacer
Olvidaré
tus amapolas
plantando
margaritas
a la
orilla
de las
sendas;
la
sombra de tu olmo centenario
cobijándome
bajo el sauce llorón
de la
ribera.
Y será
Atacama un vergel,
un
banco de peces el Mar Muerto;
y
volverá a trinar el ruiseñor
en la
cabecera
de mi
lecho.
Rinascere Dimenticherò i tuoi papaveri piantando margherite sul bordodei sentieri; l'ombra del tuo olmo centenario mi offre rifugio sotto il salice piangente della costa. E Atacama sarà un frutteto, un banco di pesci il Mar Morto; e tornerà a trillare l'usignolo dalla testiera del mio letto.
42
anni, poetessa, chef e artigiana del filato, lavora per diffondere la sua
cultura Mapuche attraverso la lingua Mapudugun, la cucina Mapuche e il telaio witral. Scrive poesie in Mapundugun
ed è membro di diversi gruppi
poetici e letterari in Spagna e in India. Ha partecipato a diversi recital
internazionali di poesia come ambasciatrice della cultura Mapuche. Premiata dal Ministero della Cultura Cileno nel 2019 per i
suoi lavori al telaio witral,
esegue programmi e interviste culturali in diretta dalla sua piattaforma
Facebook per sostenere il trionfo dell'umanità.
Una poesia
densa di richiami ed echi di tradizioni popolari delle terre cilene: la
validità del dettato poetico di questa Autrice sta nel riproporre e declamare,
con versi armoniosi e melodici, le radici culturali e storiche delle proprie
origini.
Idioma
Hablar mi idioma
Mapudugun,
mi voz y
Mi cuerpo
Grita!! Entre
Cerro, enorme cerro
Donde se encuentra los árboles
Nativos!!
Traspasa y le suena
Entre las montañas
Mi espíritu, respira el aroma
De cada árbol Ancestrales
Pewen
Mapue
Boldo
Canelo
“el conocimiento está aquí “
Mis Ancestros están tristes
Los niños y los jóvenes
Que sepan nuestra lengua
Mapugen ka Mapugetan
Lingua
Parlare
la mia lingua
Mapudugun, la mia voce e
il mio
corpo
urlano!
Dentro
la
collina, l’enorme collina
dove
vivono gli alberi
natii
Trafigge
e suona
tra le
montagne
il mio
spirito, respira l’aroma
di
ogni albero ancestrale
Pewen
Mapue
Boldo
Cannella
"È
qui la conoscenza".
Sono
tristi i miei antenati
i
bambini e i giovani
che
conoscono la nostra lingua
Mapugen ka Mapugetan
---
Gente de tierra
Desde lo más profundo que alberga
La tierra una raza de personas se libera.
La sangre viendo los rayos de sol
Una sangre diferente que bombea su corazón
Caminaron senderos muy oscuros
Donde hubo una luz que guía su camino haciendo
que cambiará su destino
Convirtiendo su sangre en vino
¿Dónde encontraremos la salida?
¡Si no la encontramos nuestra vida esta
perdida!
El frío recorre nuestro torso desnudo,
Como va aceptar nuestra raza el mundo
Es difícil aceptar la realidad
Como a nuestra gente la desaparecen sin piedad
Nuestro entorno cada día se parece a un
infierno y al wekufu
ya le están sirviendo
¡Liberación a nuestro espíritu!
¡Liberación a nuestro cuerpo!
¡Liberación a nuestra tierra!
¡Liberación por que hoy algo comienza!
Gente di Terra
Dai
luoghi più profondi che la Terra custodisce
si
libera una stirpe di persone.
Il
sangue scruta i raggi del sole
Un
sangue diverso che ne gonfia cuore
Hanno
camminato su sentieri oscuri
Proprio
lì fino alla luce che ne ha guidato il cammino
trasformando
il destino
Convertendo
il loro sangue in vino
Dove
troveremo via d'uscita?
Perduta
è la vita, se non la scorgiamo!
Il
freddo scorre lungo il nostro torso nudo,
Come
farà la nostra razza ad accettare il mondo
Come
accettare la realtà
mentre
la nostra gente scompare senza compassione
Somiglia
a un inferno il nostro territorio
giorno
dopo giorno e il wekufu
è già
servito
Liberazione
al nostro spirito!
Liberazione
per il nostro corpo!
Liberazione
della nostra terra!
Liberazione
perché oggi qualcosa ha inizio!
Poeta e traduttrice rumena, è redattrice presso la Athanor. Numerosi sono i premi e i
riconoscimenti da lei ricevuti, tra i quali: Primo Premio per la sezione poesia
e Trofeo Festival al Festival di Letteratura Moştenirea Văcăreştilor a Târgovişte, Primo Premio al concorso di
poesia Tudor Arghezi a Targu-Jiu,
nella sezione Bilete de Papagal.
La sua prima raccolta di poesie La donna con un corpo di cera, in seguito al premio ricevuto come
miglior manoscritto al Festival Internazionale di Poesia di Sighetu Marmației, è stato pubblicato nel febbraio 2019 dalla
Grinta Publishing House, nella collezione Poezia
9. La silloge ha successivamente ricevuto il premio Libro dell'Anno al Festival della letteratura di Ion Cănăvoiu
nell'ottobre 2019.
Le sue poesie sono state tradotte in inglese, ceco,
spagnolo, francese, arabo, ebraico, greco.
Una poesia audace, ricca di
simboli, questa della romena Nicoleta Crăete, in cui i versi si susseguono con andamento
ritmico e trafelato, ad evidenziare l’impellenza del dettato. Poesia anche del
sociale, che mostra un latente disagio del vivere quotidiano.
2020 birds
no one
has come to ask me why
no one
in what way with whom when or where
I go
or become
in the
roundest of pitch black not a soul in the sight
sitteth
I and the bread
sitteth
I and the wine
twothousandtwenty
birds against the window then crashed
spilling
the wine
over
the bread turned into crumbs on the road
2020 uccelli
nessuno
è venuto a chiedermi perché
nessuno
in che modo con chi o quando o verso
dove
io cammini o in cosa mi trasformi
nel
buio fitto più rotondo non un'anima in vista
seduti
io e il pane
seduti
io e il vino
duemilaventi
uccelli rompono sulla mia finestra
versando
vino
sul
pane in briciole lungo la strada
---
who is that wandering
one
people have forgotten to breathe
fragments of void
rest helter-skelter ordained
on houses of them
time for the bandstand to ring
of flesh lieth in wait their feed
shadowing earth
but come into the shadowy glide
birds falling birds falling
with tombs in their beaks
and the query
who is that wandering one
no raiment or name
who is that wandering one
chi è quel vagabondo
la
folla dimentica il respiro
frammenti
di vuoto
per
decreto appoggiati alla rinfusa
sulle
loro case
è ora
che risuoni il palco dell'orchestra
di
carne indugia in agguato il loro cibo
adombrando
la terra
raggiungimi
lungo la china ombrosa
cadono
gli uccelli cadono gli uccelli
nei
loro becchi tombe
e il
punto di domanda
chi è
quel vagabondo
senza
alcun vestito o nome
chi è quel vagabondo
---
enlightened poem
fear has sat down at the basis of the world to take a rest
above its head some ants were smashing seeds
one two
seven nine
but here is how from the right ear a religion has
risen
bearing long legs
the middle worshippers would worship her
the left worshippers would worship her as well
even the worshipped ones would also worship her
and too much concord would have been there in the world
hadn’t it been
but there is how from the left ear rage was growing up
from final
moods floods
wars
the right worshippers would worship them
even the worshipped ones would also worship them
you just hold me the candle so that I could write
poesia illuminata
sedeva
la paura alla base del mondo e riposava
sopra
la sua testa formiche spaccavano semi
uno
due
sette
nove
ma
ecco che dal suo orecchio destro sorgeva una religione
indossando
gambe lunghe
i
devoti al centro l'avrebbero adorata
i
devoti a sinistra l'avrebbero adorata
finanche
gli adorati l'avrebbero adorata
e
troppa concordia ci sarebbe stata al mondo
se ciò
non fosse stato
ed
ecco allora che dall'orecchio sinistro cresceva rabbia
dall’ultimo
sentire dall’ultimo diluvio
da una
guerra ultima
gli
adoratori a destra l’avrebbero adorata
e
anche gli adorati l’avrebbero adorata
tienimi
la candela così che io possa scrivere
Abdallah
Gasmi è un poeta tunisino, professore universitario di Poesia Araba
Contemporanea e direttore del Salone
Culturale di Poesia e del relativo Festival Internazionale a Nabeul,
Tunisia.
È una poesia che si
distende con versi lunghi e con una narrazione piana, ricca di immagini e di
simboli, ma anche fortemente legata alla propria cultura mediterranea e alla
solarità dei panorami. L’andamento è dolce, i versi hanno in sé uno spiccato
lirismo.
Verger
de violette et de jasmin
1
Seul avec la nuit je monte un nuage de violette sauvage
Mon père, qui a pris le cheval bronze de mort en bronze
de bonne matin, m'a laissé avec des pierres cotonnées et des montagnes
enneigées parmi les convois affamés
Comme un léger brouillard, je cercle les routes et pleure
la nuit sur le sein de ma
[mère
pas de vague dans mon main
Dans ma paume se développer une Saule triste
Seul avec la nuit je chevauche un nuage de violette
sauvage
Vole et monte loin, oiseau lavé au clair de lune
Sur mes mains, une tempête de soleils orange
Mes yeux deux bateaux errant dans l'océan
Mon cœur est un hiver froid
Je coulais avec les verses des douleurs, et marcher seul
au mer
Je marche et le jasmin se plante entre mes péchés
2
Les rues pleines des soupires des amants
Chérie donner mois tes mains, Je veux grandir en toi
comme une herbe sauvage
Laisse-moi récolter le blé de tes seins
Quand l'hiver arrive, je porte mes mots au bar, et j'ai
ivresse de douleur
De retour à mon bureau, les lettres me frappent, et les
mots se transforment en étranglements, et les poèmes des vergers salés.
Quand le printemps arrive, je prends mon crayon aux vieux
bordels, j'ivresse avec le
[douleur
Quand je retourne, les poèmes me fouettent... car j'ai
enlevé ma robe de ma virginité
Quand l'été arrive, je cherche une pluie orpheline entre
les seins de ma chère
Quand l'automne tombe, le sang des mes lèvres devient
Jaune
Un ombre d'un Dieu en moi se lève... pour être plus
sucrée que le sucre
3
Mon corps est un lac frais, mon âme tremble comme un
saule nu
Déracine les roches de mes côtes
Mettez votre parfum dans le marais de la mémoire
Buvez dans les cavités du cœur et construit des églises,
et priez comme une nonne
[sur le tapis de rêve
Jouer une mélodie
sauvage
Mes yeux deux fleures en perle
Mes doigts sont des nuées de gazelles sauvages courent
entre les tragédies
Mon corps est une forêt de brouillard
Comme une brise parfumée de bonheur, claire les clôtures
mon royaume
Bombarde de mes étoiles des millions de soleils et dansez
vos danses
les arbres nus à l'intérieur de moi feuillu...
Frutteto di violette e gelsomini
1
Da solo con la notte cavalco una nuvola di
violette selvatiche
Mio padre, partito con il cavallo di bronzo
della morte nella luce del primo mattino
mi ha lasciato con sassi di cotone e montagne
innevate tra convogli affamati
Come una bruma leggera, mi aggiro per le
strade e piango di notte sul seno di mia
[madre
non ci sono onde nella mia mano
Nel mio palmo cresce un triste salice
Solo con la notte cavalco una nuvola di
violette selvatiche
Vola e vai lontano, uccello lavato dal chiaro
di luna
Sulle mie mani, una tempesta di soli
arancioni
I miei occhi due vascelli che vagano
nell'oceano
Il mio cuore è un inverno freddo
Ho sommerso con i versi il mio dolore e ho
vagato da solo verso il mare
Cammino e il gelsomino si ferma tra i miei
peccati
2Le strade piene dei sospiri degli amanti Mia cara dammi le tue mani, voglio crescere in te come erba selvatica Lascia che raccolga il grano dei tuoi seni Quando arriva l'inverno, io porto le mie parole al bar e mi ubriaco di dolore Di ritorno alla mia scrivania, le lettere mi trafiggono, le parole mi tolgono il respiro e le poesie si trasformano in frutteti salati. Quando viene la primavera, porto la matita nei vecchi bordelli ebbro di dolore Quando torno, le poesie mi agitano... perché ho tolto la veste alla mia verginità Quando arriva l'estate, cerco una pioggia orfana tra i seni della mia amataQuando cade l'autunno, il sangue delle mie labbra diventa giallo L'ombra di un Dio in me si innalza... per essere più dolce dello zucchero
3
Il mio corpo è un lago fresco, la mia anima tremola come salice nudo Sradica gli scogli dalle mie coste Riponi il tuo profumo nella palude della memoria
Bevi nelle cavità del cuore e costruisci chiese e prega come una suora sul tappeto del [sogno Suona una melodia selvaggia I miei occhi due fiori di perla Le mie dita sono branchi di gazzelle selvatiche e corrono tra le tragedie Il mio corpo è una foresta di nebbia Come una brezza fragrante di piacere, estingui i recinti del mio regno Colpisci le mie stelle con milioni di soli e danza le tue danze gli alberi spogli dentro di me frondosi...
Nato nel 1966 nella prefettura di Larissa
nella Grecia centrale, è cresciuto a Stomio (Larissa). Ha studiato Medicina
all'Università Aristotele di Salonicco. Vive a Larissa (Grecia) e lavora
come medico (specialista in medicina interna). È autore di dieci libri di
poesia in Grecia e all'estero e redattore capo di un'antologia internazionale
in inglese. Ha vinto numerosi premi internazionali; la sua poesia è stata
tradotta in 35 lingue e pubblicata in antologie e riviste in molti paesi. Ha
partecipato a numerosi festival internazionali di poesia in tutto il mondo. È
Dottore in Lettere, Accademico (in Italia), Presidente del 22° Congresso
Mondiale dei Poeti (UPLI), Presidente della Società Mondiale dei Poeti (WPS),
Direttore del Festival Mediterraneo di Poesia (Larissa, Grecia), Presidente
dell'Associazione degli Scrittori per il Comitato per la Pace del PEN Grecia e
membro del Movimento Mondiale degli Scrittori (WPM), Poeti del Pianeta (PoP),
Società Letteraria Ellenica, Società Nazionale degli Scrittori Letterari Greci.
https://www.dimitriskraniotis.com/
Autore
molto impegnato e ai vertici del mondo poetico greco e internazionale, Dimitris P. Kraniotis ha un dettato poetico
profondo e allusivo, come in questo brano qui riportato, in cui traspare la sua
vena ironica nel descrivere una realtà sociale complessa ed eccessivamente
razionale.
Μείον ένα
Τράβηξα τη γη
Για να σκεπαστούμε
Μήπως φορέσουμε απόψε
Αφοπλιστικά κι αναίμακτα
Τις λέξεις που χθες φτύναμε
Σαν κουκούτσια
Μα μην μ’ απαντήσεις βιαστικά
Περίμενε τη σειρά σου
Στην ουρά
Περιμένω απαντήσεις
Από σένα κι από μένα
Ξανά και ξανά
Ως το χθες
Ως το σίγουρο κι απροσδόκητο
-1 του ασανσέρ
Υπόγειο αορίστως
Κι εντόκως με θυμό
(Ποια λογική νοικιάστηκε
Από τη φαντασία μου απόψε;)
Μα δεν θέλω η λάσπη
Να ζυμώσει τα κορμιά μας
Γεμίζοντας με μείον ένα αύριο
Ρίζες λωτών και μύθων
Meno
uno
Ho
tirato terra
perché
ci ricopra
indossiamo
stanotte
disarmanti
e incruente
le
parole che ieri abbiamo sputato
come
semi
Ma non
rispondermi in fretta
aspetta
il tuo turno
in
fila
attendo
risposte
da te
e da me
ancora
e ancora
Fino a
ieri
fino
al certo e inatteso
“-1”
dell'ascensore
seminterrato
a tempo indefinito
inesorabilmente
con rabbia
(quale
logica è stata presa in affitto
dalla
mia immaginazione stasera?)
Ma non
voglio che il fango
impasti
i nostri corpi
e riempia
di meno uno domani
radici
di loto e di miti
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MARIJA KRIVOKAPIĆ (MONTENEGRO)
Docente
di Letteratura Inglese all'Università del Montenegro. Ha pubblicato un’ampia
varietà di articoli accademici e di libri sulla letteratura Vittoriana, su
quella Nativa Americana e del XX secolo, nonché libri di scrittura di viaggio e
traduzioni letterarie in vari generi. Le sue poesie sono state pubblicate in
diverse lingue. Il libro del suo debutto cartaceo è stato Schizophrenic
Collection (Budva, Montenegro, 2017), di cui è stata co-autrice, mentre il
suo primo libro indipendente di poesia, Prolasci (Fugace), è apparso nel
2020 (Otvoreni Kulturni formu, Cetinje).
In un contesto naturale che appare svincolato dal
trascorrere del tempo, simboleggiato dall’albero di noce che rimane immutato,
l’Autrice rievoca momenti intimi con la madre, in slanci di affetto ed
armoniosamente integrati con la realtà campestre circostante.
S majkom na selu
ja i majka ležimo na travi
pod krošnjom nekog oraha
baba je uvijek govorila da ne valja
ali mi smo voljele
ja joj čitam, margaritu, malog princa,
galeba džonatana
ona se smije,
ja je pitam, mama, sviđa li ti se, da li ti
se sviđa
ja je pitam, mama gdje si otišla
mravi, razne bubice,
kasno je ljeto,
vlasi trave pod nama požutjele
ali još list oraha ne opada
mislim da me je pitala jednom
da li je težak miris oraha
ja ne znam,
mama, mislila sam jednom da joj kažem,
da sam ja tada mislila o mirisu koji je dolazio iz ujakove štale ali ne sjećam se šta sam joj rekla
znam da se ona onda bila okrenula na leđa
i grickala neku slamčicu
Con mia madre in campagna
mia madre e io siamo sdraiate sull'erba
sotto la chioma di un albero di noce
la nonna era solita dire che non portava bene
ma a noi piaceva
io le leggo Margherita, il Piccolo Principe, Jonathan il Gabbiano
lei sorride, le chiedo, ti piace, mamma, vero
le chiedo, mamma, dove sei andata
formiche, mescolanza di insetti, è estate inoltrata,
le foglie d'erba sotto di noi diventano gialle
ma quella del noce ancora resiste
credo di averglielo chiesto una volta
se il noce ha un odore pesante
non so,
mamma, ricordo che avrei voluto dirle
che in quel momento pensavo all'odore
che si leva dalla stalla di mio zio
ma non ricordo cosa le ho detto
rammento che si voltò sulla schiena
e iniziò a mordicchiare una pagliuzza.
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CES LE MYTHE (ARGENTINA)
César Cejas (Buenos
Aires, Argentina), conosciuto con lo suo pseudonimo
artistico Ces Le Mhyte. Poeta, scrittore, critico teatrale, direttore della
rivista culturale Refugios
(Argentina) e direttore associato della rivista culturale La otra América (Venezuela). Coordinatore della serie di poesia El refugio azul e dell'omonimo Festival
Internazionale di Poesia. Ha studiato Filosofia alla Facoltà di Filosofia e
Lettere dell'Università di Buenos Aires. Invitato più volte dall'Università di
Palermo e dal Complejo Teatral de Buenos
Aires, a tenere lezioni sulle ultime tendenze teatrali. Ha ricevuto numerosi
riconoscimenti e premi a livello nazionale e internazionale. I suoi testi sono
stati pubblicati a Montevideo (Uruguay), Santiago del Cile (Cile), Tijuana,
Monterrey e Città del Messico (Messico), Siviglia e Madrid (Spagna), Bangladesh
e Nuova Delhi (India).
La sua opera La
huella del erizo (Casa Editrice Hesiod, Buenos Aires, 2015) fa parte della
Biblioteca ispano-americana dell'Università di Göteborg, Svezia.
Web: https://refugiosrevistacul.wixsite.com/refugios
Un Poeta importante, Ces Le Mythe, che ha il pregio di
sintetizzare in pochi termini concetti filosofici celati in ottime metafore:
“L’anima si riempie d’oro e la notte si alza tra i metalli”, espressione eccellente
ad indicare la ricerca di purezza e di umanità in un mondo pervaso da
pesantezze metalliche che ne ostacolano la rivelazione.
Alfolí de hierro.
Un granito de arena
imperceptible a la luz del sol.
El alma se carga de oro
y la noche surge entre los metales.
Deposito di ferro
Un
granello di sabbia
impercettibile
alla luce del sole.
L'anima
si riempie di oro
e la
notte s’alza tra i metalli
---
Desnudo el silencio
La fuerza del viento reta su poder
Tiemblan las copas de un álamo
Y debajo nuestras alas preparan el cortejo
de otra noche fuera de la noche
Spoglio il silenzio
La
forza del vento reclama il suo potere
Le
cime di un pioppo tremano
E più
in basso le nostre ali preparano il corteo
di
un'altra notte oltre la notte
---
A merced de la ruta.
El carro a la deriva.
El caballo no es de Troya.
Se confunden las ramas de un árbol
con los restos de una quema.
El viento cruje.
El silencio pastorea en su luz.
Las ruedas aguantan el peso de la noche.
In balia della strada.
L'auto
alla deriva.
Il
cavallo non è quello di Troia.
Si
confondono i rami di un albero
con i
resti di un falò.
Il
vento stride.
Il
silenzio pascola nella sua luce.
Le ruote sorreggono il peso della
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ALEISA RIBALTA GUZMÁN (CUBA)
Nata a Cuba. Residente in Svezia dal 1998. È poeta e coordinatrice culturale. Ingegnere di professione, insegna materie tecniche e non direttamente legate alla letteratura, come: Graphic Interface Design, Web Design e Programmazione. Fin da giovanissima ha iniziato a scrivere, soprattutto poesie. Talud (Ekelcuá Ediciones, 2018) è la sua prima raccolta di poesie, recentemente tradotta in catalano nell'edizione bilingue Talús / Talud (bokeh, 2018). Al momento sta lavorando ai volumi di poesia Tablero e Cuaderna, bao y regala.
Con una visione solare della realtà e consapevole
della incommensurabilità della natura, la poetessa decanta ambienti e territori
della sua nuova patria, ma anche di lontane sponde (Dea dello Yangtse), con un
linguaggio poetico originale, caldo e appassionato.
Norte heliocéntrico
En un paraje atípico
de un día muy sui
géneris...
hay jubilo a repartir para todos.
Cantan las hojas
amarillea el viento
y parece como si las aves
cayeran hacia arriba.
No se sabe si es
un invierno templado
un otoño tardío
o una primavera
sedienta de estallar.
Lo que sí se sabe es que el Sol
esta hoy aquí.
Nord eliocentrico
In un
luogo atipico
di un
giorno molto sui generis...
c'è
gioia da dispensare a tutti.
Cantano
le foglie
ingiallisce
il vento
e
sembra che gli uccelli
cadano
verso l'alto.
Non si
sa se sia
un
inverno mite
un
tardo autunno
o una
primavera
che ha
sete di esplosione.
---
Diosa del Yangtsé
Era un delfín
casi feliz,
señoreaba
entre mustias marsopas
el agua dulce
del Yangtsé,
el lodo
blando y solitario de su aullido
que mansos
los coetáneos cerdos,
la música
fluyendo debajo de sus panzas,
el pasto que
abundante les rendía
a todos por
igual
las puestas
de sol en río
Su Dorado
azul de panacea,
el reino
ancho y largo
libre de
enemigos
No vertían
allí mas que sus sueños
los jóvenes
lánguidos y casamenteros
en busca de
su leyenda mas real
Dígannos que
le paso a la diosa
que no
volvieron a ver ni imaginada
Donde duerme
hoy su sueno congelado
de corazón latiendo
en las venas
de un país
gigantesco
Dea dello Yangtse
Era un
delfino quasi felice,
regnava
tra le flaccide focene
l'acqua
dolce dello Yangtse,
il
limo soffice e solitario del suo ululato
quanto
miti i maiali odierni,
la
musica scorre sotto il loro ventre,
il
pascolo che abbondante offre
a
tutti parimenti
il
tramonto del sole nel fiume
l’azzurro
Dorado di panacea,
il
regno lungo e vasto
libero
da nemici
von vi
riversavano che i loro sogni
i
giovani languidi e i sensali
alla
ricerca della sua leggenda più vera.
Raccontateci
cosa è accaduto alla dea
che
non hanno mai più visto o immaginato
dove
dorme oggi il suo sonno congelato
di
cuore che pulsa nelle vene
di un
paese gigantesco
(da Tablero, 2019, Editorial Verbo(des)nudo,
Pudahuel Santiago de Chile)
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SITI RUQAIYAH HASHIM (MALESIA)
Siti Ruqaiyah Hashim poetessa malese, ha scritto numerosi libri di poesie e saggistica. Dopo una laurea in Teatro e Drammaturgia presso l'Università di Scienze della Malesia, ha proseguito gli studi all'Università di Sydney, conseguendo il Diploma post-laurea in Traduzione presso l'Istituto di Traduzioni e Libri della Malesia. Le sue poesie sono state tradotte in 17 lingue. Ha partecipato a festival di poesia e di cinema in tutto il mondo. Siti Ruqaiyah Hashim è anche un'attivista per i diritti umani, per l'ambiente, per la pace e contro la guerra, è solidale con le cause della Palestina, dell'Ucraina, della Siria e di molte zone di conflitto. È membro del World Congress of Poets (WCP), dell'Unione degli Artisti Bosniaci (UBU), di Kultura Snova di Zagabria e della Perak Creative Association (Malesia).
Poetessa sensibile e delicata, ma determinata
nell’evidenziare le sofferenze e i disagi dei popoli, e a combattere contro tutte
le ingiustizie. La sua poesia lega i cuori dell’umanità ad un unico grande
cuore universale, con un canto illuminato e fluido, ricco di riferimenti
storici.
The sands of Sri Lavender
I bring a handful of sands with me
To strengthen my spirit
When leaving you Sri Lavender
Also for me to always pray
That one day
I will go back
To be under your sky
Before I leave this world eternally.
Tetovo, Macedonia, January 2019
Le sabbie di Sri Lavender
Porto con me una manciata di sabbia
Perché il mio spirito sia forte
Quando dovrò lasciarti Sri Lavender
E perché io possa ancora pregare
Di riuscire a tornare
Un giorno
Sotto il tuo cielo
Prima di lasciare questo mondo per
l’eternità.
Tetovo, Macedonia, gennaio 2019
---
Not mirages
Your pain
and my pain
are not mirages
of parallel roads of two
worlds
but are dotted lines
that link our soul
and united at last
in your gibberish
and mine
and there are no amount
of verses spilled
that could heal this
wound.
Bab Bhar, Tunis, Marzo 2019
Non sono miraggi
Il tuo dolore
e il mio
non sono miraggi
di strade parallele di
duplici mondi
ma sono linee tratteggiate
congiungono le nostre anime
finalmente una
nel tuo farfugliare
e nel mio
e non c'è misura
di versi sparsi
che possa guarire questa
ferita.
Bab Bhar, Tunis, Marzo 2019
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When snow falls
On this balcony of life
Everytime snow falls
I remembered
About you Lukman Hakim
Who screamed happily
In my tight hug
In our red toboggan
Fast going down
To the foot of the hill
In Glenshee
My son
Maybe you don’t remember
You were once happy
In your mum’s
embracement
Ah! Life…
Pristina, inverno 2019
Quando cade la neve
Su questo balcone della
vita
Ogni volta che la neve cade
mi sono ricordata di te
Lukman Hakim
le tue urla gioconde
nel mio abbraccio stretto
sul nostro slittino rosso
che scendeva veloce
ai piedi della collina
di Glenshee
Figlio mio
Forse non ricordi
una volta eri felice
nell'abbraccio di tua
madre
Ah! Vita...
Pristina, inverno 2019
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JANA ORLOVÁ (REPUBBLICA CECA)
Poeta e performer, ha
all’attivo tre libri di poesie (con sue illustrazioni). Le sue opere sono
apparse nella raccolta Nejlepší české básně (migliori poesie
ceche). Le sue poesie sono state tradotte in rumeno, ucraino, bielorusso,
polacco, bulgaro, ungherese, hindi, spagnolo, inglese e arabo e nel 2019 ha
pubblicato un libro di poesie in ucraino e rumeno. È vincitrice dello "Objev roku 2017" (Breakthrough Act Award) al Next Wave Festival per come riesce ad attraversare i confini
della letteratura, dell'arte e del teatro in modo naturale e con facilità. Nel
2020 ha ricevuto il Premio Dardanica.
Una grande poesia visionaria, quella di Jana
Orlova, dove i versi vivono in sé grazie alla potenzialità evocatrice della
parola poetica, che si carica di immagini e di suoni attinti da una natura sempre
presente, ineccepibile e indifferente alle vicende umane (“la bisnonna attende
un amante / e suo marito sta dormendo / Tutto è in ordine nella fattoria”).
Slétává mezi pavučinu ros
v rukou věci zemřelých
Mezi stromy spí
a chodí po hladině
Líže otisky stop
Určuje směr
a hledá smrt
Koupe se v ní
v rybníku před sto lety
Vola
giù tra ragnatele di rugiada
nelle
mani dei morti
Dorme
tra gli alberi
e
cammina sull’acqua
Lecca
impronte stampate
Determina
la direzione
e
cerca la morte
Si
bagna in esso
in uno
stagno cento anni fa
---
Vyšívám Měsíc
a polykám zelené stromy
Kamna nehoří
hloubí se déšť
Odhrnuju vlasy
a dívám se na cestu
jak plyne do tmavnoucího pole
Za chvíli potkám vrány
a něco ze mě odnesou
Co dělat
Vrátím se do kamen
s mokrou sirkou
a zasadím znova
nevyrostlé stromy
Ricamo
la luna
e
ingoio alberi verdi
La
stufa è spenta
la
pioggia cade più intensa
mi
tiro indietro i capelli
e
osservo il sentiero
mentre
scorre nel campo che si oscura
A
breve incontrerò i corvi
mi porteranno
via qualcosa
Cosa
fare
ritorno
ai fornelli
con un
fiammifero bagnato
pianterò
di nuovo
alberi
secchi
---
Po zimě ještě měla
ztuhlé maso
když ji roubovali do dřeva
ručně
Žádné zranění
které by stálo za řeč
a šeptání dlaní
puklinou
Prababička stojí u okna
a čeká milence
Prababička čeká milence
a nosí vodu na oheň
Prababička čeká milence
a její manžel spí
Na statku je všechno v pořádku
Dopo
l'inverno aveva ancora
della
carne rappresa
quando
l'hanno innestata nel legno
manualmente
Nessuna
ferita
di cui
vale la pena parlare
o
bisbigliare dal palmo della mano
attraverso
una fessura
La
bisnonna è alla finestra
e
attende un amante
la
bisnonna attende un amante
e
trascina acqua per il fuoco
e suo marito sta dormendo
Tutto è in ordine nella fattoria
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Cao Shui – Repubblica Popolare Cinese(Chinese: 曹谁; pinyin: Cáo Shuí), conosciuto anche come Shawn
Cao, è un poeta, romanziere, sceneggiatore e traduttore cinese. È una figura
rappresentativa della letteratura cinese contemporanea. Conduce il movimento
del "Grande Poetismo" (Great
Poetism). Nel suo Manifesto mira a integrare nella letteratura cinese le
culture sacre e laiche, le culture orientali e occidentali, le culture antiche
e moderne, sognando una nuova patria umana utopica, Eurasia, la cima della
Torre di Babele o i Monti di Kunlun (Monti del Paradiso). Tra le sue opere più
importanti ci sono Epic of Eurasia,
la trilogia Secret of Heaven e King Peacock (serie TV). Finora sono
stati pubblicati venti dei suoi libri, tra cui raccolte di poesie, raccolte di
saggi, dieci romanzi, traduzioni e una raccolta di cento episodi di serie TV e
film. È membro della China Writers
Association, della China Film
Association e della China Poetry
Society. È anche redattore capo di Great
Poem, vice redattore capo di Poetry
Weekly e segretario generale del Boao
International Poetry Festival. Attualmente vive a Pechino e lavora come
scrittore e sceneggiatore professionista.
La poesia di Cao Shui utilizza il mondo intero
come scenario per rappresentare la vicenda umana nella sua integrità e
indipendenza da ogni sorta di appartenenza. La sua è una visione ottimistica
dell’esistenza, estesa a tutte le creature della natura, e ne canta dolori,
sofferenze ed emancipazioni.
Great
Dance of Sorrow
You stand center stage
They all push you towards sorrow
Backstage, some play the accompaniment
Behind you, some dance to the funeral music
Standing center stage crying, there's only
you
This stage stands center of the Asian
continent
You are on the Pamir Plateau wailing
People come from all directions
Asians play funeral marches for you
And Europeans dance along
Wishing for death, you stand there
You are the most ordinary person
Yet no one will let you be
They sing for you, dance for you
To aid your sorrow process
Until you give up all hope
Until you depart this world
They'll grieve briefly and leave
To find the next eulogy
Grande Danza di Dolore
Sei al
centro della scena
Ti
esortano tutti al dolore
Dietro
le quinte, qualcuno suona l'accompagnamento
Dietro
di te, alcuni ballano al ritmo della musica funebre
In
piedi al centro del palco, ci sei solo tu che piangi
Il
palco si erge al centro del continente asiatico
Sei
sull’altopiano del Pamir in lacrime
Arrivano
persone da ogni direzione
Gli
asiatici suonano per te marce funebri
E gli
europei danzano
Desiderando
la morte, te ne stai lì
Sei la
persona più ordinaria
Eppure
nessuno ti lascia in pace
Cantano
per te, ballano per te
Per
sostenerti nel processo del dolore
Fino a
quando non rinuncerai a ogni speranza
Fino a
quando non lascerai questo mondo
Piangeranno
brevemente e andranno via
Al
prossimo elogio funebre
---
Grave
Liquor
We buried a jug of liquor in a grave
Buried last year under the moon
Dug up this year under the sun
We drink at either dusk or dawn
Looking at the girl's name inscribed on the
tomb
Rising or setting, we aren't sure of the sun
The jug of liquor in the grave was empty
Unaware when buried
Realized when retrieved
We think day and night of empty liquor jugs
Alcolici per Tombe
Seppellimmo
una brocca di liquore in una tomba
Seppellita
lo scorso anno sotto la luna
Esumata
quest'anno sotto il sole
Beviamo
al tramonto oppure all'alba
Guardando
il nome della ragazza inciso sulla tomba
Alba o
tramonto, non siamo certi del sole
La
brocca di liquore nella tomba era vuota
Ignari
quando la seppellimmo
Ce ne
siamo resi conto al momento del recupero
Pensiamo
giorno e notte a brocche di liquore vuote
---
Mermaid
I walk along carrying an injured fish
This pot only fits one fish
How was it that the fish was injured?
I too want to know the answer
Only an examination will reveal the truth
I traveled past mountain ranges, bodies of
water
I travel through centuries, millennia
Great rivers cut through deep valleys
One night I fell into flooding waters
The fish jumped out from the jar
I could only stare as she left
People say I'm affable
The fish now becomes a mermaid
With servant girls by her side
A waning moon sits upon my head
The mermaid ascends the moon
A drop of fragrant dew drops down
I extended my hands to catch it
And suddenly understood life that's passed,
life that comes
Sirena
Cammino
portando con me un pesce ferito
Questo
vaso accoglie solo un pesce
Come è
stato ferito il pesce?
Anch'io
voglio avere una risposta
Solo
un esame approfondito rivelerà la verità
Ho
attraversato catene montuose, specchi d'acqua
Viaggio
nei secoli, millenni
Grandi
fiumi solcano valli profonde
Una
notte sono caduto in acque alluvionali
Il
pesce è saltato fuori dal barattolo
Sono rimasto
a guardare mentre andava via
La
gente dice che sono affabile
Il
pesce adesso diventa una sirena
Ha
ancelle al suo fianco
La
luna calante siede sulla mia testa
S’innalza
sulla luna la sirena
Una
goccia di rugiada profumata scende
Ho
allungato le mani per coglierla
E ho
compreso all'improvviso la vita che è passata, la vita che arriva
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ADRIAN SUCIU (ROMANIA)
È tra i più importanti e riconosciuti poeti e giornalisti
in Romania dopo la caduta del regime comunista. Tra le sue
pubblicazioni: A Bullshit Novel
(2013), The Popular Prophet (2015, poesia),
Treaty on Walking on Waters (2021,
poesia).
È il presidente del Cultural
Media Branch dell'Unione dei Giornalisti Professionisti Rumeni e produttore
di programmi televisivi culturali. Dal 2013 è presidente dell'Associazione
culturale Direcția 9,
ruolo che gli ha permesso la promozione di un gran numero di giovani
promettenti poeti.
Poeta affermato e
sensibile, cura nei suoi scritti il grande rispetto che si deve avere di fronte
al creato, per il quale solo Dio può aver scritto in modo esauriente. Ma il suo
dettato poetico è rivolto essenzialmente ad una società che segue
eccessivamente l’aspetto conformistico e abituale; non manca, per questo, un
lieve accenno di ironia nei suoi versi.
I have
not written anything
I have not written anything. I have laid one thousand
generations of cigarette smoke and childhood’s wagons
on paper.
I have scribbled people knelt for some reason.
I have left deep scars on the paper while carrying
corpses
from one graveyard towards another.
My bread is being frightened with me and is running
away.
I have not written anything. I have photographed gates
I’ve never entered and wars that have not been.
Rarely, a spark flashes in darkness,
but only to make it darker.
I have not written anything.
Only God knows how to write
and He only wrote once.
Non ho scritto nulla
Non ho
scritto nulla. Ho deposto sulla carta mille
generazioni
di fumo e sigarette e vagoni d’infanzia.
Ho
scribacchiato di persone per un qualche motivo inginocchiate.
Ho
lasciato profonde cicatrici sulla carta mentre trasportavo cadaveri
da un
cimitero all'altro.
Il mio
pane insieme a me è spaventato e fugge via.
Non ho
scritto nulla. Ho fotografato cancelli
che
non ho mai aperto e guerre che non sono state.
Sporadicamente
una scintilla splende nell'oscurità
e la
rende più oscura.
Non ho
scritto nulla.
Solo
Dio sa come scrivere
e ha
scritto una sola volta.
---
Cats and dogs
I
have frequently been invited to the big teas. Where they debate
massive
problems and the ladies caress Egyptian cats.
But
I won’t go anymore. I have run out of problems
And
cats grow me old.
I
am contemporary to the city’s awakening, but I only inhabit
the
unknown country in my soul. Where I am
barefoot
contemporary to myself.
All
I know is a chain with a merry dog at one end
and
another merry dog at the other. But the definition
of
the chain is unfamiliar and merriment is a stranger to me.
Only
peace draws within the steams
settled
upon the mirrors and keeps drawing.
And drawing.
Cani e gatti
M’invitavano
spesso ai tè sontuosi. Dove si discutono
problemi
enormi e le signore accarezzano gatti egiziani.
Ma non
ci andrò più. Ho esaurito i problemi
e i
gatti mi fanno invecchiare.
Sono
sincrono al risveglio della città, eppure abito soltanto
il
paese sconosciuto della mia anima. Dove sono
scalzo
contemporaneo a me stesso.
Conosco
soltanto una catena con un cane allegro ad un'estremità
e un
altro cane allegro all'altra. Ma la definizione
di
catena non mi è familiare e l'allegria mi è estranea.
Solo
la pace disegna tra i vapori
si
posa sugli specchi e continua a disegnare.
E disegnare.
---
Treaty on
walking on waters
Life, I have met and shoved it over here,
where no one has stepped on waters for thousands of
years.
I will change that very today! I will have an already
shriveled painting painted with the undersigned walking
on waters. I will
open the walking on waters school, where walking on
waters
is to be patiently taught and the science will pass
from one skull to another. I will write the Treaty of
walking on waters,
which is to stand on my behalf
at Judgement Day.
For I myself will not be able to join,
due to my being very busy with a Lady.
Trattato sull’arte del camminare sull’acqua
La
vita, l'ho incontrata e spinta qui
dove
nessuno ha calpestato le acque per migliaia di anni.
Oggi
tutto questo cambierà! Farò dipingere un quadro
già
stropicciato con il sottoscritto che cammina sulle acque.
Aprirò
una scuola per camminare sull’acqua, in cui l’arte del camminare sull’acqua
deve
essere insegnata con pazienza e la conoscenza passerà
da un
cranio all'altro. Scriverò il Trattato sull’arte del camminare sull’acqua,
mi
rappresenterà
nel
Giorno del Giudizio.
Giacché
io stesso non sarò in grado di presenziare
sarò
infatti molto impegnato con una signora.
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ANNETTE (WENGERT) TARPLEY (USA)
Vive
in Virginia (USA). Di giorno lavora come infermiera e di notte con fervore
scrive poesie. I suoi 40 anni di carriera infermieristica hanno ispirato molti
dei suoi versi, che includono, tra gli altri, i temi della violenza domestica,
della giustizia sociale e del rispetto umano.
Ha
ricevuto numerosi riconoscimenti per le sue poesie. Uno per tutti, nel 2020 ha
ricevuto un certificato di apprezzamento per l'eccellenza letteraria dalla
Gujarat Sahitya Academy, in onore del 74° anno dell'indipendenza dell'India.
Annette ha partecipato e contribuito a diverse antologie. Ha fondato e
amministra “The Passion of Poetry”. Il titolo del suo primo libro di poesie è Poetry Potpourri.
Poetessa molto sensibile ai temi dei diritti umani e
dell’eguaglianza fra tutti gli uomini, in una società che va ancora
diversificando e calpestando la dignità di ciascuno. Il suo discorso poetico si
snoda prevalentemente attraverso versi piani, di carattere narrativo, ma
diretti ed esemplificativi.
The Ballad of Ned
Long ago, and oh so far away, in the Deep throes of
the south
Lived a man named Ned, a gentle soul, born with a
deformity of the mouth
Through the years it’s been said, that his mama,
sheltered him from harm
He grew up caring for the land and animals, on an old
country farm
Then the time came, for him to go off to school, an
atmosphere of unrest
His mama packed his lunch, walked him to the bus, and
whispered, mama loves you
[best
The children teased and taunted him, they were mean
and downright cruel
He was bullied all day, but nothing was done, the
school had no set rules
After school he would walk home alone, tears streaming
down his face
When he finally got home, mama wiped away his tears,
greeting him with a warm
[embrace
She said, son I declare, I taught you better, I told
you you’re covered with armor
You are protected in blood, you are a child of God,
you are not merely the son of a
[farmer
The next day he went to school, he stood up taller, a
confident smile on his face
He went to the front of the class, approached the
chalkboard, the writings he began
[to erase
With the chalk he wrote: God is love, I am love, and
my love I extend to you
Tears rushed down, the teachers face, falling down the
cheeks of students too
From that day forward, no one bullied the sweet, young
and disfigured Ned
He was blessed with a life full of love, and always
remembered...the words his
[mother had said...
La Ballata di Ned
Tanto
tempo fa, oh così lontano, nelle profondità del Sud
viveva
un uomo di nome Ned, un'anima gentile, nato con una deformità della bocca
Nel
corso degli anni si diceva che sua madre lo proteggesse dal male
Ned
cresceva accudendo la terra e gli animali, in una vecchia fattoria di campagna
Poi
arrivò il momento di andare a scuola, fu tutta un'atmosfera di agitazione
Sua
madre gli preparò il pranzo, lo accompagnò allo scuolabus e piano sussurrò:
"La
[mamma
ti vuole bene".
I
bambini lo derisero e lo insultarono, con cattiveria, assolutamente crudeli
Per
tutto il giorno fu la vittima designata del bullismo, e nessuno fece nulla, la
scuola
[non
aveva regole per questo
Dopo
la scuola il piccolo Ned si incamminò verso casa da solo, con le lacrime che
gli
[scendevano
sul viso
Quando
finalmente fu a casa, la mamma asciugò le lacrime con un caldo abbraccio
E
disse, figliolo ti ho insegnato meglio, ti comando queste parole, sei protetto
da
[corazza
Hai il
sostegno del sangue, sei figlio di Dio, non sei solo il figlio di un contadino
Il
giorno dopo Ned andò a scuola, le spalle più dritte e un sorriso sicuro sul
viso
Di
fronte a tutta la classe, si avvicinò alla lavagna e cominciò a cancellare le
scritte
Poi
con il gesso ha asserito: Dio è amore, io sono amore, e il mio amore vi porgo
Lacrime
cominciarono a scorrere, sui volti dei professori, sulle guance degli studenti
Da
quel giorno, nessuno più schernì il dolce, giovane, deformato Ned
E fu
benedetto da una vita piena d'amore, nella mente sempre care le parole che sua
[madre
un giorno gli disse...
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DOMINIC WINDRAM (INGHILTERRA)
Poeta originario del nord-est dell’Inghilterra. Con le sue poesie contribuisce regolarmente alle riviste letterarie October Hill Magazine e The Northern Cross
Dall’Inghilterra la Voce poetica molto interessante di Dominic
Windram che qui narra di un particolare episodio accaduto al noto filosofo
Nietzsche durante il suo soggiorno a Torino. I versi si susseguono con una
cadenza narrativa densa di sospensioni quasi oniriche, indagando sul mistero della mente umana.
Nietzsche Meets And Greets A Horse In Turin: January 3rd, 1889
This
poem's secrets
Shan't
be directly disclosed,
Only
hinted at.
Life's
fruits are more seductive,
And
taste sweeter ( no
Matter
how bitter they are
In
reality),
When
shrouded in mystery.
Perhaps,
this poem
Is
darkly vague... elusive,
As
it was slowly
Composed,
in the most dream-like,
Of
softly burning
Moments;
under pale moonlight.
O
it was composed,
As
cold fires flowed through my veins;
Whilst
reading Nietzsche's
Notoriously
profound
Aphorisms
in his
Profane
book for free spirits!
It
is so aptly
Named:
Human All Too Human.
Strange
metaphors like
Black
suns burn through consciousness!
With
this genius;
This
great, world -shaker in mind,
I
am always struck
By
the famous story, where
He
embraced a horse;
That
was continuously
Being
flogged, by its
Cruel
& angry owner. The horse,
Absorbing
each blow
Stubbornly
refused to move,
Like
a bold new truth
Waiting
for its time to harden,
Amidst
old orders
And
orthodox, tribal ways.
Nietzsche's
tears poured down
Like
rain. Then he went insane.
The
animal's raw,
Yet
innocent, spirit must
Have
connected with
The
tired prophet's fragile soul.
Gently
demented,
Mumbling
broken syllables,
He
withdrew from Time's
Long,
dusty pathways. Perhaps,
He
drifted in and
Out
of existence like a
Lost,
ghostly nomad,
With
no bright star to guide him.
Within
his wild eyes,
I
feel that something tender,
And
Christ- like, must have
Bled
profusely. Who can know?
I
guess some things are
Better
to remain concealed.
Nietzsche incontra e saluta un cavallo a Torino: 3 gennaio 1889
I segreti di questa
poesia
non saranno rivelati
apertamente
solo tratteggiati.
Più seducenti i frutti
della vita
e dal sapore dolce
(non importa quanto siano
amari
in realtà),
quando avvolti nel
mistero.
Questa poesia è forse
oscuramente vaga...
inafferrabile,
come se lentamente
composta, nel più onirico
dei momenti in dolce
vampa; sotto la pallida
luce della luna.
Oh, è stata creata
mentre fuoco freddo mi
scorreva nelle vene
mentre di Nietzsche
leggevo
i ben noti e profondi
aforismi nel suo
libro profano per spiriti
liberi!
Tanto esattamente
chiamato: Umano troppo Umano.
Strane metafore come
soli neri bruciano nella
coscienza!
Di questo genio,
questo immenso agitatore
del mondo nella mente,
sempre mi colpisce
la celebre storia in cui
abbracciò un cavallo;
insistentemente
fustigato dal suo
proprietario crudele e
furioso. Il cavallo,
assorbendo ogni colpo,
si rifiutava
ostinatamente di muoversi,
come nuova audace verità,
aspettando che il tempo
lo rendesse forte,
tra ordini vecchi
e modi ortodossi e
tribali.
Le lacrime di Nietzsche
scorrevano
come pioggia. Poi sembrò
impazzire.
Dell'animale il selvaggio
e innocente spirito deve
essersi connesso con
la fragile anima del
profeta stanco.
Con delicata follia,
mormorando sillabe
spezzate,
si allontanò dai lunghi e
polverosi
sentieri del tempo.
Forse,
andando alla deriva oltre
l'esistenza come
nomade perduto e
spettrale,
senza alcuna stella
luminosa a guidarlo.
Nei suoi occhi selvaggi
sento che qualcosa di
tenero,
simile al Cristo, deve
aver
sanguinato a profusione.
Chi può saperlo?
Forse è meglio che alcune
cose
restino celate.
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I Curatori del Volume
LUCILLA TRAPAZZO
Poeta, traduttrice, artista e performer. Dopo
anni trascorsi all'estero per studio e lavoro (DDR, Belgio, USA), ora vive tra Svizzera, Italia e NYC.
Al suo attivo ha sei libri di poesia, una serie
di traduzioni di poeti internazionali, numerose collaborazioni letterarie con
associazioni, riviste e antologie di poesia e un CD con composizioni di Marco
di Stefano, ispirato alle sue poesie. Le sue poesie, tradotte in 18 lingue,
hanno vinto importanti premi internazionali (tra cui: poeta laureata Kurora e Poezisë, Festival
Internazionale di Korca, Albania 2023 e Creativity Award Naji Naaman,
Libano 2021;
primo premio miglior libro di poesia "I Murazzi"
Torino 2019; primo premio Civil and
Philosophical Poems, “XI Checkhov's Autumn International Festival”, Crimea
2021; Medaglia d'oro per Outstanding Poet
Award al Premio “Yan'an 2021”, Repubblica Popolare Cinese; Piuma d’oro 2021 Золотое Перо Руси, Russia “per l’eccellente sintesi di linguaggi e stili
artistici diversi” Silke
Liria Award for poetic expression at Ditët e Naimit International Poetry Festival,
Tetovo, N.Macedonia 2022)
e partecipa regolarmente a festival di poesia e arte negli Stati Uniti, Europa,
Africa e Asia (alcuni: Struga Poetry
Evenings, N.Macedonia 2021; Princeton
Festival, USA 2021,2024; Babylon
International Festival of the Arts, Iraq 2022, 2024; Kistrech International Festival, Kenya 2023). Convinta
sostenitrice dei diritti umani e del pianeta, il suo punto di vista sociale, e
femminile si riflette in molti dei suoi scritti. Da una sua poesia, Salmodia, che narra di una
sposa-bambina, è stato tratto un video (produzione Palazzo del Poeta, OST Marco
Di Stefano), trasmesso da RAI 1 nel 2021.
Mia
Madre
Mia madre è seduta accanto a me dal dottore
Mia madre c’è e non c’è per davvero.
Le mancano pezzi.
Un giorno ha perso i denti, poi l’udito.
Ha perso un seno, un polmone, i
capelli.
Mia madre ha perso i treni i bottoni e
sua madre
e l’infanzia.
Un giorno mia madre ha perso un figlio
(altri li ha lasciati andare).
Mia madre ha in tasca il suo nome
che un tempo contava vessilli.
ha un paese mia madre e una casa
che trabocca farfalle.
Mia madre ha tre uccelli che tiene
legati alla vita
con cordoni di vario colore.
Se il vento si alza le sbattono addosso
in azzardo di volo.
Mia madre ha barrette di strass e
volute di fumo
tra i capelli d’amianto. Mia madre ha
una piega sul viso
e un lucchetto. Mia madre ha un dolore
e un rosario.
Un ramo piantato sul collo e un loculo
vuoto
tra suo padre e sua madre.
Mia madre ha tre figlie
e versi più belli dei miei.
Mia madre è allo specchio e mi guarda
negli occhi.
My
mother
My mother is sitting next to me at the
doctor’s
My mother is here and she's not really
here.
She's missing some pieces.
One day she lost her teeth, then her
hearing.
She lost a breast, a lung, her hair.
My mother lost the trains the buttons
and her mother
and the childhood.
One day my mother lost a son
(other she let them go).
My mother holds her name in her pocket
it once was worth banners.
A country has my mother and a house
overflowing with butterflies.
My mother has three birds; she keeps
them tied to her side
with cords of various colors.
When the wind rises, they hit her flank
in attempt of a flight.
My mom has rhinestone bars and smoke
volutes
among her asbestos hair. My mom has a
crease on her face
and a padlock. My mother has a pain and
a rosary.
A branch planted on her neck and an
empty grave
between her father and her mother.
My mother has three daughters
and better verses than mine.
My mother is in the mirror, and she
looks me in the eyes.
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GIUSEPPE VETROMILE
Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel
1949. Svolge la sua attività letteraria a Sant'Anastasia (Na). Ha ricevuto
riconoscimenti sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi
letterari nazionali. Numerosissimi sono stati i primi premi.
Ha pubblicato più di venti di libri di poesie,
gli ultimi dei quali sono Congiunzioni e
rimarginature (Scuderi, 2015), Il
lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà dell'attesa (RPlibri, 2020), Esercizio all’esistenza (Puntoacapo, 2022), Condominio Quadrifoglio (Scuderi, 2024), Di non chiudere le porte stasera (Ediz. La Valle del Tempo, primo
premio “L’Assedio della poesia”), ed i libri di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e
altri perdenti (Kairos, 2010); Storie
di ordinaria solitudine (Delta3 Ediz, 2023, primo premio “L’Inedito, sulle
tracce del De Sanctis).
Ha ideato e gestisce il sito “Transiti Poetici”,
sul quale pubblica recensioni e note di lettura di libri di poesia e di
narrativa.
Ha curato diverse antologie, tra le quali,
recentemente, Ifigenia siamo noi
(2015) e Mare nostro quotidiano
(2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. Attualmente sta curando l’Antologia Poetica Virtuale Transiti
Poetici in più volumi (ogni volume comprende dieci Autori; al momento è
giunto al 44° Volume). È il fondatore e il coordinatore del Premio
Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia" (giunto alla 21^ Edizione).
Cura e conduce, anche con la collaborazione di
altri operatori culturali, rassegne e incontri letterari di rilievo presso
librerie, biblioteche e altre sedi opportune. È presente in rete con diversi
blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti Poetici, Taccuino
Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari).
La mia età è questa zona
verticale
La
mia età è questa zona verticale in perenne equilibrio
sotto
i miei piedi il cammino frana
su
ciottoli aspri
e
dal tetto si espande il mio sguardo
fino
a lembi di possibili sogni ultraterreni
così
io mi dilungo a dismisura tra terra
e
cielo
ma
in nessuna sostanza mi definisco
né
in alcuna ombra o ipotesi di realtà
molecolare
sono
da quello di sopra a quello di sotto
unico
nome sottile
attraverso
tutto il creato
in
un solo momento
ora
mentre scrivo
e
ancora mi rivedo fantasma:
la
mia impossibilità è certezza quotidiana di vita
di
volta in volta devo imparare nuovi amori
di
volta in volta ritrovo scorie di morte
tra
le pagine della mia storia
effimera
My
age is this vertical zone
My age is this vertical zone in everlasting balance
the path crumbles beneath my feet
on rocky cobblestones
my gaze expands beyond the roof
to patches of possible otherworldly dreams
So I extend out of proportion between earth
and sky
but in no substance do I define myself
nor in any shadow or hypothesis of molecular
reality
I am, I exist from the one above to the one below
only a subtle name
through all creation
in a single moment
just now as I write
and still I see myself a ghost:
my impossibility is the daily certainty of life
each time learning anew fresh loves
each time finding residues of death
among the pages of my ephemeral
history
(traduzione in inglese di Lucilla
Trapazzo)
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16 giugno 2024


















