Le Antologie Poetiche Virtuali sono curate da Giuseppe Vetromile. Ogni Volume comprende 10 Autori, liberamente selezionati ed invitati dal curatore. Sono previsti volumi dedicati a particolari ambiti poetici (poesia emergente, poesia dialettale, ecc.). Le copertine sono elaborate e realizzate da Ksenja Laginja.

martedì 18 giugno 2024

VOLUME XLIV

 

VOCI DAL MONDO II 

VOLUME XLIV

Volume Speciale dedicato alla Poesia di Autori Esteri

 Selezione e traduzione autori a cura di Lucilla Trapazzo


Autori:

 

Vlora Ademi (Kossovo)

Muhsine Arda (Turchia)

Gema Bocardo (Spagna) 

Amelia Cayul Tranamil (Cile)

Nicoleta Crăete (Romania)

Abdallah Gasmi (Tunisia)

Dimitris P. Kraniotis (Grecia)

Marija Krivokapić (Montenegro)

Ces Le Mythe (Argentina)

Aleisa Ribalta Guzmán (Cuba)

Siti Ruqaiyah Hashim (Malesia)

Jana Orlová (Rep. Ceca)

Cao Shui (Cina)

Adrian Suciu (Romania)

Annette (Wengert) Tarpley (USA)

Dominic Windram (Inghilterra)


Introduzione

Siamo al secondo volume dedicato alla poesia estera, dell’Antologia Poetica Virtuale “Transiti Poetici”, da me curata. Una digressione, se vogliamo, dalla normale mia ricerca di poeti italiani che da alcuni anni porto avanti, realizzando di volta in volta volumi costituiti da dieci Autori ciascuno. Queste “digressioni” mi portano a considerare altre tipologie di poetica e altri autori, come ad esempio i dialettali, i giovani esordienti, i poeti che ho conosciuto lungo il mio percorso formativo e che, purtroppo, ci hanno lasciato, la poesia estera, ecc.

Ecco: questo volume, il 44°, riprende per la considerazione nei confronti dei poeti esteri, non residenti in territorio italiano, ed è quindi il prosieguo di quel discorso iniziato con il Volume 36° e che potrebbe avere ancora un seguito. Ritengo che la Poesia abbia la dignità assoluta di essere prodotta, letta e diffusa, indipendentemente dal colore della pelle, dalla lingua, dalla patria di origine dell’autore, e questo naturalmente deve valere per ogni espressione artistica. Non è un censimento l’operazione letteraria che vado a svolgere, bensì solo un limitato esempio del fermento e della creatività poetica all’estero, che si riverbera certamente anche qui da noi. Le scelte sono limitate alle conoscenze che attualmente abbiamo in campo, e anche per quelle, per non appesantire troppo il volume, ci siamo fermati ad alcuni autori, con la promessa che nel breve futuro prenderemo in considerazione certamente chi nel frattempo ne è rimasto fuori, o anche altri poeti che finora non erano giunti ai nostri sguardi.

Rimane sempre il problema grandissimo della traduzione in italiano, e per questo aspetto credo che Lucilla Trapazzo, mia preziosa collaboratrice in questi viaggi di conoscenza della poesia estera, abbia fornito dettagliate e interessanti spiegazioni e riflessioni in merito.

Sono convinto che la poesia e la grande possibilità di mettere a frutto la propria creatività, per esprimerla poi in tutte le sue forme artistiche, sia una prerogativa essenziale dell’uomo e che lo possa rendere libero e slegato da ogni costruzione o sistema egocentrico e accerchiante, in una comunità limpida e trasparente in cui sia possibile la condivisione dei valori alti e positivi che dovrebbero essere alla base del buon vivere, in concordia e in armonia con la natura.

Non avrei potuto realizzare questi volumi dedicati alla poesia estera senza il prezioso aiuto e collaborazione fattiva di Lucilla Trapazzo, un’esperta in questo campo: poetessa di grande valore, ha conoscenze poetiche in campo internazionale e contatti con realtà e associazioni estere che vivono e attuano la poesia con grande impegno e amore. A lei vanno quindi i miei ringraziamenti, per i consigli, per la scelta degli Autori, per il certosino lavoro di traduzione operato. 

Giuseppe Vetromile

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 Nota di traduzione

 

I limiti del mio linguaggio rappresentano i limiti del mio mondo.

Ludwig Wittgenstein


Dagli albori della storia, il mito della distruzione della Torre di Babele comporta simbolicamente la perdita dell’utopia di una lingua unica. Per superare l’ostacolo dell’incomprensione di fronte alla pluralità e alla diversità delle lingue serve il lavoro concreto del traduttore – dal latino trans-ducere, portare oltre, cioè comunicare e trasmettere concetti a persone provenienti da realtà culturali differenti.

Come il noto detto di Umberto Eco afferma, però, tradurre significa anche tradire: nessun traduttore, per quanto bravo e attento, è in grado di trasportare esattamente da una lingua a un’altra costrutti linguistici ed emozioni. Sono troppe le variabili da considerare. Da quella puramente linguistica (ogni lingua è un universo a sé stante di ritmo, di suono, colori), a quella semantica (espressioni, costrutti e modi di dire intraducibili o inesistenti nella lingua di arrivo), ma anche il contesto storico e socio-culturale squisitamente unico di una determinata lingua. Quindi, se tradurre è tradire, come si concilia il nostro lavoro con questa consapevolezza, cosa vuol dire in essenza tradurre? Mi piace immaginare un testo originale e la sua traduzione come rette tangenti all’infinito, che si avvicinano senza mai arrivare a toccare la perfetta corrispondenza. Il lavoro del traduttore consiste nell’aspirazione a quell’avvicinamento infinito. Cioè, più che di perfetta corrispondenza, si deve parlare di equivalenza: insomma dire quasi la stessa cosa, come sosteneva Eco.

Il compito (a volte titanico) della traduzione letteraria è dunque fare l’esperienza dell’altro, attraverso lo specchio della propria soggettività storica, mentale, linguistica, affettiva, riuscire a penetrare lingue e culture non proprie, decodificare i segni e lo spazio bianco, e poi riscrivere anche quello che le parole non dicono, divenire veicoli di senso e di sentire. Tradurre diventa quindi interpretare, scoprire un mondo nuovo, abbandonarsi a un viaggio nella lingua, nella cultura e nell’intimo di un altro da sé, soprattutto in poesia. Perché entrare nell’universo poetico di un autore è un momento d’incontro, un atto di empatia, si sente con lui.

Ed è proprio dall’idea di un diario di viaggi e di incontri che ho selezionato i poeti presenti in questo secondo volume di Voci dal Mondo, curato da Giuseppe Vetromile, proponendo una corale di voci diverse, da diverse parti del mondo, tese verso la stesse istanza: la rappresentazione della realtà attraverso l’intimo sentire, nella ricerca di un linguaggio poetico personale. La scoperta del mondo attraverso le parole degli altri è anche metafora di vita, è acquisizione di conoscenza e consapevolezza di sé. Attraverso lo sguardo di un altro, possiamo entrare in contatto anche con la sua essenza intima, ci apriamo al diverso e la nostra propria identità si trasforma. La mente si apre al confronto e alla pluralità, fino a trovare l’essenza universale comune all’umanità.

 

Lucilla Trapazzo

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                                     VLORA ADEMI (KOSSOVO)


(MA in Comunicazioni di Massa) si occupa di diplomazia culturale, guidando e creando progetti ed eventi culturali, in Kossovo e in altri paesi, grazie all’organizzazione “Social Creativity”, da lei diretta. È anche coordinatrice, collaboratrice e membro di “Etno-Fest”, festival importante nel suo paese e all’estero. Infine, è la fondatrice del festival di poesia “LA REPUBLICA”, a Pristina.

Le poesie di Vlora Ademi sono state tradotte in diverse lingue. Di recente la prestigiosa casa editrice ONUFRI ha pubblicato il suo primo libro, una raccolta di poesie, intitolata Quaranta e poco...

Nel marzo del 2023 la poesia I will not forgive his fidelity è stata pubblicata nell’antologia “Loyalty Walking into the Unknown", dal Poet's Choice, Chicago.

 

Una poesia ironica sulla relazione di coppia, ma che affronta con coraggio e determinazione il problema della dignità femminile in tutti gli ambiti e paesi.

 

I will not forgive his fidelity

 

I will not forgive him for never cheating on me

I won’t forgive him!

As I wanted to appear merciful,

I wanted to be proud of my courage,

I wanted to see myself challenged

facing the beauty of another,

facing her schemes and charms,

facing high heels which I never liked.

 

I wanted to see the fear in his eyes,

submission,

attitude when confronted with the act of betrayal.

I wanted to hear him stuttering,

I wanted to see him guilty

kneeling before me, just as before Saint Mary,

as I wanted to feel as mighty as her,

as I wanted to measure my sensibility,

measure my strength

would I be able to send to hell

butterflies in my stomach,

the wedding ring with his name engraved on it

and twenty grey hairs for twenty years of marriage.

 

I wanted,

oh how much I wanted,

to see him coming home late

and myself just as those victims on Hollywood movies

on a burgundy robe

waiting nearby a night lamp in darkness.

I wanted to find a lipstick mark on the shirt I bought him

and measure the balance of my rage.

 

I wanted to look him in the eye and say:

now you’ve proven your manhood,

because where I come from

men’s manhood is measured

only to the number of women they “have had”!

 

 

 

Non posso perdonare la sua fedeltà

 

Non perdonerò che non mi abbia mai tradito

Non lo perdonerò!

Ah, quanto avrei voluto apparire clemente

andare fiera del mio coraggio

con piacere avrei raccolto la sfida

della bellezza di un’altra

ne avrei affrontato tattiche e fascino

combattuto i tacchi alti - che non ho mai amato.

 

Spavento volevo leggere nei suoi occhi

sottomissione

noncuranza di fronte al tradimento.

Avrei voluto sentirlo balbettare

vederlo contrito

in ginocchio davanti a me, come davanti alla Santa Maria

per sentirmi potente come lei

per valutare la misura della mia sensibilità

della mia forza

sarei riuscita poi a mandare all'inferno

tutte le farfalle nello stomaco

la fede nuziale con il nome inciso sopra

e i miei venti capelli grigi per i vent'anni di matrimonio?

 

Avrei voluto,

oh quanto avrei voluto,

vederlo tornare a casa tardi

e sentirmi come una di quelle eroine dei film Hollywoodiani

con una veste da camera bordeaux

in attesa nell'oscurità accanto a una lampada da notte.

Bramavo trovare un segno di rossetto sulla camicia che gli ho regalato

e poi ponderare l'equilibrio della mia rabbia.

 

L’avrei guardato negli occhi per dirgli:

Ah, ora hai dimostrato di essere uomo!

Perché da dove vengo

l’onore di un uomo si misura

dal numero di donne che “ha avuto”!


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                                               MUHSINE ARDA (TURCHIA)

Muhsine Arda è una poetessa, romanziera e saggista turca. Dopo un lungo incarico di insegnamento alla New York University, è tornata nella sua città natale, Bursa, in Turchia, nel 1997.

Il suo primo libro di poesie, A Woman-Not Like A Man, è stato pubblicato nel 1992.

Le opere di Muhsine, tra cui cinque volumi di poesia, racconti, saggi e due romanzi, sono state ampiamente pubblicate in Turchia. Molte delle sue poesie sono state tradotte in altre lingue e sono apparse in altre lingue e in pubblicazioni letterarie internazionali. Il suo romanzo Le lacrime del suicida è stato tradotto in svedese e spagnolo. Sostenitrice convinta dei diritti delle donne, il suo punto di vista femminista si riflette in molti dei suoi scritti con argomenti "tabù" come la sessualità femminile, la disabilità fisica e il suicidio.

Da molti anni organizza eventi di poesia a Bursa. È stata redattrice di una rivista di poesia, Dikili Ekin, per ventuno anni.

 

Una poetessa autentica, vicina ai temi della natura e soprattutto alle problematiche legate alla sottomissione delle donne in certi ambiti etnici, come nella poesia “Una ragazza africana”, qui proposta.

 

Yerküre

 

Tan ağardı

Yerküre canlandı

Ezeli ve ebedi aşk

Herkesi kucakladı

Mutluluk ve umut güne bağışlanmakta

Dünyayı korumak, güneşi kutsamak

Herkesin günlük duası olmalı

 

29 Mart 2021

 

 

The Earth

 

Morning has broken

The Earth has awakened

Eternal and infinite love

Embraces all

Bliss and hope enrich the day

Saving the earth and blessing the sun

Should be the daily prayer of everyone

 

March 29th, 2021

 

 

La Terra

 

Si è schiuso Il mattino

La Terra si è svegliata

Amore eterno e infinito

Ci stringe in abbraccio

Letizia e speranza potenziano il giorno

Salvare la terra, ringraziare il sole

Che sia quotidiana preghiera per tutti

 

29 marzo 2021

 

 

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The african girl

 

I was an African girl

 

the wonderful nature of my continent

made me happy

 

I loved both

         my tribe

            and others

        

Africa is huge

         quite enormous

 

like the endless sky

it is infinite

its land and fertility

heat and aridity

 

exclusive are

         its taboos and animals

 

intertwined are

         its mines and pains

 

eternal is

         its darkness and prudence

its ignorance and wisdom are limitless 

with unending treasons, music and dances

 

artists

         can paint the picture gray

         by mixing white with black

         or the opposite

by mixing black with white

 

a big lie!

         white is white

         black is black in Africa

 

nature has granted womanhood

         but the witch doctor cuts off the clitoris

         claiming it unnecessary

 

I was afraid

         very scared of the witch doctor’s razor blade

 

my mother cried

         as she was pushing me in

 

my mother cried

         while I was screaming

 

my mother cried

         while my womb was bleeding

 

my mother was crying

         as I was saying farewell to Africa

 

listen, my black-skinned African mother:

 

woman is created

         even if customs sacrifice her

         even if taboos silence her

 

she will be emancipated

         if she learns to love

                   herself

                   and all women

 

 

La ragazza africana

 

Ero una ragazza africana

 

la meravigliosa natura del mio continente

mi rendeva felice

 

Amavo sia

la mia tribù

                    sia gli altri

        

L'Africa è enorme

         abbastanza enorme

 

come il cielo infinito

è infinito

la sua terra e la sua fertilità

calore e aridità

 

esclusivo sono

         i suoi tabù e i suoi animali

 

intrecciati sono

         le sue miniere e i suoi dolori

 

eterno è

         la sua oscurità e la sua prudenza

la sua ignoranza e la sua saggezza sono illimitate     

con infiniti tradimenti, musica e danze

 

gli artisti

         possono dipingere il quadro in grigio

         mescolando il bianco con il nero

         o il contrario

mescolando il nero con il bianco

 

una grande bugia!

         il bianco è bianco

         il nero è nero in Africa

 

la natura ha concesso la femminilità

         ma lo stregone taglia il clitoride

         sostenendo che non è necessario

 

Avevo paura

         molto spaventata dalla lama del rasoio dello stregone

 

mia madre piangeva

         mentre mi spingeva dentro

 

mia madre piangeva

         mentre gridavo

 

mia madre piangeva

         mentre il mio grembo sanguinava

 

mia madre piangeva

         mentre dicevo addio all'Africa

 

ascolta, mia madre africana dalla pelle nera

 

la donna è creata

         anche se i costumi la sacrificano

         anche se i tabù la mettono a tacere

 

sarà emancipata

         se impara ad amare

                   se stessa

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                                               GEMA BOCARDO (SPAGNA)


Avvocata, poeta, scrittrice freelance e narratore. È stata membro della Red de Arte Joven de la Comunidad de Madrid. Alcune sue poesie, racconti e articoli sono stati tradotti in macedone e albanese.

Ha pubblicato poesie e racconti in antologie collettive, recita regolarmente in locali e festival; cantastorie e monologhista dal 1996, per bambini e adulti, da sola e come componente del gruppo di narrazione CuentaminaTe, si occupa anche di teatro di marionette. Attualmente organizza eventi per ErotiZarte. Numerosi i premi e i riconoscimenti.

 

Autrice di grande respiro, con la sua poesia allarga gli orizzonti della natura, decantandone le bellezze, immedesimandosi in essi e attingendone vigore e desiderio di rinascita.

 

Renacer

 

Olvidaré tus amapolas

plantando margaritas

a la orilla

de las sendas;

la sombra de tu olmo centenario

cobijándome bajo el sauce llorón

de la ribera.

Y será Atacama un vergel,

un banco de peces el Mar Muerto;

y volverá a trinar el ruiseñor

en la cabecera

de mi lecho.

 
 
Rinascere
 
Dimenticherò i tuoi papaveri 
piantando margherite 
sul bordo
dei sentieri; 
l'ombra del tuo olmo centenario 
mi offre rifugio sotto il salice piangente 
della costa. 
E Atacama sarà un frutteto, 
un banco di pesci il Mar Morto; 
e tornerà a trillare l'usignolo 
dalla testiera 
del mio letto.

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                                    AMELIA CAYUL TRANAMIL (CHILE)

42 anni, poetessa, chef e artigiana del filato, lavora per diffondere la sua cultura Mapuche attraverso la lingua Mapudugun, la cucina Mapuche e il telaio witral. Scrive poesie in Mapundugun ed è membro di diversi gruppi poetici e letterari in Spagna e in India. Ha partecipato a diversi recital internazionali di poesia come ambasciatrice della cultura Mapuche. Premiata dal Ministero della Cultura Cileno nel 2019 per i suoi  lavori al telaio witral, esegue programmi e interviste culturali in diretta dalla sua piattaforma Facebook per sostenere il trionfo dell'umanità.

 

Una poesia densa di richiami ed echi di tradizioni popolari delle terre cilene: la validità del dettato poetico di questa Autrice sta nel riproporre e declamare, con versi armoniosi e melodici, le radici culturali e storiche delle proprie origini.

 

Idioma

 

Hablar mi idioma

Mapudugun, mi voz y

Mi cuerpo

Grita!! Entre

Cerro, enorme cerro

Donde se encuentra los árboles

Nativos!!

Traspasa y le suena

Entre las montañas

Mi espíritu, respira el aroma

De cada árbol Ancestrales

Pewen

Mapue

Boldo

Canelo

“el conocimiento está aquí “

Mis Ancestros están tristes

Los niños y los jóvenes

Que sepan nuestra lengua

Mapugen ka Mapugetan

 

 

Lingua

 

Parlare la mia lingua

Mapudugun, la mia voce e

il mio corpo

urlano! Dentro

la collina, l’enorme collina

dove vivono gli alberi

natii

Trafigge e suona

tra le montagne

il mio spirito, respira l’aroma

di ogni albero ancestrale

Pewen

Mapue

Boldo

Cannella

"È qui la conoscenza".

Sono tristi i miei antenati

i bambini e i giovani

che conoscono la nostra lingua

Mapugen ka Mapugetan

 

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Gente de tierra

 

Desde lo más profundo que alberga

La tierra una raza de personas se libera.

La sangre viendo los rayos de sol

Una sangre diferente que bombea su corazón

 

Caminaron senderos muy oscuros

Donde hubo una luz que guía su camino haciendo que cambiará su destino

Convirtiendo su sangre en vino

¿Dónde encontraremos la salida?

¡Si no la encontramos nuestra vida esta perdida!

 

El frío recorre nuestro torso desnudo,

Como va aceptar nuestra raza el mundo

 

Es difícil aceptar la realidad

Como a nuestra gente la desaparecen sin piedad

 

Nuestro entorno cada día se parece a un infierno y al wekufu

ya le están sirviendo

 

¡Liberación a nuestro espíritu!

¡Liberación a nuestro cuerpo!

¡Liberación a nuestra tierra!

¡Liberación por que hoy algo comienza!

 

 

Gente di Terra

 

Dai luoghi più profondi che la Terra custodisce

si libera una stirpe di persone.

Il sangue scruta i raggi del sole

Un sangue diverso che ne gonfia cuore

 

Hanno camminato su sentieri oscuri

Proprio lì fino alla luce che ne ha guidato il cammino

trasformando il destino

Convertendo il loro sangue in vino

Dove troveremo via d'uscita?

Perduta è la vita, se non la scorgiamo!

 

Il freddo scorre lungo il nostro torso nudo,

Come farà la nostra razza ad accettare il mondo

 

Come accettare la realtà

mentre la nostra gente scompare senza compassione

 

Somiglia a un inferno il nostro territorio

giorno dopo giorno e il wekufu

è già servito

 

Liberazione al nostro spirito!

Liberazione per il nostro corpo!

Liberazione della nostra terra!

Liberazione perché oggi qualcosa ha inizio!

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                                          NICOLETA CRǍETE (ROMANIA)


Poeta e traduttrice rumena, è redattrice presso la Athanor. Numerosi sono i premi e i riconoscimenti da lei ricevuti, tra i quali: Primo Premio per la sezione poesia e Trofeo Festival al Festival di Letteratura Moştenirea Văcăreştilor a Târgovişte, Primo Premio al concorso di poesia Tudor Arghezi a Targu-Jiu, nella sezione Bilete de Papagal.

La sua prima raccolta di poesie La donna con un corpo di cera, in seguito al premio ricevuto come miglior manoscritto al Festival Internazionale di Poesia di Sighetu Marmației, è stato pubblicato nel febbraio 2019 dalla Grinta Publishing House, nella collezione Poezia 9. La silloge ha successivamente ricevuto il premio Libro dell'Anno al Festival della letteratura di Ion Cănăvoiu nell'ottobre 2019.

Le sue poesie sono state tradotte in inglese, ceco, spagnolo, francese, arabo, ebraico, greco.

 

Una poesia audace, ricca di simboli, questa della romena Nicoleta Crăete, in cui i versi si susseguono con andamento ritmico e trafelato, ad evidenziare l’impellenza del dettato. Poesia anche del sociale, che mostra un latente disagio del vivere quotidiano.

 

 

2020 birds

 

no one has come to ask me why

no one in what way with whom when or where

I go or become

 

in the roundest of pitch black not a soul in the sight

sitteth I and the bread

sitteth I and the wine

 

twothousandtwenty birds against the window then crashed

spilling the wine

over the bread turned into crumbs on the road

 

 

 

2020 uccelli

 

nessuno è venuto a chiedermi perché

nessuno in che modo con chi o quando o verso

dove io cammini o in cosa mi trasformi

 

nel buio fitto più rotondo non un'anima in vista

seduti io e il pane

seduti io e il vino

 

duemilaventi uccelli rompono sulla mia finestra

versando vino

sul pane in briciole lungo la strada

 

 

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who is that wandering one

 

people have forgotten to breathe

fragments of void

rest helter-skelter ordained

on houses of them

 

time for the bandstand to ring

of flesh lieth in wait their feed

shadowing earth

 

but come into the shadowy glide

birds falling birds falling

with tombs in their beaks

and the query

 

who is that wandering one

no raiment or name

who is that wandering one

 

 

chi è quel vagabondo

 

la folla dimentica il respiro

frammenti di vuoto

per decreto appoggiati alla rinfusa

sulle loro case

 

è ora che risuoni il palco dell'orchestra

di carne indugia in agguato il loro cibo

adombrando la terra

 

raggiungimi lungo la china ombrosa

cadono gli uccelli cadono gli uccelli

nei loro becchi tombe

e il punto di domanda

 

chi è quel vagabondo

senza alcun vestito o nome

chi è quel vagabondo

 

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enlightened poem

fear has sat down at the basis of the world to take a rest
above its head some ants were smashing seeds
one two
seven nine

but here is how from the right ear a religion has risen
bearing long legs
the middle worshippers would worship her
the left worshippers would worship her as well
even the worshipped ones would also worship her
and too much concord would have been there in the world
hadn’t it been

but there is how from the left ear rage was growing up from final
moods floods
wars
the right worshippers would worship them
even the worshipped ones would also worship them

you just hold me the candle so that I could write

 

 

 

poesia illuminata

 

sedeva la paura alla base del mondo e riposava

sopra la sua testa formiche spaccavano semi

uno due

sette nove

 

ma ecco che dal suo orecchio destro sorgeva una religione

indossando gambe lunghe

i devoti al centro l'avrebbero adorata

i devoti a sinistra l'avrebbero adorata

finanche gli adorati l'avrebbero adorata

e troppa concordia ci sarebbe stata al mondo

se ciò non fosse stato

 

ed ecco allora che dall'orecchio sinistro cresceva rabbia

dall’ultimo sentire dall’ultimo diluvio

da una guerra ultima

gli adoratori a destra l’avrebbero adorata

e anche gli adorati l’avrebbero adorata

 

tienimi la candela così che io possa scrivere

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                                              ABDALLAH GASMI (TUNISIA)


Abdallah Gasmi è un poeta tunisino, professore universitario di Poesia Araba Contemporanea e direttore del Salone Culturale di Poesia e del relativo Festival Internazionale a Nabeul, Tunisia.

 

È una poesia che si distende con versi lunghi e con una narrazione piana, ricca di immagini e di simboli, ma anche fortemente legata alla propria cultura mediterranea e alla solarità dei panorami. L’andamento è dolce, i versi hanno in sé uno spiccato lirismo.

 

 

Verger de violette et de jasmin

 

1

Seul avec la nuit je monte un nuage de violette sauvage

Mon père, qui a pris le cheval bronze de mort en bronze de bonne matin, m'a laissé avec des pierres cotonnées et des montagnes enneigées parmi les convois affamés

Comme un léger brouillard, je cercle les routes et pleure la nuit sur le sein de ma

[mère

pas de vague dans mon main

Dans ma paume se développer une Saule triste

Seul avec la nuit je chevauche un nuage de violette sauvage

Vole et monte loin, oiseau lavé au clair de lune

 

Sur mes mains, une tempête de soleils orange

Mes yeux deux bateaux errant dans l'océan

Mon cœur est un hiver froid

Je coulais avec les verses des douleurs, et marcher seul au mer

Je marche et le jasmin se plante entre mes péchés

 

 

 

2

Les rues pleines des soupires des amants

Chérie donner mois tes mains, Je veux grandir en toi comme une herbe sauvage

Laisse-moi récolter le blé de tes seins

Quand l'hiver arrive, je porte mes mots au bar, et j'ai ivresse de douleur

De retour à mon bureau, les lettres me frappent, et les mots se transforment en étranglements, et les poèmes des vergers salés.

Quand le printemps arrive, je prends mon crayon aux vieux bordels, j'ivresse avec le

[douleur

Quand je retourne, les poèmes me fouettent... car j'ai enlevé ma robe de ma virginité

Quand l'été arrive, je cherche une pluie orpheline entre les seins de ma chère

Quand l'automne tombe, le sang des mes lèvres devient Jaune

Un ombre d'un Dieu en moi se lève... pour être plus sucrée que le sucre

 

 

3

Mon corps est un lac frais, mon âme tremble comme un saule nu

Déracine les roches de mes côtes

Mettez votre parfum dans le marais de la mémoire

Buvez dans les cavités du cœur et construit des églises, et priez comme une nonne

[sur le tapis de rêve

Jouer  une mélodie sauvage

Mes yeux deux fleures en perle

Mes doigts sont des nuées de gazelles sauvages courent entre les tragédies

Mon corps est une forêt de brouillard

Comme une brise parfumée de bonheur, claire les clôtures mon royaume

Bombarde de mes étoiles des millions de soleils et dansez vos danses

les arbres nus à l'intérieur de moi feuillu...

 

 

Frutteto di violette e gelsomini 

 

1

Da solo con la notte cavalco una nuvola di violette selvatiche

Mio padre, partito con il cavallo di bronzo della morte nella luce del primo mattino

mi ha lasciato con sassi di cotone e montagne innevate tra convogli affamati

Come una bruma leggera, mi aggiro per le strade e piango di notte sul seno di mia

            [madre

non ci sono onde nella mia mano

Nel mio palmo cresce un triste salice

Solo con la notte cavalco una nuvola di violette selvatiche

Vola e vai lontano, uccello lavato dal chiaro di luna 

 

Sulle mie mani, una tempesta di soli arancioni

I miei occhi due vascelli che vagano nell'oceano

Il mio cuore è un inverno freddo

Ho sommerso con i versi il mio dolore e ho vagato da solo verso il mare

Cammino e il gelsomino si ferma tra i miei peccati

 

 

2
Le strade piene dei sospiri degli amanti 
Mia cara dammi le tue mani, voglio crescere in te come erba selvatica 
Lascia che raccolga il grano dei tuoi seni 
Quando arriva l'inverno, io porto le mie parole al bar e mi ubriaco di dolore 
Di ritorno alla mia scrivania, le lettere mi trafiggono, le parole mi tolgono 
il respiro e le poesie si trasformano in frutteti salati. 
Quando viene la primavera, porto la matita nei vecchi bordelli ebbro di dolore 
Quando torno, le poesie mi agitano... perché ho tolto la veste alla mia verginità 
Quando arriva l'estate, cerco una pioggia orfana tra i seni della mia amata
Quando cade l'autunno, il sangue delle mie labbra diventa giallo  
L'ombra di un Dio in me si innalza... per essere più dolce dello zucchero

 

 

3

Il mio corpo è un lago fresco, la mia anima tremola come salice nudo 
Sradica gli scogli dalle mie coste 
Riponi il ​​tuo profumo nella palude della memoria 
Bevi nelle cavità del cuore e costruisci chiese e prega come una suora sul tappeto del
            [sogno 
Suona una melodia selvaggia 
I miei occhi due fiori di perla 
Le mie dita sono branchi di gazzelle selvatiche e corrono tra le tragedie 
Il mio corpo è una foresta di nebbia 
Come una brezza fragrante di piacere, estingui i recinti del mio regno 
Colpisci le mie stelle con milioni di soli e danza le tue danze 
gli alberi spogli dentro di me frondosi...

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                                     DIMITRIS P. KRANIOTIS (GRECIA) 


Nato nel 1966 nella prefettura di Larissa nella Grecia centrale, è cresciuto a Stomio (Larissa). Ha studiato Medicina all'Università Aristotele di Salonicco. Vive a Larissa (Grecia) e lavora come medico (specialista in medicina interna). È autore di dieci libri di poesia in Grecia e all'estero e redattore capo di un'antologia internazionale in inglese. Ha vinto numerosi premi internazionali; la sua poesia è stata tradotta in 35 lingue e pubblicata in antologie e riviste in molti paesi. Ha partecipato a numerosi festival internazionali di poesia in tutto il mondo. È Dottore in Lettere, Accademico (in Italia), Presidente del 22° Congresso Mondiale dei Poeti (UPLI), Presidente della Società Mondiale dei Poeti (WPS), Direttore del Festival Mediterraneo di Poesia (Larissa, Grecia), Presidente dell'Associazione degli Scrittori per il Comitato per la Pace del PEN Grecia e membro del Movimento Mondiale degli Scrittori (WPM), Poeti del Pianeta (PoP), Società Letteraria Ellenica, Società Nazionale degli Scrittori Letterari Greci.

https://www.dimitriskraniotis.com/ 

 

Autore molto impegnato e ai vertici del mondo poetico greco e internazionale, Dimitris P. Kraniotis ha un dettato poetico profondo e allusivo, come in questo brano qui riportato, in cui traspare la sua vena ironica nel descrivere una realtà sociale complessa ed eccessivamente razionale.

 

Μείον ένα

 

Τράβηξα τη γη
Για να σκεπαστούμε

Μήπως φορέσουμε απόψε
Αφοπλιστικά κι αναίμακτα
Τις λέξεις που χθες φτύναμε
Σαν κουκούτσια

 

Μα μην μ’ απαντήσεις βιαστικά
Περίμενε τη σειρά σου
Στην ουρά

Περιμένω απαντήσεις
Από σένα κι από μένα
Ξανά και ξανά


Ως το χθες

Ως το σίγουρο κι απροσδόκητο
-1 του ασανσέρ
Υπόγειο αορίστως
Κι εντόκως με θυμό

(Ποια λογική νοικιάστηκε
Από τη φαντασία μου απόψε;)

 

Μα δεν θέλω η λάσπη
Να ζυμώσει τα κορμιά μας
Γεμίζοντας με μείον ένα αύριο
Ρίζες λωτών και μύθων

 


Meno uno

 

Ho tirato terra

perché ci ricopra

indossiamo stanotte

disarmanti e incruente

le parole che ieri abbiamo sputato

come semi

 

Ma non rispondermi in fretta

aspetta il tuo turno

in fila

attendo risposte

da te e da me

ancora e ancora

 

Fino a ieri

fino al certo e inatteso

“-1” dell'ascensore

seminterrato a tempo indefinito

inesorabilmente con rabbia

(quale logica è stata presa in affitto

dalla mia immaginazione stasera?)

 

Ma non voglio che il fango

impasti i nostri corpi

e riempia di meno uno domani

radici di loto e di miti

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                                   MARIJA KRIVOKAPIĆ (MONTENEGRO)


Docente di Letteratura Inglese all'Università del Montenegro. Ha pubblicato un’ampia varietà di articoli accademici e di libri sulla letteratura Vittoriana, su quella Nativa Americana e del XX secolo, nonché libri di scrittura di viaggio e traduzioni letterarie in vari generi. Le sue poesie sono state pubblicate in diverse lingue. Il libro del suo debutto cartaceo è stato Schizophrenic Collection (Budva, Montenegro, 2017), di cui è stata co-autrice, mentre il suo primo libro indipendente di poesia, Prolasci (Fugace), è apparso nel 2020 (Otvoreni Kulturni formu, Cetinje).

 

In un contesto naturale che appare svincolato dal trascorrere del tempo, simboleggiato dall’albero di noce che rimane immutato, l’Autrice rievoca momenti intimi con la madre, in slanci di affetto ed armoniosamente integrati con la realtà campestre circostante.

 

S majkom na selu

ja i majka ležimo na travi
pod kros
̌njom nekog oraha
baba je uvijek govorila da ne valja
ali mi smo voljele
ja joj c
̌itam, margaritu, malog princa, galeba džonatana
ona se smije,
ja je pitam, mama, svi
đa li ti se, da li ti se sviđa
ja je pitam, mama gdje si otis
̌la
mravi, razne bubice,
kasno je ljeto,
vlasi trave pod nama poz
̌utjele
ali jos
̌ list oraha ne opada
mislim da me je pitala jednom
da li je tez
̌ak miris oraha
ja ne znam,
mama, mislila sam jednom da joj kaz
̌em,
da sam ja tada mislila o mirisu koji je dolazio iz ujakove s
̌tale ali ne sjećam se šta sam joj rekla
znam da se ona onda bila okrenula na le
đa
i grickala neku slamc
̌icu

 


Con mia madre in campagna

mia madre e io siamo sdraiate sull'erba
sotto la chioma di un albero di noce
la nonna era solita dire che non portava bene
ma a noi piaceva
io le leggo Margherita, il Piccolo Principe, Jonathan il Gabbiano

lei sorride, le chiedo, ti piace, mamma, vero
le chiedo, mamma, dove sei andata
formiche, mescolanza di insetti, è estate inoltrata,
le foglie d'erba sotto di noi diventano gialle
ma quella del noce ancora resiste
credo di averglielo chiesto una volta
se il noce ha un odore pesante
non so,
mamma, ricordo che avrei voluto dirle
che in quel momento pensavo all'odore
che si leva dalla stalla di mio zio
ma non ricordo cosa le ho detto
rammento che si voltò sulla schiena
e iniziò a mordicchiare una pagliuzza.

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                                          CES LE MYTHE (ARGENTINA)


César Cejas (Buenos Aires, Argentina), conosciuto con lo suo pseudonimo artistico Ces Le Mhyte. Poeta, scrittore, critico teatrale, direttore della rivista culturale Refugios (Argentina) e direttore associato della rivista culturale La otra América (Venezuela). Coordinatore della serie di poesia El refugio azul e dell'omonimo Festival Internazionale di Poesia. Ha studiato Filosofia alla Facoltà di Filosofia e Lettere dell'Università di Buenos Aires. Invitato più volte dall'Università di Palermo e dal Complejo Teatral de Buenos Aires, a tenere lezioni sulle ultime tendenze teatrali. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi a livello nazionale e internazionale. I suoi testi sono stati pubblicati a Montevideo (Uruguay), Santiago del Cile (Cile), Tijuana, Monterrey e Città del Messico (Messico), Siviglia e Madrid (Spagna), Bangladesh e Nuova Delhi (India).

La sua opera La huella del erizo (Casa Editrice Hesiod, Buenos Aires, 2015) fa parte della Biblioteca ispano-americana dell'Università di Göteborg, Svezia.

Web: https://refugiosrevistacul.wixsite.com/refugios

 

Un Poeta importante, Ces Le Mythe, che ha il pregio di sintetizzare in pochi termini concetti filosofici celati in ottime metafore: “L’anima si riempie d’oro e la notte si alza tra i metalli”, espressione eccellente ad indicare la ricerca di purezza e di umanità in un mondo pervaso da pesantezze metalliche che ne ostacolano la rivelazione.

 

 

Alfolí de hierro.

 

Un granito de arena

imperceptible a la luz del sol.

 

El alma se carga de oro

y la noche surge entre los metales.

 

 

Deposito di ferro

 

Un granello di sabbia

impercettibile alla luce del sole.

 

L'anima si riempie di oro

e la notte s’alza tra i metalli

 

 

---

 

 

Desnudo el silencio

 

La fuerza del viento reta su poder

 

Tiemblan las copas de un álamo

 

Y debajo nuestras alas preparan el cortejo


de otra noche fuera de la noche

 

 

Spoglio il silenzio

 

La forza del vento reclama il suo potere

 

Le cime di un pioppo tremano

 

E più in basso le nostre ali preparano il corteo


di un'altra notte oltre la notte

 

 

---

 

 

A merced de la ruta.


El carro a la deriva.


El caballo no es de Troya.


Se confunden las ramas de un árbol


con los restos de una quema.


El viento cruje.


El silencio pastorea en su luz.


Las ruedas aguantan el peso de la noche.

 

 

 

In balia della strada.

 

L'auto alla deriva.

 

Il cavallo non è quello di Troia.

 

Si confondono i rami di un albero

con i resti di un falò.

 

Il vento stride.

 

Il silenzio pascola nella sua luce.

 

Le ruote sorreggono il peso della 

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                                    ALEISA RIBALTA GUZMÁN (CUBA)


Nata a Cuba. Residente in Svezia dal 1998. È poeta e coordinatrice culturale. Ingegnere di professione, insegna materie tecniche e non direttamente legate alla letteratura, come: Graphic Interface Design, Web Design e Programmazione. Fin da giovanissima ha iniziato a scrivere, soprattutto poesie. Talud (Ekelcuá Ediciones, 2018) è la sua prima raccolta di poesie, recentemente tradotta in catalano nell'edizione bilingue Talús / Talud (bokeh, 2018). Al momento sta lavorando ai volumi di poesia Tablero e Cuaderna, bao y regala.

Con una visione solare della realtà e consapevole della incommensurabilità della natura, la poetessa decanta ambienti e territori della sua nuova patria, ma anche di lontane sponde (Dea dello Yangtse), con un linguaggio poetico originale, caldo e appassionato.

 

Norte heliocéntrico

 

En un paraje atípico

de un día muy sui géneris...

hay jubilo a repartir para todos.

 

Cantan las hojas

amarillea el viento

y parece como si las aves

cayeran hacia arriba.

 

No se sabe si es

un invierno templado

un otoño tardío

o una primavera

sedienta de estallar.

 

Lo que sí se sabe es que el Sol

esta hoy aquí.

 

 

 

Nord eliocentrico

 

In un luogo atipico

di un giorno molto sui generis...

c'è gioia da dispensare a tutti.

 

Cantano le foglie

ingiallisce il vento

e sembra che gli uccelli

cadano verso l'alto.

 

Non si sa se sia

un inverno mite

un tardo autunno

o una primavera

che ha sete di esplosione.

 

 

---

 

 

Diosa del Yangtsé

 

Era un delfín casi feliz,

señoreaba entre mustias marsopas

el agua dulce del Yangtsé,

el lodo blando y solitario de su aullido

 

que mansos los coetáneos cerdos,

la música fluyendo debajo de sus panzas,

el pasto que abundante les rendía

a todos por igual

las puestas de sol en río

Su Dorado azul de panacea,

el reino ancho y largo

libre de enemigos

No vertían allí mas que sus sueños

los jóvenes lánguidos y casamenteros

en busca de su leyenda mas real

Dígannos que le paso a la diosa

que no volvieron a ver ni imaginada

Donde duerme hoy su sueno congelado

de corazón latiendo en las venas

de un país gigantesco

 

 

Dea dello Yangtse

 

Era un delfino quasi felice,

regnava tra le flaccide focene

l'acqua dolce dello Yangtse,

il limo soffice e solitario del suo ululato

 

quanto miti i maiali odierni,

la musica scorre sotto il loro ventre,

il pascolo che abbondante offre

a tutti parimenti

il tramonto del sole nel fiume

l’azzurro Dorado di panacea,

il regno lungo e vasto

libero da nemici

von vi riversavano che i loro sogni

i giovani languidi e i sensali

alla ricerca della sua leggenda più vera.

Raccontateci cosa è accaduto alla dea

che non hanno mai più visto o immaginato

dove dorme oggi il suo sonno congelato

di cuore che pulsa nelle vene

di un paese gigantesco

 

(da Tablero, 2019, Editorial Verbo(des)nudo, Pudahuel Santiago de Chile)

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                                       SITI RUQAIYAH HASHIM (MALESIA)



 Siti Ruqaiyah Hashim poetessa malese, ha scritto numerosi libri di poesie e saggistica. Dopo una laurea in Teatro e Drammaturgia presso l'Università di Scienze della Malesia, ha proseguito gli studi all'Università di Sydney, conseguendo il Diploma post-laurea in Traduzione presso l'Istituto di Traduzioni e Libri della Malesia. Le sue poesie sono state tradotte in 17 lingue. Ha partecipato a festival di poesia e di cinema in tutto il mondo. Siti Ruqaiyah Hashim è anche un'attivista per i diritti umani, per l'ambiente, per la pace e contro la guerra, è solidale con le cause della Palestina, dell'Ucraina, della Siria e di molte zone di conflitto. È membro del World Congress of Poets (WCP), dell'Unione degli Artisti Bosniaci (UBU), di Kultura Snova di Zagabria e della Perak Creative Association (Malesia).

 

Poetessa sensibile e delicata, ma determinata nell’evidenziare le sofferenze e i disagi dei popoli, e a combattere contro tutte le ingiustizie. La sua poesia lega i cuori dell’umanità ad un unico grande cuore universale, con un canto illuminato e fluido, ricco di riferimenti storici.

 

The sands of Sri Lavender

 

I bring a handful of sands with me

To strengthen my spirit 

When leaving you Sri Lavender

Also for me to always pray

That one day

I will go back

To be under your sky             

Before I leave this world eternally. 

 

Tetovo, Macedonia, January 2019                                       

 

Le sabbie di Sri Lavender 

 

Porto con me una manciata di sabbia

Perché il mio spirito sia forte

Quando dovrò lasciarti Sri Lavender

E perché io possa ancora pregare

Di riuscire a tornare

Un giorno

Sotto il tuo cielo

Prima di lasciare questo mondo per l’eternità.

 

Tetovo, Macedonia, gennaio 2019

 

 

---

 

 

Not mirages

 

Your pain

and my pain

are not mirages

of parallel roads of two worlds

but are dotted  lines

that link our soul

and united at last

in your gibberish

and mine

and there are no amount

of verses  spilled

that could heal this wound.    

 

Bab Bhar, Tunis, Marzo 2019  

 


 

Non sono miraggi

 

Il tuo dolore

e il mio

non sono miraggi

di strade parallele di duplici mondi

ma sono linee tratteggiate

congiungono le nostre anime

finalmente una

nel tuo farfugliare

e nel mio

e non c'è misura

di versi sparsi

che possa guarire questa ferita.

 

Bab Bhar, Tunis, Marzo 2019  

 

 

---

 

 

When snow falls

 

On this balcony of life

Everytime snow falls

I remembered

About you Lukman Hakim

Who screamed happily

In my tight hug

In our red toboggan

Fast going down                

To the foot of the hill

In Glenshee

 

My son

Maybe you don’t remember

You were once happy

In your mum’s embracement  

 

Ah! Life…

 

Pristina, inverno 2019

 

 

Quando cade la neve

 

Su questo balcone della vita

Ogni volta che la neve cade

mi sono ricordata di te Lukman Hakim

le tue urla gioconde

nel mio abbraccio stretto

sul nostro slittino rosso

che scendeva veloce

ai piedi della collina

di Glenshee

 

Figlio mio               

Forse non ricordi

una volta eri felice

nell'abbraccio di tua madre  

 

Ah! Vita...

 

Pristina, inverno 2019

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                                        JANA ORLOVÁ (REPUBBLICA CECA)


Poeta e performer, ha all’attivo tre libri di poesie (con sue illustrazioni). Le sue opere sono apparse nella raccolta Nejlepší české básně (migliori poesie ceche). Le sue poesie sono state tradotte in rumeno, ucraino, bielorusso, polacco, bulgaro, ungherese, hindi, spagnolo, inglese e arabo e nel 2019 ha pubblicato un libro di poesie in ucraino e rumeno. È vincitrice dello "Objev roku 2017" (Breakthrough Act Award) al Next Wave Festival per come riesce ad attraversare i confini della letteratura, dell'arte e del teatro in modo naturale e con facilità. Nel 2020 ha ricevuto il Premio Dardanica.

www.janaorlova.cz

 

Una grande poesia visionaria, quella di Jana Orlova, dove i versi vivono in sé grazie alla potenzialità evocatrice della parola poetica, che si carica di immagini e di suoni attinti da una natura sempre presente, ineccepibile e indifferente alle vicende umane (“la bisnonna attende un amante / e suo marito sta dormendo / Tutto è in ordine nella fattoria”).

 

Slétává mezi pavučinu ros

v rukou věci zemřelých

 

Mezi stromy spí

a chodí po hladině

 

Líže otisky stop

Určuje směr

a hledá smrt

 

Koupe se v ní

v rybníku před sto lety

 

 

 

Vola giù tra ragnatele di rugiada

nelle mani dei morti

 

Dorme tra gli alberi

e cammina sull’acqua

 

Lecca impronte stampate

Determina la direzione

e cerca la morte

 

Si bagna in esso

in uno stagno cento anni fa

 

 

---

 

 

Vyšívám Měsíc

a polykám zelené stromy

Kamna nehoří

hloubí se déšť

 

Odhrnuju vlasy

a dívám se na cestu

jak plyne do tmavnoucího pole

 

Za chvíli potkám vrány

a něco ze mě odnesou

 

Co dělat

Vrátím se do kamen

s mokrou sirkou

a zasadím znova

nevyrostlé stromy

 

 

Ricamo la luna

e ingoio alberi verdi

La stufa è spenta

la pioggia cade più intensa

 

mi tiro indietro i capelli

e osservo il sentiero

mentre scorre nel campo che si oscura

 

A breve incontrerò i corvi

mi porteranno via qualcosa

 

Cosa fare

ritorno ai fornelli

con un fiammifero bagnato

pianterò di nuovo

alberi secchi

 

 

---

 

Po zimě ještě měla

ztuhlé maso

když ji roubovali do dřeva

ručně

 

Žádné zranění

které by stálo za řeč

a šeptání dlaní

puklinou

 

Prababička stojí u okna

a čeká milence

Prababička čeká milence

a nosí vodu na oheň

Prababička čeká milence

a její manžel spí

 

Na statku je všechno v pořádku

 

 

 

Dopo l'inverno aveva ancora

della carne rappresa

quando l'hanno innestata nel legno

manualmente

 

Nessuna ferita

di cui vale la pena parlare

o bisbigliare dal palmo della mano

attraverso una fessura

 

La bisnonna è alla finestra

e attende un amante

la bisnonna attende un amante

e trascina acqua per il fuoco

la bisnonna attende un amante

e suo marito sta dormendo

 

Tutto è in ordine nella fattoria

 

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                                                                CAO SHUI (CINA)


Cao Shui – Repubblica Popolare CineseChinese; pinyin: Cáo Shuí), conosciuto anche come Shawn Cao, è un poeta, romanziere, sceneggiatore e traduttore cinese. È una figura rappresentativa della letteratura cinese contemporanea. Conduce il movimento del "Grande Poetismo" (Great Poetism). Nel suo Manifesto mira a integrare nella letteratura cinese le culture sacre e laiche, le culture orientali e occidentali, le culture antiche e moderne, sognando una nuova patria umana utopica, Eurasia, la cima della Torre di Babele o i Monti di Kunlun (Monti del Paradiso). Tra le sue opere più importanti ci sono Epic of Eurasia, la trilogia Secret of Heaven e King Peacock (serie TV). Finora sono stati pubblicati venti dei suoi libri, tra cui raccolte di poesie, raccolte di saggi, dieci romanzi, traduzioni e una raccolta di cento episodi di serie TV e film. È membro della China Writers Association, della China Film Association e della China Poetry Society. È anche redattore capo di Great Poem, vice redattore capo di Poetry Weekly e segretario generale del Boao International Poetry Festival. Attualmente vive a Pechino e lavora come scrittore e sceneggiatore professionista.

 

La poesia di Cao Shui utilizza il mondo intero come scenario per rappresentare la vicenda umana nella sua integrità e indipendenza da ogni sorta di appartenenza. La sua è una visione ottimistica dell’esistenza, estesa a tutte le creature della natura, e ne canta dolori, sofferenze ed emancipazioni.

 

Great Dance of Sorrow

 

You stand center stage

They all push you towards sorrow

Backstage, some play the accompaniment

Behind you, some dance to the funeral music

Standing center stage crying, there's only you

 

This stage stands center of the Asian continent

You are on the Pamir Plateau wailing

People come from all directions

Asians play funeral marches for you

And Europeans dance along

Wishing for death, you stand there

 

You are the most ordinary person

Yet no one will let you be

They sing for you, dance for you

To aid your sorrow process

Until you give up all hope

Until you depart this world

They'll grieve briefly and leave

To find the next eulogy

 

 

Grande Danza di Dolore

 

Sei al centro della scena

Ti esortano tutti al dolore

Dietro le quinte, qualcuno suona l'accompagnamento

Dietro di te, alcuni ballano al ritmo della musica funebre

In piedi al centro del palco, ci sei solo tu che piangi

 

Il palco si erge al centro del continente asiatico

Sei sull’altopiano del Pamir in lacrime

Arrivano persone da ogni direzione

Gli asiatici suonano per te marce funebri

E gli europei danzano

Desiderando la morte, te ne stai lì

 

Sei la persona più ordinaria

Eppure nessuno ti lascia in pace

Cantano per te, ballano per te

Per sostenerti nel processo del dolore

Fino a quando non rinuncerai a ogni speranza

Fino a quando non lascerai questo mondo

Piangeranno brevemente e andranno via

Al prossimo elogio funebre

 

 

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Grave Liquor

 

We buried a jug of liquor in a grave

Buried last year under the moon

Dug up this year under the sun

 

We drink at either dusk or dawn

Looking at the girl's name inscribed on the tomb

Rising or setting, we aren't sure of the sun

 

The jug of liquor in the grave was empty

Unaware when buried

Realized when retrieved

We think day and night of empty liquor jugs

 

 

Alcolici per Tombe

 

Seppellimmo una brocca di liquore in una tomba

Seppellita lo scorso anno sotto la luna

Esumata quest'anno sotto il sole

 

Beviamo al tramonto oppure all'alba

Guardando il nome della ragazza inciso sulla tomba

Alba o tramonto, non siamo certi del sole

 

La brocca di liquore nella tomba era vuota

Ignari quando la seppellimmo

Ce ne siamo resi conto al momento del recupero

Pensiamo giorno e notte a brocche di liquore vuote

 

 

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Mermaid

 

I walk along carrying an injured fish

This pot only fits one fish

How was it that the fish was injured?

I too want to know the answer

Only an examination will reveal the truth

I traveled past mountain ranges, bodies of water

I travel through centuries, millennia

Great rivers cut through deep valleys

One night I fell into flooding waters

The fish jumped out from the jar

I could only stare as she left

People say I'm affable

The fish now becomes a mermaid

With servant girls by her side

A waning moon sits upon my head

The mermaid ascends the moon

A drop of fragrant dew drops down

I extended my hands to catch it

And suddenly understood life that's passed, life that comes

 

 

Sirena

 

Cammino portando con me un pesce ferito

Questo vaso accoglie solo un pesce

Come è stato ferito il pesce?

Anch'io voglio avere una risposta

Solo un esame approfondito rivelerà la verità

Ho attraversato catene montuose, specchi d'acqua

Viaggio nei secoli, millenni

Grandi fiumi solcano valli profonde

Una notte sono caduto in acque alluvionali

Il pesce è saltato fuori dal barattolo

Sono rimasto a guardare mentre andava via

La gente dice che sono affabile

Il pesce adesso diventa una sirena

Ha ancelle al suo fianco

La luna calante siede sulla mia testa

S’innalza sulla luna la sirena

Una goccia di rugiada profumata scende

Ho allungato le mani per coglierla

E ho compreso all'improvviso la vita che è passata, la vita che arriva

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                                               ADRIAN SUCIU (ROMANIA)


È tra i più importanti e riconosciuti poeti e giornalisti in Romania dopo la caduta del regime comunista. Tra le sue pubblicazioni: A Bullshit Novel (2013), The Popular Prophet (2015, poesia), Treaty on Walking on Waters (2021, poesia).

È il presidente del Cultural Media Branch dell'Unione dei Giornalisti Professionisti Rumeni e produttore di programmi televisivi culturali. Dal 2013 è presidente dell'Associazione culturale Direcția 9, ruolo che gli ha permesso la promozione di un gran numero di giovani promettenti poeti.

 

Poeta affermato e sensibile, cura nei suoi scritti il grande rispetto che si deve avere di fronte al creato, per il quale solo Dio può aver scritto in modo esauriente. Ma il suo dettato poetico è rivolto essenzialmente ad una società che segue eccessivamente l’aspetto conformistico e abituale; non manca, per questo, un lieve accenno di ironia nei suoi versi.

 

 

I have not written anything

 

I have not written anything. I have laid one thousand

generations of cigarette smoke and childhood’s wagons on paper.

I have scribbled people knelt for some reason.

I have left deep scars on the paper while carrying corpses

from one graveyard towards another.

My bread is being frightened with me and is running away.

 

I have not written anything. I have photographed gates

I’ve never entered and wars that have not been.

Rarely, a spark flashes in darkness,

but only to make it darker.

 

I have not written anything.

Only God knows how to write

and He only wrote once.

 

 

 

Non ho scritto nulla

 

Non ho scritto nulla. Ho deposto sulla carta mille

generazioni di fumo e sigarette e vagoni d’infanzia.

Ho scribacchiato di persone per un qualche motivo inginocchiate.

Ho lasciato profonde cicatrici sulla carta mentre trasportavo cadaveri

da un cimitero all'altro.

Il mio pane insieme a me è spaventato e fugge via.

 

Non ho scritto nulla. Ho fotografato cancelli

che non ho mai aperto e guerre che non sono state.

Sporadicamente una scintilla splende nell'oscurità

e la rende più oscura.

 

Non ho scritto nulla.

Solo Dio sa come scrivere

e ha scritto una sola volta.

 

 

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Cats and dogs

 

I have frequently been invited to the big teas. Where they debate

massive problems and the ladies caress Egyptian cats.

But I won’t go anymore. I have run out of problems

And cats grow me old.

 

I am contemporary to the city’s awakening, but I only inhabit

the unknown country in my soul. Where I am

barefoot contemporary to myself.

 

All I know is a chain with a merry dog at one end

and another merry dog at the other. But the definition

of the chain is unfamiliar and merriment is a stranger to me.

Only peace draws within the steams

settled upon the mirrors and keeps drawing.

 

And drawing.

 

 

Cani e gatti

 

M’invitavano spesso ai tè sontuosi. Dove si discutono

problemi enormi e le signore accarezzano gatti egiziani.

Ma non ci andrò più. Ho esaurito i problemi

e i gatti mi fanno invecchiare.

 

Sono sincrono al risveglio della città, eppure abito soltanto

il paese sconosciuto della mia anima. Dove sono

scalzo contemporaneo a me stesso.

 

Conosco soltanto una catena con un cane allegro ad un'estremità

e un altro cane allegro all'altra. Ma la definizione

di catena non mi è familiare e l'allegria mi è estranea.

Solo la pace disegna tra i vapori

si posa sugli specchi e continua a disegnare.

 

E disegnare.

 

 

---

 

Treaty on walking on waters

 

Life, I have met and shoved it over here,

where no one has stepped on waters for thousands of years.

I will change that very today! I will have an already

shriveled painting painted with the undersigned walking on waters. I will

open the walking on waters school, where walking on waters

is to be patiently taught and the science will pass

from one skull to another. I will write the Treaty of walking on waters,

which is to stand on my behalf

at Judgement Day.

 

For I myself will not be able to join,

due to my being very busy with a Lady.

 

 

Trattato sull’arte del camminare sull’acqua

 

La vita, l'ho incontrata e spinta qui

dove nessuno ha calpestato le acque per migliaia di anni.

Oggi tutto questo cambierà! Farò dipingere un quadro

già stropicciato con il sottoscritto che cammina sulle acque.

Aprirò una scuola per camminare sull’acqua, in cui l’arte del camminare sull’acqua

deve essere insegnata con pazienza e la conoscenza passerà

da un cranio all'altro. Scriverò il Trattato sull’arte del camminare sull’acqua,

mi rappresenterà

nel Giorno del Giudizio.

 

Giacché io stesso non sarò in grado di presenziare

sarò infatti molto impegnato con una signora.

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                                     ANNETTE (WENGERT) TARPLEY (USA)


Vive in Virginia (USA). Di giorno lavora come infermiera e di notte con fervore scrive poesie. I suoi 40 anni di carriera infermieristica hanno ispirato molti dei suoi versi, che includono, tra gli altri, i temi della violenza domestica, della giustizia sociale e del rispetto umano.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per le sue poesie. Uno per tutti, nel 2020 ha ricevuto un certificato di apprezzamento per l'eccellenza letteraria dalla Gujarat Sahitya Academy, in onore del 74° anno dell'indipendenza dell'India. Annette ha partecipato e contribuito a diverse antologie. Ha fondato e amministra “The Passion of Poetry”. Il titolo del suo primo libro di poesie è Poetry Potpourri.

 

Poetessa molto sensibile ai temi dei diritti umani e dell’eguaglianza fra tutti gli uomini, in una società che va ancora diversificando e calpestando la dignità di ciascuno. Il suo discorso poetico si snoda prevalentemente attraverso versi piani, di carattere narrativo, ma diretti ed esemplificativi.

 

 

The Ballad of Ned

 

Long ago, and oh so far away, in the Deep throes of the south

Lived a man named Ned, a gentle soul, born with a deformity of the mouth

 

Through the years it’s been said, that his mama, sheltered him from harm

He grew up caring for the land and animals, on an old country farm

 

Then the time came, for him to go off to school, an atmosphere of unrest

His mama packed his lunch, walked him to the bus, and whispered, mama loves you

 [best

 

The children teased and taunted him, they were mean and downright cruel

He was bullied all day, but nothing was done, the school had no set rules

 

After school he would walk home alone, tears streaming down his face

When he finally got home, mama wiped away his tears, greeting him with a warm

         [embrace

 

She said, son I declare, I taught you better, I told you you’re covered with armor

You are protected in blood, you are a child of God, you are not merely the son of a

         [farmer

 

The next day he went to school, he stood up taller, a confident smile on his face

He went to the front of the class, approached the chalkboard, the writings he began

         [to erase

 

With the chalk he wrote: God is love, I am love, and my love I extend to you

Tears rushed down, the teachers face, falling down the cheeks of students too

 

From that day forward, no one bullied the sweet, young and disfigured Ned

He was blessed with a life full of love, and always remembered...the words his

         [mother had said...

 

 

La Ballata di Ned

 

Tanto tempo fa, oh così lontano, nelle profondità del Sud

viveva un uomo di nome Ned, un'anima gentile, nato con una deformità della bocca

 

Nel corso degli anni si diceva che sua madre lo proteggesse dal male

Ned cresceva accudendo la terra e gli animali, in una vecchia fattoria di campagna

 

Poi arrivò il momento di andare a scuola, fu tutta un'atmosfera di agitazione

Sua madre gli preparò il pranzo, lo accompagnò allo scuolabus e piano sussurrò: "La

         [mamma ti vuole bene".

 

I bambini lo derisero e lo insultarono, con cattiveria, assolutamente crudeli

Per tutto il giorno fu la vittima designata del bullismo, e nessuno fece nulla, la scuola

         [non aveva regole per questo

 

Dopo la scuola il piccolo Ned si incamminò verso casa da solo, con le lacrime che gli

         [scendevano sul viso

Quando finalmente fu a casa, la mamma asciugò le lacrime con un caldo abbraccio

 

E disse, figliolo ti ho insegnato meglio, ti comando queste parole, sei protetto da

         [corazza

Hai il sostegno del sangue, sei figlio di Dio, non sei solo il figlio di un contadino

 

Il giorno dopo Ned andò a scuola, le spalle più dritte e un sorriso sicuro sul viso

Di fronte a tutta la classe, si avvicinò alla lavagna e cominciò a cancellare le scritte

 

Poi con il gesso ha asserito: Dio è amore, io sono amore, e il mio amore vi porgo

Lacrime cominciarono a scorrere, sui volti dei professori, sulle guance degli studenti

 

Da quel giorno, nessuno più schernì il dolce, giovane, deformato Ned

E fu benedetto da una vita piena d'amore, nella mente sempre care le parole che sua

         [madre un giorno gli disse...

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                                    DOMINIC WINDRAM (INGHILTERRA)

 


 Poeta originario del nord-est dell’Inghilterra. Con le sue poesie contribuisce regolarmente alle riviste letterarie October Hill Magazine e The Northern Cross

 

Dall’Inghilterra la Voce poetica molto interessante di Dominic Windram che qui narra di un particolare episodio accaduto al noto filosofo Nietzsche durante il suo soggiorno a Torino. I versi si susseguono con una cadenza narrativa densa di sospensioni quasi oniriche, indagando  sul mistero della mente umana.

 

 

Nietzsche Meets And Greets A Horse In Turin: January 3rd, 1889

 

This poem's secrets

Shan't be directly disclosed,

Only hinted at.

Life's fruits are more seductive,

And taste sweeter ( no

Matter how bitter they are

In reality),

When shrouded in mystery.

Perhaps, this poem

Is darkly vague... elusive,

As it was slowly

Composed, in the most dream-like,

Of softly burning

Moments; under pale moonlight.

O it was composed,

As cold fires flowed through my veins;

Whilst reading Nietzsche's

Notoriously profound

Aphorisms in his

Profane book for free spirits!

It is so aptly

Named: Human All Too Human.

Strange metaphors like

Black suns burn through consciousness!

With this genius;

This great, world -shaker in mind,

I am always struck

By the famous story, where

He embraced a horse;

That was continuously

Being flogged, by its

Cruel & angry owner. The horse,

Absorbing each blow

Stubbornly refused to move,

Like a bold new truth

Waiting for its time to harden,

Amidst old orders

And orthodox, tribal ways.

Nietzsche's tears poured down

Like rain. Then he went insane.

The animal's raw,

Yet innocent, spirit must

Have connected with

The tired prophet's fragile soul.

Gently demented,

Mumbling broken syllables,

He withdrew from Time's

Long, dusty pathways. Perhaps,

He drifted in and

Out of  existence like a

Lost, ghostly nomad,

With no bright star to guide him.

Within his wild eyes,

I feel that something tender,

And Christ- like, must have

Bled profusely. Who can know?

I guess some things are

Better to remain concealed.

 

 

 

Nietzsche incontra e saluta un cavallo a Torino: 3 gennaio 1889

 

I segreti di questa poesia

non saranno rivelati apertamente

solo tratteggiati.

Più seducenti i frutti della vita

e dal sapore dolce

(non importa quanto siano amari

in realtà),

quando avvolti nel mistero.

Questa poesia è forse

oscuramente vaga... inafferrabile,

come se lentamente

composta, nel più onirico

dei momenti in dolce

vampa; sotto la pallida luce della luna.

Oh, è stata creata

mentre fuoco freddo mi scorreva nelle vene

mentre di Nietzsche leggevo

i ben noti e profondi

aforismi nel suo

libro profano per spiriti liberi!

Tanto esattamente

chiamato: Umano troppo Umano.

Strane metafore come

soli neri bruciano nella coscienza!

Di questo genio,

questo immenso agitatore del mondo nella mente,

sempre mi colpisce

la celebre storia in cui

abbracciò un cavallo;

insistentemente

fustigato dal suo

proprietario crudele e furioso. Il cavallo,

assorbendo ogni colpo,

si rifiutava ostinatamente di muoversi,

come nuova audace verità,

aspettando che il tempo lo rendesse forte,

tra ordini vecchi

e modi ortodossi e tribali.

Le lacrime di Nietzsche scorrevano

come pioggia. Poi sembrò impazzire.

Dell'animale il selvaggio

e innocente spirito deve

essersi connesso con

la fragile anima del profeta stanco.

Con delicata follia,

mormorando sillabe spezzate,

si allontanò dai lunghi e polverosi

sentieri del tempo. Forse,

andando alla deriva oltre

l'esistenza come

nomade perduto e spettrale,

senza alcuna stella luminosa a guidarlo.

Nei suoi occhi selvaggi

sento che qualcosa di tenero,

simile al Cristo, deve aver

sanguinato a profusione. Chi può saperlo?

Forse è meglio che alcune cose

restino celate.

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I Curatori del Volume


LUCILLA TRAPAZZO


Poeta, traduttrice, artista e performer. Dopo anni trascorsi all'estero per studio e lavoro (DDR, Belgio, USA), ora vive tra Svizzera, Italia e NYC.

Al suo attivo ha sei libri di poesia, una serie di traduzioni di poeti internazionali, numerose collaborazioni letterarie con associazioni, riviste e antologie di poesia e un CD con composizioni di Marco di Stefano, ispirato alle sue poesie. Le sue poesie, tradotte in 18 lingue, hanno vinto importanti premi internazionali (tra cui: poeta laureata Kurora e Poezisë, Festival Internazionale di Korca, Albania 2023 e Creativity Award Naji Naaman, Libano 2021; primo premio miglior libro di poesia "I Murazzi" Torino 2019; primo premio Civil and Philosophical Poems, “XI Checkhov's Autumn International Festival”, Crimea 2021; Medaglia d'oro per Outstanding Poet Award al Premio “Yan'an 2021”, Repubblica Popolare Cinese; Piuma d’oro 2021 Золотое Перо Руси, Russia “per l’eccellente sintesi di linguaggi e stili artistici diversi” Silke Liria Award for poetic expression at Ditët e Naimit International Poetry Festival, Tetovo, N.Macedonia 2022) e partecipa regolarmente a festival di poesia e arte negli Stati Uniti, Europa, Africa e Asia (alcuni: Struga Poetry Evenings, N.Macedonia 2021; Princeton Festival, USA 2021,2024; Babylon International Festival of the Arts, Iraq 2022, 2024; Kistrech International Festival, Kenya 2023). Convinta sostenitrice dei diritti umani e del pianeta, il suo punto di vista sociale, e femminile si riflette in molti dei suoi scritti.  Da una sua poesia, Salmodia,  che narra di una sposa-bambina, è stato tratto un video (produzione Palazzo del Poeta, OST Marco Di Stefano), trasmesso da RAI 1 nel 2021.

 

 

Mia Madre

Mia madre è seduta accanto a me dal dottore

Mia madre c’è e non c’è per davvero.

Le mancano pezzi.

Un giorno ha perso i denti,  poi l’udito.

Ha perso un seno, un polmone, i capelli.

 

Mia madre ha perso i treni i bottoni e sua madre

e l’infanzia.

Un giorno mia madre ha perso un figlio

(altri li ha lasciati andare).

 

Mia madre ha in tasca il suo nome

che un tempo contava vessilli.

ha un paese mia madre e una casa

che trabocca farfalle.

Mia madre ha tre uccelli che tiene legati alla vita

con cordoni di vario colore.

Se il vento si alza le sbattono addosso

in azzardo di volo.

 

Mia madre ha barrette di strass e volute di fumo

tra i capelli d’amianto. Mia madre ha una piega sul viso

e un lucchetto. Mia madre ha un dolore e un rosario.

Un ramo piantato sul collo e un loculo vuoto

tra suo padre e sua madre.

 

Mia madre ha tre figlie

e versi più belli dei miei.

 

Mia madre è allo specchio e mi guarda negli occhi.

 

 

My mother

 

My mother is sitting next to me at the doctor’s

My mother is here and she's not really here.

She's missing some pieces.

One day she lost her teeth, then her hearing.

She lost a breast, a lung, her hair.

 

My mother lost the trains the buttons and her mother

and the childhood.

One day my mother lost a son

(other she let them go).

 

My mother holds her name in her pocket

it once was worth banners.

A country has my mother and a house

overflowing with butterflies.

My mother has three birds; she keeps them tied to her side

with cords of various colors.

When the wind rises, they hit her flank

in attempt of a flight.

 

My mom has rhinestone bars and smoke volutes

among her asbestos hair. My mom has a crease on her face

and a padlock. My mother has a pain and a rosary.

A branch planted on her neck and an empty grave

between her father and her mother.

 

My mother has three daughters

and better verses than mine.

 

My mother is in the mirror, and she looks me in the eyes.

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                                             GIUSEPPE VETROMILE


Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Svolge la sua attività letteraria a Sant'Anastasia (Na). Ha ricevuto riconoscimenti sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali. Numerosissimi sono stati i primi premi.

Ha pubblicato più di venti di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Congiunzioni e rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà dell'attesa (RPlibri, 2020), Esercizio all’esistenza (Puntoacapo, 2022), Condominio Quadrifoglio (Scuderi, 2024), Di non chiudere le porte stasera (Ediz. La Valle del Tempo, primo premio “L’Assedio della poesia”), ed i libri di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti (Kairos, 2010); Storie di ordinaria solitudine (Delta3 Ediz, 2023, primo premio “L’Inedito, sulle tracce del De Sanctis).

Ha ideato e gestisce il sito “Transiti Poetici”, sul quale pubblica recensioni e note di lettura di libri di poesia e di narrativa.

Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. Attualmente sta curando l’Antologia Poetica Virtuale Transiti Poetici in più volumi (ogni volume comprende dieci Autori; al momento è giunto al 44° Volume). È il fondatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia" (giunto alla 21^ Edizione).

Cura e conduce, anche con la collaborazione di altri operatori culturali, rassegne e incontri letterari di rilievo presso librerie, biblioteche e altre sedi opportune. È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari).

 


La mia età è questa zona verticale

 

La mia età è questa zona verticale in perenne equilibrio

 

sotto i miei piedi il cammino frana

su ciottoli aspri

e dal tetto si espande il mio sguardo

fino a lembi di possibili sogni ultraterreni

 

così io mi dilungo a dismisura tra terra

e cielo

ma in nessuna sostanza mi definisco

né in alcuna ombra o ipotesi di realtà

molecolare

 

sono da quello di sopra a quello di sotto

unico nome sottile

attraverso tutto il creato

in un solo momento

ora mentre scrivo

 

e ancora mi rivedo fantasma:

 

la mia impossibilità è certezza quotidiana di vita

di volta in volta devo imparare nuovi amori

di volta in volta ritrovo scorie di morte

tra le pagine della mia storia

effimera

 

 

My age is this vertical zone

 

My age is this vertical zone in everlasting balance

 

the path crumbles beneath my feet

on rocky cobblestones

my gaze expands beyond the roof

to patches of possible otherworldly dreams

 

So I extend out of proportion between earth

and sky

but in no substance do I define myself

nor in any shadow or hypothesis of molecular

reality

 

I am, I exist from the one above to the one below

only a subtle name

through all creation

in a single moment

just now as I write

 

and still I see myself a ghost:

 

my impossibility is the daily certainty of life

each time learning anew fresh loves

each time finding residues of death

among the pages of my ephemeral

history

 

(traduzione in inglese di Lucilla Trapazzo)

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                                                       16 giugno 2024

 

 

Presentazione in diretta video del 36° Volume

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