Le Antologie Poetiche Virtuali sono curate da Giuseppe Vetromile. Ogni Volume comprende 10 Autori, liberamente selezionati ed invitati dal curatore. Sono previsti volumi dedicati a particolari ambiti poetici (poesia emergente, poesia dialettale, ecc.). Le copertine sono elaborate e realizzate da Ksenja Laginja.

mercoledì 24 settembre 2025

VOLUME XLVIII - I Poeti di Arefu


 

 

Introduzione

 

Siamo al secondo volume dedicato alla poesia estera, dell’Antologia Poetica Virtuale “Transiti Poetici”, da me curata. Una digressione, se vogliamo, dalla normale mia ricerca di poeti italiani che da alcuni anni porto avanti, realizzando di volta in volta volumi costituiti da dieci Autori ciascuno. Queste “digressioni” mi portano a considerare altre tipologie di poetica e altri autori, come ad esempio i dialettali, i giovani esordienti, i poeti che ho conosciuto lungo il mio percorso formativo e che, purtroppo, ci hanno lasciato, la poesia estera, ecc.

Ecco: questo volume, il 48°, riprende in considerazione i poeti esteri, ed è quindi il prosieguo di quel discorso iniziato con i Volumi 36° e 44°, e che potrebbe avere ancora un seguito. Ritengo che la Poesia abbia la dignità assoluta di essere prodotta, letta e diffusa, indipendentemente dal colore della pelle, dalla lingua, dalla patria di origine dell’autore, e questo naturalmente deve valere per ogni espressione artistica. Non è un censimento l’operazione letteraria che vado a svolgere, bensì solo un limitato esempio del fermento e della creatività poetica all’estero, che si riverbera certamente anche qui da noi. Le scelte sono limitate alle conoscenze che attualmente abbiamo in campo, e anche per quelle, per non appesantire troppo il volume, ci siamo fermati ad alcuni autori, con la promessa che nel breve futuro prenderemo in considerazione certamente chi nel frattempo ne è rimasto fuori, o anche altri poeti che finora non erano giunti ai nostri sguardi.

Rimane sempre il problema grandissimo della traduzione in italiano, e per questo aspetto credo che Lucilla Trapazzo, mia preziosa collaboratrice in questi viaggi di conoscenza della poesia estera, abbia fornito dettagliate e interessanti spiegazioni e riflessioni in merito.

Sono convinto che la poesia e la grande possibilità di mettere a frutto la propria creatività, per esprimerla poi in tutte le sue forme artistiche, sia una prerogativa essenziale dell’uomo e che lo possa rendere libero e slegato da ogni costruzione o sistema egocentrico e accerchiante, in una comunità limpida e trasparente in cui sia possibile la condivisione dei valori alti e positivi che dovrebbero essere alla base del buon vivere, in concordia e in armonia con la natura.

Non avrei potuto realizzare questi volumi dedicati alla poesia estera senza il prezioso aiuto e collaborazione fattiva di Lucilla Trapazzo, un’esperta in questo campo: poetessa di grande valore, ha conoscenze poetiche in campo internazionale e contatti con realtà e associazioni estere che vivono e attuano la poesia con grande impegno e amore. A lei vanno quindi i miei ringraziamenti. I miei ringraziamenti sono peraltro rivolti anche alla poetessa romena Nicoleta Crăete, per la collaborazione offerta nella selezione dei poeti romeni, con i quali abbiamo condiviso le nostre atmosfere poetiche – e non solo quelle! – in occasione del Festival Tabăra literară Boema 9, svoltosi ad Arefu in Romania dal 6 al 9 giugno scorso, e al quale è appunto dedicato questo volume speciale.

Giuseppe Vetromile


***

 Ciò che resta lo fondano i poeti, scriveva Hölderlin in Brot und Wein. Ma cosa resta davvero, quando tutto intorno il senso dell’umano sembra sgretolarsi? E ancora, può la poesia salvare il mondo come spesso si dice citando in modo apocrifo una poesia di Walt Whitman? Se intendiamo la funzione della poesia come responsabilità di custodire ciò che resiste quando tutto sembra crollare, se ne abbracciamo la capacità di trasformare lo sguardo e promuovere comprensione attraverso esperienze condivise, allora diventa forza di cambiamento radicale. E i poeti sono coloro che fondano ciò che permane, diventano voce, memoria e testimonianza contro silenzio e oblio.

Ad Arefu, tra le montagne della Romania, la funzione della poesia ha trovato per me forma concreta. Il festival Tabăra literară Boema 9, diretto da Adrian Suciu, non è stato soltanto un incontro di autori, ma la creazione di uno spazio vivo che coincide con la presenza reciproca, dove la parola poetica si respira con l’aria e si trasforma in pane da spezzare insieme, casa aperta e condivisa.

In questo senso, l’antologia che raccoglie le voci di questa esperienza, non va intesa solo come documentazione di un evento, ma come costruzione di un luogo simbolico in cui la poesia mostra la sua natura originaria di comunità e relazione. E ciò che resta, per riprendere Hölderlin, non sono solo i versi sulla pagina, ma la possibilità stessa di riconoscere l’altro e, in questo, riconoscere sé stessi. Se lasciamo che l’altro entri, se poesia coincide con l’ascolto, apriamo uno spazio in cui ciò che sembra effimero, come la parola, diventa testimonianza e permanenza. Così, se la poesia non ha il potere di salvare, ha almeno quello di fondare, di custodire, di resistere.

 

                                                                                                                          Lucilla  Trapazzo

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                      VLORA ADEMI (Kossovo)

 

 

 

 

 Vlora Ademi (Master in Comunicazioni di Massa) si occupa di diplomazia culturale, creando e gestendo progetti ed eventi culturali sia in Kossovo che in altri paesi, grazie all’organizzazione “Social Creativity”, da lei diretta. È anche coordinatrice, collaboratrice e membro di “Etno-Fest”, Festival importante nel suo paese e all’estero. Infine è la fondatrice del Festival di poesia “La republica”, a Pristina (giunto alla 7a edizione) e del Festival Internazionale di Poesia “Respoetica” (1a edizione) a Prizren. Vlora partecipa regolarmente a festival nazionali e internazionali di poesia.

Le poesie di Vlora Ademi sono state tradotte in diverse lingue, tra le altre anche in tedesco, inglese e arabo, e sono state pubblicate nelle antologie Al di là dell’oblio in Germania, Transiti Poetici in Italia e Magma in Kossovo; sono inoltre apparse nelle riviste letterarie Illz a Tirana, e Brussels Review.

Di recente, la prestigiosa casa editrice Onufri ha pubblicato il suo primo libro, una raccolta di poesie pluripremiata, intitolata Quaranta e poco..., arrivato alla seconda edizione e presentato in diverse città in Albania e Kossovo, a Bruxelles, Zurigo, Ginevra, Atene e New York City.

Attualmente lavora presso il Ministero degli Affari Esteri del Kossovo, nell'Ufficio per la Diplomazia Estera, continuando a contribuire alla diplomazia e alla sensibilizzazione su tematiche sociali.

 

I will not forgive his fidelity

(pubblicata su “Loyalty Walking into the Unknown", Poet's Choice, Chicago)

 

I will not forgive him for never cheating on me

I won’t forgive him!

As I wanted to appear merciful,

I wanted to be proud of my courage,

I wanted to see myself challenged

facing the beauty of another,

facing her schemes and charms,

facing high heels which I never liked.

 

I wanted to see the fear in his eyes,

submission,

attitude when confronted with the act of betrayal.

I wanted to hear him stuttering,

I wanted to see him guilty

kneeling before me, just as before Saint Mary,

as I wanted to feel as mighty as her,

as I wanted to measure my sensibility,

measure my strength

would I be able to send to hell

butterflies in my stomach,

the wedding ring with his name engraved on it

and twenty grey hairs for twenty years of marriage.

 

I wanted,

oh, how much I wanted,

to see him coming home late

and myself just as those victims on Hollywood movies

on a burgundy robe

waiting nearby a night lamp in darkness.

I wanted to find a lipstick mark on the shirt I bought him

and measure the balance of my rage.

 

I wanted to look him in the eye and say:

now you’ve proven your manhood,

because where I come from

men’s manhood is measured

only to the number of women they “have had”!

 

---

Non posso perdonare la sua fedeltà

Non perdonerò che non mi abbia mai tradito

Non lo perdonerò!

Ah, quanto avrei voluto apparire clemente

andare fiera del mio coraggio

con piacere avrei raccolto la sfida

della bellezza di un’altra

ne avrei affrontato tattiche e fascino

combattuto i tacchi alti - che non ho mai amato.

 

Spavento volevo leggere nei suoi occhi

sottomissione

noncuranza di fronte al tradimento.

Avrei voluto sentirlo balbettare

vederlo contrito

in ginocchio davanti a me, come davanti alla Santa Maria

per sentirmi potente come lei

per valutare la misura della mia sensibilità

della mia forza

sarei riuscita poi a mandare all'inferno

tutte le farfalle nello stomaco

la fede nuziale con il nome inciso sopra

e i miei venti capelli grigi per i vent'anni di matrimonio?

 

Avrei voluto,

oh quanto avrei voluto,

vederlo tornare a casa tardi

e sentirmi come una di quelle eroine dei film Hollywoodiani

con una veste da camera bordeaux

in attesa nell'oscurità accanto a una lampada da notte.

Bramavo trovare un segno di rossetto sulla camicia che gli ho regalato

e poi ponderare l'equilibrio della mia rabbia.

 

L’avrei guardarlo negli occhi per dirgli:

Ah, ora hai comprovato di essere uomo!

Perché da dove vengo

l’onore di un uomo si misura

dal numero di donne che “ha avuto”!

 

***


Love stories are not alike


They

 

sprout

erupt

fade

vanish

revive

despise

disguise

 

Love stories are not alike

 

they’re unique

 

unrepeatable

unending

unthinkable

unbearable

damned

unreachable

 

Love stories never dry out

 

They

 

breath

live

flow

 

Love stories

 

bewilder

glorify

resent

grieve

forgive

demand

give

take

 

Love stories

 

frighten

cheer

disgrace

adorn

leave

return

 

They’re elliptical

They’re freedom

They’re slavery

 

Love stories dare

they’re endless

limitless

 

they undress

get you undressed

they change

get confused

they lose

they win

they are won

 

---

 

Le storie d'amore non sono tutte uguali

 

Le storie d’amore

 

germogliano

esplodono

sbiadiscono

svaniscono

rinascono

disprezzano

si mascherano

 

Le storie d'amore non sono tutte uguali

 

sono uniche

 

irripetibili

senza fine

impensabili

insopportabili

dannate

irraggiungibili

 

Le storie d'amore non si esauriscono mai

 

invece

 

respirano

vivono

fluiscono

 

Le storie d'amore

 

sconcertano

glorificano

si risentono

si addolorano

perdonano

pretendono

danno

prendono

 

Le storie d'amore

 

spaventano

rallegrano

infamano

adornano

vanno

vengono

 

Sono ellittiche

Sono libertà

Sono prigionia

 

Le storie d'amore osano

sono infinite

illimitate

 

si spogliano

ti spogliano

cambiano

si confondono

perdono

vincono

sono vinte

 

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

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                    ALEX ANASTASIU (Romania)

                 

 

 

 

 

 

Sebbene a volte mi risulti difficile definirmi artista, ho avuto finora il privilegio di essere descritto come poeta, drammaturgo, attore e musicista; plasmato, oserei dire, dal Surrealismo, dal Neo-Romanticismo e dall’intimità sfidante di una vita vissuta con onestà. Ho pubblicato il mio primo libro a 11 anni (una leggera ribellione, di cui mi sono meravigliato!) e da allora non ho mai smesso di scrivere, concedendomi solo qualche pausa di riflessione.

Le mie poesie vivono di vulnerabilità, di tenerezza oscura e di una propria teatralità poetica. Pulsano di autenticità e introspezione, ma si muovono con altrettanta sicurezza nel regno del gesto performativo, quasi rituale. Come membro dell’associazione culturale Direcția 9, le mie opere sono apparse in riviste, ambiti culturali, trasmissioni radiofoniche e perfino su vari schermi. I versi si collocano all’ombra di un’ispirazione che deriva dalla facilità di Bukowski e dalla tenerezza di Stănescu, filtrate e reinterpretate attraverso le storie e le cure offerte dal compianto Ciprian Chirvasiu.

Scrivo in rumeno, talvolta in inglese, ma sempre nella lingua del desiderio, della memoria e della dolce rivolta. Per me scrivere è il rifiuto della dimenticanza, uno scavo giocoso tra dolore, assurdità e desiderio. Le mie poesie sono costruite in archi narrativi, legati da fantasmi condivisi, lettere mai spedite e dallo spettacolo quotidiano del divenire. Intreccio monologhi interiori in angoli mitici di strada, scrivendo con cenere di sigaretta, inchiostro di sogno e una tenerezza livida e implacabile.

Una costellazione di temi ritorna ossessivamente: la poetica del fallimento, città perdute, la volgarità sacra e la fame spirituale di senso nell’assurdo. I miei testi sono confessioni camuffate da battute e incantesimi pronunciati con ironia. Credo che la poesia debba far male, guarire e infestare, spesso tutto insieme. Per me, la poesia non è uno specchio, ma un puzzle rotto volutamente. E il poeta? Il poeta è colui che osa dare un nome al silenzio.

Oltre alla poesia, ho scritto e diretto diverse pièce teatrali, inclusa L’antologia del tempo britannico, che ha vinto un premio nazionale. Molte di queste esperienze risalgono all’infanzia, ma ancora di più ai miei studi alla “East 15 Acting School” di Londra, dove ho recitato in spettacoli costruiti su identità, rischio e rottura della norma. Ho inoltre scritto testi e musiche per miei brani o per gruppi musicali, arrivando anche a pubblicare una singola opera di poesia. Nonostante tutto, la poesia rimane per me la luce in fondo al tunnel. Il mio prossimo libro, Il suo trono, sarà un’anatomia lirica della disillusione, dove il riso e il lamento bevono dallo stesso calice, e la parola resta l’ultima forma sincera di possesso.

 

Scrisori II

 

Îți scriu din nou să-mi cer iertare.

N-am putut să-ți văd sufletul de răni

Dar să-ți cauți alinarea în sărutul străzilor

E să joci cu ofrandele neajunse cerului.

Nu te vindecă asfaltul când te uiți la stele!

 

Ne-am mințit...

Ne-am mințit cu atâta patos

Încât a roșit până și adevărul.

Chiar el mi-a mărturisit:

Cel mai frumos hal

În care am fost folosit vreodată,

Adus ofrandă pentru Karma porumbeilor

 

I-am zâmbit...

I-am zâmbit cu scrum la gură.

Am dat s-aprind o țigară,

Dar bricheta se pierdea

În candoarea din priviri.

 

E doar un joc până la urmă.

Așa că joacă-te cu mine!

Lipește-mi inima cu aracet

Și spune-mi că e bine.

Spune-i ei că e nouă

Și că mai are ani pe garanție!

 

Poate că e totuși o prostie.

Cine naiba se mai joacă?

Unii-mping bolovani la deal

Împingând bolovanii altora la vale,

Iar alții dansează fără oprire

Pe ritmul unui singur scâncet.

 

Draga mea,

Văd că toată lumea crește.

Numai eu mă fac din ce în ce mai mic .


---


Letters II

 

I am writing again to ask for forgiveness.

I couldn’t tell your soul from the wounds.

But to look for comfort in the streets’ kiss

Is to play with offerings scarce to the sky.

The pavement won’t heal you while gazing at the stars!

 

We have lied to each other…

We’ve lied so passionately

That even the truth has blushed.

He himself confessed to me:

The most beautiful mess

In which I’ve ever used,

Brought as an offering for pigeons’ Karma”

 

I smiled to her...

I smiled with cigarette ash at the mouth.

I meant to lit a cigarette,

But the lighter was getting lost

In the eyes’ candour.

 

It’s just a game, after all.

So play with me!

Stick my heart with glue

And tell me it’s all right.

Tell her it’s new

And that it still has years on the guarantee!

 

Perhaps it’s silly though.

Who the hell would play anymore?

Some are pushing boulders uphill,

By pushing others’ boulders downhill,

Wheres some others dance incessantly

On the rhythm of one whimper alone.

 

My darling,

I can see everybody is growing.

Only I am turning smaller and smaller.

 

---

 


Lettere II

 

Ti scrivo di nuovo per chiederti perdono.
Non riuscivo a riconoscere la tua anima tra le ferite.
Ma cercare conforto nel bacio delle strade
è come giocare con offerte che non arrivano al cielo.
L’asfalto non ti guarisce mentre guardi le stelle!

 

Ci siamo mentiti...
Ci siamo mentiti con tanto ardore
che persino la verità è arrossita.
Lei stessa mi ha confessato:
“Il più bel pasticcio
in cui mi sono mai trovata,
mi ha offerto in dono al karma dei piccioni.”

 

Le ho sorriso...
le ho sorriso con cenere di sigaretta sulla bocca.
Volevo accendere una sigaretta,
ma il fiammifero si perdeva
nella candida profondità degli occhi.

 

È solo un gioco, dopotutto.
Allora gioca insieme a me!
Attacca il mio cuore con la colla
e dimmi che va tutto bene.
Digli che è nuovo
e che ha ancora anni di garanzia!

 

Magari è una sciocchezza.
Chi mai giocherebbe ancora?
Alcuni spingono massi in salita,
spingendo i massi degli altri a valle,
mentre altri danzano senza sosta
al ritmo di un unico gemito.

 

Cara mia,
vedo che tutti crescono.
Solo io divento sempre più piccolo.

 

***


Bukowski

 

Live in a strange and foreign place

Share your food with a stranger at crossroads

Dance in the rain in your favourite suit

Drink from the gutter and sip champagne from a tinfoil cup

Make beautiful things and throw them to the stars

Build a home for your dreams and watch it burn at first light

Play an instrument, learn a foreign tongue

Cook for guests you don’t think you’ll have

Set a table for six and see who turns up in your mind

Make a paper duck and set it free

Dont be special! A trained monkey is special.

Be human. Shoot the mirror and make a puzzle out of it

Watch yourself become a portrait of the pieces.

Be that person that keeps you up at night.

 

---

 

Bukowski

 

Vivi in un luogo strano e sconosciuto
Spartisci il cibo con uno sconosciuto all’incrocio
Balla sotto la pioggia con il tuo abito preferito
Bevi dalla grondaia e sorseggia champagne da un bicchiere di stagnola
Crea cose belle e gettale alle stelle
Costruisci una casa per i tuoi sogni e guardala bruciare all’alba
Suona uno strumento, impara una lingua straniera
Cucina per ospiti che non arriveranno
Imbandisci una tavola per sei e osserva chi ti viene in mente
Fa’ una papera di carta e lasciala andare
Non essere speciale! Una scimmia addestrata lo è.
Sii umano. Spara allo specchio e trasformalo in puzzle
Guarda te stesso diventare un ritratto a pezzetti.
Sii la persona che ti tiene sveglio la notte.

 

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

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                      VIOLETA ANCIU (Romania)

 

 

 

 

 

 

 

Violeta Anciu (September 4, 1991) graduated from the Faculty of Political Science, Master on Equal Opportunities Policies in Romanian and European Context (University of Bucharest and Universidad Autonoma de Barcelona). She published for the first time in 2009, in “Revista Noastră” (Our Magazine), a publication of students and teachers of Colegiul Național Unirea (Union College), founded in 1912. Since 2015 she has published in national literature magazines such as Luceafărul, Actualitatea literară”, “BOEM@”, “Cenaclul de la Păltiniș, Feed Back, Pro Litera, Antares, Sintagme Literare, Armonii Culturale, Singur, Poesis, etc. as well as other national and international literary online workshops or journals. Shes a member of Cultural Association Direcția 9 (Direction 9). For two years she was a Vicepresident of Asociația Clubul Scriitoarelor (Women Writers Club Association), where she started to support and promote Romanian and foreign women writers, throughout various events and campaigns. Parts of her work have been translated into English, Czech.

Books: Amprente Urbane – Evoluția (Urban Prints The Evolution), Ed. BookBreak Publishing, 2015; Alte mașini si-un fotograf amator (some cars and an amateur photographer), Grinta Publishing House 2017; Migrația inocenței (the migration of innocence), Tribuna Publishing House, 2020.

Anthologies: Parodii (Grinta Publishing House, 2015); Scrisul de azi (Singur Publishing House, 2015); Dor Românesc (2016); Almanahul Sintagme Literare (Eurostampa Publishing House, 2016).

 

 

 

tăceri dărâmate și suferințe

oboseală greață și vertij

dar stăm așezați cuminți

în linia orizontului

o liniște ne învelește

ca și cum

nimic n-a fost, nici nu va fi

apune tu dacă poți

ruinele din noi arată

a umbre străine

îmbrățișând pereții

și focuri ce mistuie

fără să ardă

soarta nu cunoaște nume

apune tu dacă poți

 

 

---

 

silenzi crollati e dolore

stanchezza, nausea e vertigine

ma restiamo seduti composti

sulla linea dell’orizzonte

un silenzio ci avvolge

come se

nulla fosse stato, né sarà

tramonta tu, se puoi

le rovine in noi sembrano

ombre straniere

che abbracciano i muri

e fuochi che consumano

senza bruciare

il destino non conosce nomi

tramonta tu, se puoi


***

 

sunt omul pe care nu îndrăznești

să-l privești în oglindă

sunt cea care noaptea

ascultă ce nu lași să se audă

și vede ce nu vrei să se vadă

sunt sora unui frate necunoscut

care ghidează fiecare pas

sunt sora și mama orbilor, muților și surzilor

căci doar cei ce sunt siliți la descompunere

vor ajunge să fie dătători de viață

în lumina lor se vor naște și descompune

generații după generații

de frați și surori de nerecunoscut

care vor îngrășa solul

tuturor sufletelor noastre.

 

---


sono la persona che non osi

guardare nello specchio

sono colei che di notte

ascolta ciò che non lasci udire

e vede ciò che non vuoi mostrare

sono la sorella di un fratello sconosciuto

che guida ogni tuo passo

sono sorella e madre dei ciechi, dei muti e dei

sordi

perché solo i destinati alla decomposizione

giungeranno a essere portatori di vita

nella loro luce nasceranno e si decomporranno

generazioni dopo generazioni

di fratelli e sorelle irriconoscibili

che nutriranno il suolo

di tutte le nostre anime.


(testi tradotti in italiano dalla stessa autrice)

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       MUHSINE ARDA (Turchia)

                                                                            

 

 

Muhsine Arda è una poetessa, romanziera e saggista turca. Dopo un lungo incarico di insegnamento alla New York University, è tornata nella sua città natale, Bursa, in Turchia, nel 1997.

Il suo primo libro di poesie, A Woman-Not Like A Man, è stato pubblicato nel 1992.

Le opere di Muhsine, tra cui cinque volumi di poesia, racconti, saggi e due romanzi, sono state ampiamente pubblicate in Turchia. Molte delle sue poesie sono state tradotte in altre lingue e sono apparse in altre lingue e in pubblicazioni letterarie internazionali. Il suo romanzo Le lacrime del suicida è stato tradotto in svedese e spagnolo. Sostenitrice convinta dei diritti delle donne, il suo punto di vista femminista si riflette in molti dei suoi scritti con argomenti "tabù" come la sessualità femminile, la disabilità fisica e il suicidio.

Da molti anni organizza eventi di poesia a Bursa. È stata redattrice di una rivista di poesia, Dikili Ekin, per ventuno anni.

 

A howl

 

Let’s not miss the chance

To mark the resemblance

Between a husband and a corona virus

 

Both are insidious

And like to invade you

 

Keep your distance

Because both can attack

And choke you.

 

---

 

Ululando

 

Non perdiamo l’occasione
di notare somiglianza
tra un marito e un coronavirus

 

Entrambi sono subdoli
amano invaderti

 

Meglio mantenere le distanze
tutti e due sanno attaccare
e toglierti il respiro.

 

***

 

Somebody

 

I am somebody who cannot remember

Who I used to be

 

Maybe ten, maybe ten thousand years ago

When glaciers covered the earth

When the sole problem was survival

I was somebody or everybody

 

Beyond the concept, beyond the realization

I cannot remember, beyond my imagination

 

At the time of transformation

From being to having, my cell or

Everybody’s cell came down with a disease

 

When children became

The child of a certain mother-father

When children were

The children of the tribe no longer

 

One bad seed, maybe too many bad seeds

Started the malady

 

The living soul of mother earth

Missed the bliss of being

 

Evil started to win

Life forgot the meaning of happiness

 

I am the restless soul with the burning desire

To reveal that

Being

Not having

Is the real source of joy

 

---

 

Qualcuno

 

Sono qualcuno che non ricorda più

 chi un tempo fosse

 

Forse dieci o forse diecimila anni fa

quando i ghiacciai ricoprivano la terra

quando l’incognita era sopravvivere

io ero qualcuno o ero forse ognuno

 

al di là di ogni concetto, al di là della coscienza

non riesco a rammentare oltre il mio

pensiero

 

Al tempo della metamorfosi

dall'essere all'avere, la mia cellula o forse

la cellula di ognuno si è infettata

 

Quando i bambini diventarono

figli di madri-padri decretati

quando i bambini più non furono

figli di tutta la tribù

 

forse un seme marcio o forse troppi semi marci

iniziarono a diffondere il morbo

 

L'anima viva della madre Terra

smarrì la gioia dell’essere

 

Il male ha visto il suo trionfo

la vita ha perso il senso della gioia

 

Io sono anima inquieta, di desiderio ardo

e qui rivelo che

è l’essere

e non l’avere

la vera fonte della felicità

 

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

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CAMELIA MORDA BACIU (Romania)

                                                             

 

 

 

 

 Camelia Morda Baciu è nata a Cugir, nella contea di Alba, il 21 gennaio 1968.

Ha debuttato nell’aprile 2019 con una raccolta di poesie intitolata Il dramma dello sradicamento, sotto la guida del professor Dorin Uritescu, pubblicata dalla casa editrice RAWS di Bucarest. Nel settembre dello stesso anno, la casa editrice Minela di Bucarest ha pubblicato il suo volume di narrativa breve intitolato Povești de pe la noi (Storie di casa nostra), il romanzo autobiografico De ce eu? (Perché io?) e la seconda edizione della raccolta di poesie, in forma modificata e ampliata.

Nel gennaio 2020, il romanzo è stato tradotto in italiano con il titolo Perché a me? e si è classificato al quarto posto, secondo la critica, in un concorso internazionale in Italia, Tra le parole e l’infinito.

Ha pubblicato vari testi su riviste e antologie, raccolte collettive, collaborazioni letterarie, sia in lingua romena che in lingua italiana, oltre a diverse recensioni di libri firmate da importanti personalità della cultura romena e italiana. È membro della FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori).

Ha fondato e dirige due riviste culturali: Revista Timpul Italia e Revista Timpul Alba.
Ha vinto numerosi premi in vari concorsi letterari in Canada, Italia e Romania.
Collabora con la rivista Curentul Interna
țional di Detroit, USA, ed è redattrice della rivista Zenit22 di Alba Iulia.

Dal 2024 è membro dell’UZPR – Sezione Occidentale.

 


Iertări

 

Vreau să te iert acum, încă o dată,

Oricât mă vei zidi între tăceri.

Trecut prin porți închise să străbată,

Unească-ne în ce am fost mai ieri.

Încerc și azi să te-nțeleg mai bine

Cu gândul obsedant de-un început.

Ignor mereu capricii masculine,

Ce niciodată nu le-am priceput.

Îți împrumut iertarea de păcate,

S-o folosești când simți că poți ierta

Și-n spovedanii de-amintiri uitate

La capăt de pământ ne vom ruga.

Ne vom ruga iertarea să ne plouă

Cu stropi mari de apă târnosită,

Spălând blestemul împărțit în două,

Între noi doi și-o viață irosită.

 

 

---

 

 

Perdoni

 

Voglio perdonarti adesso, ancora una volta,

Per quanto tu mi crei tra i silenzi.

Il passato attraversò porte chiuse,

Che ci unisca in ciò che eravamo ieri.

Cerco anche oggi di capirti meglio

Con il pensiero ossessivo di un inizio.

Ignoro sempre i capricci maschili,

Che mai ho saputo comprendere.

Ti presto il perdono dei peccati,

Da usare quando sentirai di perdere,

E nelle confessioni dei ricordi dimenticati

Alla fine del mondo pagheremo.

Pregheremo che il perdono ci piova addosso

Con grandi gocce d’acqua benedetta,

Lavando la maledizione divisa in due,

Tra noi e una vita sprecata.

 

 

***

 

Carpe diem

 

Amintirea care-mi fuge din trecuturi netrăite,

aș lăsa-o să alerge-n veșniciile uitării.

Labirinturi șerpuite țes pe calea depărtării.

Pașii nepurtați pe-acolo scriu cuvinte negreăite.

Aș mai căuta prin iască vreo scânteie-n adormire,

doar s-o îndura s-aprindă focuri mistuite-n noaptea

nedormită, pe la vatra insomniilor necoapte,

inspirând iz de jăratec într-o tainică-aromire.

Fuga timpului se pierde în clepsidrele opace,

nelăsând dâre de treceri prin nisipuri neștiute.

Se aude doar ecoul din cuvinte pripășite

pe la obosite minți, căutând un strop de pace.

Piedică aș pune vremii, să se-mpiedice de mine,

să se-oprească la taifasuri cu prezentul ce mă țin

de o mână și mă-ndeamnă să-l trăiesc, că poate mâine

ocupat prin asta lume, nu se știe dacă vine.

 

---

 

Carpe diem

 

Il ricordo che mi fugge da trascorsi mai vissuti,

lo lascerei correre nell’eternità dell’oblio.

Serpeggianti labirinti tessono la via dell’addio.

Passi mai compiuti scrivono parole mai taciute.

Cercherei ancora nella stoppa una scintilla sopita,

che forse, impietosita, accenda fuochi inconsunti

nella notte senza sonno, presso il focolare d’insonnie non raccolte,

respirando brace viva in un’aroma segreto e infinito.

La fuga del tempo si perde nelle clessidre opache,

non lasciando alcuna traccia su sabbie mai calpestate.

Si ode solo l’eco di parole abbandonate,

tra menti stanche, in cerca d’una goccia di pace.

Metterei uno sgambetto al tempo, che inciampi su di me,

che si fermi a far conversazione col presente che mi tiene

per mano e mi incoraggia a viverlo, che forse il domani

occupato in questo mondo, chissà se mai verrà.


(testi tradotti in italiano dalla stessa autrice)

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Nicoleta Crăete (Romania)

 

 

 

 

 

Poeta e traduttrice rumena, è redattrice presso la Athanor. Numerosi sono i premi e i riconoscimenti da lei ricevuti, tra i quali: Primo Premio per la sezione poesia e Trofeo Festival al Festival di Letteratura Moştenirea Văcăreştilor a Târgovişte, Primo Premio al concorso di poesia Tudor Arghezi a Targu-Jiu, nella sezione Bilete de Papagal.

La sua prima raccolta di poesie La donna con un corpo di cera, in seguito al premio ricevuto come miglior manoscritto al Festival Internazionale di Poesia di Sighetu Marmației, è stato pubblicato nel febbraio 2019 dalla Grinta Publishing House, nella collezione Poezia 9. La silloge ha successivamente ricevuto il premio Libro dell'Anno al Festival della letteratura di Ion Cănăvoiu nell'ottobre 2019.

Le sue poesie sono state tradotte in inglese, ceco, spagnolo, francese, arabo, ebraico, greco.

 

despre dreptate

 

fiece demon e frate cu Dumnezeu

 

poftește-l înăuntru la masă

și așterne-i cu mâna stângă bucatele

 

vei fi iscodit descojit curățit împărțit încălzit și topit înnegrit înmulțit și unit înnoit cântărit

și vândut la ospețe

 

ce hrană bogată este prețul tău

 

se va face negoț cu orice

mai puțin 21 de grame

 

neclintit să te ții

în scrâșnetul dinților și-n măcinarea de oase

 

să taci

ascultând pacea dintre două bătăi ale inimii

 

și să nu știe stânga ce face dreapta ta

 

 

---

 

sulla giustizia

 

ogni demone è fratello di Dio

 

invitalo a casa tua

e apparecchiagli il tavolo con la mano sinistra

 

sarai sondato, sbucciato, pulito, diviso, riscaldato e sciolto, annerito, moltiplicato e unito rinnovato, pesato

e venduto alle feste

 

che cibo sostanzioso è il tuo prezzo?

 

commercerà con qualsiasi cosa

meno di 21 grammi

 

tieni duro con fermezza

nello stridore dei denti e nel macinare delle ossa

 

rimani in silenzio

ascoltando la pace tra due battiti del cuore

 

e non sappia la tua mano sinistra cosa fa quella destra

 

 

***

 

săvârșire

 

nimic nu e mai sincer decât o boală finală

 

v-ați făcut chip din iubirea cioplită

 

mesele voatre pline sunt goale

și miros a pământ

 

v-ați trădat nașterea sângele viața

mințiți în loc de-a respira

iar carnea din care mâncați

este sufletul vostru

 

măsura voastră vă va judeca

ospățul se digeră pe sine

 

când goi veți umbla pe la mese

cu părul vâlvoi și vânduți

o fărâmă de pâine din stropul de vin

se va-ndura

 

---

 

compimento

 

Non c'è niente di più sincero di una malattia terminale

 

Vi siete fatta un'immagine dell'amore scolpito.

 

I vostri tavoli pieni sono vuoti.

e odorano di terra

 

avete tradito la vostra nascita, il vostro sangue, la vostra vita

mentite invece di respirare

e la carne che mangiate

è la vostra anima

 

La vostra misura vi giudicherà.

la festa digerisce se stessa

 

quando tutti voi nudi camminerete tra i tavoli

con i capelli spettinati e venduti

una briciola di pane dalla goccia di vino

avrà pietà di voi

 

(traduzione in italiano di Valeriu Barbu)

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      DORIN CROITOR (Romania)

                                                              

 

     

 

 

Born on October 6, 1963, in Suceava. A graduate of the Faculty of Hydrotechnical Constructions from Iași. As a student, he contributed to the magazines Opinia studențeasca and Viața Politehnicii. Published volumes: Întâmplări din mahalaua cuvintelor (Ocurrences from words’ghetto, 2013, Blurb Publishing House, Canada). Cină ratată cu îngerul Aznavour (A ruined dinner with the angel Aznavour, 2016, Art Creativ Publishing House) Priveghi fără obiect (A wake with no purpose, 2018, Grinta Publishing House). A poet of contrasts, too concrete to be a dreamer and too sensitive to remain anchored only in the concrete, he carefully chooses his words, he strings them with special respect for the language. Without trying to persuade and without justifying himself, the poet finds the alternative of a present in which, for reasons known to him only, he does not fully find himself, but from which he does not even try to escape in dreams or imagination.  Hard to grasp, hard to detach, impossible to reproduce, a free recovery of a shackled fantasy. A challenge.

 

Nato il 6 ottobre 1963 a Suceava. Laureato alla Facoltà di Costruzioni Idrotecniche di Iași. Da studente ha collaborato con le riviste Opinia studențească e Viața Politehnicii.

Ha pubblicato i volumi: Întâmplări din mahalaua cuvintelor (Vicende dalla periferia delle parole, 2013, Blurb Publishing House, Canada); Cină ratată cu îngerul Aznavour (Cena mancata con l’angelo Aznavour, 2016, Art Creativ Publishing House); Priveghi fără obiect (Veglia senza oggetto, 2018, Grinta Publishing House). Poeta dei contrasti, troppo concreto per essere un sognatore e troppo sensibile per rimanere ancorato soltanto al reale, sceglie con cura le parole, con un rispetto particolare per la lingua. Senza cercare di convincere, trova l’alternativa di un presente in cui, per ragioni note solo a lui, non si ritrova completamente, ma dal quale non tenta nemmeno di fuggire nei sogni o nell’immaginazione. Difficile da afferrare, difficile da riprodurre: un recupero libero di una fantasia incatenata. Una sfida.

 

Diacritica

 

Femeia iubește într-un punct,

bărbatul iubește într-o virgulă,

 

altfel nu ar ieși întreaga frază.

 

Paradoxul însă

este că bărbatul iubește

până într-un punct,

pe când femeia iubește

 

și după virgulă....

 

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Diacritics

 

The woman loves in a point,

the man loves in a comma,

 

the whole sentence wouldn’t come out otherwise.

 

The paradox yet

is that the man loves

till one point,

whereas the woman loves

 

after comma as well…

 

---

 

Diacritica

 

La donna ama in un punto,
l’uomo ama in una virgola,

 

altrimenti la frase intera
non verrebbe mai fuori.

 

Eppure, il paradosso
è che l’uomo ama
fino a un punto,

mentre la donna ama

anche dopo la virgola…

 

***


Citind Kafka pe malul mării

 

Ce e trist

la o plajă plină de oameni?

prezența lor...

dar la una pustie?

absența lor, desigur...

Omul este singura ființă

care poate umple

goluri care nu există,

cu deplin inexistent...

 

---


Reading Kafka by the sea

 

What’s sad

about a people-full beach?

their presence…

what about a secluded one?

their absence, definitely…

The man is the only being

who can fill

voids that don’t exist

with inexistent fullness…

 

---

 

Leggendo Kafka sulla riva del mare

 

Cosa c’è di triste
in una spiaggia piena di gente?
La loro presenza…
E in una deserta?
La loro assenza, naturalmente…
L’uomo è l’unico essere
che può riempire
vuoti che non esistono
con una pienezza inesistente…

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

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                                                                   SABRINA DE CANIO (Italia)


 

 

Sabrina De Canio (Piacenza, Italia) è poetessa, traduttrice, condirettrice generale del Piccolo Museo della Poesia Oratorio di Zamberto, unico Museo della Poesia al mondo, e membro fondatore della Biennale Italiana di Poesia fra le Arti (BIPA). Le sue poesie, tradotte in svariate lingue, sono state premiate e pubblicate su antologie e riviste letterarie internazionali. È del 2020 la raccolta Libera nos a malo, del 2023 Nel cuore del silenzio e del 2024 Respect, Marco Nereo Rotelli e 150 poetesse contro la violenza sulle donne.

 

L'attesa 

 

medie e mediane, 

mode e deviazioni,

numeri che danzano, 

cifre che cantano,

numeri che assillano

cifre che annaspano

duellano 

imbracciano arruffate verità 

e menzogne vestite a festa

in questo viver nostro, 

gioco a doppio taglio, 

richiede precisione e cura,

l'attesa.

 

 

***

 

Occhio di Dio

 

specchio cristallino 

ove risali con corde colorate 

in seno alla montagna aspra

che a tratti ti abbraccia

recando in dono 

banchi di pesci guizzanti 

a tratti ti graffia come 

un gatto selvatico 

che accarezzi contro voglia

nell'azzurro che ti inghiotte

fra rosse stelle cadute

sei tonnetto alletterato

sei albatro che vola

occhio di Dio

con pupilla di vulcano

 


***

 

I bambini di Gaza

 

Una rete arrugginita

frantuma l’azzurro

in piccoli pezzi romboidali.

Una bambola

dondola le gambe

da ore sulle macerie.

Bambini

come papaveri di campo

in un bicchiere.

 

***

 

Connessione 

 

filo impalpabile, invisibile, 

forte fra le mani 

del soldato al fronte 

nell'abbraccio della madre 

che consola 

nell'umida rugiada

di un'alba incerta, 

nell'ultimo sguardo

che si leva

si snoda, si intreccia,

nella trama della mente,

colmo di intenzione 

diventa pulsazione

lega lontananze,

al di qua e al di là 

del respiro

vibrante 

di luminoso movimento 

silenzio cristallino

scorre sotto le palpebre,

dove fioriscono

e finiscono le storie,

come briciole di pane nel bosco.

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                  COSMIN DUMITRIU (Romania)


 

 

 

 

 

Cosmin Dumitriu è un percussionista rumeno la cui attività artistica si distingue per versatilità, profondità e un impegno costante verso un’espressione autentica. Formatosi in istituzioni prestigiose come l’Università Nazionale di Musica di Bucarest e l’Università della Transilvania di Brașov, collabora con importanti orchestre quali la Filarmonica George Enescu, l’Orchestra Nazionale Radiofonica e l’Orchestra Filarmonica Rumena. È stato solista in prime esecuzioni come AlgoRythm di Alexandru Anastasiu ed è membro attivo dell’ensemble Power Vibes. Parallelamente alla carriera musicale, coltiva la poesia come forma artistica complementare, partecipando a eventi culturali e al “Tabăra Internațională de Poezie” di Arefu. La sua attenzione alla fusione tra suono e parola si concretizza in progetti interdisciplinari come Wormhole, che integra musica, letteratura e arte contemporanea in un linguaggio artistico coerente e unitario.

 

Bate fierul cât e cald  

 

Îmbătat de suspine

îngenunchez strigând

La mine, la ei, la toți

Nimeni nu cunoaște

al meu întuneric

nici măcar eu.

Sunt propria speranță

și dezamăgire.

Inculpatul și călăul

sunt și ciocan

și nicovală, și

tot între ele mă aflu.

 

---

 

Strike the iron while it’s hot

 

Drunk with sobs

I kneel shouting

at myself, at them, at everyone,

Nobody knows

my own darkness

not even myself.

I’m my own hope

and disappointment.

The culprit and the executioner,

Hammer and anvil.

I am still in between them.

 

---

 

Batti il ferro finché è caldo

 

Ebbro di sospiri
in ginocchio grido
a me stesso, a loro, a tutti.
Nessuno conosce
la mia oscurità,
nemmeno io.
Sono la mia speranza
e la mia delusione.
L’imputato e il carnefice
sono martello e incudine, e
sono ancora nel mezzo

di entrambi.

 

***

 

Nopți Albe

 

Noaptea nu se termină niciodată.

Mulți nu au aflat asta încă.

Când ceasul bate ora

timpul nu pleacă nicăieri.

Stau ca prostul și mă uit,

la pagini nescrise.

În curtea minții mele

curge un râu pe care

se face trafic de vorbe.

Să nu uităm că apa curgătoare

cară cu ea și pământ.

 

---

 

White nights

 

The night never ends.

Many don’t know that yet.

When the clock strikes the hour.

the time stays still.

I stand like a fool and stare

at unwritten pages.

In my mind’s yard

there’s a flowing river that

sustains word trafficking.

Let’s not forget that flowing water

carries with it dirt.


---

 

Notti bianche

La notte non finisce mai.
Molti ancora non lo sanno.
Quando l’orologio batte l’ora,
il tempo resta fermo.
E io sto lì come un folle a fissare
pagine non scritte.
Nel cortile della mia mente
scorre un fiume che sostiene

il traffico delle parole.
Non dimentichiamo che l’acqua che scorre
porta con sé anche il fango.

 

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

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            VASILE JUVERDEANU (Romania)

                                                                 

 

 

 

 

 

Vasile Juverdeanu è nato nel 1965 a Iasi, in Romania; vive in Italia, a Roma.

Collabora a diverse antologie e il suo nome compare in varie riviste letterarie

 

 

Ce este viața

 

Viața nu este un dar

Viața este un împrumut

Cu voia sau fără de voia ta

Cu știrea sau fără de stirea ta

Ți se dă și-apoi ți se ia

Mai dă-mi Doamne niște zile împrumut

ți le-oi înapoia

Dar nu ziua și nu toate -ntr-o zi

Ți le-oi înapoia în nopțile fără de stele

În nopțile fără de lună

Ca să nu vadă nimeni că trăiesc pe datorie

 


---

 

What’s life

 

Life is not a gift

Life is a loan

With or without your consent

With or without your knowledge

It is first being given to you afterwards taken

Will you please God give me some extra days on loan

For I might give them back to you

Yet not by day not all at once

I may give them back at starless night

At moonless night

Lest anyone should see I live on borrowed time

 

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Cos’è la vita

 

La vita non è un dono
la vita è un prestito.
Con o senza il tuo consenso
con o senza che tu lo sappia
ti viene data e poi ti viene tolta.

Concedimi, Signore, ancora qualche giorno in prestito,
poi te lo renderò.
Ma non di giorno e non tutto in una volta:
te lo renderò nelle notti senza stelle
nelle notti senza luna
perché nessuno veda
che vivo a tempo preso in prestito.

 

 

***

 

Un simplu apus

 

Nu știu când mierea e amarul venin

Nici când mă doare nu știu să m-alin

Nu știu când paharul cu dor este plin

Nu știu când mă duc de ce mai revin

Nu știu când apa este lapte de sân

Nu știu de mi-e foame sau sătul de destin

Nu știu de ce carul este tras doar de boi

Nu mai știu cum e viața trăită în doi

Nu știu de pământu-i rotund cum se spune

Dacă soarele-i soare atunci când apune

Sunt sleit de puteri mă duc nicăieri

Nu știu un s-apuc cobor ca să urc

Mă uit în deșert în pustiul deșert

De ce nu e viață în corpul inert

Aș vrea ca să știu de ce spun că nu știu

De ce mai sunt viu atunci când sunt viu....

La toate acestea am găsit un răspuns

Acum că ești tu iubito

Restul e doar un simplu apus

 

---

 

A mere sunset

 

I don’t know when the honey is poignant venom

Neither when hurting to comfort myself

I don’t know when the longing-filled glass is full

I don’t know when I’m going why I keep coming in

I don’t know when the water has turned into breast milk

I don’t know if I’m hungry or I’m fed with the fate

I don’t know why the cart is by oxen pulled only

I don’t know any more how is life lived in two

I don’t know whether Earth is as round as they say

If the sun is the sun while it’s setting

I am weary to nowhere I’m going

I don’t know where to settle I get off to get on

I gaze at the desert at the empty desert

Why is  there no life in the unmoving corpse

I’d like to know why I say I don’t know

Why I’m being alive while I’m being alive..

To all these an answer I’ve reached

Now that you are here my love

Anything else is nothing but sunset

 

---

 

Un semplice tramonto

Non so quando il miele si trasforma in veleno amaro,
né quando farmi male per poi consolarmi.
Non so quando il bicchiere colmo di nostalgia sia davvero pieno.
Non so perché, mentre vado, continuo a tornare.
Non so quando l’acqua si fa latte materno.
Non so se ho fame o se il destino mi ha saziato.
Non so perché il carro venga tirato soltanto dai buoi.
Non so più com’è vivere in due.
Non so se la Terra è davvero rotonda come dicono,
se il sole è davvero sole mentre tramonta.

Sono stanco di andare verso il nulla,
non so dove fermarmi: scendo per salire.
Guardo il deserto, il deserto vuoto.
Perché non c’è più vita in un corpo immobile, senza vita?
Vorrei sapere perché continuo a dire che “non so”,
perché sono vivo mentre sono vivo.

A tutto questo ho trovato una risposta:
ora che tu sei qui, amore mio,
tutto il resto non è altro che un semplice tramonto.

 

(Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo)

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CORNEL RODEANU (Romania)



Nato nel 1970. La sua raccolta di poesie d'esordio, The way into cover four, è stata pubblicata presso la casa editrice Tribuna di Cluj, nel 2021.

 

Vreau să-ți pun în ghete

O mână de pământ

În care să ascund o sămânță

Dar îmi este greu să alegDe nufăr sau de ceva ce nu ai atins

Sau poate din ce mi-am dorit să-ți fiu

Nu ajunge o mână de țărână să îngroape

Toate greșelile noastre

 

---

 

Vorrei mettere nelle tue scarpe

Una manciata di terra

In cui nascondere un seme

– mi è difficile scegliere –

Di ninfea, o di qualcosa che tu non hai mai

toccato

O forse di ciò che avrei voluto essere per te

Non basta una manciata di terra

Per seppellire tutti i nostri errori.

 


***

 

Mama când duce pădurea la râu

Ne schimbă frunzele căzute și

Pune pietrele la locul lor.

Apoi o întinde pe sfoară ca o ferestră,

În zori, când mama ia pădurea de pe sârmă,

La pieptul ei somnul nostru miroase a ger.

Mama apucă pădurea de la colțuri

Să împacheteze visele noastre cu cai roșii

Ce aleargă cu sănii în spinare și

Spuma lor se așterne zăpadă.

Pădurea legănată de vânt privește-n casă

Ne vede crescând...și tace.

Târziu, peste ani ne vom întoarce

Să îmbrățișem și noi pădurea,

Vom încerca să schimbăm visele copiilor,

Pădurea știe deja dacă vom putea

Să punem pietrele la locul lor și

Să dăm drumul cailor roșii cu săniile în spinare,

În zori somnul lor să miroasă a ger.

 

---

 

Quando la mamma porta la foresta al fiume

Raccoglie le foglie cadute

E rimette le pietre al loro posto.

Poi stende un filo come fosse una finestra,

All’alba, quando la mamma prende la foresta dal filo,

Il nostro sonno, sul suo petto, odora di gelo.

La mamma prende la foresta dagli angoli

Per impacchettare i nostri sogni con cavalli rossi

Che corrono con slitte sul dorso

E la loro schiuma si fa neve.

La foresta cullata dal vento guarda dentro la casa

Ci vede crescere… e tace.

Tardi, tra molti anni torneremo

Ad abbracciare anche noi la foresta,

Tenteremo di cambiare i sogni dei bambini,

La foresta già sa se saremo capaci

Di rimettere le pietre al loro posto

E di liberare i cavalli rossi con le slitte sul dorso,

All’alba il loro sonno odora di gelo.

 

(traduzione in italiano di Violeta Anciu)

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                        ADRIAN SUCIU (Romania)

                                                      

 

 

 

 

 

 

Adrian Suciu, nato il 21 dicembre 1970, è considerato uno degli scrittori più importanti emersi dopo la caduta del comunismo in Romania. Dissidente anticomunista a 17 anni (minatore fino alla Rivoluzione), giornalista scomodo dopo la caduta del comunismo (molte cause per diffamazione vinte contro alcuni politici rumeni), funzionario parlamentare e governativo, Adrian Suciu è stato escluso, insieme ad altri scrittori, dalla Unione degli Scrittori per la colpa di essere stata criticata pubblicamente in termini aspri la direzione di questa organizzazione professionale di scrittori che ha escluso, negli ultimi anni, un numero di scrittori 10 volte superiore a quello che ne fu escluso durante l'intera durata del regime comunista di Nicolae Ceaușescu e per colpa di esigendo il rispetto dei principi di democrazia, legalità e trasparenza che devono governare l'attività di qualsiasi organizzazione.

Scomodo e intransigente con la stupidità, l'impostura e la dissoluzione morale, Adrian Suciu è un personaggio detestato dall'establishment culturale rumeno, censurato e bandito ma ugualmente amato dal suo pubblico. Autore di romanzi, poesie e drammaturgia, i suoi libri hanno una diffusione notevole e hanno più edizioni. Ha vinto numerosi premi letterari nazionali e internazionali. I suoi scritti sono stati tradotti in arabo, ebraico, inglese, francese, tedesco, italiano, ungherese, spagnolo, ecc. È presente in numerose antologie di letteratura rumena contemporanea pubblicate in Romania o all'estero.

La biografia dello scrittore Adrian Suciu è in stessa un romanzo, l'autore ha esercitato, nel corso della sua vita, i lavori molto diversi: minatore, elettricista, giornalista, consulente d'immagine, speculatore, insegnante, editore, consigliere parlamentare e governativo.

Noto giornalista, collaboratore di numerose testate, editorialista e produttore di programmi televisivi, Adrian Suciu è attualmente presidente della Sezione Stampa Culturale dell'Unione dei Giornalisti Professionisti della Romania e presidente dell'Associazione Culturale Direzione 9, una delle organizzazioni culturali private più influenti in Romania.

 È un importante promotore culturale, organizzando eventi letterari e artistici, campi di creazione, i festival nazionali e internazionali.

Motto personale: La vita si vive senza pietà e senza illusioni!

 

M-A părăsit sângele meu

 

Sângele meu m-a părăsit. Sângele meu blând

s-a dus să împingă vedenii la vale. S-a tras la umbră.

Și-o fi făcut prieteni pe undeva. O fi deschis

un atelier de ascuțit spini. Mi-e atât de dor de el

că-mi tai venele în fiecare noapte și tot sper

 

să-l aud susurând.

 

---

 

Mi ha abbandonato il mio sangue

 

Il mio sangue mi ha abbandonato. Il mio buon sangue

è andato a spingere visioni nella valle. Si è seduto all'ombra.

Si sarà fatto degli amici da qualche parte. Avrà aperto

un'officina per acuminare le spine. Mi manca così tanto che

ogni notte mi taglio le vene e spero sempre

 

di sentirlo sussurrare.

 

***

 

Sunt trist că mă îmbăt vesel

 

Orice produs distilat e un semn al prezenței divine. Dacă

nu era Dumnezeu să facă omul, omul nu putea să facă alcoolul.

Iată cum cel pasionat de adevăr nu poate ocoli paharul. Dar eu

sunt supărat că mi-am pierdut tristețea. Nu mai pot să mă-mbăt trist,

cum făceam pe vremuri, de lăsam un covor de lacrimi în urmă.

Sunt trist că mă îmbăt vesel. Crâșma din colț

e un autobuz. Mai urcă unul, merge o stație, două, citește ziarul.

O veselie divină hurducă fumul și-l împarte în două icoane,

șerpi se gudură la picioare. Singur, singur, singur în autobuzul

care merge până la ultima stație, un bețivan al limbii române

vorbind nimănui. Zugrav de subțire în biserici de fum.

 

Dă, Doamne, înțelepciune proștilor și băutură cui știe s-o ducă!

 

---

Sono così triste di ubriacarmi felice

 

Qualsiasi prodotto distillato è un segno della presenza divina.

Se Dio non avesse creato l’uomo

l'uomo non avrebbe prodotto l’alcol.

È così che l’appassionato di verità non può evitare il bicchiere. Ma io

sono arrabbiato per aver perso la mia tristezza. Non posso più ubriacarmi triste

come facevo una volta, lasciando dietro un tappeto di lacrime.

Sono così triste che mi sto ubriacando allegramente. Il pub all'angolo

è un autobus. Un altro sale, per una stazione, due, legge il giornale.

Una gioia divina fa sobbalzare il fumo e lo divide in due icone,

i serpenti supplicano ai suoi piedi. Da solo sull'autobus

che va all'ultima fermata, sono un ubriaco di lingua romena

parlando a nessuno. Pittore magro nelle chiese del fumo.

 

Dona, Dio, la grammatica agli ubriaconi e da bere a chi sa portarla!

 

(Traduzioni dal romeno di Roxana Lazar e Valeriu Barbu)

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FILIP SUCIU (Romania)

 







Nato il 6 agosto 2002. Celibe, residente a Bucarest.

Insegnante di musica, pianista e compositore, diplomato al Liceo Musicale "George Enescu" di Bucarest. Studente presso l'Università Nazionale di Musica di Bucarest.

Vincitore di numerosi concorsi e festival nazionali e internazionali come pianista. Le sue composizioni musicali sono state eseguite in numerosi eventi in Romania e all'estero. Ha anche tenuto recital poetici di sua creazione in occasione di eventi in Romania e all'estero. Appassionato di arte, spiritualità, esoterismo e natura.

 


Când cercul se caută pe sine, poate zări numai un punct.

Când lumea vrea să apară, cuvânt.

În sine sunt doar visul unei broaște

Ce poartă amintiri din stomacul unei vulpi

De la o nevăzută, nescrisă, necuvântătoare

Poartă

nu rămâne altceva de făcut decât să-i chemi si pe alții

sa vadă, sau sa tacă.

 

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Quando il cerchio cerca se stesso, può intravedere un solo punto.

Quando la gente vuole apparire, una sola parola.

In me sono soltanto il sogno di una rana.

Ciò che trasporta i ricordi dallo stomaco di una volpe

da un invisibile, non scritto, muto cancello

non resta altro da fare che

chiamare anche gli altri per vedere o per tacere.

 

 

***

 

Insignifiant

 

Mă tem că simpla mea absență ar putea trece neobservată de către mușuroaiele de furinici.

Eu am creat lumea pe care o văd, cerul și pământul, eu mi-am făcut fericirea și tristețea, eu mi-am pregătit moartea, eu mi-am rostit adevărul.

Unii ar putea crede că nu contez.

Sunt doar un termen.

Eu mi-am frământat viața din lut și flegme.

Gesturile mele mă cioplesc din frică de așchii.

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Insignifiante

 

Temo che la mia semplice assenza possa passare inosservata ai formicai.

Ho creato il mondo che vedo, cielo e terra, ho creato la mia felicità e la mia tristezza, ho preparato la mia morte, ho detto la mia verità.

Alcuni potrebbero pensare che io non importi a nessuno.

Sono solo un'espressione.

Ho impastato la mia vita con argilla e catarro.

I miei gesti mi scolpiscono per paura delle schegge.

 

***


Pământ

 

Să nu îngropi pe nimeni în inimă!

Fă loc de-ngropăciune cât mai departe de tine.

În inimă tic

tac...tac...

Fie ca morții să fie

asemenea pruncilor, îmbrățișați de pământuri

 

În inimă se-ngroapă un singur lucru, ce se adună de sus.

Din el se culeg mai multe și din ele se face ofrandă.

Împarte și pune răsaduri înalte.

Dormi

Unde nici coasa nu taie

Unde nimeni nu a secerat vreo dată.

 

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Terra

 

Non seppellire nessuno nel tuo cuore!

Fai spazio per la sepultura il più lontano possibile da te.

Il cuore sta ticchettando, ticchettando...

Sia che i morti diventino

come bambini, abbracciati dalle terre

 

Nel cuore viene sepolta una sola cosa, che si raccoglie dall'alto.

Da esso si raccolgono più cose e da esse si fa un'offerta.

Dividi e pianta erbe alte.

Dormi

dove nemmeno la falce taglia

dove nessuno ha mai mietuto.

 

(traduzione in italiano di Valeriu Barbu)

 

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 MARA VENUTO (Italia)



                                      

Mara Venuto è una poetessa, drammaturga e ghostwriter italiana, nata a Taranto e residente a Ostuni.

Ha esordito nel 2008 con il monologo teatrale Leggimi nei pensieri, seguito da The Monster (2015), finalista al Mario Fratti Award di New York.

Tra le sue raccolte poetiche si annoverano Gli impermeabili (2016), Questa polvere la sparge il vento (2019), La lingua della città (2021) e Vora (2023).

Le sue opere sono state tradotte in sette lingue e presentate in numerosi festival internazionali. È presente in volumi critici sulla poesia italiana femminile contemporanea e ha collaborato come editor con case editrici come Mondadori e Piemme.

 

 

La senti questa vora che tradisce,

sulla bocca dove cade il conto delle ore

è orma impressa e distrutta,

l’amore dei nostri deboli intenti.

 

Lasciarci scomparire.

 

All’occhio velato e a quello rapace

emergere come larva,

bozzolo che nutre la volontà.

Con i denti aggrapparci al fiore

e strappare i petali come bocconi.

 

***

 

Dalla tua finestra il mare non esiste,

affoga nell’inverno meridiano

rivelato dalla trasparenza.

Sopra i giardini della serra comune,

atterra in un verde aspro la strada provinciale.

Tutto è provinciale,

l’ambizione e il rancore,

nella pace del pomeriggio,

nel silenzio colante.

A fatica si naturalizza una memoria familiare,

si fanno talee dalle radici sepolte,

mai rassegnate all’esilio.

Viviamo altrove, era scritto.

 

 

***

 

 

Scorrere con acqua e reliquati,

trovare purezza nel filtro,

la misura del tempo

è nei muri rabboccati.

Invecchia il coraggio

fioriscono lampioni in città

non si vede la bestia nel buio,

una ragione per odiare.

 

Patria di case e tumuli

che sostano in piedi

e non muoiono con noi,

la nostra terra

terra del sangue e del tradimento

aspetta

le dominazioni, la tregua

nulla.

Il mio paesaggio sprofonda

e non si disfa intero.

 

(da Vora, peQuod Edizioni, 2023)

 

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                    LUCILLA TRAPAZZO

 

 

 

 

 

 

 

                                

Poeta, traduttrice, artista e performer. Dopo anni trascorsi all'estero per studio e lavoro (DDR, Belgio, USA), ora vive tra Svizzera, Italia e NYC.

Al suo attivo ha sei libri di poesia, una serie di traduzioni di poeti internazionali, numerose collaborazioni letterarie con associazioni, riviste e antologie di poesia e un CD con composizioni di Marco di Stefano, ispirato alle sue poesie. Le sue poesie, tradotte in 18 lingue, hanno vinto importanti premi internazionali (tra cui: poeta laureata Kurora e Poezisë, Festival Internazionale di Korca, Albania 2023 e Creativity Award Naji Naaman, Libano 2021; primo premio miglior libro di poesia "I Murazzi" Torino 2019; primo premio Civil and Philosophical Poems, “XI Checkhov's Autumn International Festival”, Crimea 2021; Medaglia d'oro per Outstanding Poet Award al Premio “Yan'an 2021”, Repubblica Popolare Cinese; Piuma d’oro 2021 Золотое Перо Руси, Russia “per l’eccellente sintesi di linguaggi e stili artistici diversi” Silke Liria Award for poetic expression at Ditët e Naimit International Poetry Festival, Tetovo, N.Macedonia 2022) e partecipa regolarmente a festival di poesia e arte negli Stati Uniti, Europa, Africa e Asia (alcuni: Struga Poetry Evenings, N.Macedonia 2021; Princeton Festival, USA 2021,2024; Babylon International Festival of the Arts, Iraq 2022, 2024; Kistrech International Festival, Kenya 2023). Convinta sostenitrice dei diritti umani e del pianeta, il suo punto di vista sociale, e femminile si riflette in molti dei suoi scritti.  Da una sua poesia, Salmodia, che narra di una sposa-bambina, è stato tratto un video (produzione Palazzo del Poeta, OST Marco Di Stefano), trasmesso da RAI 1 nel 2021.

 

 

C’era una parola

 

l’avevo conservata sullo schermo

in un angolo tra Broca e l’Ippocampo

ma non era cucita a doppio filo

 

e allora è andata via e si è perduta

in qualche dove nello spazio

tra le app – così come muoiono

gli amori e le rose nella grazia piena

dell’estate

 

della parola non ricordo neanche più l’odore

o il suono o il senso

che squaderna matrici antecedenti e relazioni

di causalità (me ne figuro invero una certa

eziologia, come una grisaglia, causeffetto

senza soluzione di continuità)

 

ti lascio la parola sulla spalla

senza far rumore

una piccola scimmia addormentata

uno scialle di mare

che ti copra quando fuori piove

 

(da La formula della distanza, Il Convivio Editore)

 

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      GIUSEPPE VETROMILE

 

 

 

 


Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Svolge la sua attività letteraria a Sant'Anastasia (Na). Ha ricevuto riconoscimenti sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali. Numerosissimi sono stati i primi premi.

Ha pubblicato più di venti di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Congiunzioni e rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà dell'attesa (RPlibri, 2020), Esercizio all’esistenza (Puntoacapo, 2022), Condominio Quadrifoglio (Scuderi, 2024), Di non chiudere le porte stasera (Ediz. La Valle del Tempo, primo premio “L’Assedio della poesia”), ed i libri di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti (Kairos, 2010); Storie di ordinaria solitudine (Delta3 Ediz, 2023, primo premio “L’Inedito, sulle tracce del De Sanctis).

Ha ideato e gestisce il sito “Transiti Poetici”, sul quale pubblica recensioni e note di lettura di libri di poesia e di narrativa.

Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. Attualmente sta curando l’Antologia Poetica Virtuale Transiti Poetici in più volumi (ogni volume comprende dieci Autori; al momento è giunto al 44° Volume). È il fondatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia" (giunto alla 22^ Edizione).

Cura e conduce, anche con la collaborazione di altri operatori culturali, rassegne e incontri letterari di rilievo presso librerie, biblioteche e altre sedi opportune. È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari).

 


Cerco altre cose

 

Tu dimmi se questo sciamare di molecole sfatte,

l’agitarsi di tutti i colori pazzi nell’incavo degli occhi,

o se l’andirivieni delle parole grezze nel passo della sera

(quando altro non è che un fantasma vorticoso

in giro nel vuoto del corpo); dimmi se l’estro

del sonnambulo a breve lampo di gioia (appena

un attimo felice dietro lo sguardo e l’estasi

d’un gioco d’ombre e luci)… tu dimmi se non è

materia nostra in cammino tutto questo (verso

l’alba, il tramonto?...) e che basta raccapricciarsi

o vivere trasalendo i sogni vituperosamente.

 

Ma tu vuoi comunque un segno, un testimone

più ampio delle stelle o del regno delle favole,

un simbolo che ti precipiti per sempre dentro

il cielo. Quantunque disperato e in abbandono,

non avrai che domande illimitate, e il resto

d’un racconto senza trama attaccato alle tue

labbra inconcludenti.

 

Io cerco altre cose. Indietro nel cuore: per darmi

una vita, mi basterà il suono del silenzio

nel ruggito del giorno, o un brivido di vento

nel fragore di tamburi che battono

 

sugli inutili perché dell’infinito.

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Gli Artisti

 

Hanno contribuito ad arricchire il Festival Boema9 di Arefu altre espressioni artistiche e musicali, realizzando in tal modo un mosaico culturale vario e denso di contenuti. In particolare, si è fatta apprezzare per le sue doti di danzatrice Cristin Art, interpretando insieme al poeta, cantante e musicista Tic Petrosel, alcuni brani musicali curati dallo stesso Petrosel. Cristin Art è stata anche una perfetta declamatrice di testi poetici tradotti in romeno.

La pittura ha fatto da cornice, grazie all’esposizione in contemporanea di alcuni dipinti del valente Marza Traian, pittore e giornalista.


Cristin Art









Tic Petrosel










Marza Traian




















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24 settembre 2025

Presentazione in diretta video del 36° Volume

VOLUME XXXII - Vol. Spec. Nuove Voci del Ventunesimo, 2a parte

VOLUME SPECIALE "I SEE BELLAGIO FROM MY TERRACE"

VOLUME XXVI - PERCORSI DIALETTALI SICILIANI DI INIZIO MILLENNIO

Volume antologico J'Nan Argana nr. 2

Transiti Poetici incontra il GAP

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Transiti Poetici incontra Voci dal Mondo

Il video della presentazione del Volume Transiti Poetici incontra Voci dal Mondo